07 agosto, 2008

PROMEMORIA 7 agosto 1931 Ad Arezzo si disputa la prima edizione dell'era moderna della Giostra del Saracino


Ad Arezzo si disputa la prima edizione dell'era moderna della Giostra del Saracino.
La Giostra del Saracino è una rievocazione storica che si tiene nella città di Arezzo. Vi partecipano i quattro quartieri in cui è suddivisa la città, ovvero: il Quartiere di Porta Crucifera (conosciuto anche come Colcitrone), il Quartiere di Porta del Foro (conosciuto anche come San Lorentino), il Quartiere di Porta Sant'Andrea e il Quartiere di Porta Santo Spirito (conosciuto anche come Quartiere della Colombina).

Le origini della Giostra


La Giostra è una rievocazione storica in costume di stampo medievale che si svolge ad Arezzo da secoli, presumibilmente dal XIII secolo.

Si tratta di un antico gioco cavalleresco che affonda le sue origini nel Medioevo e che consiste nel colpire un bersaglio, posto sullo scudo del Buratto (un automa girevole che impersona il "Re delle Indie"), con un colpo di lancia al termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal mazzafrusto, imbracciato dal Buratto stesso, il quale viene azionato da un meccanismo a molla.

In principio probabilmente questo cavalcare contro un fantoccio era un esercizio militare, che lentamente assunse i connotati di manifestazione nella quale si sfidavano i cavalieri durante particolari celebrazioni o semplicemente per dimostrare la propria abilità. Di torneamenti e giostre visti in terra di Arezzo parla espressamente Dante Alighieri, all'inizio del XXII canto dell'Inferno, in alcune celebri terzine:
« Io vidi già cavalier muover campo,

e cominciar stormo a far lor mostra,
e tal volta partir per loro scampo;

corridor vidi per la terra vostra,

o Aretini, e vidi gir gualdane,
fedir torneamenti e correr giostra;

quando con trombe, e quando con campane,

con tamburi e con cenni di castella,
e con cose nostrali e con istrane; »


(Dante Alighieri, La Divina Commedia - Inferno, Canto XXII, 1-9)

Di giuochi con le lance (hastiludia), svoltisi nella città di Arezzo per festeggiare il felice esito di una missione diplomatica in terra di Francia, si parla invece in due lettere indirizzate alla curia avignonese nel novembre 1331 dai Tarlati, signori di Arezzo.

Nel Rinascimento questi spettacoli diventarono una grande attrazione; abbiamo notizie certe di "giostre ad burattum" per tutto il XVI secolo, durante la venuta di famosi personaggi in città o per importanti ricorrenze, come la manifestazione del 1535 dedicata a San Donato. Anche nel Seicento furono molto diffuse le giostre e, da quella del 1677 in onore a San Niccolò, abbiamo il primo regolamento scritto con tanto di tabellone a punti. Della giostra del 1684 invece ci fa un ampio e dettagliato resoconto Federigo Nomi, anghiarese, al quale è stata dedicata l’edizione del Settembre 2005, nella ricorrenza del III centenario della morte. Un altro famoso torneo fu quello per le celebrazioni petrarchesche del 1904, che si svolse sul tondo del Prato (il parco antistante la Fortezza Medicea) e dove a esibirsi giunsero i Dragoni di casa Savoia.

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