31 maggio, 2012

Presentazione nuovo “Bando delle Idee per i piccoli Comuni della Provincia di Roma”

Presentazione nuovo “Bando delle Idee per i piccoli Comuni della Provincia di Roma” Domani, giovedì 31 maggio, alle ore 12.30, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti presenta il nuovo “Bando delle Idee per i piccoli Comuni della Provincia di Roma”, lo strumento messo a disposizione dalla Provincia di Roma e da Legambiente Lazio per la realizzazione di progetti di valorizzazione e promozione del territorio. L’evento si svolge nella Sala Giunta di Palazzo Valentini. Partecipano Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente e Cristiana Avenali, direttrice Legambiente Lazio.

PROMEMORIA 31 maggio 1962 A Voghera un treno merci proveniente da Milano non rispetta un semaforo rosso e piomba su un treno carico di passeggeri diretto in Liguria che sostava sul terzo binario. Fu il più grave disastro ferroviario italiano del dopoguerra: 63 le vittime

A Voghera un treno merci proveniente da Milano non rispetta un semaforo rosso e piomba su un treno carico di passeggeri diretto in Liguria che sostava sul terzo binario. Fu il più grave disastro ferroviario italiano del dopoguerra: 63 le vittime L'incidente ferroviario di Voghera è considerato uno tra gli incidenti più gravi della storia delle ferrovie italiane. È avvenuto sul terzo binario della stazione di Voghera, la notte del 31 maggio 1962. Vi persero la vita 64 persone e 58 rimasero ferite gravemente. Cronologia [modifica] Alle ore 2,35 del 31 maggio 1962, il treno merci numero 8151, proveniente da Milano, trainato da un locomotore del tipo E626, entrò nella stazione di Voghera con i segnali di protezione a «via impedita», e investì in coda il treno viaggiatori 1391 che, in sosta sul terzo binario, stava per essere licenziato in partenza verso Genova. Il locomotore del treno 8151 si incuneò nell'ultima carrozza del treno 1391, provocando la morte di 60 persone nonché il ferimento di 40, quattro delle quali successivamente morirono in ospedale. Tutte le vittime si trovavano nella ultima carrozza; si trattava in gran parte di villeggianti diretti in Riviera Ligure. Indagine sulle cause dell'incidente Dall'esame della zona tachimetrica del treno 8151 risultò che per tutto il percorso da Milano Rogoredo, salvo un breve rallentamento in corrispondenza di Pavia, il treno aveva tenuto una velocità tra i 70 e i 75 chilometri orari. La velocità non fu diminuita neppure in arrivo a Voghera, salvo che nei nove secondi precedenti l'urto, in cui essa scese bruscamente da 72 chilometri a circa 60. Questa velocità non era in alcun modo ammissibile, indipendentemente dalle indicazioni del segnale rosso, dato che il treno avrebbe dovuto fermarsi alla stazione per il cambio di trazione, essendo all'epoca il tratto di linea Milano-Voghera a trazione elettrica a corrente continua, e quello Voghera-Genova a corrente alternata, imponendo ciò il cambio del locomotore. L'inizio della frenatura del treno può collocarsi a circa 170 metri dalla coda del treno 1391; quindi, tenuto conto delle caratteristiche del freno e del tempo di entrata in azione del medesimo, si può ritenere che esso venne azionato in seguito alle segnalazioni di arresto fatte a mano da parte degli agenti della stazione dal posto di servizio lato Milano, come, del resto, è stato ammesso dallo stesso macchinista.

30 maggio, 2012

PROMEMORIA 30 maggio 1994 - Muore suicida a San Marco di Castellabate l'ex calciatore Agostino Di Bartolomei

Muore suicida a San Marco di Castellabate l'ex calciatore Agostino Di Bartolomei Morì suicida la mattina del 30 maggio 1994 a San Marco (frazione di Castellabate), dove viveva, sparandosi nel petto con la sua pistola Smith & Wesson calibro 38. Erano trascorsi dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni 1983-1984 persa dalla Roma contro il Liverpool. I motivi del suicidio (si parlò di alcuni investimenti andati male e di un prestito che gli era stato appena rifiutato) divennero abbastanza chiari quando fu trovato un biglietto in cui il calciatore spiegava il suo gesto, da ricollegarsi probabilmente alle porte chiuse che il calcio serrava di fronte a lui: «mi sento chiuso in un buco», scrisse. Il Comune di Castellabate gli ha intitolato una strada nella frazione di San Marco dove egli viveva.

29 maggio, 2012

VALENTINA MOVIE. Mostra a Palazzo Incontro

VALENTINA MOVIE. Mostra a Palazzo Incontro Per la prima volta a Roma una mostra dedicata a Valentina - il popolare personaggio di Guido Crepax - presso la prestigiosa sede di Palazzo Incontro, nel cuore della Capitale, in Via dei Prefetti 22. L’esposizione sarà inaugurata martedì 29 maggio, alle ore 19, dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. VALENTINA MOVIE è una mostra curata da Archivio Crepax e Vincenzo Mollica. Promossa dalla Provincia di Roma nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura ed organizzata da Civita, apre al pubblico dal 30 maggio al 30 settembre, a Palazzo Incontro. Nata nel 1965 dalla penna di Guido Crepax, Valentina, la donna più complessa e sensuale del fumetto italiano si presenta in un'esposizione "anarchica" ed emozionale, costituita da sale tematiche che avvolgono il pubblico in un'atmosfera sempre in bilico tra sogno e realtà. Sagome di Valentina a grandezza naturale guidano gli spettatori lungo il percorso, raccontando il mondo di Crepax e fornendo spunti dal ricco bagaglio culturale che caratterizza le storie della saga. Il tutto, amplificato da ambientazioni e spettacolarizzazioni di grandi dimensioni tratte dai disegni, animato da installazioni e contributi video e valorizzato da 120 tavole originali scelte tra le circa 2.600 che quest'autore ha dedicato a Valentina. La mostra è accompagnata dalla pubblicazione del libro “Valentina come Louise Brooks: il libro nascosto”, edito da Fandango Libri, a cura dell'Archivio Crepax e di Vincenzo Mollica.

