31 agosto, 2008
Buoni casa, le domande entro il 5 novembre
E' pubblico il bando per la concessione dei buoni casa 2006 (contributi integrativi ex legge n. 431 / 1988, art. 11), erogati dal Comune, Ufficio Politiche Abitative, a chi paga l'affitto e ha i requisiti previsti. Tra questi: residenza a Roma, reddito familiare annuo non superiore a 18 mila euro, incidenza dell'affitto sul reddito non inferiore al 24%, non possedere beni immobiliari per un valore oltre i 100 mila euro.
Le domande vanno compilate sui moduli predisposti (che si trovano anche agli Uffici per le Relazioni con il Pubblico di tutti i Municipi) e inviate, mediante raccomandata a/r o tramite le organizzazioni sindacali degli inquilini, allo stesso Ufficio Politiche Abitative – Servizio Contributi – Quadrato della Concordia 4 – 00144 Roma (per le domande inoltrate con raccomandata fa fede il timbro postale).
Il termine per presentare le domande è fissato al 5 novembre 2008.
Il bando, i moduli da scaricare e le istruzioni sono sulle pagine di Roma in Casa.
PROMEMORIA 31 agosto 1056 L'Imperatrice Bizantina Teodora muore senza figli, ponendo fine alla dinastia macedone.
L'Imperatrice Bizantina Teodora muore senza figli, ponendo fine alla dinastia macedone.
È difficile determinare quando esattamente abbia fine l'Impero romano ed inizi quello bizantino. La prima suddivisione dell'impero romano in una parte occidentale e in una parte orientale, ognuna delle quali sottoposta all'autorità di uno degli imperatori co-regnanti, risale alla riforma tetrarchica di Diocleziano, del 293. In seguito altri avvenimenti segnano la progressiva formazione di un impero definibile come bizantino e sono dunque considerati come "primo imperatore bizantino" di volta in volta:
Costantino I (306-337, primo imperatore cristiano, spostò la capitale a Costantinopoli),
Valente (364-378, la battaglia di Adrianopoli, in cui perse la vita, è uno degli eventi tradizionali per indicare l'inizio del medioevo)
Arcadio (395-408, primo imperatore della parte orientale stabilmente divisa da quella occidentale)
Zenone (474-491, sotto il cui regno venne deposto l'ultimo imperatore d'occidente Romolo Augusto)
Eraclio (610-641, che rese il greco la lingua ufficiale)
Va anche notato, con i numismatici, come la riforma monetaria di Anastasio I nel 498, usasse il sistema di numerazione greco. Certamente, gli stessi Bizantini continuarono a considerare il loro impero come "romano", per oltre un millennio.
In generale gli storici tendono a considerare il regno dell'imperatore Arcadio e quello dei suoi immediati successori il momento in cui si venne a creare, una nuova identità romano-orientale, che divenne man mano sempre più estranea alle sorti dell'Occidente latino. A quest'epoca risale anche la prima ondata delle grandi invasioni dei popoli germanici, che superarono il limes (confine) sul Reno e dilagarono nelle province galliche e ispaniche e si spinsero nella stessa Italia. La data della morte di Teodosio I, nel 395, e la successiva spartizione dell'impero tra i due figli Arcadio e Onorio è pertanto generalmente considerata come il momento iniziale della cronologia degli imperatori bizantini.
La fine dell'impero bizantino si ebbe oltre un millennio dopo con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani nel 1453.
Teodora di Bisanzio (in greco: Θεοδώρα, Theodōra; 984 – Costantinopoli, 31 agosto 1056) è stata un'imperatrice bizantina. Fu basilissa dei romei (con pieno comando dell'impero) dal 11 gennaio 1055 fino alla sua morte. Fu l'ultima regnante della dinastia Macedone, che aveva regnato sull'impero bizantino per 183 anni, che furono gli anni d'oro per Bisanzio.
30 agosto, 2008
"Atlas Coelestis", viaggio in musica tra le stelle di Galileo. Al Planetario
A conclusione della rassegna Astrosummer '08, domenica 31 agosto alle 20.30 e alle 22.30 il Planetario di Roma offre un doppio appuntamento di grande suggestione: "Atlas Coelestis", performance multimediale del pianista e compositore siciliano Giovanni Renzo, un viaggio musicale "tra le stelle in una notte stellata".
Bisogna andare indietro nel tempo per capire cosa ha ispirato questo singolare concerto, precisamente ad una notte d'ottobre del 1610 quando Galileo ammirò per la prima volta, con il suo cannocchiale, le lune di Giove. E Renzo ha voluto ricostruire l'aspetto del cielo di quella notte ricavando dalle stelle viste da Galileo l'ispirazione musicale per condurre l'ascoltatore attraverso il cielo, in una raffinata esplorazione acustica del manto stellato: un concerto per pianoforte, computer, video e animazioni con immagini legate agli eventi astronomici descritti in ciascuna composizione.
Lo spettacolo è concepito come un vero e proprio viaggio nel Tempo e nello Spazio, dalla notte in cui Galileo scopre le lune di Giove fino ai remoti confini dell'Universo conosciuto. Mappe stellari che si trasformano in partiture, pulsar, nebulose e buchi neri che diventano fonte di idee sonore. Una sorta di suite dal vivo che farà provare lo stesso ammirato stupore provato da Galileo davanti ad un cosmo che solo allora cominciava a svelare i suoi segreti più nascosti, un ascolto attento e riflessivo quanto lo sguardo concentrato sulla notte.
La presentazione-concerto è un evento gratuito su prenotazione allo 060608 e si svolgerà in due repliche alle 20.30 e alle 22:30.
Planetario e Museo Astronomico del Comune di Roma
Piazza Agnelli 10 - Roma
Per informazioni e prenotazioni
tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9 alle 22:30)
www.planetarioroma.it
A piazza Vittorio: I Grandi Festival... Locarno a Roma
Dal 31 agosto al 5 settembre, nei giardini di Piazza Vittorio, si terrà l'VIII edizione di Locarno a Roma. La rassegna propone, a brevissima distanza dalla conclusione del 61° Festival internazionale del film di Locarno, una selezione di titoli in anteprima assoluta, in lingua originale con sottotitoli italiani.
"Locarno a Roma" rappresenta l'occasione, per il pubblico e per gli addetti ai lavori, di vedere opere di elevata qualità, molte delle quali non saranno distribuite in Italia.
L'evento, a cura dell'ANEC Lazio, è realizzato in collaborazione con il Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali, la Direzione Generale Cinema del MIBAC e patrocinato dall'Ambasciata di Svizzera a Roma.
Ingresso:
intero 5€
ridotto 4€ (over 60/RomaPassCard/Bibliocard/Tessera soci FNAC)
Formula fedelissimi: ogni 5 ingressi 1 è in omaggio.
In caso di pioggia le proiezioni si svolgeranno presso la Multisala Royal, in via Emanuele Filiberto 175.
Per informazioni e per il programma delle proiezioni: www.agislazio.it
PROMEMORIA 30 agosto 1963 Guerra fredda
Guerra fredda: entra in funzione il Telefono Rosso tra i capi di Stati Uniti ed Unione Sovietica.
Fu definita guerra fredda la contrapposizione che venne a crearsi alla fine della seconda guerra mondiale tra due blocchi internazionali, generalmente categorizzati come Ovest (gli Stati Uniti d'America, gli alleati della NATO ed i Paesi amici) ed Est (l'Unione Sovietica, gli alleati del Patto di Varsavia ed i Paesi amici).
Tale tensione, durata circa mezzo secolo, pur non concretizzandosi mai in un conflitto militare diretto (la disponibilità di armi nucleari per entrambe le parti avrebbe irreparabilmente distrutto l'intero pianeta), si sviluppò nel corso degli anni su vari campi: militare, spaziale, ideologico, psicologico, tecnologico, sportivo.
Il termine fu introdotto nel 1947 dal consigliere presidenziale Bernard Baruch e dal giornalista Walter Lippmann per descrivere l'emergere delle tensioni tra due alleati della seconda guerra mondiale.[1] Convenzionalmente si suole indicare la fine di questo periodo storico con la caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989).
29 agosto, 2008
Aeroporto Fiumicino: Zingaretti, gli Enti Locali chiedano un incontro al Governo
“Sono molto preoccupato per l’esito che sta avendo la vicenda Alitalia. Non solo perché sta emergendo quanti danni ha prodotto il ritardo di mesi nella ricerca di una soluzione, ma anche perché le ricadute sul territorio provinciale sembrano essere rilevanti". Lo afferma in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
Aggiunge Zingaretti: "Il declassamento dell’aeroporto di Fiumicino da Hub a base operativa, l’incertezza delle destinazioni di volo internazionali a seconda del partner che verrà scelto, un numero impressionante di esuberi, sono tutti fattori che ci parlano di un colpo serio allo sviluppo e alla crescita del nostro territorio”.
“Credo – conclude il presidente Zingaretti – che quanto prima gli enti locali si dovranno mobilitare a difesa dell’aeroporto di Fiumicino, che deve continuare ad essere un centro strategico e nevralgico per il territorio, chiedendo un incontro al Governo per avere i necessari chiarimenti su quanto sta avvenendo”.
PROMEMORIA 29 agosto 1991 A Palermo viene ucciso dalla mafia Libero Grassi
A Palermo viene ucciso dalla mafia Libero Grassi, imprenditore impegnato nella lotta alla mafia.
Libero Grassi (Catania, 19 luglio 1924 – Palermo, 29 agosto 1991) è stato un imprenditore italiano, ucciso dalla mafia dopo aver intrapreso un'azione solitaria contro una richiesta di estorsione, conosciuta in Sicilia come "pizzo", senza ricevere alcun appoggio, per il meritevole gesto, da parte delle associazioni di categoria.
Origini e impegno politico
Nato a Catania, ma trasferitosi a 8 anni a Palermo, i genitori gli diedero il nome di Libero in ricordo del sacrificio di Giacomo Matteotti. La famiglia è antifascista e il ragazzo matura anch'egli una posizione avversa al regime di Benito Mussolini. Nel 1942 si trasferisce a Roma, dove studia in Scienze Politiche durante la seconda guerra mondiale. Per non andare in guerra, entra in seminario, da cui però esce dopo la liberazione, tornando a studiare. Passa però a Giurisprudenza, all'Università di Palermo.
Malgrado voglia fare il diplomatico, prosegue l'attività del padre come commerciante. Negli anni cinquanta si trasferisce a Gallarate, dove entra nel meccanismo dell'imprenditoria. Torna a Palermo per aprire uno stabilimento tessile. Nel 1961 inizia a scrivere articoli politici per vari giornali e successivamente si dà anche alla politica attiva con il Partito Repubblicano Italiano, che lo mette a capo dell'azienda municipale del gas.
