25 dicembre, 2007

PROMEMORIA 25 dicembre 6 a.C. - Nasce Gesù Cristo


Gesù, noto anche come Gesù di Nazaret (Betlemme, 7 o 6 a.C. – Gerusalemme, 30[1]) è stato un profeta e predicatore ebreo. È la figura centrale del Cristianesimo, ed è considerato dai cristiani il Figlio di Dio fatto uomo.

Il nome Gesù è l'italianizzazione del comune nome ebraico Yeshu (diminutivo di יהושע, pronuncia: Yĕhošūa‘) attraverso il greco dei Vangeli 'Ιησούς (Iēsoûs) e il latino Iesus. Significa יהוה, "Jhwh (Dio) è salvezza" (cfr. Mt 1,21).

Appellativi di Gesù

Gesù è noto con vari appellativi, tra cui i principali: Gesù di Nazaret [2] (alcuni storici contestano che la città di origine di Gesù fosse chiamata Nazaret o si identifichi con l'odierna Nazaret), Gesù Nazareno[3], Gesù Cristo[4] (dal greco χριστὸς, christòs, che significa letteralmente "unto" e che corrisponde al termine ebraico "Messia"), da cui derivano i termini cristiani e Cristianesimo. Definiva se stesso con l'appellativo Figlio dell'uomo[5] (riferendosi ed identificandosi con una profezia dell'Antico Testamento, [6]) e con Io Sono [7], mentre i discepoli lo chiamavano Rabbi, locuzione che significa Maestro, esperto d'esegesi sacra, ancor oggi usato in italiano (Rabbino). Nei Vangeli è chiamato anche Figlio di Dio e Signore, in considerazione dello status che le comunità cristiane riconoscono a Gesù. Il termine "Figlio di Dio" è presente nella parola ICTYS acronimo di "Iesous Christos Theou Yios Soter", che tradotto è: Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. La parola greca Ichthus (Iota Chi Theta Upsilon Sigma), pronunciata ich-thoos, maiuscole: IXTUS minuscole: ixtus, è la parola usata nel Nuovo testamento per la parola "pesce". Nel medioevo veniva a volte citato come Giesù.


Gesù secondo gli storici
Per approfondire, vedi le voci Storicità di Gesù, Gesù storico e Mito di Gesù.

I quattro Vangeli canonici sono la principale fonte per lo studio del Gesù storico. Essi raccontano nel dettaglio la vita pubblica di Gesù, cioè il periodo della sua predicazione, mentre sulla fase iniziale della sua vita forniscono scarne informazioni. Essendo stati definitivamente redatti pochi anni dopo gli avvenimenti descritti è poco probabile che siano subentrati in essi elementi di tipo leggendario, visto che coloro che avevano conosciuto Gesù Cristo erano ancora in vita. La documentazione storica che si possiede riguardo molte celebri figure storiche dell'antichità (come Omero ecc.) ha comunque caratteristiche simili a differenza per esempio di Socrate di cui si conoscono con esattezza le date di nascita e di morte ed i suoi biografi Platone, Senofonte sono suoi contemporanei.

Molte chiese cristiane che non accettano la completa inerranza biblica, tra cui la Chiesa cattolica, professano che i vangeli non sono biografie di Gesù, ma risonanza (buona novella) del messaggio salvifico fatto proprio dalla Chiesa del I secolo.

Solitamente gli storici non cristiani non ritengono totalmente attendibili le fonti evangeliche, tuttavia una loro analisi critica è ritenuta sufficiente da una parte di questi per affermare l'esistenza di un personaggio storico chiamato Gesù come un predicatore ebreo apocalittico del I secolo[8], concordemente con quanto affermano di lui gli scritti del Nuovo Testamento.

I Vangeli apocrifi, data la composizione tarda (a partire dalla metà del II secolo), non possono essere accolti come fidati testimoni storici, specialmente laddove si mostrano in contrasto con i vangeli canonici.

I riferimenti a Gesù in fonti non cristiane sono diversi; alcuni di essi si trovano nell'opera di Giuseppe Flavio Antichità giudaiche, sebbene alcuni storici, tra cui E.Schürer [9] e H. Chadwick[10], li considerino un'interpolazione.

La relativa scarsità di riferimenti ha fatto sì che alcuni storici ad indirizzo marxista, come Ambrogio Donini ed uno dei suoi discepoli, Marcello Craveri, mettessero in dubbio che la storicità di Gesù fosse provata, ritenendo che le fonti storiche note non fossero sufficienti a dimostrarla. Questa teoria è comunemente chiamata "teoria mitica" o "teoria del mito di Gesù". Allo sviluppo di tale teoria ha contribuito enormemente, a metà circa del 900, il lavoro del filosofo e teologo Rudolf Bultmann, il quale in sintesi non sosteneva la totale inesistenza di Gesù, bensì ipotizzava che la sua mitizzazione fosse avvenuta, da parte dei primi cristiani, per renderne più incisivo il messaggio, ma che si rendesse ora necessario separarne la figura mitica da quella storica.

Anche se esistenza di Gesù come personaggio storico è data per certa dalla maggior parte degli storici, per alcuni la questione rimane ancora aperta.

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