28 maggio, 2012

PROMEMORIA 28 maggio 1980 – Milano, giovani terroristi delle BR assassinano Walter Tobagi, giornalista di punta del Corriere della Sera

Milano, giovani terroristi delle BR assassinano Walter Tobagi, giornalista di punta del Corriere della Sera Walter Tobagi (San Brizio di Spoleto, 18 marzo 1947 – Milano, 28 maggio 1980) è stato un giornalista e scrittore italiano, che venne assassinato in un attentato terroristico perpetrato dalla Brigata XXVIII marzo, gruppo terrorista di estrema sinistra. Tobagi venne ucciso alle 11 di mattina con cinque colpi di pistola da un "commando" di terroristi (Marco Barbone, Paolo Morandini, Mario Marano, Francesco Giordano, Daniele Laus e Manfredi De Stefano), buona parte dei quali figli di famiglie della borghesia milanese. Due membri del commando in particolare appartengono all'ambiente giornalistico: sono Marco Barbone, figlio di Donato Barbone, dirigente editoriale della casa editrice Sansoni (di proprietà del gruppo RCS), e Paolo Morandini, figlio del critico cinematografico del quotidiano Il Giorno Morando Morandini. A sparare furono Mario Marano e Marco Barbone. È quest'ultimo a dargli quello che nelle sue intenzioni sarebbe il colpo di grazia: quando Tobagi era ormai accasciato a terra, il terrorista gli si avvicinò e gli esplose un colpo dietro l'orecchio sinistro. In realtà, da come risulta dall'autopsia, il colpo mortale fu il secondo esploso dai due assassini, che colpendo il cuore causò la morte del giornalista. Il processo Nel giro di pochi mesi dall'omicidio, le indagini di Carabinieri e magistratura portarono all’identificazione degli assassini, ed in particolare a quella del leader della neonata Brigata XXVIII marzo, lo stesso Marco Barbone. Subito dopo il suo arresto, il 25 settembre del 1980, Barbone decise di collaborare con gli inquirenti; grazie alle sue rivelazioni l'intera Brigata XXVIII marzo fu smantellata e furono incarcerati più di un centinaio di sospetti terroristi di sinistra, con cui Barbone venne in contatto nel corso della sua breve ma intensa "carriera" terroristica. Le 102 udienze di quello che fu un maxi-processo all'area sovversiva di sinistra iniziarono il 1 marzo 1983 e terminarono 28 novembre dello stesso anno. La sentenza ha suscitò molte polemiche poiché il giudice Cusumano, interpretando la legge sui pentiti in modo difforme rispetto al Tribunale di Roma (dove furono comminate comunque pene a oltre vent'anni di carcere ai terroristi pentiti delle Unità comuniste combattenti), concesse a Marco Barbone, Mario Ferrandi, Umberto Mazzola, Paolo Morandini, Pio Pugliese e Rocco Ricciardi «il beneficio della libertà provvisoria ordinandone l'immediata scarcerazione se non detenuti per altra causa» [7], mentre agli altri membri della XXVIII marzo, De Stefano, Giordano e Laus, furono inflitti trent'anni di carcere[6]. Le indagini non hanno chiarito il ruolo svolto dalla fidanzata di Marco Barbone, Caterina Rosenzweig, appartenente ad una ricca famiglia milanese. Nel 1978, cioè ben due anni prima dell'omicidio, Caterina Rosenzweig aveva lungamente pedinato Tobagi, che era anche suo docente di storia moderna all'Università Statale di Milano. Anche se nel settembre 1980 viene arrestata insieme con gli altri, Caterina verrà assolta per insufficienza di prove, nonostante nel corso del processo venga accertato che il gruppo di terroristi si riuniva a casa sua in via Solferino, a poca distanza dagli uffici dove lavorava Tobagi. Dopo il processo si trasferirà in Brasile, dove si perdono le sue tracce. Discussa fu la scelta da parte della magistratura di imbastire un processo con oltre 150 imputati e relativo non soltanto all'assassinio Tobagi ma a tutta l'area della sovversione di sinistra. Ciò, a detta di Ugo Finetti, segretario provinciale del PSI, ha fatto apparire il dibattimento come "un processo che sulla carta dovrebbe andare in scena perché si parli poco e male della vittima e con gli assassini più che altro messi sul banco non degli imputati, bensì degli accusatori, perché la sceneggiatura prevede che il centro dell'attenzione processuale riguardi altri fatti e altre persone". Fu infatti scelto come referente privilegiato Marco Barbone, il quale, pentitosi subito dopo l'arresto, cominciò a fornire una notevole mole d'informazioni sugli ambienti della "lotta armata". Tale scelta appare irrituale se si considera che il generale Carlo Alberto dalla Chiesa in un'intervista a Panorama rilasciata il 22 settembre 1980 (tre giorni prima dell'arresto del terrorista), fa cenno all'assassinio di Tobagi e alla Brigata XXVIII marzo e parla di aver «[...] usato la stessa tecnica adottata a Torino nel '74-75 per la cattura di Renato Curcio: massima riservatezza, conoscenza anche culturale dell'avversario, infiltrazione». Ossia, le forze dell'ordine e la magistratura potevano già disporre di una serie d'informazioni relative al gruppo terroristico e al delitto. Nonostante ciò, come già detto, durante il dibattimento ci si basò sulle dichiarazioni di Barbone, il quale quando questi fu arrestato i capi d'accusa furono: appartenenza alle Fcc, a Guerriglia rossa e aver partecipato alla rapina ai Vigili urbani di via Colletta e non come sospetto per l'omicidio. Nella stessa intervista il generale afferma che vi sono sostenitori della Brigata XVIII marzo tra i giornalisti. Altra stranezza è la insolita uniformità di punti di vista tra pm e difesa di Barbone e la, altrettanto insolita, contrapposizione tra accusa e parte civile, la quale si è vista rifiutare ogni istanza tesa a chiarire le dinamiche del delitto e le circostanze che hanno portato Marco Barbone a pentirsi. Nel documento di rivendicazione del delitto i terroristi sembrano essere a conoscenza dei fenomeni legati al mondo della carta stampata e a particolari relativi alla vita professionale di Walter Tobagi. Del giornalista scrissero «preso il volo dal Comitato di redazione CORSERA dal '74, si è subito posto come dirigente capace di ricomporre le grosse contraddizioni politiche esistenti fra le varie correnti», ma Gianluigi Da Rold si chiede: «Come fanno a sapere che Walter Tobagi fece parte del comitato di redazione del CORSERA (termine usato solo all'interno di via Solferino) quale rappresentante sindacale del «Corriere d'informazione» anche se per poco tempo [due mesi,ndr], nel 1974?». Il comitato di redazione del CORSERA non è da confondere con l'omologo del Corriere della sera, in esso si riunivano i rappresentanti delle redazioni di tutti i quotidiani e periodici allora collegati alla testata milanese. Nel testo, quindi, si cita un fatto molto particolare, ma Barbone, durante il dibattimento, afferma di essersi confuso: riprendendo un articolo di Ikon, ci si sarebbe sbagliati e scritto 1974 anziché 1977, l'anno in cui Tobagi entrò effettivamente a far parte del comitato di redazione del quotidiano. Ma, come detto, il cdr del Corriere della sera è cosa diversa da quello del CORSERA e appare strano che, laddove l'autore (o autori, stando alla versione fornita da Barone) del testo appare consapevole della differenza, nella sua dichiarazione al processo dimostra di non avercela ben presente, affermando di essersi semplicemente confuso sulla data di ingresso di Tobagi nel cdr del «Corriere della sera». Altra incongruenza nelle dichiarazioni di Barbone è quella relativa al suo pedinamento del giornalista la notte del 27 maggio, il giorno prima del delitto. Nel mese di maggio del 1980, la vittima si assentò spesso da Milano per seguire la campagna elettorale per le amministrative, e tornava solo la domenica. Il 27, un mercoledì, eccezionalmente era presente al "Circolo della stampa" di Milano (dove fu oggetto, come riferiscono i testimoni, di attacchi verbali). Il terrorista, successivamente, affermò di aver girato con l'auto attorno alla sede dell'associazione «per rintracciare eventualmente quella del Tobagi e avere conferma che ci fosse, ma senza averla vista, me ne andai subito. La mattina successiva, quindi, agimmo». Se la presenza dell'auto presso il circolo era un fatto secondario rispetto alla messa in pratica del disegno criminoso, allora perché Barbone decise di pedinare Tobagi e soprattutto, come seppe della sua presenza a Milano?