Minacce di Cosa nostra e assassinio
Dopo aver avuto alcuni problemi con la fabbrica di famiglia, viene anche preso di mira da Cosa nostra, che pretende il pagamento del pizzo. Libero Grassi ebbe il coraggio di opporsi alle richieste di racket della mafia, e di uscire allo scoperto denunciando gli estorsori. I suoi dipendenti lo aiutano facendo scoprire degli emissari, ma la situazione peggiora.
La condanna a morte di Grassi arriva con la pubblicazione sul Giornale di Sicilia di una lettera sul suo rifiuto a cedere ai ricatti della mafia. La sua lotta prosegue in televisione, intervistato da Michele Santoro a Samarcanda su Rai Tre, e anche su una rivista tedesca colpita dal suo comportamento positivo volto a denunciare i mafiosi. Libero Grassi fu lasciato solo nella sua lotta contro la mafia, senza alcun appoggio da parte dei suoi colleghi imprenditori. Per questo fu assassinato il 29 agosto 1991. Il 20 settembre 1991, Santoro e Maurizio Costanzo dedicano una serata televisiva a reti unificate (Rai Tre e Canale 5) alla figura di Libero Grassi.
Per il suo omicidio sono stati condannati nel 2004 vari boss, tra cui Totò Riina, Bernardo Provenzano e Pietro Aglieri.
28 agosto, 2008
Regione Lazio Lotta alla droga: stanziati dalla Giunta 9 milioni di euro
Lotta alla droga: stanziati dalla Giunta 9 milioni di euro per interventi di prevenzione, recupero e reinserimento
La Giunta Regionale, nella sua ultima riunione prima della pausa estiva, ha deliberato uno stanziamento di complessivi 9 milioni di euro destinati a specifici interventi sui servizi sociali per la lotta alle tossicodipendenze, per il recupero e il reinserimento sociale sia dei soggetti a rischio sia di quelli in situazioni di dipendenza. L’obiettivo è assicurare la continuità dei livelli assistenziali, qualità e quantità dei servizi sul territorio regionale.
I fondi verranno assegnati al Comune di Roma, agli Enti e ai Comuni capifila di Distretti socio-sanitari che, entro il 15 ottobre prossimo dovranno presentare alla Regione il proprio piano di interventi di lotta alla droga per il 2009, lo stato di avanzamento dei progetti già finanziati e un report sull’attuazione dei servizi radicati sul territorio.
Una quota parte dei finanziamenti verrà destinata secondo indicatori e criteri di riparto che prevedono un 70 per cento assegnato sulla base della popolazione a rischio nel territorio (fascia d’età 15-44 anni) e un 30 per cento sulla base del numero dei Servizi per le tossicodipendenze (Sert) presenti nel territorio dei Distretti sociosanitari o nel Comune di Roma.
Il mercante di Venezia" al Globe Theatre. Venerdì anteprima gratuita
E' con "Il mercante di Venezia" di William Shakespeare che si chiude la quinta stagione del Silvano Toti Globe Theatre, il teatro shakespeariano a Villa Borghese. Il quarto ed ultimo spettacolo in calendario dal 30 agosto per questa stagione 2008 mette in scena lo scontro culturale, la dimenticanza e l'intolleranza da parte dei figli alle leggi dei padri, il conflitto fra amicizia e amore, l'amore stesso, la generosità e la bellezza contro il dovere, l'egoismo, il rigore e la competizione.
Venerdì 29 agosto anteprima gratuita offerta da Il Gioco del Lotto. Lo spettacolo inizierà alle ore 21.15.
I biglietti omaggio saranno in distribuzione a partire dalle ore 19 di venerdì presso il botteghino del teatro, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
In una Venezia notturna ed efficiente, lo squattrinato Bassanio trascina l'amico Antonio su una strada che potrebbe portarlo alla rovina, mentre a Belmonte Porzia aspetta invano qualcuno che la liberi dal voto paterno risolvendo l'enigma necessario per ottenere la sua mano. La storia racconta che Bassanio risolve il mistero e conquista il cuore della colta, sofisticata Porzia che poi dovrà perdonare il tradimento che l'amante compie ai suoi danni per favorire l'amico Antonio. Un perdono facile, quello degli amanti, che da sempre così cercano di sopravvivere a offese e tradimenti.
Diverso è l'esito della partita fra l'Ebreo e il Cristiano.
A Venezia, dove è la classe dei mercanti ad essere "principesca", il commercio è la zona di eccellenza e l'aristocrazia si occupa di tutelarla con leggi che difendano gli affari. La Repubblica per questo è tollerante con gli stranieri ed offre ospitalità al mondo eterogeneo dell'epoca. Ma quando uno straniero tocca i privilegi di un mercante, rispettando la legge e portandola alle sue estreme e paradossali conseguenze, allora la legge deve flettersi alla necessità di salvare il Mercante. E l'etica inflessibile dell'Ebreo Shylock, che non conosce mediazione né perdono, punta il dito sulla parzialità della legge veneziana e fa apparire quasi strumentale il discorso della clemenza e del perdono che rende la cattolica Venezia più elastica nelle sue sentenze, certo, ma assai poco affidabile. L'Ebreo se ne va in silenzio e la sua uscita di scena segna la sconfitta della rigidità della legge antica rispetto alla moderna, proteiforme legalità.
Shylock è un ebreo nel senso più antico del termine - ibril "colui che vive di là dal fiume" - quindi l'Altro in tutte le sue accezioni, l'Altro verso cui la Legge fatica ad essere giusta.
"Il mercante di Venezia" di William Shakespeare va in scena dal 30 agosto al 14 settembre, alle 21, per la regia di Loredana Scaramella (traduzione e adattamento di Loredana Scaramella).
Per informazioni: www.globetheatreroma.com
PROMEMORIA 28 agosto 1993 Rottura di una diga nel Qinghai (Cina). 223 morti
Rottura di una diga nel Qinghai (Cina). 223 morti.
Sono almeno 223 i morti causati dal cedimento di una diga in una zona remota della regione del Qinghai, nella Cina nordoccidentale, avvenuto venerdi' . Lo riferisce la televisione locale del Qinghai, secondo cui e' ancora imprecisato il numero dei feriti. Nessuna fonte ufficiale a Xining, capoluogo della regione, ha voluto confermare il numero delle vittime. L' agenzia "Nuova Cina" ha dato notizia dell' incidente definendolo un "disastro che ha provocato numerose perdite di vite umane e ingenti danni", ma senza indicare il numero dei morti. Rimangono ancora ignote le cause del crollo della diga, situata sul bacino idrico di Gouhou, in una zona scarsamente popolata. Il bacino, al momento della rottura della diga, conteneva 2,6 milioni di metri cubi d' acqua. I soccorritori sono al lavoro da sabato per aiutare le vittime dell' inondazione.
27 agosto, 2008
Efficienza, trasparenza e responsabilità: nasce il Sistema Telematico Regionale degli Appalti
Nasce il Sistema Informativo Telematico Regionale degli Appalti. Scopo del progetto, che verrà realizzato entro il 2008 da LAit spa, azienda di innovazione tecnologica della Regione Lazio, su mandato della Direzione Regionale Infrastrutture dell’Assessorato ai Lavori Pubblici, è procedere al monitoraggio degli appalti pubblici, per conseguire alcuni importanti obiettivi di efficienza e di controllo.
Attraverso il Sistema Telematico, infatti, si vuole concentrare in un’unica procedura tutti gli obblighi d’informazione sugli appalti, a carico delle amministrazioni aggiudicatrici per lavori, servizi e forniture. Altri obiettivi sono: ridurre al minimo ogni comunicazione in forma cartacea, realizzare un archivio continuamente aggiornato di tutti gli appalti monitorati per ciascuna amministrazione, realizzare un archivio anagrafico delle persone giuridiche e fisiche coinvolte negli appalti monitorati, consentire il libero accesso alle informazioni, che abbiano l’obbligo della pubblicità, in modo semplice, da un portale web dotato di motori di ricerca avanzata.
“È per noi un punto d’orgoglio contribuire, attraverso l’impiego delle nostre competenze e delle nostre professionalità, alla realizzazione di un progetto che prosegue e consolida l’impegno assunto dalla Regione Lazio sul fronte della trasparenza amministrativa, dell’efficienza e della responsabilità” ha dichiarato il presidente di LAit spa, Regino Brachetti.
“Ringrazio LAit spa, il suo presidente e quanti stanno collaborando alla produzione di questo strumento informatico” ha detto poi Bruno Astorre, assessore Lavori Pubblici della Regione Lazio. “Il mandato della Direzione Regionale Infrastrutture viene onorato con celerità e professionalità: a breve ci sarà un servizio in più per istituzioni, tecnici, cittadini”.
Attraverso il Sistema telematico verranno garantiti: pubblicazione on-line dei Piani Triennali e degli Avvisi di Project Financing da parte delle stazioni appaltanti e degli enti registrati, pubblicazione dei bandi, avvisi, rettifiche ed esiti di gara, invio delle comunicazioni inerenti le aggiudicazioni e lo stato avanzamento e gestione delle comunicazioni tra le Stazioni appaltanti e l’Osservatorio regionale.
Ingrid Betancourt ospite a Roma della Provincia. Zingaretti: sosterremo la sua candidatura a Premio Nobel per la Pace
Ingrid Betancourt sarà a Roma dal primo al tre settembre prossimo, ospite dell'Amministrazione provinciale di Roma.
Il tour, durante il quale la Betancourt incontrerà autorità religiose, istituzionali e politiche del nostro Paese, è stato promosso e organizzato in collaborazione con il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che a luglio, poche settimane dopo la sua liberazione, aveva ricevuto i suoi familiari proprio a Palazzo Valentini.
Lunedì primo settembre, alle ore 13,30, Ingrid Betancourt e Nicola Zingaretti incontreranno i giornalisti a Palazzo Valentini. Moderatore della conferenza stampa, Maurizio Chierici. Subito dopo seguirà un pranzo nella sede della Provincia.
Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti ha dichiarato a tal proposito: "Siamo davvero onorati di ospitare Ingrid Betancourt e la sua straordinaria famiglia, farle sentire da vicino l'affetto di una comunità che in questi anni non ha mai cessato di invocare il massimo impegno internazionale per ottenere la sua liberazione e che ora vuole essere al suo fianco nella battaglia per il rilascio di tutti gli ostaggi prigionieri delle Farc e per la riconciliazione in Colombia”.
“Questa sfida di pace – ha aggiunto Zingaretti – è ora rappresentata dalla campagna internazionale per l'assegnazione del premio Nobel a questa grande donna. Una richiesta che la Provincia di Roma ha sostenuto con convinzione fin dall'inizio e che rilanceremo accogliendo Ingrid nella nostra città"
"Credo che, con questo appuntamento, la nostra comunità - conclude Zingaretti - abbia un'occasione importante per confermare la sua vocazione di crocevia del dialogo fra i popoli, megafono di chi lotta in ogni parte del mondo per il riconoscimento dei diritti umani".
