14 novembre, 2008
PROMEMORIA 14 novembre 1851 - Viene pubblicato Moby Dick di Herman Melville
Viene pubblicato Moby Dick di Herman Melville.
Moby Dick (Moby-Dick) è un romanzo pubblicato nel 1851 dallo scrittore americano Herman Melville.
La trama del libro si può riassumere assai brevemente come il viaggio della baleniera Pequod, comandata dal capitano Achab, a caccia di capodogli e balene, e in particolare della enorme balena bianca (in realtà un capodoglio) che dà il titolo al romanzo. Tuttavia in Moby Dick c'è molto di più: le scene di caccia alla balena sono intervallate dalle riflessioni scientifiche, religiose, filosofiche e artistiche del protagonista Ismaele, alter ego dello scrittore, rendendo il viaggio un'allegoria e al tempo stesso un'epopea epica.
All'epoca della sua prima pubblicazione, il libro non incontrò un'accoglienza favorevole, ma è oggi unanimemente riconosciuto come uno dei capolavori della narrativa americana.
La nave Pequod
Il Pequod è la romanzesca baleniera di Nantucket, del diciannovesimo secolo, del romanzo americano Moby Dick di Herman Melville. Il Pequod e il suo equipaggio sono comandati dal capitano Ahab, figura che a parte i primi capitoli, è quasi sempre presente nel corso dei tre lunghi anni di caccia alla balena. I personaggi sono per lo più membri dell'equipaggio, incluso il narratore Ismaele. La nave è definita da Melville un
« ... bastimento vecchio e inusitato...; /... una nave della vecchia scuola, piuttosto piccola... /Stagionata e tinta dalle intemperie di tutti e quattro gli oceani »
Una nave che il vecchio capitano Peleg aveva adornato in modo bizzarro, fatta di trofei.
« Un veliero cannibale, che si ornava delle ossa cesellate dei suoi nemici »
Definita nobile e malinconica nello stesso tempo. Qui - "seminascosto nel suo bizzarro alloggio" - Ismaele incontra Peleg e in seguito Bildad, riuscendo ad entrare a far parte dell'equipaggio. La nave, nonostante i continui tentativi di Melville di dimostrare la veridicità dei fatti, è inventata poiché non si hanno notizie di una nave affondata da una balena nel periodo citato da Melville.
Ismaele
Ismaele è il narratore ed è attraverso i suoi occhi che è vista quest'impresa. All'inizio è effettivamente il personaggio principale, ma egli è soprattutto un narratore onnisciente, che con la sua criticità e la sua profondità talvolta scompare dalla scena per narrare e poi inserire le sue riflessioni. Egli si auto-presenta con la nota frase «Chiamatemi Ismaele» (Call me Ishmael ): il nome ha origine biblica, nel Genesi infatti Ismaele è il figlio di Abramo e della schiava Agar, che li caccia nel deserto. Sicché "Chiamatemi Ismaele" è come dire "Chiamatemi esule, vagabondo".
Il capitano Achab
Il capitano Achab guida l'intero equipaggio attraverso la folle impresa di caccia del candido capodoglio-leviatano. Questo accanimento viene descritto da Melville come una monomania:
« Roso di dentro e arso di fuori dagli artigli fissi e inesorabili di un'idea incurabile. »
Achab era assetato di vendetta nei confronti di quella candida balena, che, dopo aver sfondato tre lance, gli aveva tranciato e divorato una gamba. Moby Dick viene descritto come un essere malvagio e vendicativo,che distrugge le lance per puro piacere e davanti al quale anche i pescecani fuggono. La sete di vendetta di Achab però, precisa Melville, non deriva tanto dalla mutilazione fisica subita quanto da un'avversione maturata precedentemente. Melville dice:
« ... venne allora che il corpo straziato e l'anima ferita sanguinarono l'uno nell'altra »
. Dopo la mutilazione e il necessario ritorno a casa si sviluppò la monomania e
« ... Achab e l'angoscia giacquero coricati insieme nella stessa branda. »
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento