02 settembre, 2010

PROMEMORIA 2 settembre 1944 - Olocausto: Anna Frank e la sua famiglia vengono caricati sul treno che li porterà da Westerbork ad Auschwitz.


Olocausto: Anna Frank e la sua famiglia vengono caricati sul treno che li porterà da Westerbork ad Auschwitz. Vi arriveranno tre giorni dopo
Annelies Marie Frank, detta Anne, nome italianizzato in Anna Frank, pronuncia[?·info] (Francoforte sul Meno, 12 giugno 1929 – Bergen-Belsen, 31 marzo 1945), è stata una ragazza ebrea tedesca, divenuta un simbolo della Shoah per i suoi diari scritti nel periodo in cui la sua famiglia si nascondeva dai nazisti e per la sua tragica morte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Visse parte della sua vita ad Amsterdam nei Paesi Bassi, dove la famiglia era riparata dopo l'ascesa al potere dei nazisti in Germania. Fu privata della cittadinanza tedesca nel 1941, divenendo così apolide.

Biografia
Seconda figlia di Otto Heinrich Frank (12 maggio 1889 - 19 agosto 1980) e di sua moglie Edith Hollander, apparteneva ad una famiglia di patrioti tedeschi che prestarono servizio durante la prima guerra mondiale. Aveva una sorella maggiore, Margot Elisabeth Frank (16 febbraio 1926 - 9 marzo 1945). Lei e la famiglia dovettero spostarsi ad Amsterdam nel 1933, quando Adolf Hitler venne nominato Führer, per sfuggire alla persecuzione dei Nazisti.

Il 6 luglio 1942, appena tredicenne, dovette nascondersi con la famiglia nell'Achterhuis, un piccolo spazio a due piani posto sopra i locali della compagnia di Otto chiamata "Gies e co". (Questo Achterhuis era situato in un vecchio - ed abbastanza tipico - edificio sul Canale Prinsengracht, nella parte ovest di Amsterdam, a circa un isolato dalla Westerkerk.[1]) La porta dell'Achterhuis era nascosta dietro una libreria. Vissero lì dal 6 luglio 1942 al 4 agosto 1944, durante l'occupazione nazista. Essi venivano aiutati da persone chiamate Miep Gies, Jan Gies, Johannes Kleiman, Victor Kugler, Bep Voskuilj, il signor Voskuilj e la moglie di Kleiman, che portavano ai clandestini cibo, notizie e oggetti già da tempo nell'alloggio segreto.

Nel nascondiglio trovarono rifugio 8 persone: Otto e Edith Frank (i genitori di Anna); la sorella maggiore Margot; il Signor Dussel, un dentista ebreo (30 aprile 1889 - 20 dicembre 1944) (vero nome, Fritz Pfeffer); e Hermann (31 marzo 1890 - 6 settembre 1944) e Petronella (29 settembre 1900 - 9 aprile 1945) van Daan con il loro figlio Peter (8 novembre 1926 - 5 maggio 1945) (vero cognome, van Pels).

Durante quegli anni Anna scrisse un diario, descrivendo con considerevole talento le paure causate dal vivere in clandestinità, i sentimenti per Peter, i conflitti con i genitori, e la sua aspirazione di diventare scrittrice.

Dopo più di due anni, una donna il 4 agosto 1944 chiamò la Gestapo dicendo che al 263 di Prinsengracht erano nascosti degli ebrei. Si pensa che la spia fosse la donna delle pulizie dell'Opekta di nome Lena Hartog Van Bladeren. Tra i sospettati vi è anche un dipendente di nome Van Mareen. Le due famiglie così vennero arrestate dalla Grüne Polizei e trasferite al campo di smistamento di Westerbork insieme a Kleiman e Kugler, nell'Olanda nord-orientale. Questi ultimi riuscirono poi a fuggire. Il 2 settembre Anna Frank e gli altri clandestini vennero caricati sull'ultimo treno merci in partenza per Auschwitz, dove giunsero tre giorni dopo. Nel frattempo Miep Gies ed Elly Vossen trovarono il diario e lo misero al sicuro.

Anna, Margot ed Edith Frank, i van Pels e Fritz Pfeffer non sopravvissero ai campi di concentramento tedeschi (nel caso di Peter van Pels che morì tre giorni prima della liberazione del campo di Mauthausen, alle marce della morte tra un campo e l'altro). Margot e Anna passarono un mese ad Auschwitz-Birkenau e vennero poi spedite a Bergen-Belsen, dove morirono di tifo esantematico nel marzo 1945,solo tre settimane prima della liberazione del campo. Solo il padre di Anna sopravvisse ai campi di concentramento, quando il 27 gennaio 1945 fu liberato il campo di Auschwitz dai Russi; il 3 giugno 1945 tornò ad Amsterdam dopo tre mesi di viaggio. Miep gli diede il diario, quando Otto scoprì il destino dei clandestini ed egli lo aggiustò per la pubblicazione con il titolo di Het Achterhuis. Otto Frank morì a Basilea, in Svizzera dove viveva sua sorella, il 19 agosto 1980.

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