09 agosto, 2008

PROMEMORIA 9 agosto 1991 - A Campo Calabro un commando mafioso uccide il magistrato Antonio Scopelliti


A Campo Calabro un commando mafioso uccide il magistrato Antonio Scopelliti.
Ha svolto la carriera di magistrato requirente, iniziando come Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Roma, poi presso la Procura della Repubblica di Milano. Procuratore generale presso la corte d'Appello quindi, Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione. Seguì una eccezionale carriera, che lo portò ad essere il numero uno dei sostituti procuratori generali italiani presso la Corte di Cassazione. Si è occupato di vari maxi processi, di mafia e di terrorismo.

Il 9 agosto 1991, il giudice solo (così fu definito Antonino Scopelliti nell'unico saggio scritto dal giornalista Antonio Prestifilippo nel 1995, che ricostruisce lo scenario in cui è stato ucciso), in vacanza in Calabria, sua terra d'origine, presso Piale, sulla strada provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro, fu affiancato da un'altra vettura dalla quale vennero esplosi due colpi di arma da fuoco che raggiunsero il magistrato, finito poi con un colpo a bruciapelo di Walther P38.

Quando fu ucciso stava preparando, in sede di legittimità, il rigetto dei ricorsi per Cassazione avanzati dalle difese dei più pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Si crede che per la sua esecuzione si siano mosse insieme la 'ndrangheta e Cosa Nostra, dopo che il magistrato rifiutò 5 miliardi per sospendere il suo lavoro.

Come mandante fu condannato in primo grado Pietro Aglieri, successivamente assolto nel 1999 dalla Corte di Cassazione perché accusato da soli pentiti. Ad oggi non è stata ancora accertata la piena verità sul delitto del giudice Scopelliti.

Gli è stata dedicata una strada nel suo paese natale, Campo Calabro, ed una nella contigua Villa San Giovanni.

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