20 giugno, 2008
PROMEMORIA 20 giugno 1859 Stragi di Perugia.
Stragi di Perugia. A Perugia i mercenari svizzeri di Pio IX abbattono il Governo Provvisorio che chiede l'indipendenza dallo Stato Pontificio e dopo essere entrati in città risalgono verso il centro massacrando sia i cittadini armati che bambini, donne e anziani rifugiati nelle case.
Il 20 giugno del 1859 nella città di Perugia ci fu uno scontro tra le truppe dei reggimenti svizzeri inviati da papa Pio IX contro i patrioti cittadini che si erano ribellati al dominio dello stato della chiesa. Questi scontri che videro la morte valorosa di numerosi cittadini prendono il nome di Stragi di Perugia.
La situazione iniziale
La seconda guerra d'indipendenza vide ottocento giovani perugini accorrere volontari nell'esercito sardo sui campi di battaglia dell'Italia settentrionale, mentre a Perugia era pronto un comitato insurrezionale collegato con la Società Nazionale, particolarmente con i centri di quest'ultima a Firenze e a Bologna.
Questo comitato si mosse il 14 giugno per chiedere al governo pontificio, attraverso il suo rappresentante a Perugia, di abbandonare la posizione di neutralità assunta nella guerra italiana. Poiché il rappresentante pontificio rifiutò di collaborare, il comitato diede vita ad un governo provvisorio, che offrì la dittatura a Vittorio Emanuele.
A tale supremo organo fecero capo un comando di piazza, un comitato di difesa e altri essenziali organi di pubblica sicurezza e di difesa. Perché soprattutto alla difesa gli insorti dovettero disporsi, quando presto apparve chiaro che il governo pontificio, deciso a porre argine alla frana minacciante anche le regioni superstiti dello stato, non rinunciava a Perugia e si preparava a dare, riprendendola con la forza, un memorabile esempio. Apparve altrettanto chiaro che non c'era da attendersi alcun appoggio da parte di Cavour, che aveva la mani legate dai precisi accordi con Napoleone III e che pur trovava nell'insurrezione perugina motivi assai utili alla sua politica.
Massacri e saccheggi
Il governo provvisorio rivolse perciò coraggiosamente l'appello al popolo perché si preparasse alla difesa e l'appello fu raccolto.
Quando le truppe papali guidate dal colonnello Schmidt, il 20 giugno, forti di duemila uomini in gran parte svizzeri, si presentarono davanti a Perugia, trovarono dispersi su un ampio fronte, male organizzati e armati - dalla Toscana erano giunte poche centinaia di fucili e per giunta non tutti in buono stato - ma animati da una commovente volontà di difesa, un migliaio di cittadini.
La resistenza fu spezzata dopo un breve e accanito combattimento che ebbe come epicentro Porta San Pietro e che vide perdite relativamente gravi dall'una parte e dall'altra. Ad esso seguì quel saccheggio, accompagnato dal massacro di civili inermi, che rese immediatamente famoso il primo episodio di guerra popolare del 1859.
Le stragi di Perugia, mentre furono una formidabile arma propagandistica contro il resto gia crollante del potere temporale, costituirono il punto fermo cui da allora in poi si sarebbe richiamata la tradizione patriottica cittadina.
Per le azioni altamente patriottiche compiute la città di Perugia è la nona tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale".
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