La visita nella Capitale permetterà alla Betancourt di realizzare il suo primo desiderio espresso a Bogotà subito dopo la liberazione, avvenuta il 2 luglio scorso dopo sei anni e sei mesi di prigionia, di incontrare il Santo Padre, Benedetto XVI.
Accompagnata dai familiari, sarà ricevuta in udienza dal Papa a Castel Gandolfo nella tarda mattinata di lunedì.
Il 2 settembre, alle ore 11, inoltre, la Betancourt sarà ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per ringraziarlo della solidarietà e del sostegno ricevuto nei giorni della lunga prigionia e dell'impegno per la sua liberazione.
Subito dopo andrà in Campidoglio dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. La Capitale è stata tra le prime città italiane a concederle nel 2003 la cittadinanza onoraria. Prima di lasciare Roma, la Betancourt incontrerà il premio Nobel Rita Levi Montalcini.
Il 3 settembre sarà a Firenze, ospite del Sindaco Leonardo Domenici, per ricevere la cittadinanza onoraria e il “Giglio d’Oro”. Durante la sua permanenza in Italia, infine, la Betancourt incontrerà il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, il Ministro degli Esteri Franco Frattini e il leader del PD, Walter Veltroni.
Giornalisti, fotografi e cineoperatori che intendono seguire la conferenza stampa a Palazzo Valentini lunedì primo settembre alle ore 13,30, possono accreditarsi inviando un'email a: ufficiostampa@provincia.roma.it (tel. 06/67662660; 2616) entro le ore 17 di venerdì 29 agosto.
Aspettando Munari alla Casina di Raffaello
Dal 28 agosto al 25 settembre la Casina di Raffaello, ludoteca di Villa Borghese che l'Assessorato alle Politiche Educative, Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù del Comune di Roma ha destinato ai bambini dai 3 ai 10 anni, ospiterà 5 laboratori ispirati al lavoro del grande artista milanese Bruno Munari, in attesa degli eventi che da fine settembre celebreranno il centenario della sua nascita in diverse sedi della città.
Cinque workshop si alterneranno lungo le stanze del piano superiore della Casina con l'obiettivo di avvicinare il pubblico dei più piccoli al magico mondo di Bruno Munari. Un mondo fatto di piccole cose, spesso recuperate dalla loro quotidianità, ma che sono ancora in grado di provocare stupore e meraviglia.
E così sezioni di ortaggi, pomodori peperoni e cavolfiori, diventeranno tamponi naturali per creare rose, tulipani oppure alberi. La fotocopiatrice, simbolo della riproduzione seriale, sarà utilizzata in modo nuovo per inventare immagini originali muovendo l'oggetto posto sul vetro di esposizione. Ancora, utilizzando soltanto la carta bianca o colorata, i bambini saranno coinvolti in una grande opera collettiva, un work in progress che porterà alla costruzione di un grande albero formato da tronco, rami, fiori, frutti e magari anche dagli animali che ci vivono sopra.
Infine i bambini potranno partecipare a due laboratori ispirati alle antiche tecniche manuali della tradizione orientale soprattutto giapponese. Partendo dall'ikebana, arte del comporre fiori recisi, i bambini apprenderanno il significato di alcuni fiori e realizzeranno delle composizioni originali. Gli origami e i kirigami, tecniche del piegare e del tagliare la carta, saranno poi le protagoniste dell'ultimo laboratorio che porterà i bambini a realizzare animali e oggetti di carta.
Ogni laboratorio avrà una durata di circa 50 minuti e vedrà la partecipazione di un massimo di 15 bambini dai tre anni in poi.
Dal 3 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009, la Casina di Raffaello ospiterà la mostra "Bruno Munari prestigiatore" inserita nel circuito delle attività che la città di Roma ospita da fine settembre 2008 a fine febbraio 2009 per celebrare la figura dell'artista milanese. Altri appuntamenti saranno "Vietato non toccare. Bambini a contatto con Bruno Munari" ad Explora - Il Museo dei bambini di Roma (27 settembre 2008-22 febbraio 2009) e la grande mostra antologica "Bruno Munari" al Museo dell'Ara Pacis (9 ottobre 2008 – 1 febbraio 2009).
CASINA DI RAFFAELLO
Viale della Casina di Raffaello (piazza di Siena)
INFO E PRENOTAZIONI
tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00-22.30)
www.casinadiraffaello.it, info@casinadiraffaello.it
prenotazione obbligatoria per il pubblico allo 060608
Gruppi di max 15 bambini dai 3 anni in poi
ORARI
per il pubblico:
dal 28 agosto al 14 settembre
martedì-domenica dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15 alle 18 ogni 30 minuti
dal 16 al 25 settembre
martedì-domenica dalle 15.00 alle 18.00 ogni 30 minuti
sabato e domenica anche dalle 9.30 alle 12.00 ogni 30 minuti
per le scuole:
dal 16 al 25 settembre
martedì-venerdì 9.15, 10.00, 10.45 e 11.30
BIGLIETTI
3 euro a bambino
PROMEMORIA 27 agosto 1979 L' IRA colpisce due volte
L' IRA colpisce due volte. La mattina una bomba a Mullaghmore nell' Eire fa esplodere la barca di Lord Louis Mountbatten, cugino della Regina Elisabetta, che muore con altre tre persone. Nel pomeriggio due bombe a Warrenpoint, in Irlanda del Nord, uccidono 18 soldati britannici.
La Provisional IRA (Irish Republican Army, Esercito Repubblicano Irlandese), in gaelico Oglaigh na hÉireann (che letteralmente significa Volontari d' Irlanda), è una organizzazione paramilitare che si batte per la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord e la riunificazione con la Repubblica d'Irlanda (Eire).
14 agosto, 2008
PROMEMORIA 14 agosto 1988 Muore Enzo Ferrari
Cav. Enzo Anselmo Ferrari OMRI (Modena, 18 febbraio 1898 – Maranello, 14 agosto 1988) fu un pilota automobilistico e imprenditore italiano, fondatore della Casa automobilistica che porta il suo nome, la cui sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, conquistò, lui vivente, 9 campionati del mondo piloti di Formula 1 e 14 totali.
Biografia [modifica]
Enzo Ferrari nacque a Modena il 18 febbraio 1898 ma, a seguito di un'intensa bufera di neve che bloccò tutte le strade, la sua nascita fu registrata dal padre Alfredo con due giorni di ritardo. La famiglia Ferrari sperava in una figlia femmina, visto che l'erede designato era il primogenito Alfredo Junior detto Dino. La madre Adalgisa Bisbini era originaria di Forlì, mentre il padre Alfredo era di Carpi in provincia di Modena.
Dopo la prima guerra mondiale Enzo Ferrari cercò un lavoro presso la FIAT, ottenendo un rifiuto; trovò però un'opportunità in una piccola impresa meccanica, la CMN. Cominciò anche a correre nel 1919, con scarso successo.
Nel 1920 iniziò a correre con l'Alfa Romeo, che all'epoca era un club per gentlemen driver. Correndo a Ravenna, nel 1923, la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che il leggendario aviatore portava sulla carlinga: un cavallino rampante e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». Solo nel 1932 questo simbolo apparirà sulla carrozzeria delle sue vetture.
Nel 1924 Enzo Ferrari vinse la coppa Acerbo a Pescara. Non corse molte altre gare, divenne essenzialmente ciò che oggi si direbbe un team manager con l'Alfa Romeo e la collaborazione si protrasse fino al 1929, anno in cui nacque la Scuderia Ferrari come squadra corse dell'Alfa stessa.
Ferrari gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa, e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Alberto Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Alfredo, detto Dino, che morì nel 1956 di distrofia muscolare. In seguito ebbe un altro figlio, Piero, nato nel 1945.
La crisi economica nel 1933 portò l'Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l'Auto Avio Costruzioni.
La Ferrari, così come la conosciamo oggi, venne fondata nel 1947. La prima gara fu il Gran Premio di Monaco nel 1947 (non esisteva ancora la Formula 1 che nacque nel 1950). La prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con Froilan Gonzales. Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari.
La conversione di Ferrari pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto Fiat abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell'esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell'amico-avversario.[1].
Enzo Ferrari morì il 14 agosto 1988, e la notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu data solo dopo la sua sepoltura. Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e secondo posto, e dedicarono la vittoria alla memoria del Drake.
Biografia [modifica]
Enzo Ferrari nacque a Modena il 18 febbraio 1898 ma, a seguito di un'intensa bufera di neve che bloccò tutte le strade, la sua nascita fu registrata dal padre Alfredo con due giorni di ritardo. La famiglia Ferrari sperava in una figlia femmina, visto che l'erede designato era il primogenito Alfredo Junior detto Dino. La madre Adalgisa Bisbini era originaria di Forlì, mentre il padre Alfredo era di Carpi in provincia di Modena.
Dopo la prima guerra mondiale Enzo Ferrari cercò un lavoro presso la FIAT, ottenendo un rifiuto; trovò però un'opportunità in una piccola impresa meccanica, la CMN. Cominciò anche a correre nel 1919, con scarso successo.
Nel 1920 iniziò a correre con l'Alfa Romeo, che all'epoca era un club per gentlemen driver. Correndo a Ravenna, nel 1923, la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che il leggendario aviatore portava sulla carlinga: un cavallino rampante e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». Solo nel 1932 questo simbolo apparirà sulla carrozzeria delle sue vetture.
Nel 1924 Enzo Ferrari vinse la coppa Acerbo a Pescara. Non corse molte altre gare, divenne essenzialmente ciò che oggi si direbbe un team manager con l'Alfa Romeo e la collaborazione si protrasse fino al 1929, anno in cui nacque la Scuderia Ferrari come squadra corse dell'Alfa stessa.
Ferrari gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa, e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Alberto Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Alfredo, detto Dino, che morì nel 1956 di distrofia muscolare. In seguito ebbe un altro figlio, Piero, nato nel 1945.
La crisi economica nel 1933 portò l'Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l'Auto Avio Costruzioni.
La Ferrari, così come la conosciamo oggi, venne fondata nel 1947. La prima gara fu il Gran Premio di Monaco nel 1947 (non esisteva ancora la Formula 1 che nacque nel 1950). La prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con Froilan Gonzales. Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari.
La conversione di Ferrari pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto Fiat abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell'esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell'amico-avversario.[1].
Enzo Ferrari morì il 14 agosto 1988, e la notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu data solo dopo la sua sepoltura. Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e secondo posto, e dedicarono la vittoria alla memoria del Drake.
Ispezioni e monitoraggi in 156 stazioni ferroviarie del Lazio
Il 9 settembre, a sopralluoghi ultimati, si riunisce il tavolo tecnico istituito per la sicurezza e la riqualificazione di 156 stazioni ferroviarie nel Lazio. Si tirano le somme, valutando i risultati delle ispezioni, al fine di stabilire concretamente le priorità di intervento.
