15 maggio, 2008
PROMEMORIA 15 maggio 2004 Israele/Striscia di Gaza: le milizie israeliane iniziano l'operazione arcobaleno.
Israele/Striscia di Gaza: le milizie israeliane iniziano l'operazione arcobaleno. Per l'ONU si tratta di un crimine contro l'umanità: John Dugard, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani a Gaza e in Cisgiordania, ha commentato: "Queste azioni costituiscono crimini di guerra, chiedo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di prendere le azioni opportune per fermare la violenza, se necessario con l'imposizione di un embargo sulle armi".
L'Operazione Arcobaleno fu iniziata dalle milizie israeliane il 15 maggio 2004 per individuare e distruggere i tunnel sotterranei al confine con l'Egitto, utilizzati dai militanti palestinesi per far passare armi destinate alla guerriglia. Secondo molti analisti, a Rafah si scatenò una vera e propria punizione collettiva contro la popolazione palestinese per la morte dei 13 soldati israeliani avvenuta nella settimana precedente.
Cronologia
* 15 maggio - Inizio dell'operazione a Rafah: elicotteri israeliani sparano missili contro gli uffici e la casa del capo del Jihad a Gaza, Mohammed al-Hindi, che però si trovava altrove
* 17 maggio - dopo soli 3 giorni vi sono 34 vittime e centinaia di feriti, tra cui donne e bambini. La comunità internazionale esprime unanime condanna, ma nessun provvedimento viene preso
* 18 maggio - i militari israeliani con carri armati ed elicotteri Apache intervengono contro i circa 1000 palestinesi che manifestavano contro l'operazione vicino alla moschea di Al-Awda, al centro di Rafah. Mentre il corteo si dirigeva verso la zona di Tel-Sultan, al centro delle operazioni da due giorni, è stato colpito da 4 missili. Il primo missile ha colpito la testa del corteo seminando il panico. Durante le operazioni di soccorso sono stati lanciati in rapida successione altri 3 missili. Il totale ammonta a 10 morti e 50 feriti, nei giorni seguenti alcuni di questi moriranno per la gravità delle ferite. L'esercito israeliano nega di aver causato volontariamente la strage, affermando in un comunicato che il primo missile è stato lanciato in uno spazio aperto per disperdere il corteo, in cui si sarebbero nascosti militanti armati. Nel comunicato si legge:
"Dato che ciò non è servito a disperdere la folla si è sparato contro un muro di una struttura abbandonata lungo la strada. È possibile che le vittime siano state provocate da una cannonata di un carro armato contro tale struttura."
* 20 maggio - All'alba viene ucciso Khalid Abu Anza, ritenuto il capo locale di hamas. Nella notte, l'ONU approva la risoluzione 1544, che dice tra l'altro:
"Si richiama Israele al rispetto degli obblighi delle leggi internazionali per i diritti umanitari, insistendo, in particolare, sull'obbligo di non demolire abitazioni contravvenendo a tali leggi;
Si esprime grande proccupazione sulla situazione dei diritti umanitari dei Palestinesi rimasti senza casa nella zona di Rafah e si richiede che venga fornita loro assistenza;[...]"
La risoluzione proposta dall'Algeria, unico paese arabo nel Consiglio di Sicurezza, è passata con quattordici voti favorevoli, nessun voto contrario e l'astensione degli USA
* 23 maggio - L'esercito si ritira da Rafah.
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