06 aprile, 2008
PROMEMORIA 6 aprile 2003 - Guerra in Iraq: un reparto corazzato Usa penetra a Baghdad, giungendo all'aeroporto già in mano alle truppe USA.
Guerra in Iraq: un reparto corazzato Usa penetra a Baghdad, giungendo all'aeroporto già in mano alle truppe USA, attraversando l'intero quartiere di Dora.
Gli argomenti delle due parti
Le ragioni dei sostenitori
Il secondo presidente Bush in un immagine del 2002, in compagnia dell'allora
I sostenitori della guerra addussero diverse motivazioni a suo favore:
* La probabile ricostituzione dell'arsenale iracheno di WMD,[11] favorita dall'assenza di ispezioni e dall'allentamento delle sanzioni. Per esempio, nel settembre 2002 Bush dichiarò che l'Iraq voleva produrre WMD in grado di mettere in pericolo la sicurezza dell'intero Occidente. Questo genere di argomenti venne rinforzato da numerose voci riguardo ai programmi di riarmo iracheno, (vedi p.es. Nigergate).
* I contatti fra l'Iraq e vari gruppi terroristici, indice di una possibile collaborazione (l'Iraq avrebbe potuto fornire armi atomiche da impiegare in un attentato). Il vicepresidente Cheney sostenne che esistevano legami fra al-Qā'ida e l'Iraq; Bush non fu mai così esplicito, ma fece diversi riferimenti impliciti a questa possibilità.
* Il prestigio internazionale degli Stati Uniti presso i governi sarebbe uscito rafforzato, spingendo molti paesi ad allinearsi con Washington e migliorando la situazione politica internazionale;
* L'abbattimento e la sostituzione del regime iracheno con un governo democratico avrebbe migliorato l'immagine degli USA in Vicino Oriente, fornendo un esempio da imitare alle popolazioni della regione, generalmente governate in modo autocratico;
* Le sistematiche violazioni dei diritti umani e i numerosi crimini di cui il regime iracheno era responsabile, fra cui le due guerre da esso provocate (Guerra Iran-Iraq e Prima guerra del Golfo) e le atrocità nei confronti della popolazione curda[12] e della popolazione irachena in generale.
* l'Iraq avrebbe potuto essere usato come base di partenza per rovesciare i regimi di Siria e Iran.
* Violazioni delle no-fly zones sino a poco prima dell'intervento.
Esistevano poi ragioni poco o per nulla pubblicizzate dai sostenitori della guerra, ma che secondo gli oppositori hanno probabilmente contribuito alla decisione di intraprenderla:
* Gli USA volevano rendere più sicuri i propri approvvigionamenti energetici, riducendo l'importanza di Paesi come il Venezuela di Chávez, o della stessa Arabia Saudita;
* Numerose compagnie americane desideravano partecipare allo sfruttamento delle risorse petrolifere irachene (da cui erano escluse per via delle sanzioni), alla "ricostruzione" dell'Iraq, o anche solo alla fornitura di armamenti per la guerra. Inoltre si pensava che dopo la guerra un aumento della produzione irachena avrebbe abbassato il prezzo del greggio, favorendo l'intera economia occidentale;[13]
* Israele (stretto alleato degli USA con cui l'Iraq era formalmente in guerra da decenni) avrebbe beneficiato dell'eliminazione di uno dei suoi più acerrimi avversari;
Le ragioni degli oppositori
Così come i suoi sostenitori, gli oppositori della guerra hanno portato una serie di argomenti, sia ideali che pratici, a sostegno della loro tesi:
* Il riarmo iracheno era dubbio e in ogni caso la ripresa delle ispezioni sarebbe stata sufficiente a dissipare le incertezze.
* il ruolo di sponsor del terrorismo attribuito al regime iracheno era esagerato: Ṣaddām appoggiava organizzazioni terroristiche, specie palestinesi[14] e inoltre i suoi servizi segreti erano responsabili di omicidi di oppositori all'estero. Ma non vi erano seri indizi che il Governo iracheno fosse implicato in atti terroristici contro gli USA in tempi recenti. L'ipotesi che Ṣaddām affidasse armi atomiche a un gruppo terroristico appariva inverosimile per diversi motivi.[15]
* In caso di insuccesso il prestigio americano avrebbe subìto un duro colpo; anche in caso di successo, Paesi come Iran e Corea del Nord avrebbero potuto decidere di intensificare i propri sforzi per raggiungere armamenti nucleari (e diventare relativamente inattaccabili) piuttosto che adeguarsi ai desideri degli USA.
* La rapida formazione di un governo democratico filo-occidentale in Iraq appariva improbabile, sia perché non era scontato che la guerra sarebbe finita in tempi brevi, sia perché gli oppositori di Ṣaddām erano divisi fra loro e avevano spesso obiettivi opposti. Inoltre si temeva che le fazioni sciite vicine all'Iran fossero le più popolari, il che avrebbe potuto portare all'instaurazione di una teocrazia filo-iraniana;
* La debolezza del legame con la lotta ad al-Qāʿida, e la non facile stabilizzazione dell'Iraq post-bellico facevano temere un crollo della popolarità degli USA nel mondo arabo, favorendo il "reclutamento" di nuovi terroristi;
* La scelta di una "guerra preventiva" non avallata dall'ONU era illegale e pericolosa;
* Il governo di Ṣaddām era esecrabile, ma le vittime della guerra avrebbero potuto essere più numerose di quelle del regime;
* Un periodo di instabilità nel Vicino Oriente avrebbe potuto portare a un collasso della produzione di petrolio e a risultati opposti a quelli sperati dai sostenitori della guerra (aumentato peso politico dei produttori di petrolio, aumento del prezzo del greggio, recessione economica).
Così come non tutti i fautori della guerra condividevano tutte le ragioni elencate in precedenza, non tutti i suoi oppositori condividevano tutte le motivazioni appena esposte. Per esempio, è molto probabile che i governi francese, tedesco, russo e cinese non si siano opposti alla guerra per ragioni di principio, ma più probabilmente per timore dell'instabilità che una guerra avrebbe potuto portare nella regione medio-orientale e per ragioni inconfessate di opportunità economica, in quanto diverse compagnie di questi Paesi avevano stipulato accordi vantaggiosi per lo sfruttamento delle risorse petrolifere irachene, che sarebbero entrati in vigore quando le sanzioni internazionali fossero state abolite.
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