Prosegue in questo modo il lavoro per la riqualificazione delle 37 stazioni nel Comune di Roma e delle 119 nel resto del territorio regionale, passate in comodato d’uso alla Regione Lazio da Rfi con il protocollo d’intesa siglato ad aprile di quest’anno.
Nonostante le ferie inoltrate, il Gruppo di Lavoro Tecnico, coordinato dall’architetto Claudio Renzi e composto da personale regionale delle direzioni trasporti, enti locali, sicurezza e politiche del lavoro, da un rappresentante della Prefettura di Roma e da personale Rfi, sta passando in rassegna i siti ferroviari per fare il punto sulla situazione delle stazioni laziali. Dopo le ispezioni di inizio agosto, nuovi sopralluoghi sono in programma dal 25 al 29 agosto e dal 1° al 5 settembre. Quindi il tavolo tecnico provvederà a individuare interventi specifici, stazione per stazione.
“Parte un progetto di riqualificazione al quale tengo in modo particolare – ha commentato il Presidente Marrazzo – riqualificare la vita dei cittadini attraverso la valorizzazione di siti troppo spesso isolati e che, dopo un attento lavoro di verifica, si sono dimostrati in grado di promuovere vere e proprie forme di aggregazione sociale. È un esempio – ha concluso il Presidente – di costruzione della sicurezza attraverso il rafforzamento del tessuto sociale e la riqualificazione del territorio”.
“Il protocollo firmato dal presidente Marrazzo e da Rete Ferroviaria Italiana non rimane lettera morta – ha dichiarato l’assessore alla Mobilità della Regione Lazio, Franco Dalia – I 40 milioni di Euro che la Regione ha stanziato con la Finanziaria 2008, compiendo uno sforzo non indifferente, verranno presto utilizzati per migliorare i servizi ai cittadini, restituire decoro agli impianti e garantire una costante manutenzione. In questo modo – ha aggiunto Dalia – le stazioni diverranno proprietà dei cittadini e verranno trasformate in luoghi vivibili”.
Il piano prevede progetti di sicurezza passiva attraverso l'installazione di telecamere e di colonnine Sos capaci di garantire un maggiore controllo anche delle aree adiacenti. Per rendere le stazioni più frequentate e più vivibili è inoltre prevista l’apertura di sportelli al cittadino e di attività commerciali, come bar ed edicole. Nelle stazioni più frequentate e nelle grandi aree urbane è, infine, in programma la realizzazione di asili nido e spazi dedicati alla cultura. Nei giorni festivi si ipotizza la possibilità di ospitare mercatini e altre iniziative simili.
Prosegue in questo modo il lavoro per la riqualificazione delle 37 stazioni nel Comune di Roma e delle 119 nel resto del territorio regionale, passate in comodato d’uso alla Regione Lazio da Rfi con il protocollo d’intesa siglato ad aprile di quest’anno.
Nonostante le ferie inoltrate, il Gruppo di Lavoro Tecnico, coordinato dall’architetto Claudio Renzi e composto da personale regionale delle direzioni trasporti, enti locali, sicurezza e politiche del lavoro, da un rappresentante della Prefettura di Roma e da personale Rfi, sta passando in rassegna i siti ferroviari per fare il punto sulla situazione delle stazioni laziali. Dopo le ispezioni di inizio agosto, nuovi sopralluoghi sono in programma dal 25 al 29 agosto e dal 1° al 5 settembre. Quindi il tavolo tecnico provvederà a individuare interventi specifici, stazione per stazione.
“Parte un progetto di riqualificazione al quale tengo in modo particolare – ha commentato il Presidente Marrazzo – riqualificare la vita dei cittadini attraverso la valorizzazione di siti troppo spesso isolati e che, dopo un attento lavoro di verifica, si sono dimostrati in grado di promuovere vere e proprie forme di aggregazione sociale. È un esempio – ha concluso il Presidente – di costruzione della sicurezza attraverso il rafforzamento del tessuto sociale e la riqualificazione del territorio”.
“Il protocollo firmato dal presidente Marrazzo e da Rete Ferroviaria Italiana non rimane lettera morta – ha dichiarato l’assessore alla Mobilità della Regione Lazio, Franco Dalia – I 40 milioni di Euro che la Regione ha stanziato con la Finanziaria 2008, compiendo uno sforzo non indifferente, verranno presto utilizzati per migliorare i servizi ai cittadini, restituire decoro agli impianti e garantire una costante manutenzione. In questo modo – ha aggiunto Dalia – le stazioni diverranno proprietà dei cittadini e verranno trasformate in luoghi vivibili”.
Il piano prevede progetti di sicurezza passiva attraverso l'installazione di telecamere e di colonnine Sos capaci di garantire un maggiore controllo anche delle aree adiacenti. Per rendere le stazioni più frequentate e più vivibili è inoltre prevista l’apertura di sportelli al cittadino e di attività commerciali, come bar ed edicole. Nelle stazioni più frequentate e nelle grandi aree urbane è, infine, in programma la realizzazione di asili nido e spazi dedicati alla cultura. Nei giorni festivi si ipotizza la possibilità di ospitare mercatini e altre iniziative simili.
"Toccata e fuga", feste romane al chiaro di luna: il clou a Trinità de' Monti
"Toccata e fuga", la rassegna serale all'aperto per romani e turisti organizzata dal Campidoglio (Ufficio Turismo) con il Teatro dell'Opera, tocca il culmine stasera, 14 agosto, sulla scalinata di Trinità de' Monti, con uno spettacolare "Libiam ne' lieti calici" verdiano, accompagnato da fuochi d'artificio.
"Toccata e fuga" è cominciata lunedì 28 luglio, ha replicato il 31, poi quattro sere ad agosto (4, 11, 14 e 18), sempre dalle 21 in poi. Musica, canto, danza: "Quanto sei bella Roma", la preghiera di Tosca ("Vissi d'arte"), Carmen e i 'tangueros', la cavatina di Figaro ("Largo al factotum"), Gershwin e le glorie italiane della musica popolare – Garinei, Carosone, Venditti –.
Classica, brani d'opera, canzoni romane e balletti, di sera in quattro piazze romane tra le più belle: piazza di Spagna, piazza del Popolo, piazza del Pantheon, piazza Navona.
La manifestazione, nell'ambito dell'Estate Romana, si ispira alle feste, popolari e aristocratiche, della Roma sette-ottocentesca: è la tradizione della musica e delle coreografie che prendono vita all'aperto, usando come quinte e fondali le bellezze della città.
"Toccata e fuga", preannuncia il vicesindaco Cutrufo, "si candida a diventare un appuntamento annuale", esteso ad altre piazze ma "lasciando intatta la formula dell'improvvisazione e della sorpresa".
Per il programma, chiamare il call center turismo-cultura-spettacolo del Campidoglio (060608, tutti i giorni dalle 9 alle 22,30) o scaricarlo direttamente dalle pagine dello 060608 o da quelle di Zetema.
"Toccata e fuga" è cominciata lunedì 28 luglio, ha replicato il 31, poi quattro sere ad agosto (4, 11, 14 e 18), sempre dalle 21 in poi. Musica, canto, danza: "Quanto sei bella Roma", la preghiera di Tosca ("Vissi d'arte"), Carmen e i 'tangueros', la cavatina di Figaro ("Largo al factotum"), Gershwin e le glorie italiane della musica popolare – Garinei, Carosone, Venditti –.
Classica, brani d'opera, canzoni romane e balletti, di sera in quattro piazze romane tra le più belle: piazza di Spagna, piazza del Popolo, piazza del Pantheon, piazza Navona.
La manifestazione, nell'ambito dell'Estate Romana, si ispira alle feste, popolari e aristocratiche, della Roma sette-ottocentesca: è la tradizione della musica e delle coreografie che prendono vita all'aperto, usando come quinte e fondali le bellezze della città.
"Toccata e fuga", preannuncia il vicesindaco Cutrufo, "si candida a diventare un appuntamento annuale", esteso ad altre piazze ma "lasciando intatta la formula dell'improvvisazione e della sorpresa".
Per il programma, chiamare il call center turismo-cultura-spettacolo del Campidoglio (060608, tutti i giorni dalle 9 alle 22,30) o scaricarlo direttamente dalle pagine dello 060608 o da quelle di Zetema.
13 agosto, 2008
Oltre 19 milioni per nuovi asili nido
Con un finanziamento complessivo di 19.126.637 euro la Regione opera un forte investimento nei servizi sociali essenziali quali gli asili nido per le famiglie di Roma e del Lazio. La somma è stata stanziata con delibera dalla Giunta durante la sua ultima riunione; un provvedimento che si inserisce nel quadro del piano straordinario per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio educativi, i cui obiettivi sono il potenziamento dell’offerta per complessivi 2.280 posti nel triennio 2008-2010, il conseguimento entro il 2010 della copertura territoriale del 33% della domanda – come stabilito dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000 – e il raggiungimento della percentuale media italiana di offerta dei servizi per i bambini tra 0 e 3 anni al 13,7%.
In concreto, le risorse sono così ripartite: 9.094.978 euro sono destinati alla creazione di nuovi asili nido comunali attraverso la costruzione di nuove strutture o la ristrutturazione e l’ampliamento di strutture esistenti. In settembre saranno stabiliti i criteri di presentazione e valutazione dei progetti che verranno predisposti dai Comuni. Ovviamente, un elemento prioritario di attenzione saranno le aree più carenti di servizi. Alla realizzazione di nidi aziendali è destinato un fondo di 1.531.659 euro e un ulteriore milione e mezzo di euro andrà a finanziare un progetto innovativo di asilo nido familiare (tagesmutter), già sperimentato con successo in paesi del Nord Europa. A tali fondi vanno aggiunti 7 milioni di euro che saranno disponibili nel 2009.
PROMEMORIA 13 agosto 1961 Germania Est fa erigere il Muro di Berlino
Berlino (Germania): il governo della Germania Est fa erigere il Muro di Berlino.
Il Muro di Berlino (in tedesco: Berliner Mauer) era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione (iniziata il 13 agosto del 1961) fino al suo smantellamento avvenuto il 9 novembre 1989, ed era considerato un simbolo della Cortina di ferro.[1]
Durante questi anni, in accordo con i dati ufficiali,[2] furono uccise almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Comunque, un cospicuo gruppo di vittime reclama che più di 200 persone furono uccise mentre cercavano di fuggire da Berlino Est per l'Ovest.[3]
Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell'Est si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall'altro lato in un'atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito fu usato dell'equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che era rimasto.
La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.
