15 gennaio, 2008
PROMEMORIA 15 gennaio 1993 Viene catturato e arrestato Salvatore Riina
Salvatore Riina ,detto anche Totò Riina, (Corleone, 16 novembre 1930) è un criminale italiano, componente dei vertici di Cosa Nostra, detenuto dal 1993. Veniva chiamato anche Zù Totò oppure Totò u Curtu, per via della sua bassa statura (1,58 cm).
Nel 1943 Riina perse il padre ed un fratello di 7 anni mentre insieme a lui e ad un altro fratello stavano cercando di togliere la polvere da sparo da una bomba americana inesplosa rinvenuta tra le terre che curavano per rivenderla insieme al metallo. Dopo la morte del padre, essendo il maggiore dei figli maschi, a 13 anni divenne il capo famiglia.
Già diciannovenne dovette scontare una pena di 6 anni inflittagli per aver ucciso un coetaneo in una rissa perchè lo accusava di aver fatto fuori tutto il suo bestiame.
Venne scarcerato il 13 settembre 1956 e ritornò a Corleone per assumere un ruolo di rilievo al servizio di Luciano Liggio. In quel periodo, il clan di Liggio si scontrò con quello di Michele Navarra per il predominio nel paese. Tra gli uomini di Liggio c'era anche suo zio Giacomo Riina.
Fu arrestato nuovamente nel 1963, stavolta in modo casuale: una notte, mentre si trovava in una stazione di servizio a Palermo, una pattuglia dei Carabinieri gli chiese di favorire la patente ed il libretto. Riina, che aveva una carta d'identità falsa (in cui il suo nome risultava essere "Giovanni Grande") ed una pistola non regolarmente dichiarata, tentò di scappare ma venne braccato facilmente dalle forze dell'ordine.
Tuttavia, dopo aver scontato alcuni anni di prigione, fu assolto nei due processi a suo carico, svoltisi a Catanzaro e a Bari. Venne in realtà assegnato al soggiorno obbligato ma si diede alla latitanza. In questo periodo prese il posto di Liggio, arrestato, come "boss dei boss" e sotto il suo comando il clan, detto "dei corleonesi", accrebbe notevolmente il suo potere finanziario grazie al traffico di droga e alla sistematica prevalsa nelle gare d'appalto.
Il 16 aprile 1974 sposa Antonietta Bagarella sorella di Calogero Bagarella e Leoluca Bagarella. Ninetta Bagarella era di 14 anni più giovane del marito (era nata infatti nel 1944), nonostante la differenza d'età il matrimonio avvenne per amore. Dal matrimonio nasceranno 4 figli: Maria Concetta (7-12-1974), Giovanni (21-2-1976), Giuseppe (3-5-1977) e Lucia (11-4-1980).
Riuscì, togliendo di mezzo il boss Stefano Bontade e dopo una sanguinosa seconda guerra di mafia nei primi anni Ottanta, a conquistare il potere su tutta Cosa Nostra e realizzò in questo periodo un'aggressiva campagna contro lo Stato, ordinando diversi omicidi, dal prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa fino ai giudici Falcone e Borsellino.
Il 15 gennaio del 1993 fu catturato dal Crimor (squadra speciale dei ROS guidata dal Capitano Ultimo) con già alle spalle due condanne in contumacia, entrambe con la pena dell'ergastolo. Riina venne arrestato al primo incrocio davanti alla sua villa in via Bernini, a Palermo, nella quale trascorse 25 anni di latitanza.
Fino al luglio del 1997 Riina è stato rinchiuso nel supercarcere dell'Asinara, in Sardegna. In seguito è stato trasferito al carcere di Marino del Tronto ad Ascoli dove, per circa tre anni, era sottoposto al carcere duro previsto per chi commette reati di mafia, ma il 12 marzo del 2001 gli venne revocato l'isolamento, consentendogli di fatto la possibilità di vedere altre persone nell'ora di libertà.
Attualmente si trova al carcere di Opera di Milano. Sono ancora in corso diversi processi per gli altri crimini commessi, con altri ergastoli pendenti a suo carico.
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