27 maggio, 2012

PROMEMORIA 27 maggio 1993 – Attentato dinamitardo di origine mafiosa in via dei Georgofili a Firenze

Attentato dinamitardo di origine mafiosa in via dei Georgofili a Firenze In via dei Georgofili a Firenze, un attentato dinamitardo di origine mafiosa provoca la morte di cinque persone. Una Fiat Fiorino imbottita di esplosivo viene fatta esplodere nei pressi della torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili. Anche gli Uffizi subiscono dei danni. L’attentato viene fatto risalire alla reazione dal parte del clan dei corleonesi di Totò Riina all’applicazione dell’articolo 41 bis che prevede carcere duro e isolamento per i mafiosi. La sede dei Georgofili sarà ricostruita nel 1996.

26 maggio, 2012

PROMEMORIA 26 maggio 1986 – La Comunità Europea adotta la Bandiera Europea

La Comunità Europea adotta la Bandiera Europea La bandiera dell'Europa raffigura dodici stelle dorate disposte in cerchio su campo blu. Anche se la bandiera viene comunemente associata all'Unione europea venne inizialmente adottata dal Consiglio d'Europa ed è pensata per rappresentare l'intera Europa geografica e non una particolare organizzazione come la stessa Unione europea o il Consiglio d'Europa. La bandiera venne formalmente adottata dall'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, approvando la formale proposta dell'araldo capo irlandese Gerard Slevin, il 25 ottobre 1955 e dal Comitato dei Ministri a Parigi l'8 dicembre dello stesso anno. I capi di Stato e di governo della Comunità europea nel giugno 1985 a Milano decisero, col beneplacito del Consiglio d'Europa, che la bandiera europea fosse emblema ufficiale anche della CE. Infine l'Unione europea, istituita con il Trattato di Maastricht nel 1992 dai medesimi membri della Comunità europea, adottò contestualmente anch'essa la bandiera europea con le dodici stelle dorate su campo blu. Da allora la bandiera rappresenta congiuntamente sia il Consiglio d'Europa, che l'Unione Europea.

25 maggio, 2012

La Challah di Valentina

La Challah di Valentina
La challah è il tipico pane dello shabbat, cioè il venerdì sera, che è un momento della settimana molto speciale per gli ebrei. All’inizio di shabbat, subito dopo il tramonto del sole, gli ebrei recitano una preghiera, ilkiddush, in cui si rende grazie a Dio di aver creato il mondo e di essersi riposato nel settimo giorno; durante il kiddush si benedicono il vino e il pane, la challà appunto. La challah è un pane molto simile al pain brioche, ma è un po’ meno dolce e più compatto. Per fare due grandi trecce di pane (challot) servono: • 1 kg di farina (tutta manitoba o 1/2 manitoba e 1/2 farina 00) • 50 g di lievito di birra o 2 bustine di lievito secco per pane • 500 ml di acqua • 80 ml di olio extravergine d’oliva • 2 uova grandi (volendo anche 1 sola) • 5 cucchiai abbondanti di zucchero • 1 cucchiaino di sale • poco tuorlo d’uovo • semi di sesamo o semi di papavero, se piacciono Sciogliete in una ciotola capiente il lievito con l’acqua tiepida (non calda!) e quando è ben sciolto aggiungete a poco a poco la farina. Mettendo poca farina per volta, versate anche le uova, l’olio, il sale e lo zucchero. Mescolate bene e impastate con forza per almeno un quarto d’ora: inutile dire che chi ha l’impastatrice, tipo il Kitchen Aid, in questi casi è molto avvantaggiato. Quando l’impasto è uniforme e soprattutto non si attacca più alle mani (qualora succedesse, aggiungete un po’ di farina), formate una palla, copritela e lasciatela lievitare per 1 ora. Trascorsa l’ora, dividete l’impasto in 6 parti per ottenere due challot a treccia, oppure in 10 parti per intrecci più complessi: la treccia semplice di tre rotoli è facilmente realizzabile e di sicuro effetto, mentre per le trecce complicate rimando all’efficacissimo tutorial di Belinda su YouTube, 5 strands challah bread. Tirate le sei parti di impasto in sei rotoli, come dicevo, intrecciando i quali dobbiamo ottenere due trecce lunghe circa 30 cm. Le trecce devono riposare coperte finchè non raddoppiano di misura, cioè per almeno 1 ora. A lievitazione ultimata, spennellate le challot con tuorlo diluito in un po’ d’acqua, si cospargono di semi di sesamo (sempre che non si sia nevrotici come la sottoscritta, che non li sopporta: in tal caso provate il papavero) e si infornano le trecce a 200°. Il tempo di cottura dipende dal forno (circa 25 minuti, di solito), ma si nota subito se la challah è cotta: essa acquista in superficie un bel colore, tra il marrone e il dorato, sprigionando un profumino che richiamerebbe anche la più sbadata delle cuoche… Tradizionalmente, la challah si copre durante il kiddush e la benedizione con un panno finemente ricamato; quando la benedizione finisce, il capofamiglia spezza una delle challot in piccole parti, vi sparge sopra un po’ di sale e ne offre ai commensali. Tuttavia, la challah è un pane adatto a ogni occasione, sia ai pasti che per colazione e merenda.

PROMEMORIA 25 maggio 1940 - seconda guerra mondiale: Inizia la Battaglia di Dunkerque.