12 agosto, 2008
Rifugiati, il Comune ne accoglie duemila. A settembre incontri con l'UNHCR
Il Comune di Roma accoglie, in diverse strutture sul territorio cittadino, 2.000 rifugiati: 800 minori e 1.200 adulti. Lo rende noto l'assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso, che sottolinea "la dedizione e la professionalità del personale comunale" e il fondamentale ruolo di collaborazione "delle associazioni cattoliche e laiche".
Un lavoro, specifica l'assessore, che non si ferma all'accoglienza ma si concentra anche sulla mediazione culturale e sull'assistenza legale e sanitaria. A settembre, preannuncia Belviso, il Comune incontrerà l'UNHCR (Alto Commissariato Onu per i Rifugiati) per "valutare insieme un'azione coordinata" in tutta Roma e "per rilanciare l'immagine della nostra città come capitale dell'accoglienza".
Intanto oggi l'assessore incontra i rappresentanti di enti e associazioni (Croce Rossa, Comunità di Sant'Egidio, Caritas, Centro Astalli, Società di San Vincenzo De' Paoli) per affrontare la situazione di piazzale dei Partigiani, dove vivono oltre 70 immigrati, la maggior parte afgani. Obiettivo, trovare "una soluzione dignitosa", in particolare consentendo a chi ha i requisiti di chiedere asilo politico.
PROMEMORIA 12 agosto 1944 Seconda Guerra Mondiale - - Sant'Anna di Stazzema(LU)
Seconda Guerra Mondiale - - Sant'Anna di Stazzema(LU)
inizia la strage in pochi giorni causò la morte di oltre 500 civili.
Sant'Anna è una frazione del comune di Stazzema (LU), sita ad un'altezza di 610 m s.l.m., conosciuta storicamente per essere stato il luogo di un massacro durante la seconda guerra mondiale.
Storia
Il 12 agosto 1944 i soldati della SS- Panzergrenadier- Divisione Reichsführer radunarono 560 abitanti (per lo più anziani, donne e bambini) e, dopo averli brutalmente uccisi, li bruciarono.
In Italia, il massacro non è stato conosciuto pubblicamente fino al 1994, quando quasi 700 rapporti sull'accaduto furono ritrovati casualmente.
Sul vicino col di Cava sorge il monumento-ossario che raccoglie i resti delle vittime, coronato da una scultura in pietra locale, opera di Vincenzo Gasperetti, che raffigura una madre che stringe al petto la figlioletta morta.
11 agosto, 2008
PROMEMORIA 11 agosto 3114 a.C. - inizio dell'era attuale secondo il Calendario lungo dei Maya
3114 a.C. - inizio dell'era attuale secondo il Calendario lungo dei Maya.
Il calendario maya è il calendario che veniva utilizzato dai Maya e da altri popoli dell'America centrale (Aztechi e Toltechi). Si tratta di un calendario molto elaborato, basato su più cicli di durata diversa:
* il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni.
* il ciclo Haab aveva una durata di 365 giorni.
* il Lungo computo indicava il numero di giorni dall'inizio dell'era Maya.
Ad esempio, la data del 5 luglio 2006, espressa nel calendario maya, è: 9 Caunac (Tzolkin), 12 Tzec (Haab), 12.19.13.7.19 (Lungo computo).
Il ciclo Tzolkin
Il ciclo Tzolkin, lungo 260 giorni, era un calendario religioso senza un diretto collegamento alla durata dell'anno. I vari giorni del ciclo erano considerati più o meno fortunati.
Esso era basato su due cicli più brevi, uno di 13 giorni e uno di 20. La combinazione di questi due cicli formava un ciclo di 260 giorni (13*20 = 260) , il ciclo Tzolkin appunto.
Ogni giorno entrambi i cicli avanzavano di uno. Il primo ciclo seguendo una sequenza numerata da 1 a 13. Il secondo seguendo una sequenza di nomi: Ahau, Imix, Ik, Akbal, Kan, Chicchan, Cimi, Manik, Lamat, Muluc, Oc, Chuen, Eb, Ben, Ix, Men, Cib, Caban, Etznab, Caunac.
La sequenza risulatante con cui venivano chiamati i giorni secondo il ciclo Tzolkin era quindi: 1 Ahau, 2 Imix, 3 Ik, 4 Akbal, eccetera. Arrivati a 13 Eb si riprendeva a contare da 1, ma la successione dei nomi continuava: 1 Ben, 2 Ix, 3 Men, eccetera. Allo stesso modo, terminata la serie dei nomi con il 7 Caunac, si ripartiva da Ahau senza azzerare la numerazione: 8 Ahau, 9 Imix, 10 Ik, e così via. (Quindi i giorni con lo stesso nome non si succedevano con una numerazione progressiva, come accade nei calendari in cui il giorno è indicato da un numero seguito da un nome che indica il mese. Ma secondo la posizione che occupavano nel ciclo di 13 giorni, la sequenza quindi era: 1, 8, 2, 9, 3, 10, 4, 11, 5, 12, 6, 13, 7.)
I giorni con lo stesso nome e lo stesso numero si ripresentavano quindi dopo un intero ciclo Tzolkin, cioè ogni 260 giorni (essendo 260 il minimo comune multiplo tra 13 e 20).
Il ciclo Haab
Il ciclo Haab, lungo 365 giorni, era un calendario civile legato al ciclo delle stagioni. Era composto da 18 "mesi" di 20 giorni, con i seguenti nomi: Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumku. A questi si aggiungevano 5 giorni chiamati Uayeb, con i quali si raggiungeva la durata di 365 giorni: questi 5 giorni erano considerati particolarmente sfortunati.
I giorni del mese erano numerati da 0 a 19: i maya infatti conoscevano lo zero, probabilmente secoli prima che venisse indipendentemente scoperto in India.
Le date del ciclo Haab e quelle del ciclo Tzolkin ritornavano a corrispondere tra loro ogni 52 cicli Haab, pari a 73 cicli Tzolkin, pari a 18980 giorni: 18980 è infatti il minimo comune multiplo tra 365 e 260. Il giorno iniziale di questo periodo era il 4 Ahau (Tzolkin) 8 Cumku (Haab).
Il Lungo computo
Non si usava numerare gli "anni" né del ciclo Tzolkin, né del ciclo Haab. Invece si utilizzava il Lungo computo: una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20. Precisamente si trattava di un numero di cinque "cifre": la prima (quella delle "unità") in base 20, la seconda (le "decine") in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste "cifre" si scrivono da sinistra a destra, come per i numeri arabi (quelli che usiamo normalmente); nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.19 (corrispondente al 5 luglio 2006).
Il ciclo completo del Lungo computo era quindi di 20*18*20*20*13 = 1872000 giorni (circa 5125 anni), ed era multiplo del ciclo Tzolkin di 260 giorni. Le prime quattro cifre si contavano a partire da 0 (quindi la seconda andava da 0 a 17, le altre da 0 a 19), la quinta invece andava da 1 a 13. Il primo giorno era il 0.0.0.0.1(4 Ahau nel ciclo Tzolkin).
L'unità più piccola del Lungo computo era il giorno, detto K'in.
I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi:
* 20 giorni (prima cifra): uinal
* 360 giorni (seconda cifra, 18*20 = 360): tun
* 7200 giorni (terza cifra, 20*360 = 7200): k'atun
* 144000 giorni (quarta cifra, 20*7200 = 144000): b'ak'tun
* la quinta cifra si ripete dopo il ciclo completo di 1872000 giorni (13*144000 = 1872000).
Secondo i maya, ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un'era del mondo; il passaggio da un'era all'altra è segnata dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Il ciclo attualmente in corso è iniziato il 6 settembre del 3114 a.C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà il 22 dicembre 2012.
Calcolo del calendario maya
Il programma GNU Emacs contiene la funzione di calcolo del calendario maya (e di diversi altri calendari). Occorre per prima cosa aprire il calendario con il comando "M-x calendar", oppure con il mouse selezionando "Display calendar" dal menu "Tools"; quindi si porta il cursore sul giorno di cui si vuole conoscere la data maya, e si dà il comando "p m" o "M-x calendar-print-mayan-date", oppure si preme il tasto mediano (o la rotellina) del mouse e si seleziona "Other calendars". È possibile anche cercare una specifica data del calendario maya ("g m l" per una data del Lungo computo). Si tenga presente che GNU Emacs usa il calendario gregoriano anche per le date precedenti al 15 ottobre 1582, e che non mostra le date antecedenti all'1 gennaio 1 (7.17.18.13.3 nel Lungo computo).
Curiosità
Nell'ultima puntata del serial televisivo di fantascienza X-Files viene rivelato che il 22 dicembre 2012 (giorno di inizio del prossimo Lungo computo) è la data programmata da un popolo di alieni per invadere la Terra. A proposito di presunte invasioni aliene: secondo alcuni teorici della Teoria della Cospirazione l'Elite Globale che governerebbe il mondo ha l'intenzione di utilizzare velivoli contraffatti come UFO per inscenare un attacco alieno, così che la popolazione mondiale si unisca attorno ad una sorta di Grande Fratello e ad una giunta globale corporativo-militare. Questo in stretta relazione con la tensione ed il timore di eventi catastrofici collegati alla fine del ciclo del Lungo Computo del Calendario Maya.
10 agosto, 2008
PROMEMORIA 10 agosto Notte di San Lorenzo
La notte del 10 agosto, ogni anno, gli occhi degli italiani nel mondo si rivolgono speranzosi al cielo, per cogliere al volo una stella cadente.
Se scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all'interno dell'orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo (detti appunto Perseidi), culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico.
Questa notte è infatti, da tempi immemori, dedicata al martirio di San Lorenzo, dal III secolo sepolto nell'omonima basilica a Roma, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un'atmosfera magica e carica di speranza.
In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore di San Lorenzo, e ad ogni stella cadente si pronuncia la filastrocca "Stella, mia bella stella, desidero che…", e si aspetta l'evento desiderato durante l'anno.
Nella tradizione popolare, le stelle del 10 agosto sono anche chiamate fuochi di San Lorenzo, poiché ricordano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo. Anche se in realtà San Lorenzo non morì bruciato, ma decapitato, nell'immaginario popolare l'idea dei lapilli volati in cielo ha preso piede, tanto che ancora oggi in Veneto un proverbio recita "San Lorenzo dei martiri innocenti, casca dal ciel carboni ardenti"."San Lorenzo" martirizzato, in un dipinto do P.P. Rubens, Monaco, Alte Pinakothek
Questa tradizione è così radicata e evocativa che anche il grande poeta Giovanni Pascoli vi dedicò un canto, chiamato X agosto, in cui rievocò la morte del padre ucciso in un'imboscata proprio quel giorno.
09 agosto, 2008
Pechino 2008: la bandiera tibetana a Palazzo Valentini
La Provincia di Roma, in concomitanza con l'apertura dei Giochi olimpici di Pechino, isserà sulla facciata di Palazzo Valentini la bandiera del Tibet.
