13 febbraio, 2009

La Regione garantisce il servizio sanitario a tutti i cittadini


La Regione garantisce il servizio sanitario a tutti i cittadini

La Regione Lazio ha inviato una circolare a tutti i Direttori generali delle strutture sanitarie del Lazio con la quale si precisa che “l’acceso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.

Il Ddl n.733 in materia di sicurezza approvato dal Senato nei giorni scorsi non ha infatti ancora concluso l’iter parlamentare, pertanto vige l’obbligo del rispetto delle suddette norme fino a quando non interverranno modifiche legislative.

La Regione Lazio per contenere il minor ricorso alle strutture sanitarie da parte di cittadini stranieri, causato dall’effetto annuncio, e le cui conseguenze potrebbero ricadere in particolare su bambini e anziani, consegnerà nei prossimi giorni alle Aziende un manifesto in otto lingue – italiano, inglese, cinese, romeno, spagnolo, francese, tagalog (principale lingua delle Filippine) e arabo – perché venga affisso ben in vista in tutti i presidi e pronto soccorso della rete sanitaria regionale.

Da una prima ricognizione sugli effetti prodotti dall’annuncio del passaggio in Senato del disegno di legge, alla Regione risulta una diminuzione degli accessi degli stranieri nei pronto soccorso, in particolare un calo del 20% al Grassi di Ostia, alle strutture mediche e ai consultori della Asl Roma C. Anche nel territorio della Asl Roma B, che amministra quartieri con forte presenza di stranieri, si registra un calo negli accessi alle strutture sanitarie pubbliche, anche se minimo. Non si segnalano invece cali nell’afflusso di pazienti non italiani al Poliambulatorio dedicato del Policlinico Umberto I, né alle strutture del S. Camillo.

“Le rivelazioni sulle strutture del Lazio – dichiara Marrazzo – non ci parlano di uno stato di emergenza, ma certamente rilevano la crescita di un forte grado di preoccupazione nelle comunità di stranieri residenti nella nostra regione per i possibili effetti delle norme contenute nel decreto 733. L’iniziativa della Regione risponde quindi a motivazioni di origine etica quanto a ragioni sanitarie: non possiamo e non vogliamo che cittadini che risiedono nel Lazio possano correre inutili rischi. Le nostre maggiori preoccupazioni sono per i bambini che hanno bisogno di vaccinazioni e per gli anziani. Sono pienamente d’accordo con i medici che hanno espresso la loro contrarietà alla norma contenuta nel decreto approvato al Senato. Con tale provvedimento c’è infatti il rischio concreto che venga meno quella politica della prevenzione necessaria e indispensabile per garantire la salute di tutti”

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