Seconda guerra mondiale: Inizia la Battaglia di Dunkerque. La battaglia di Dunkerque si svolse tra il 26 maggio ed il 3 giugno 1940 nella prima fase della grande offensiva in Occidente sferrata dalle truppe tedesche della Wehrmacht a partire dal 10 maggio durante le prime fasi della seconda guerra mondiale. Dopo la cosiddetta strana guerra (drôle de guerre per i francesi, twilight war per gli inglesi, Sitzkrieg per i tedeschi), la campagna di Francia iniziò con la travolgente avanzata delle Panzer-Divisionen attraverso le Ardenne ed oltre la Mosa; dopo aver sbaragliato le deboli formazioni francesi schierate in questo settore del fronte, le forze corazzate tedesche avanzarono rapidamente verso ovest raggiungendo già il 20 maggio le coste della Manica, tagliando fuori in Belgio e nel nord della Francia l'intero Gruppo d'armate n.1 Alleato, costituito dalle migliori armate francesi e dal Corpo di spedizione britannico. La disperata situazione delle forze alleate isolate a nord del cuneo tedesco, costrinse i comandi anglo-francesi, dopo alcuni fallimentari tentativi di contrattacco ad ordinare un ripiegamento verso le coste della Manica, dove le truppe alleate superstiti (oltre 400.000 soldati) vennero in gran parte miracolosamente evacuate via mare attraverso il porto di Dunkerque, perdendo tutto l'equipaggiamento e i materiali ma sfuggendo alla prigionia. La riuscita evacuazione fu indubbiamente una delusione per il comando tedesco, che mostrò in questa fase qualche incertezza tattico-operativa, e venne salutata in Gran Bretagna come una miracolosa vittoria morale, tuttavia dopo la perdita delle migliori forze francesi e britanniche (completamente disorganizzate dopo la ritirata e non più in grado di partecipare ai combattimenti) la situazione globale era ormai gravemente compromessa per gli Alleati, e la successiva seconda fase dell'offensiva tedesca a ovest (iniziata già il 5 giugno) condusse inevitabilmente alla vittoria totale del Terzo Reich ed alla caduta della Francia.

24 maggio, 2012

PROMEMORIA 24 maggio 1943 – Olocausto: Josef Mengele diventa capo ufficiale medico del campo di concentramento di Auschwitz

Olocausto: Josef Mengele diventa capo ufficiale medico del campo di concentramento di Auschwitz Josef Mengele (pronuncia tedesca: [ˈjoːzɛf ˈmɛŋɡələ] (Günzburg, 16 marzo 1911 – Bertioga, 7 febbraio 1979) è stato un medico nazista ed ufficiale delle SS tedesco. Laureato in antropologia all'Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera e in medicina alla Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte, è tristemente noto per i crudeli esperimenti medici e di eugenetica che svolse, usando come cavie umane i deportati, anche bambini, del campo di concentramento di Auschwitz. Per la sua attività svolta nel campo di concentramento era stato soprannominato "Angelo della morte" (in tedesco Todesengel): il nome ha una duplice connotazione; infatti era sia negativo per la mancanza di pietà umana e ogni sorta di rimorso, sia positivo, perché alcuni prigionieri, presi sotto l'ala di Mengele, di fatto scamparono a morte certa. La sua figura assunse triste notorietà, soprattutto nel dopoguerra, quale esempio di negazione dei principi stessi della medicina. Nel 1940, si arruolò come volontario nel servizio militare, dopo il quale servì la 5. SS-Panzer-Division "Wiking" nel fronte orientale. Nel 1942 fu ferito sul fronte russo e giudicato sanitariamente inadatto al combattimento; venne promosso al rango di "Capitano delle SS" per il salvataggio di due soldati tedeschi. Per questo ricevette anche delle croci di ferro. Il 30 maggio del 1943, all'età di 32 anni, iniziò a prestare servizio ad Auschwitz. Sopravvisse alla caduta del regime nazista e, sfuggito al processo di Norimberga, dopo un periodo di vita in incognito in Germania, si rifugiò in Sud America, spostandosi successivamente in diversi paesi tra cui Paraguay e Brasile. Il falso documento di identità che gli permise di emigrare gli fu rilasciato dal Comune di Termeno (Tramin in Alto Adige), comune noto per avere rilasciato diversi falsi documenti di identità a vari criminali nazisti (tra i quali Adolf Eichmann). Nonostante fosse ricercato come criminale di guerra nazista, sfuggì alla cattura per il resto della sua vita. Riguardo alla sua morte, molte persone nel corso degli anni hanno dichiarato di averlo ucciso, ma in realtà è deceduto per cause naturali.

23 maggio, 2012

PROMEMORIA 23 maggio 1945 – seconda guerra mondiale: Heinrich Himmler, il capo della Gestapo, si suicida mentre è sotto custodia degli Alleati

seconda guerra mondiale: Heinrich Himmler, il capo della Gestapo, si suicida mentre è sotto custodia degli Alleati Heinrich Luitpold Himmler (Monaco di Baviera, 7 ottobre 1900 – Luneburgo, 23 maggio 1945) Reichsführer delle Schutzstaffel dal 1929, comandante della polizia dal 1936 e delle forze di sicurezza del Terzo Reich (Reichssicherheitshauptamt o RSHA, Ufficio centrale della sicurezza del Reich) dal 1939; nel 1943 venne nominato ministro dell'Interno del Reich. Fu uno degli uomini più importanti della Germania nazista. Con le sorti della guerra ormai compromesse, Himmler si presentò l'ultima volta presso il Führerbunker di Hitler a Berlino, il 20 aprile 1945 in occasione del compleanno del Führer. Nelle stesse ore nella tenuta di Felix Kersten, medico e massaggiatore personale di Himmler, lo stava aspettando Norbert Masur, un inviato del Congresso mondiale ebraico. All'incontro, avvenuto il 21 aprile, Masur chiese che fossero immediatamente liberati tutti gli ebrei detenuti nelle località da cui fosse possibile raggiungere i confini con la Svizzera e con la Svezia; oltre alla consegna, senza resistenza, dei campi di concentramento alle truppe alleate e la liberazione di una lista di detenuti svedesi, francesi e norvegesi, oltre a mille donne ebree recluse a Ravensbrück. Himmler si dimostrò disposto a patteggiare: promise che gli ebrei olandesi rinchiusi a Theresienstadt e le mille donne ebree di Ravensbrück sarebbero stati liberati e che tutti i campi di concentramento sarebbero stati abbandonati, indenni, all'avvicinarsi delle truppe alleate. In realtà Himmler sapeva benissimo che in quegli stessi momenti erano in corso le "marce della morte" dai campi di Sachsenhausen, Dachau e Flossenbürg, e lui stesso aveva impartito ordini specifici perché nessun detenuto cadesse vivo nelle mani del nemico. Pochi giorni dopo, il 23 aprile, Himmler incontrò nella cantina del consolato svedese di Lubecca il conte Folke Bernadotte, proponendogli la resa tedesca sul fronte occidentale, ma non su quello orientale. Gli Alleati occidentali si guardarono bene dal prendere in considerazione la proposta di pace di Himmler; tuttavia l'offerta fatta venne divulgata attraverso la stampa e il 28 aprile Radio Londra annunciò: "Il Reichsführer delle SS sostiene che Hitler è morto e di esserne il successore". A Berlino Hitler, in preda ad un attacco d'ira incontenibile, lo sollevò da tutti i suoi incarichi politici e militari e ne ordinò anche l'arresto e la fucilazione, solo che questi non furono eseguiti per via della difficile situazione di stallo in cui si trovavano tutti i reparti dell'esercito del Terzo Reich. Tuttavia il 1º maggio Himmler si presentò ugualmente al nuovo Presidente del Reich, il Grandammiraglio Karl Dönitz, per tentare di avere un posto nel nuovo governo tedesco, ma nonostante ripetuti incontri, si risolse in un nulla di fatto. Himmler decise allora di nascondersi cercando di confondersi con i militari sbandati della Wehrmacht. Il 12 maggio Himmler e un piccolo drappello di uomini delle SS attraversarono l'Elba con l'obiettivo di raggiungere la Baviera; tra questi vi erano l'SS-Sturmbannführer Josef Kiermayer (sua guardia del corpo) l'SS-Standartenführer Rudolf Brandt (suo assistente personale), i due aiutanti maggiori l'SS-Obersturmbannführer Werner Grothmann e l'SS-Sturmbannführer Heinz Macher, oltre ad altri sette uomini delle SS e al professor Karl Gebhardt, medico di Ravensbrück. Il 22 maggio alla periferia del villaggio di Barnstedt, fra Bremervörde e Amburgo, il piccolo drappello e Himmler (che aveva assunto l'identità di Heinrich Hitzinger) vennero fermati da una pattuglia militare inglese e tradotti nel campo di prigionia 031, presso Bramstedt. Himmler, rivelando la propria identità, chiese allora di avere un colloquio con il capitano T. Sylvester, comandante del campo, nel vano tentativo di assicurarsi un trattamento privilegiato. Il giorno successivo, 23 maggio 1945, Himmler fu sottoposto ad un nuovo interrogatorio e ad un'ulteriore perquisizione per evitare che nascondesse del veleno: fu allora che spezzò la capsula di cianuro che aveva inserito in una fessura tra i denti. Gli inglesi gli somministrarono immediatamente un emetico e lo sottoposero ad una lavanda gastrica nel tentativo di salvargli la vita, ma dopo dieci minuti di agonia Himmler morì. Nei giorni successivi ufficiali statunitensi e sovietici ispezionarono la salma per accertarsi della vera identità. Il 26 maggio il cadavere fu interrato da alcuni soldati inglesi in qualche punto di un bosco nei pressi di Luneburgo.