Si è svolto infatti venerdì mattina un incontro nella sede dell'Amministrazione provinciale con i rappresentanti dei monaci tibetani in visita in Italia in questi giorni.
Al termine dell'incontro è stato così deciso, come segno di vicinanza e di solidarietà verso il popolo tibetano, di alzare la bandiera nel giorno di apertura dei Giochi olimpici di Pechino 2008.
Parcometri, si cambia
Presentata, dopo l'approvazione in Giunta, la nuova disciplina della sosta a pagamento in vigore da settembre. Il piano destina a sosta libera 17.647 posti auto (con limite di tre ore di sosta) su un totale di 94.864, lasciandone a pagamento 77.217. La percentuale di parcheggi liberi è dunque del 18,6%. Ecco le principali novità:
Posti auto liberi e a pagamento: le zone a traffico limitato restano interamente tariffate. Nella zona A (centro storico) il rapporto sarà 80% dei posti a pagamento (strisce blu), 20% sosta libera (strisce bianche): saranno a pagamento i parcheggi su tutte le strade principali, escluse quelle di collegamento con altri quartieri. Nelle altre zone, comprese quelle "di particolare rilevanza urbanistica", la proporzione sarà 50% e 50% e ciò varrà non solo per i posti esistenti, ma anche per quelli che i Municipi chiederanno di istituire in futuro.
Tariffe: la tariffa ordinaria resta 1 euro l'ora. Nelle Ztl sale a 1,20 euro l'ora. Nei parcheggi "di prossimità" (zone non residenziali, poco servite dal trasporto pubblico) scatteranno le tariffe agevolate: 1 euro per le prime due ore, 2 euro per 12 ore, 3 euro per 16 (zone interessate: parte del Trionfale, Flaminio, parte del Tuscolano e una porzione limitata del quartiere Trieste). Sosta breve: 20 centesimi per 15 minuti. Tariffa ordinaria weekend: solo per alcune zone, dove si pagherà la tariffa ordinaria come nei feriali (dal lunedì al venerdì). Sosta gratuita davanti agli ospedali, con il limite di tre ore (lo stesso stabilito per tutti i parcheggi liberi) e disco orario per garantire la rotazione. Sosta gratuita per auto elettriche e ibride.
Altre novità: 1) sperimentazione – sei mesi, a partire dal momento in cui scatterà la nuova disciplina – di nuovi tipi di abbonamento: giornaliero con tariffa agevolata di 4 euro per 8 ore continuative (escluse le Ztl); mensile a 70 euro. 2) più posti "di cortesia" riservati a donne in gravidanza e madri di bambini fino a un anno di età; 3) più 'stalli' per ciclomotori e motocicli, fino al doppio di quelli previsti dal Piano Regolatore – con una disciplina che prevede la rotazione per fasce orarie, nell'uso degli stalli, tra auto e due ruote in relazione alla domanda –.
Fasce orarie parcheggi a pagamento: fatta eccezione per le zone dove sarà prevista la "tariffa weekend" (nelle quali si pagherà anche la domenica, vedi qui sopra), vengono confermate le fasce orarie già in vigore a seconda delle zone: 8-19, 8-23, 8-03.
Per saperne di più, vedere due schede dell'Ufficio Stampa del Campidoglio: alcune regole specifiche e i numeri dei parcheggi zona per zona.
PROMEMORIA 9 agosto 1991 - A Campo Calabro un commando mafioso uccide il magistrato Antonio Scopelliti
A Campo Calabro un commando mafioso uccide il magistrato Antonio Scopelliti.
Ha svolto la carriera di magistrato requirente, iniziando come Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Roma, poi presso la Procura della Repubblica di Milano. Procuratore generale presso la corte d'Appello quindi, Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione. Seguì una eccezionale carriera, che lo portò ad essere il numero uno dei sostituti procuratori generali italiani presso la Corte di Cassazione. Si è occupato di vari maxi processi, di mafia e di terrorismo.
Il 9 agosto 1991, il giudice solo (così fu definito Antonino Scopelliti nell'unico saggio scritto dal giornalista Antonio Prestifilippo nel 1995, che ricostruisce lo scenario in cui è stato ucciso), in vacanza in Calabria, sua terra d'origine, presso Piale, sulla strada provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro, fu affiancato da un'altra vettura dalla quale vennero esplosi due colpi di arma da fuoco che raggiunsero il magistrato, finito poi con un colpo a bruciapelo di Walther P38.
Quando fu ucciso stava preparando, in sede di legittimità, il rigetto dei ricorsi per Cassazione avanzati dalle difese dei più pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Si crede che per la sua esecuzione si siano mosse insieme la 'ndrangheta e Cosa Nostra, dopo che il magistrato rifiutò 5 miliardi per sospendere il suo lavoro.
Come mandante fu condannato in primo grado Pietro Aglieri, successivamente assolto nel 1999 dalla Corte di Cassazione perché accusato da soli pentiti. Ad oggi non è stata ancora accertata la piena verità sul delitto del giudice Scopelliti.
Gli è stata dedicata una strada nel suo paese natale, Campo Calabro, ed una nella contigua Villa San Giovanni.
08 agosto, 2008
Incendi: operativo il piano della Provincia a tutela delle aree naturali
È operativo il piano di prevenzione e contrasto agli incendi boschivi predisposto dall'Amministrazione provinciale per tutelare le aree naturali protette della provincia di Roma. Previsto l'impiego di 37 uomini, operatori della Provincia e volontari di protezione civile che assicureranno la copertura del servizio h 24, e 5 automezzi adibiti a spegnere il fuoco.
La tutela delle aree riguarda Nomentum, Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco, Monte Catillo, Monte Soratte, il Monumento naturale di Palude di Torre Flavia, e Villa Borghese di Nettuno, nei comuni di Fonte Nuova, Mentana, Monterotondo, Sant’Angelo Romano, Tivoli, Sant’Oreste, Cerveteri, Ladispoli e Nettuno.
Il Piano è stato attuato in stretta collaborazione con il Servizio di Protezione Civile in quanto competente in materia, con il Corpo della Polizia Provinciale ed in collegamento funzionale con la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP) della Regione Lazio, assicurando così una continua e più tempestiva gestione delle attività e delle urgenze.
Da segnalare che è stato istituito un numero verde (803.555) per il Pronto Intervento Incendio.
“Al fine di preservare aree di grande pregio naturalistico e ambientale - ha dichiarato l’assessore provinciale con delega alle aree naturali, Aurelio Lo Fazio - la Provincia di Roma ha predisposto un piano fortemente innovativo per migliorare gli interventi e rendere maggiormente efficiente il lavoro di operatori specializzati, volontari e cittadini, impegnati nella tutela del territorio”.
"Abbiamo pianificato e predisposto - ha aggiunto Lo Fazio – un piano di contrasto agli incendi che consenta interventi mirati e tempestivi con turni di presenza quotidiana e continuativa, in stretta collaborazione e sinergia con le associazioni di volontariato locali e dei Comuni” . “Una “rete” efficiente – ha concluso l’assessore Lo Fazio - pronta ad affrontare ogni situazione anche in emergenza”.
“Il Personale. in servizio presso le Aree Naturali Protette - ha aggiunto l’assessore con delega alla protezione civile, Ezio Paluzzi - è stato opportunamente preparato con corsi di formazione specifici e dotato di dispositivi di prevenzione individuale e mezzi con modulo antincendio al fine di affrontare impegnative attività”.
Sanità: Corte dei Conti, Stato eroghi 5mld a Regione Lazio
L'erogazione da parte dello Stato alla Regione Lazio dei 5 miliardi nell'ambito del piano di rientro del deficit sanitario ''non appare piu' procrastinabile''.
E' quanto afferma, in una nota, la Corte dei Conti. Nella nota viene sottolineato che nel bilancio dell'Ente locale ''particolare attenzione e' stata dedicata alla situazione finanziaria della gestione sanitaria, relativamente alla quale e' stato contestualmente approvato uno specifico referto concernente il grado di attuazione del Piano di Rientro,e alla manovra complessiva per il rientro del disavanzo''.
Secondo quanto sottolinea la Corte dei Conti, ''dell'importo totale 3 miliardi sono relativi alla compartecipazione al gettito tributario e poco più di due a titolo di contributo straordinario per il debito pregresso nella gestione sanitaria''.
L'erogazione, per la Corte dei Conti, e' necessaria e non rimandabile ''anche e soprattutto per le gravi conseguenze sui pagamenti ai fornitori di servizi ed enti pubblici, tra cui particolarmente quelli da versare al Campidoglio, per fronteggiare i quali la Giunta regionale e' stata costretta a ricorrere ad onerose anticipazioni di cassa costate nel solo primo trimestre 2008 oltre 45 milioni di euro con una previsione di un analogo onere nel secondo semestre dell'anno”.
“Ho trovato nella comunicazione della Corte dei Conti conferma a quanto vado ripetendo da mesi sul tema dei trasferimenti dovuti dallo Stato alla Regione che rappresento – ha dichiarato il presidente Marrazzo - A difesa dei cittadini e delle imprese del Lazio, sono stato costretto ad alzare, anche contro la mia stessa indole, il livello e i toni del confronto al fine di ottenere ascolto non solo alla legittima richiesta sui trasferimenti dovuti, ma anche per sottolineare i gravi danni che la mancata erogazione dei fondi sta producendo giorno dopo giorno all’intero sistema regionale, a partire dal sistema delle imprese che forniscono servizi alla sanità regionale. Dopo questo pronunciamento torno quindi a chiedere che si proceda immediatamente allo sblocco, senza esitazioni. Spero infine che questo passaggio aiuti a ristabilire un clima di serenità nel confronto con il Governo, nell’interesse dei cittadini e del mondo produttivo del Lazio”.
La magia di "Giselle" alle Terme di Caracalla
Cinque coppie di ballerini di prestigio internazionale, per "Giselle", il titolo cult del repertorio romantico, con la coreografia firmata da Carla Fracci che giusto cinquant'anni fa (era il 5 luglio 1958 alla Scala) lo danzò per la prima volta, fino a diventarne l'interprete per eccellenza.
Ultimo appuntamento della stagione estiva sabato prossimo 9 agosto ecco Giselle alle Terme di Caracalla (le repliche domenica 10, martedì 12, mercoledì 13 e giovedì 14). Il Corpo di Ballo del Teatro conquista i riflettori con lo struggente racconto di una follia d'amore: la musica di Adolphe-Charles Adam segue la fanciulla invaghitasi del nobile Albrecht (lo crede un contadino) cui è promessa la ricca Bathilde. Quando i due si sposano, Giselle impazzisce e ne muore. Ma la sua passione salva l'amato da un sortilegio.
Il celebre balletto in due atti (soggetto di Théophile Gautier e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges) vide la luce il 28 giugno 1841. L'Opera di Roma l'ha rappresentato per la prima volta il 18 maggio 1911 con la compagnia dei Balletti Russi, l'ultima volta nel febbraio 2007.
