07 aprile, 2009

PROMEMORIA 7 aprile 1967 - Guerra dei sei giorni: le truppe israeliane abbattono sette MiG-21 siriani


Guerra dei sei giorni: le truppe israeliane abbattono sette MiG-21 siriani.
La guerra dei sei giorni ebbe inizio il 6 giugno 1967 e si annovera nella storia del conflitto arabo-israeliano come il terzo scontro militare. Fu combattuta da Israele contro Egitto, Siria, e Giordania. L'Iraq, l'Arabia Saudita, il Kuwait e l'Algeria appoggiarono con truppe ed armi la fazione dei paesi arabi. Il conflitto si risolse in pochi giorni a favore di Israele che occupò i territori palestinesi; l'esito della guerra influenza ancora oggi la situazione geopolitica del vicino oriente.
Il 5 giugno 1967 l'aviazione israeliana lanciò un attacco a sorpresa contro le forze aeree dell'Egitto e della Siria, annientandole quasi completamente a terra. La quasi totalità dei circa 385 velivoli di costruzione sovietica fu distrutta a terra insieme alle piste di decollo, lasciando quindi le forze armate egiziane senza copertura aerea. Stessa sorte toccò all'aviazione siriana, che se pure non potesse vantare il numero di velivoli egiziani, poteva pur sempre contare su velivoli di ultima generazione. Nelle ore successive le forze armate israeliane attaccarono la striscia di Gaza e la Cisgiordania, per poi attaccare in un secondo momento sotto il comando del generale Avraham Yoffe la penisola del Sinai.
Mentre da parte israeliane nelle prime ore del conflitto non furono rese pubbliche notizie, la propaganda egiziana riferì ripetutamente di presunte vittorie delle forze armate egiziane e siriane, dando l'impressione al mondo intero che ad iniziare il conflitto non fosse stato lo stato di Israele bensì l'Egitto.
Nonostante poi Israele avesse tentato di dissuadere il re Husayn di Giordania dal partecipare al conflitto, anche la Giordania sferrò un attacco contro Israele facendo bombardare con la sua artiglieria i quartieri occidentali di Gerusalemme.
A partire dal 6 giugno le forze armate israeliane iniziarono ad avanzare nel deserto del Sinai raggiungendo ed occupando i passi strategici di Mitla e Gidi. Grazie all'ottimo coordinamento delle forze armate israeliane, queste furono in grado di sconfiggere l'esercito egiziano numericamente superiore. Preso dal panico il ministro della difesa egiziano Abdel Hakim Amer ordinò a tutte le forze armate di ritirarsi dietro al canale di Suez, lasciando di fatto l'iniziativa alle forze armate israeliane, che attaccarono in modo massiccio le colonne egiziane in fase di ritirata. A partire dal 7 giugno la aeronautica israeliana iniziò a bombardare ripetutamente le alture del Golan facendo arretrare l'esercito siriano.
Dopo che Israele ebbe occupato la striscia di Gaza ed il Sinai, arrivò fino al Canale di Suez, circondando un'intera armata dell'esercito egiziano e costringendo l'Egitto a capitolare l'8 giugno. A questo punto le forze israeliane si rivolsero verso la Siria che era pronta con il suo esercito ad attaccare Israele, di cui occuparono in chiave difensiva il Golan.
Sempre l'8 giugno ebbe luogo uno degli eventi più importanti della guerra dei sei giorni, che coinvolse forze armate che fino a quel momento si erano tenute al di fuori di questo conflitto. Nel corso del pomeriggio dell'8 giugno i caccia israeliani attaccarono presumibilmente per sbaglio la nave spia americana USS Liberty, uccidendo 34 membri dell'equipaggio e rischiando di causare un conflitto a livello diplomatico tra Stati Uniti ed Israele.
Il giorno successivo il 9 giugno, dopo aver sconfitto le forze armate egiziane le forze armate israeliane attaccarono le alture del Golan occupando una buona parte del territorio. L'aviazione siriana, che nel frattempo aveva perso due terzi dei suoi velivoli non fu più in grado di contrastare l'avanzata israeliana, sancendo quindi la propria disfatta.
Il 10 giugno le ostilità cessarono, ed Israele vide la propria estensione geografica quadruplicata, portando a proprio favore la situazione politica in Vicino Oriente, con effetti anche nei rapporti internazionali tra le grandi potenze.

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