22 maggio, 2012

"L'autobus di Rosa": parte il tour a Roma. Prima iniziativa per presentare 3ª edizione di "TU - La Tribù dei Lettori"

"L'autobus di Rosa": parte il tour a Roma. Prima iniziativa per presentare 3ª edizione di "TU - La Tribù dei Lettori" “L’autobus di Rosa” è una vera e propria biblioteca itinerante sul tema dei diritti, un bus ricco di storie che attraverserà la città di Roma dal 21 al 29 di maggio. il progetto speciale “L’autobus di Rosa”, realizzato in collaborazione con Amnesty International Italia e ispirato al libro di Fabrizio Silei - illustrato da Maurizio Quarello, edito da Orecchio Acerbo - trae il nome dalla storia di Rosa Parks, un’americana che fece storia nel 1955 quando, in anni molto difficili per la popolazione di colore in Alabama, rifiutò di cedere su un autobus il posto a un passeggero bianco. Si tratta della prima iniziativa per presentare la 3° edizione di “TU - La Tribù dei Lettori” (28 maggio - 2 giugno al MAXXI, Via Guido Reni 4a) realizzata da A.C. Playtown Roma in collaborazione con la Provincia di Roma, la Camera di Commercio e il Gioco del Lotto Lottomatica. Queste le tappe dell’Autobus di Rosa: • Lunedì 21, Settimo Circolo Montessori • Martedì 22, Scuola Primaria Principe di Piemonte • Martedì 23, Scuola Elementare “Renato Fucini” • Giovedì 24, Scuola Elementare “Valitutti” • Venerdì 25, Scuola Elementare “Manin” • Sabato 26, Piazzale Elsa Morante • Domenica 27, Auditorium Parco della Musuca • Martedì 29.5, Biblioteca Basaglia, che dedicherà una giornata al libro alla quale sarà presente anche lo scrittore Fabrizio Silei e l’illustratore A.C. Quarello. In tutte le “fermate” de “L’autobus di Rosa”, saranno presenti rappresentanti di Amnesty International Italia, accompagnati in alcune occasioni da testimonial dell’Associazione. Ad oggi hanno aderito: Blas Roca Rey, Roberto Citran, Lara Okwe, Paolo Orlandelli e Andrea Paolotti. “Dedicare l’apertura della terza edizione della Tribù dei Lettori a Rosa Parks e al lavoro di Amnesty International - dichiara il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti - non rappresenta solo un omaggio, ma un’opportunità per far conoscere a tanti studenti delle nostre scuole l’impegno e il coraggio che sta dietro il riconoscimento di quei diritti civili che oggi consideriamo patrimonio della nostra società. La Tribù dei Lettori conferma con il programma di quest’anno di essere una realtà culturale affermata e riconosciuta, una festa della lettura che coinvolge ogni anno migliaia di ragazzi, ma anche uno spazio di riflessione sulla storia e sui valori del nostro tempo.” “Tutti – afferma l’Assessore alle politiche culturali della Provincia di Roma Cecilia D’Elia – senza distinzione, possono salire sull’autobus di Rosa per partecipare ad una esperienza che unisce diritti civili e promozione della lettura e ci ricorda quanto la cultura sia ancora oggi alla base dello sviluppo sociale e democratico. Inoltre l’iniziativa vuole contribuire a rendere evidente quanto le piccole e medie case editrici siano protagoniste dei progetti culturali tra i più coraggiosi e innovativi” .

PROMEMORIA 22 maggio 1947 – Guerra Fredda: Nel tentativo di combattere la diffusione del comunismo, il Presidente Harry S. Truman converte in legge un decreto che verrà chiamato la Dottrina Truman. Il decreto garantì 400 milioni di dollari in aiuti militari ed economici a Turchia e Grecia