La signora Fracci con la collaborazione di Gillian Witthingham ha ripreso e in alcuni casi ripristinato le coreografie storiche create nel tempo da Jean Coralli, Jules Perrot, Marius Petipa e Anton Dolin. Dirige l'Orchestra del Teatro il maestro Alessandro D'Agostini. Le scene (adattate per Caracalla da Dario Gessati) e i costumi sono di Anna Anni, il cui estro ha attraversato mezzo secolo di teatro.
Nei ruoli principali, oltre alle due étoile del Teatro Laura Comi e Mario Marozzi che assieme hanno legato il loro nome a questo spettacolo e si esibiranno alla "prima" il 9, sera dopo sera troveremo la russa Larisa Lezhnina (prima ballerina del Balletto nazionale olandese) e Giuseppe Picone il 10, l'ucraina Oksana Kucheruk e Igor Yebra (le due étoile del Balletto dell'Opéra di Bordeaux) il 12, Mara Galeazzi (prima ballerina del Royal Ballet di Londra) e Jean-Sébastian Colau (primo ballerino del Balletto di Lipsia) il 13 e infine gli americani Ashley Bouder e Jared Angle (primi ballerini del New York City Ballet) il 14. Disegno luci di Patrizio Maggi. La regia è affidata a Beppe Menegatti.
Biglietteria: Piazza Beniamino Gigli n°1; tel. 06 481 70 03 - fax 06 488 17 55
Apertura: dal martedì al sabato dalle 9 alle 17, domenica dalle 9 alle 13.30, lunedì chiuso. Sempre aperta da un'ora prima di ogni spettacolo nel Teatro dove si effettua la rappresentazione.
Prezzi dei biglietti: da 25 a 110 euro.
La vendita dei biglietti avviene anche presso tutti gli usuali punti di prevendita.
Prevendite telefoniche con carta di credito helloticket, numero verde 800 90 70 80,
da cellulari e dall'estero 0039 06 48078400.
Su internet: www.operaroma.it, www.amitsrl.com, www.helloticket.it
PROMEMORIA 8 agosto 1956 Disastro nella miniera di Marcinelle
In Belgio, nella piccola città mineraria di Marcinelle, scoppia un incendio nella miniera di carbone. Moriranno 262 lavoratori di 12 nazionalità diverse, la maggior parte (136) sono italiani.
Il disastro di Marcinelle fu una catastrofe avvenuta la mattina dell'8 agosto 1956 in una miniera di carbone situata a Marcinelle, nei pressi di Charleroi, in Belgio. L'incidente provocò 262 morti su un totale di 274 uomini presenti nella miniera. Per numero di morti nella storia dei minatori italiani emigrati, questa sciagura è la terza più cruenta disgrazia dopo quella di Monongah e il disastro di Dawson.
Antefatti
L'industria belga fu poco intaccata dagli effetti distruttivi della Seconda guerra mondiale, tuttavia il Belgio, paese non certo enorme, si ritrovò con poca manodopera disponibile. Questo fatto fece aumentare la richiesta di manodopera da parte del Belgio, soprattutto per il lavoro in miniera. Nacquero così ampi flussi migratori verso il Belgio, uno dei quali, forse il più importante, fu quello degli Italiani che lasciarono il proprio paese per le miniere belghe.
Il pozzo numero 1 della miniera di Marcinelle era in funzione sin dal 1830 ed era privo delle più elementari norme di sicurezza. Era provvisto di un canale di entrata e di uno di uscita. Gli ascensori erano azionati da grandi ruote poste all'esterno, in alto su grandi tralicci metallici. La maggior parte delle strutture all'interno del pozzo erano in legno e l'areazione era assicurata da grandi ventilatori posti all'esterno.
Corso degli eventi
Verso le ore 8.10, un ascensore a gabbia si ferma in profondità al livello 975 del pozzo di areazione. Incurante del fatto che quell'ascensore non era destinato a lui, l'addetto di turno decide di caricare su quell'ascensore i vagoncini pieni arrivati dai cantieri. A causa di un freno difettoso, il primo vagoncino caricato è bloccato da un carrello vuoto presente nell'ascensore, carrello che sarebbe dovuto essere spinto fuori dal compartimento dal carrello pieno. L'addetto agli ascensori non ha nemmeno il tempo di sbloccare a mano il meccanismo che l'ascensore si mette in moto bruscamente portando con sé i due vagoncini che sporgono. Risalendo, una putrella del sistema di invio trancia i fili telefonici e due fili dell'alta tensione, oltre alle condotte dell'aria compressa che servivano per gli strumenti di lavoro usati in fondo alla miniera: tutti questi eventi insieme provocarono un imponente incendio. Essendo avvenuto nel pozzo di entrata dell'aria, il fuoco e il fumo raggiunsero ben presto ogni angolo della miniera, alimentati anche dalle molteplici strutture in legno.
L'allarme venne dato alle 8.25 da un uomo risalito in superficie.
Alle 9.10 il pozzo di estrazione dell'aria era già inutilizzabile. I cavi delle gabbie di questo pozzo cedettero a poco a poco.
Due persone tentarono alle 9.30, senza equipaggiamento, di farsi strada attraverso un tunnel laterale. Il tentativo risultò vano. Il passo d'uomo venne allargato solo quattro ore e mezza più tardi e ciò permise di scoprire numerosi cadaveri.
Una spedizione scese poi verso le 15.00 attraverso il primo pozzo e scoprì tre sopravvissuti. Gli ultimi tre furono scoperti più tardi, da una spedizione diversa.
Il 22 agosto, alle 3 di notte, dopo la risalita, coloro che tentarono il salvataggio dichiareranno in italiano "tutti cadaveri". Alla fine persero la vita 262 uomini, di cui 136 italiani e 95 belgi. Solo una decina di minatori sopravvissero.
07 agosto, 2008
PROMEMORIA 7 agosto 1931 Ad Arezzo si disputa la prima edizione dell'era moderna della Giostra del Saracino
Ad Arezzo si disputa la prima edizione dell'era moderna della Giostra del Saracino.
La Giostra del Saracino è una rievocazione storica che si tiene nella città di Arezzo. Vi partecipano i quattro quartieri in cui è suddivisa la città, ovvero: il Quartiere di Porta Crucifera (conosciuto anche come Colcitrone), il Quartiere di Porta del Foro (conosciuto anche come San Lorentino), il Quartiere di Porta Sant'Andrea e il Quartiere di Porta Santo Spirito (conosciuto anche come Quartiere della Colombina).
Le origini della Giostra
La Giostra è una rievocazione storica in costume di stampo medievale che si svolge ad Arezzo da secoli, presumibilmente dal XIII secolo.
Si tratta di un antico gioco cavalleresco che affonda le sue origini nel Medioevo e che consiste nel colpire un bersaglio, posto sullo scudo del Buratto (un automa girevole che impersona il "Re delle Indie"), con un colpo di lancia al termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal mazzafrusto, imbracciato dal Buratto stesso, il quale viene azionato da un meccanismo a molla.
In principio probabilmente questo cavalcare contro un fantoccio era un esercizio militare, che lentamente assunse i connotati di manifestazione nella quale si sfidavano i cavalieri durante particolari celebrazioni o semplicemente per dimostrare la propria abilità. Di torneamenti e giostre visti in terra di Arezzo parla espressamente Dante Alighieri, all'inizio del XXII canto dell'Inferno, in alcune celebri terzine:
« Io vidi già cavalier muover campo,
e cominciar stormo a far lor mostra,
e tal volta partir per loro scampo;
corridor vidi per la terra vostra,
o Aretini, e vidi gir gualdane,
fedir torneamenti e correr giostra;
quando con trombe, e quando con campane,
con tamburi e con cenni di castella,
e con cose nostrali e con istrane; »
(Dante Alighieri, La Divina Commedia - Inferno, Canto XXII, 1-9)
Di giuochi con le lance (hastiludia), svoltisi nella città di Arezzo per festeggiare il felice esito di una missione diplomatica in terra di Francia, si parla invece in due lettere indirizzate alla curia avignonese nel novembre 1331 dai Tarlati, signori di Arezzo.
Nel Rinascimento questi spettacoli diventarono una grande attrazione; abbiamo notizie certe di "giostre ad burattum" per tutto il XVI secolo, durante la venuta di famosi personaggi in città o per importanti ricorrenze, come la manifestazione del 1535 dedicata a San Donato. Anche nel Seicento furono molto diffuse le giostre e, da quella del 1677 in onore a San Niccolò, abbiamo il primo regolamento scritto con tanto di tabellone a punti. Della giostra del 1684 invece ci fa un ampio e dettagliato resoconto Federigo Nomi, anghiarese, al quale è stata dedicata l’edizione del Settembre 2005, nella ricorrenza del III centenario della morte. Un altro famoso torneo fu quello per le celebrazioni petrarchesche del 1904, che si svolse sul tondo del Prato (il parco antistante la Fortezza Medicea) e dove a esibirsi giunsero i Dragoni di casa Savoia.
06 agosto, 2008
Marrazzo: "Ora il piano c'è e ha forza di legge"
“Ora il piano c’è e ha forza di legge. I provvedimenti approvati realizzano la quasi totalità delle misure indicate dal piano commissariale”. Così il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, commissario per il piano di rientro sul deficit, ha aperto la conferenza stampa per la presentazione dell’assestamento di Bilancio 2008 approvato questa mattina dal Consiglio regionale.
Riforme strutturali, riduzione costi, copertura disavanzo e policlinici sono i quattro punti centrali degli interventi in materia sanitaria inseriti nella legge di assestamento di bilancio 2008. Una manovra che prevede l'imputazione,al di fuori del Fondo sanitario regionale, dei contributi erogati per lo svolgimento delle funzioni di didattica e ricerca dei policlinici pubblici e privati e l’aumento dei controlli sull’appropriatezza delle prestazioni dal 3 al 10%. Sul riassetto della rete ospedaliera, la norma prevede la sospensione delle iniziative in corso per la realizzazione o l'apertura di nuove strutture sanitarie pubbliche per il termine di 90 giorni, e comunque fino all'adozione di un Piano regionale per il riassetto della rete.
L'intervento più incisivo della Regione nella riduzione della spesa ospedaliera è quello che prevede la chiusura di tre strutture nella Capitale: il San Giacomo, il Nuovo Regina Margherita ed il Forlanini. Per il San Giacomo si "prevede la cessazione dell'attività ospedaliera entro il 31 ottobre 2008", mentre per il nuovo Regina Margherita "è prevista la cessazione della sola attività ospedaliera, lasciando margine ad iniziative di riqualificazione della struttura verso l'offerta territoriale (RSA, poliambulatori)". La manovra stabilisce anche il trasferimento dell'attività sanitaria del Forlanini al San Camillo. Un trasferimento "che sarà ultimato per rendere definitivamente disponibili gli immobili del primo entro il 31 dicembre 2008".