Guerra Fredda: Nel tentativo di combattere la diffusione del comunismo, il Presidente Harry S. Truman converte in legge un decreto che verrà chiamato la Dottrina Truman. Il decreto garantì 400 milioni di dollari in aiuti militari ed economici a Turchia e Grecia Per Dottrina Truman si intende la strategia politica ideata dall'allora presidente degli Stati Uniti d'America Harry S. Truman il 12 marzo 1947, in un discorso tenuto alle camere in seduta comune, prendendo spunto dai casi di Grecia e Turchia, che avevano lasciato intravedere la possibilità di una resa di fronte all'espansionismo sovietico. La dottrina si proponeva di contrastare le mire espansioniste dell'avversario comunista in Europa ed in Asia. È importante sottolineare come l'Unione Sovietica fosse chiaramente al centro dei pensieri di Truman, anche se nel suo discorso la nazione non venne mai direttamente menzionata. Storia Harry S. Truman, supportato dal senatore Arthur H. Vandenberg, promulgò la dottrina dopo un incontro con il Presidente Greco. Il presidente statunitense sosteneva che per la sicurezza interna gli Stati Uniti non potevano rimanere insensibili e indifferenti di fronte a casi in cui l’indipendenza e la sovranità di popoli liberi venisse messa in pericolo da tentativi di sovversione interna o da pressioni esterne. In tal caso gli Stati Uniti avrebbero supportato i popoli liberi a resistere ai tentativi di assoggettamento da parte di minoranze armate o da pressioni esterne. La dottrina trova esplicazione nella teoria del contenimento, di George F. Kennan secondo la quale ad ogni atto teso a destabilizzare l’ordine mondiale sarebbe stato opposto un atto uguale e contrario. La dottrina ebbe conseguenze anche in Europa. I governi dell'Europa occidentale con potenti movimenti comunisti come Italia e Francia vennero incoraggiati a tenere i gruppi comunisti fuori dal governo. Queste mosse furono compiute in risposta a quelle dell'Unione Sovietica che nell'Europa dell'Est aveva iniziato a rafforzare la sua sfera d' influenza sui governi locali.

21 maggio, 2012

PROMEMORIA 21 maggio 1972 – La Pietà di Michelangelo viene danneggiata da un ingegnere ungherese con problemi di disordine mentale, di nome Laszlo Toth

La Pietà di Michelangelo viene danneggiata da un ingegnere ungherese con problemi di disordine mentale, di nome Laszlo Toth La Pietà di Michelangelo viene danneggiata da un ingegnere ungherese con problemi di disordine mentale, di nome Laszlo Toth La Pietà vaticana è una scultura marmorea (altezza 174 cm, larghezza 195 cm, profondità 69) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1497-1499 e conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano a Roma. Si tratta del primo, clamoroso, capolavoro dell'allora poco più che ventenne Michelangelo, considerata uno dei maggiori capolavori che l'arte occidentale abbia mai prodotto. È anche l'unica opera da lui firmata, sulla fascia a tracolla che regge il manto della Vergine: MICHEL.A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBAT. Il 21 maggio 1972, giorno di Pentecoste, un geologo australiano di origini ungheresi di 34 anni, Laszlo Toth – eludendo la sorveglianza – riuscì a colpire con un martello l'opera di Michelangelo per quindici volte in un tempo di pochi secondi, al grido di I Am Jesus Christ, risen from the dead! ("Io sono Gesù Cristo, risorto dalla morte!"), prima che fosse afferrato e reso inoffensivo. La Pietà subì dei danni molto seri, soprattutto sulla Vergine: i colpi di martello avevano staccato una cinquantina di frammenti, spaccando il braccio sinistro e frantumando il gomito, mentre sul volto il naso era stato quasi distrutto, come anche le palpebre. Il restauro venne avviato quasi subito, dopo una fase di studio, e fu effettuato riutilizzando per quanto possibile i frammenti originali, oltre che un impasto a base di colla e polvere di marmo. Fu effettuato nei vicini laboratori dei Musei Vaticani, sotto la responsabilità del direttore Deoclecio Redig de Campos e, grazie all'esistenza di numerosi calchi, fu possibile reintegrare l'opera fedelmente, senza rifacimenti arbitrari delle lacune. L'autore dello sfregio, riconosciuto infermo di mente, fu tenuto in un manicomio italiano per un anno e poi rimpatriato in Australia. Da allora la Pietà è protetta da una speciale parete di cristallo antiproiettile.

17 maggio, 2012

PROMEMORIA 17 maggio 2006 - Italia: Viene varato il Governo Prodi II, composto da 2 vicepremier, 24 ministri, 9 viceministri e 68 sottosegretari

Italia: Viene varato il Governo Prodi II, composto da 2 vicepremier, 24 ministri, 9 viceministri e 68 sottosegretari Il Governo Prodi II fu il cinquantanovesimo governo della Repubblica Italiana, l'unico della XV legislatura. Rimase in carica per un totale di 722 giorni, ovvero 1 anno, 11 mesi e 21 giorni, dal 17 maggio 2006 al 7 maggio 2008 (giorno di entrata in carica del successore, il Governo Berlusconi IV). Fu il primo governo repubblicano a vedere la partecipazione diretta del Partito della Rifondazione Comunista e del Partito dei Radicali italiani, divenendo così l'unico governo sostenuto dall'intera sinistra parlamentare (cosa che non accadeva più dal Governo De Gasperi III). Guidato da Romano Prodi e definito con le ultime nomine il 9 giugno 2006, contava al suo interno, oltre al Presidente del consiglio, 26 ministri, 10 viceministri e 66 sottosegretari, per un totale di 103 membri (contro i 24 ministri, 9 viceministri, 63 sottosegretari, oltre al Presidente del consiglio, per un totale di 97 membri, del governo Berlusconi III precedente). Per queste dimensioni superò il Governo Andreotti VII, che era composto da 100 membri. Tra i membri del governo c'erano sei donne, come già recentemente, nei Governi D'Alema I e II. Scelsero di non entrare personalmente nel Governo i Comunisti italiani, che preferirono contribuire a indicare personalità indipendenti e considerate di alto profilo, capaci di rappresentare in maniera più estesa la coalizione. Composizione del governo: L'Unione L'Ulivo Democratici di Sinistra (DS), 9 ministri 5 viceministri e 23 sottosegretari Democrazia è Libertà - La Margherita (DL), 7 ministri 3 viceministri e 18 sottosegretari Indipendenti dell'Ulivo, Presidente del Consiglio, 2 ministri e 4 sottosegretari Partito della Rifondazione Comunista (PRC), 1 ministro, 1 viceministro e 6 sottosegretari Rosa nel Pugno (RnP), 1 ministro, 1 viceministro e 3 sottosegretari Italia dei Valori (IdV), 1 ministro e 2 sottosegretari Federazione dei Verdi (FdV), 1 ministro e 2 sottosegretari Popolari UDEUR (UDEUR), 1 ministro e 1 sottosegretario Comunisti italiani (PdCI), 1 ministro e 2 sottosegretari "in quota" Indipendenti, 1 ministro e 2 sottosegretari. Partecipazione all'esecutivo senza rappresentanza in Consiglio dei ministri: L'Unione I Socialisti Italiani, 1 sottosegretario Lega per l'autonomia Alleanza Lombarda (LAL), 1 sottosegretario Democratici Cristiani Uniti (DCU), 1 sottosegretario. In Parlamento l'esecutivo godé dell'appoggio esterno di: L'Unione L'Ulivo Partito Democratico Meridionale (PDM) Italia di Mezzo (IdM) (dal 28 febbraio 2007) Movimento Repubblicani Europei (MRE) Consumatori Uniti (CU) Repubblicani Democratici (RD) Unione Democratica (UD) Südtiroler Volkspartei (SVP) Autonomie Liberté Démocratie (ALD) Associazioni Italiane in Sud America (AISA) Movimento Politico dei Cittadini (MPC) Sinistra Critica (SC) (fino al 6 dicembre 2007). Il 14 ottobre 2007 tutti i membri dei partiti aderenti a L'Ulivo, eccetto quelli segnalati, hanno aderito al Partito Democratico. Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 19 maggio 2006 con 165 voti favorevoli e 155 contrari. Ottenne la fiducia alla Camera dei Deputati il 23 maggio 2006 con 344 voti favorevoli e 268 contrari. Fu sfiduciato al Senato della Repubblica il 24 gennaio 2008 con 156 voti favorevoli, 161 contrari e 1 astenuto.