Nel presentare i provvedimenti per il rientro dal deficit della sanità previsti nella manovra, che contiene i dodici punti compresi nella delibera di nomina del commissario ad acta, l’assessore al Bilancio Luigi Nieri ha precisato: “Il debito della sanita' del Lazio e' tutto coperto”. Nieri ha riepilogato ''i numeri'' del debito ''trovato dalla giunta Marrazzo al 31 dicembre 2005''. Il debito iniziale era di 10,5 miliardi di euro, di questi - ha spiegato Nieri - 750 mln di debito transatto sono stati pagati nel 2005; 1.066 mln nel 2006 e 1.529 mln nel 2007. Ne sono restati 7,1 mld, all'1 gennaio 2008 (4 miliardi di debito transatto coperto con mutuo con lo Stato e 3,7 mld di debito non transatto coperto con decreto Prodi per 2 mld e 79 mln di euro e 800 mln di mutuo). ''Dal 2006 - ha sottolineato l'assessore al Bilancio - non accumuliamo più debito, i disavanzi non sono nascosti e sono invece tutti coperti, compreso quello del 2008 coperto con parte delle tasse e in parte con l'extragettito dell'ultimo triennio che proviene da una maggiore produttività delle imprese del Lazio''.
“I provvedimenti adottati – ha concluso Marrazzo - assicurano, rispetto al tendenziale 2008, l'equilibrio economico-finanziario e il rispetto dei livelli assistenziali”.
L'Africa al Palladium, a settembre
Teatro, danza, musica, scultura, cinema, letteratura. Più di venti nazioni presenti e un programma che parla soprattutto di donne e creatività femminile. Presentata in Campidoglio la settima edizione di "Festa d'Africa Festival", al teatro Palladium dal 16 al 21 settembre prossimi.
Il festival, curato dal CRT (Centro Ricerche Teatrali), promuove dal 2002 l'arte africana contemporanea per diffonderne il valore e le ragioni, con il presupposto che la conoscenza è premessa ineliminabile all'integrazione tra i popoli.
Le protagoniste di quest'edizione: Irene Tassembedo, coreografa del Burkina Faso, che in prima nazionale presenta "Le sacre du tempo"; la regista Fanta Règina Nacro con il suo "La nuit de la verité", che racconta la firma di un trattato di pace dopo una feroce guerra etnica; l'angolana Tasha Rodrigues e la malgascia Esha Tizafy.
In calendario anche un convegno dal titolo "Mai più senza i miei figli, l'immigrazione femminile in Europa", a cura della giornalista Ilda Bartoloni.
Per saperne di più, www.festadafricafestival.com.
PROMEMORIA 6 agosto 1945 Bombardamento atomico di Hiroshima
Seconda guerra mondiale, bombardamento atomico di Hiroshima: Una bomba atomica chiamata in codice Little Boy viene sganciata dal B-29 statunitense Enola Gay sulla città di Hiroshima in Giappone, alle 8:16 di mattina (ora locale). Esplose ad un altitudine di 576 metri con una potenza pari a 12.500 tonnellate di TNT uccidendo all'istante 80.000 persone (altre 60.000 moriranno entro la fine dell'anno a causa delle malattie causate dal fallout nucleare) e distruggendo circa l'80% dell' area edificata della città.
I bombardamenti atomici in Giappone sono due atti che rappresentano simbolicamente la conclusione della Seconda guerra mondiale.
Il mattino del 6 agosto 1945, l'Aeronautica militare statunitense lanciò la bomba atomica "Little Boy" sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki. Il numero di vittime dirette è stimato da 100.000 a 200.000[1], la maggior parte delle quali civili. Per la gravità dei danni diretti ed indiretti, e del fatto che si è trattato del primo utilizzo in guerra di tale arma, l'attacco atomico viene considerato fra gli episodi bellici più significativi dell'intera storia dell'umanità.
Il ruolo dei bombardamenti nella resa dell'Impero giapponese, così come gli effetti e le giustificazioni, sono stati oggetto di innumerevoli dibattiti. Negli Stati Uniti prevale la convinzione che i bombardamenti atomici siano serviti ad accorciare la Seconda guerra mondiale di parecchi mesi, ed abbiano inoltre salvato la vita a milioni di soldati (sia alleati sia giapponesi) e di civili, che sicuramente sarebbero morti nella prevista invasione del Giappone per via degli scontri armati sul suolo e dei bombardamenti a tappeto. In Giappone, l'opinione pubblica, invece, tende a sostenere che i bombardamenti siano crimini di guerra serviti ad accelerare il processo di resa del governo militare giapponese. Universalmente condivisa è comunque la presa di coscienza della gravità dell'evento, che non è più stato replicato.
05 agosto, 2008
Approvato l'assestamento di bilancio Regione Lazio
Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Guido Milana , ha approvato, con 42 voti favorevoli e 15 contrari, la proposta di legge sull’assestamento del bilancio annuale e pluriennale 2008/2010 della Regione Lazio. Presente in Aula il presidente della Regione e commissario ad acta per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario, Piero Marrazzo. Con l’unico articolo del maxiemendamento, composto da 91 commi, presentato nella notte, tra l’altro, viene definitivamente sancita la chiusura di tre ospedali di Roma, il San Giacomo, il Nuovo Regina Margherita e il Forlanini.
La legge d’assestamento prevede misure sulla farmaceutica, sulla centralizzazione di alcuni servizi delle Asl e delle aziende ospedaliere come il servizio tecnico, la tesoreria e la gestione del personale. Vengono prorogati fino al 30 giugno 2010 i contratti ai direttori generali delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere attualmente in carica, i quali però sono coinvolti nel raggiungimento degli obbiettivi di razionalizzazione del servizio e di contenimento della spesa. La Giunta Regionale verifica semestralmente i risultati conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi connessi al piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario da parte dei direttori generali. La mancata realizzazione degli interventi è causa di decadenza dall'incarico. Per i controlli di appropriatezza della spesa sanitaria, la manovra aumenta quantità e qualità delle verifiche e, in caso di violazioni, dispone le conseguenti sanzioni.
Tutti i beni mobili e immobili destinati a fornire rendite patrimoniali e i beni artistico-monumentali appartenenti alla comunione delle Asl (Gepra) diventeranno proprietà della Regione Lazio, per poi essere valorizzati “al fine di contribuire all’azzeramento del disavanzo sanitario regionale”, come recita il comma 5 del maxiemendamento sull’assestamento di bilancio. Il provvedimento, dunque, disciplina il trasferimento alla Regione di tutti quei beni della Comunione delle Asl non destinati all’erogazione di servizi. La norma interviene anche per quei beni che appartengono ai comuni ma dovrebbero oggi essere di proprietà delle aziende sanitarie.
Approvata anche la norma relativa all’istituzione di due nuovi capitoli in bilancio denominati “Contributo regionale per la ricerca e la didattica dei policlinici universitari” (un capitolo per la parte corrente e uno per la parte capitale), finalizzati ad alleggerire, nel 2008 con uno stanziamento complessivo di 171 milioni, il disavanzo della spesa sanitaria.
L’assestamento del bilancio annuale 2008 e pluriennale 2008/2010 della Regione Lazio provvede all’aggiornamento al 31/12/2007 degli importi concernenti i residui attivi e passivi già iscritti in via presuntiva nel bilancio di previsione della Regione Lazio per l’anno 2008 e all’adeguamento della giacenza di cassa. Inoltre, provvede alla determinazione dell’effettivo risultato di gestione al 31/12/2007 che si chiude con un disavanzo inferiore di 147 milioni di euro rispetto a quanto previsto in bilancio di previsione 2008 e nelle variazioni dei relativi capitoli d’entrata e di spesa. Con la proposta di legge vengono anche apportate al bilancio di previsione specifiche variazioni tabellari.
Tra gli altri interventi previsti, il sostegno alle politiche per le famiglie e per la tutela dei migranti, l’adeguamento del costo del trasporto pubblico locale. A questi si aggiungono una serie di interventi mirati in materia di politica per la casa, di obbligo formativo, di associazionismo tra comuni e di opere in favore dello sviluppo dei piccoli comuni. E ancora: interventi per il sostegno alla nuove residenze universitarie, e per il rafforzamento delle politiche sociali e dell’immigrazione.
PROMEMORIA 5 agosto 1944 Olocausto Gli insorti polacchi liberano un campo di lavoro tedesco a Varsavia,
04 agosto, 2008
PROMEMORIA 4 agosto 1974 Tragedia dell'Italicus
San Benedetto Val di Sambro (Italia): sulla linea ferroviaria Firenze - Bologna, in prossimità dell'uscita dalla lunga galleria appenninica, in località San Benedetto Val di Sambro, un ordigno ad alto potenziale, a base di "termite", esplode nella ritirata della vettura numero 5 del treno Italicus, affollato di gente che si sposta per le vacanze estive. I soccorsi, difficilissimi nel buio del tunnel, estraggono dalle lamiere del treno 12 morti e 44 feriti. Tale attentato, noto come tragedia dell'Italicus, è riconducibile alla strategia della tensione
La strage
Una bomba ad alto potenziale esplose alle 1:23 nella vettura 5 dell'espresso Roma-Monaco di Baviera via Brennero. Nell'attentato morirono 12 persone e altre 48 rimasero ferite.
La strage sarebbe potuta essere di dimensioni maggiori, si ipotizza con centinaia di morti, se l'ordigno fosse esploso all'interno della galleria di San Benedetto Val di Sambro.
Aldo Moro era su quel treno il 3 agosto, in quanto doveva raggiungere la famiglia a Bellamonte, ma poi viene raggiunto da alcuni funzionari che lo fecero scendere per firmare alcune carte al Ministero.[1]
L'attentato venne rivendicato dall'organizzazione Ordine Nero attraverso un volantino che dichiara:
« Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l'autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti. »
I colpevoli della strage non sono mai stati individuati, ma la Commissione Parlamentare sulla Loggia P2 in merito ha dichiarato:
« Tanto doverosamente premesso ed anticipando le conclusioni dell'analisi che ci si appresta a svolgere, si può affermare che gli accertamenti compiuti dai giudici bolognesi, così come sono stati base per una sentenza assolutoria per non sufficientemente provate responsabilità personali degli imputati, costituiscono altresì base quanto mai solida, quando vengano integrati con ulteriori elementi in possesso della Commissione, per affermare: che la strage dell'Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; che la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; che la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell'Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale. »
(Relazione di maggioranza della Commissione Parlamentare sulla Loggia P2)
Ciò non si troverebbe in contraddizione con la rivendicazione di Ordine Nero, in quanto diversi storici[2] e la stessa Commissione Parlamentare hanno attribuito forti legami tra la loggia e diverse organizzazioni di estrema destra.
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