16 maggio, 2012

PROMEMORIA 16 maggio 1974 - A Milano viene arrestato Luciano Liggio, mafioso siciliano detto la Primula Rossa, per la seconda volta: non uscirà più di prigione

A Milano viene arrestato Luciano Liggio, mafioso siciliano detto la Primula Rossa, per la seconda volta: non uscirà più di prigione All'età di vent'anni, Luciano Leggio uccise un campiere che lavorava per il possidente Corrado Caruso e prese il suo posto. Venne affiliato alla cosca di Michele Navarra, capomafia di Corleone, da suo zio Leoluca Leggio, detto u zu' Luca. Nel 1948, chiamato ormai da tutti con il cognome di Liggio, si macchiò dell'omicidio del sindacalista Placido Rizzotto, ucciso su ordine di Michele Navarra. Negli anni cinquanta, insieme ai compari Totò Riina, Bernardo Provenzano e Calogero Bagarella, macellava clandestinamente la carne di bestiame rubato al feudo di Piano di Scala. Dopo alcune divergenze con Navarra, contrario ad allargare gli interessi mafiosi oltre al bestiame e alle tematiche agricole, subì un attentato organizzato dallo stesso Navarra, che però falli. L'assassinio di Navarra e la presa del potere La vendetta su Navarra non si fece attendere: Liggio lo fece assassinare e divenne capo del clan dei corleonesi. Il 14 maggio 1964 venne arrestato a Corleone dai militari dell'Arma al comando del tenente colonnello Ignazio Milillo (era nascosto nella casa di Leoluchina Sorisi, la fidanzata di Placido Rizzotto, il sindacalista che lo stesso Liggio aveva ucciso sedici anni prima). Durante l'arresto fu trovato con un catetere e confessò ai carabinieri che lo trovarono di essere affetto dal morbo di Pott. Venne successivamente assolto per insufficienza di prove nel processo di Catanzaro nel 1968 ed in quello di Bari nel 1969. Poco dopo Liggio guidò la sua famiglia all'assalto di Palermo dove, in aperto contrasto con le altre famiglie mafiose, conquistò i mercati illegali; infatti fece fortuna con l'abusivismo edilizio, grazie alla copertura istituzionale che gli assicurava il politico Vito Ciancimino. L'evasione e il nuovo arresto Il 19 novembre 1969 riuscì a fuggire da una clinica di Roma dove era ricoverato, mezz'ora prima dell'arrivo dei carabinieri che avevano un mandato di arresto per lui. Nel 1971, insieme a Riina, assassinò il procuratore Pietro Scaglione, che aveva tentato di far luce sulle sue attività. Dopo un lungo periodo di latitanza al nord, ed in particolare in Lombardia (dove si arricchì con i sequestri di persona, in società con Mico Tripodo, boss della 'Ndrangheta), venne arrestato una seconda volta dagli uomini della guardia di finanza del colonnello Giovanni Vissicchio il 16 maggio 1974 in una casa di via Ripamonti a Milano mentre era insieme alla sua ennesima compagna, Lucia Parenzan, e al figlio che era nato dalla loro relazione[3][2]. Venne processato dal giudice Cesare Terranova, e fu condannato all'ergastolo nel 1975 per l'assassinio del boss mafioso Michele Navarra. Finì sotto processo per l'omicidio di Pietro Scaglione e del giudice Cesare Terranova, ucciso nel 1979, secondo gli inquirenti su ordine dello stesso Liggio. Venne inoltre processato al maxiprocesso di Palermo del 1986-1987 e non tornò mai più in libertà, nonostante le richieste di essere spostato agli arresti domiciliari a causa delle sue condizioni fisiche. Morì di infarto, nel carcere di Badu 'e Carros a Nuoro, nel 1993. Venne sepolto a Corleone, dopo una cerimonia svolta senza coinvolgimento pubblico per divieto della questura.

15 maggio, 2012

“Un libro in cambio di un libro”

“Un libro in cambio di un libro” Da lunedì 14 maggio a mercoledì 23 maggio si svolgerà l’iniziativa “Un libro in cambio di un libro” con la quale la Provincia di Roma aderisce alla campagna nazionale Il Maggio dei Libri. Dal 14 al 23 maggio saranno allestiti tre appositi scaffali-edicole - uno presso il corridoio d’ingresso all’Aula del Consiglio Provinciale, uno presso Porta Futuro il Centro per l’orientamento, la formazione e il lavoro di Via Galvani 108, il terzo presso la sede della Provincia di Roma a Villa Pamphili – dalle quali ognuno potrà prendere un libro e lasciarne in cambio uno che ha amato particolarmente e desidera far leggere agli altri. L’iniziativa è rivolta a tutti i cittadini ma in particolare a tutto il personale, ai consiglieri e agli assessori della Provincia di Roma e si ispira all’idea del Bookcrossing che da diversi anni sta facendo viaggiare, da lettore a lettore, milioni di libri nel mondo. “E’ un gesto libero e liberatorio - dichiara l’Assessore alle politiche cultuali Cecilia D’Elia - un modo semplice per sottolineare l’importanza dei libri e della lettura nella nostra vita e nella vita degli altri. La campagna vuole sensibilizzare la società italiana sui temi della lettura ma è soprattutto ai singoli e ai privati che si rivolge. L’iniziativa è un modo per ribadire, soprattutto in tempo di crisi, che la promozione della lettura, in tutte le sue forme, è requisito essenziale per la libertà delle persone”

Educazione alimentare e prevenzione del diabete

Educazione alimentare e prevenzione del diabete Insegnare ai più giovani a nutrirsi in modo corretto nel tentativo di indurli a modificare le proprie abitudini a tavola e nel corso della giornata, all’insegna di uno stile di vita più sano, in grado di prevenire o allontanare definitivamente patologie diverse legate all’alimentazione, prima tra tutte quella del diabete. La Provincia di Roma, Assessorato alla Tutela dei Consumatori e Lotta all’Usura e il CLADiab, Coordinamento del Lazio delle persone con Diabete, hanno incontrato nei mesi scorsi più di 1000 studenti del biennio di alcuni istituti superiori tra Roma, Pomezia, Tivoli e Civitavecchia per parlare di educazione alimentare e prevenzione del diabete. La campagna informativa voluta dalla Provincia, dal titolo “Io mangio... educato” ha portato nelle aule personale qualificato, alimentaristi e dietisti che collaborano con il CLADiab, ha spiegato ai ragazzi che tipo di patologia rappresenti il diabete e come gestirla, sia dal punto di vista del paziente, sia dal punto di vista dei familiari e degli amici del paziente. Il progetto voluto dalla Provincia di Roma, da considerarsi “pilota” in quanto primo nel suo genere, è giunto oggi al suo atto conclusivo con il convegno dal titolo omonimo a cui hanno partecipato l’On. Giuseppe Fioroni, il Presidente del Cladiab, Ignazio Parisi, l’Assessore alla Tutela dei Consumatori della Provincia, Serena Visintin oltre agli studenti che hanno preso parte ai corsi. “Con questa campagna informativa – ha spiegato l’Assessore provinciale alla Tutela dei Consumatori e Lotta all’Usura, Serena Visintin – siamo entrati nelle scuole per offrire un importante strumento di conoscenza ai ragazzi, perché oggi sono oltre 6 milioni gli italiani che rischiano il diabete alimentare, una malattia cronica che costringe all’utilizzo dei farmaci. E’ importante che i giovani siano in grado di alimentarsi in modo sano, che facciano sport e che, attraverso uno stile di vita corretto, siano in grado di prevenire e allontanare diverse patologie”. “L’iniziativa della Provincia di Roma e CLADiab – ha dichiarato l’Onorevole Giuseppe Fioroni – è utile per il futuro dei nostri giovani Se si pensa che i due terzi delle patologie hanno a che fare con un regime alimentare scorretto si può comprendere la portata di questa campagna informativa”. Il diabete rappresenta oggi, purtroppo, una delle malattie croniche più rilevanti a livello mondiale anche per la rapida diffusione in essere e quella prevista nei prossimi 25 anni. Nel Lazio il numero dei casi di bambini affetti da tale patologia è in continuo e preoccupante aumento: i dati dell’incidenza dei casi di diabete di tipo 1 nel periodo 2004-2009, nella fascia di età fino a 14 anni, ci indica 15, 68 nuovi casi all'anno ogni 100mila, contro 7,9 e 8,8 rispettivamente dei periodi 1989-1993 e 1990-1999 con un picco massimo di incidenza osservato nella fascia d'età tra i 5 e i 9 anni.

La Provincia di Roma al Forum PA 2012

La Provincia di Roma al Forum PA 2012 La Provincia di Roma partecipa anche questo anno al Forum PA . La manifestazione, alla sua XXIII edizione, si svolge da mercoledì 16 a sabato 19 maggio presso la Nuova Fiera di Roma, in via Portuense n. 1555. L'ingresso alla Manifestazione è dalla Porta Nord. L’Amministrazione provinciale di Roma sarà presente al Forum con un proprio stand – 4A presso il Padiglione 7 – ed una ricca gamma di appuntamenti. Mercoledì 16 maggio alle ore 11 si terrà il workshop in cui si presenterà il nuovo “Centro Servizi per l’attività di tutela dei consumatori della Provincia di Roma”. Intervengono: Serena Visintin assessore provinciale alle Politiche del Personale alla tutela dei consumatori e lotta all’Usura; Antonio Calicchia, Direttore Generale della Provincia di Roma e Dirigente del Servizio “Tutela dei Consumatori e Lotta all’Usura”. Nel pomeriggio, alle ore 14.30, sarà la volta del workshop “Il risparmio ed il riuso dell’ acqua attraverso tecniche a basso impatto ambientale quali la fitodepurazione: le linee guida e la regolamentazione della Provincia di Roma”. L’appuntamento sarà introdotto e coordinato da Paola Camuccio, Dirigente del Servizio “Tutela delle acque, suolo e risorse idriche”, con la partecipazione di numerosi esperti del settore. Giovedì 17 maggio, alle ore 10.00, sempre presso lo stand della Provincia di Roma, sarà presentata l’iniziativa “Sportello Amico-Pagamenti veloci”, avviata su impulso dell’assessore al Bilancio e prevista da un Protocollo d’intesa siglato lo scorso novembre 2011 con Posteitaliane S.P.A. Intervengono: Antonio Rosati, Assessore alle Politiche finanziarie e di Bilancio; Marco Vincenzi, Assessore alle Politiche della Viabilità e dei Lavori Pubblici; Francesco Fresilli, Dirigente Servizio “Monitoraggio Investimenti” Dipartimento Risorse Finanziarie; Enrico Menegazzo, Responsabile Vendite Area Centro Grandi Imprese e PA Poste Italiane. Alle ore 13.00 si svolgerà il Workshop La Provincia di Roma per lo sviluppo sostenibile: un impegno riconosciuto. Sono stati invitati a partecipare i Comuni della provincia di Roma che hanno aderito al Patto dei Sindaci. Intervengono: Michele Civita, Assessore alle Politiche del Territorio e Tutela Ambientale; Claudio Vesselli, Direttore del Dipartimento IV “Servizi di Tutela Ambientale” e diversi esperti ed operatori del settore, tra cui Dario Esposito Coordinatore dell’Osservatorio Provinciale Rifiuti. Alle ore 14,30 si terrà il workshop “Urbanistica e mobilità sostenibile: le azioni della Provincia di Roma per la semplificazione e l’innovazione nella gestione del territorio”. Intervengono: Michele Civita, Assessore alle Politiche del Territorio e Tutela ambientale Manuela Manetti, Direttore Dip. VI “Governo del territorio, della mobilità e sicurezza stradale” Angelo Maria Mari, Dirigente Servizio 2 “Urbanistica” del Dipartimento VI Maria Luisa Salvatori, Dirigente Servizio 4 “Rete Ecologica Provinciale” del Dipartimento VI Enzo Proietti, Direttore Area Territorio Maurizio Russo, Funzionario Servizio 2 “Urbanistica” del Dipartimento VI Gabriele Tomaselli, Progettista. Venerdì 18 maggio, presso il nostro spazio, saranno presentati i risultati del Progetto Elistat nell’incontro “Il Progetto ELISTAT per il benchmarking delle “performance” nelle Province italiane” Coordina e introduce: Antonio Calicchia (Direttore Generale Provincia di Roma). Ad illustrare i risultati del progetto Elistat: Raffaele Gareri ( Direttore Area Innovazione e Territorio- Provincia di Brescia); Nicola Melideo (Esperto UPI). Ne discutono: Luciano Hinna (CIVIT); Valeria Spagnuolo (Direttrice Formez PA); Piero Antonelli (UPI); Antonio Naddeo (Capo Dipartimento della Funzione Pubblica). Alle ore 14,30 si terrà il Workshop dal titolo “Porta Futuro: hub europeo per il lavoro giovanile”. All’incontro – coordinato da Paola Bottaro Direttore del Dipartimento III "Servizi per la Formazione, il Lavoro e la promozione della Qualità della Vita" – parteciperanno Dirigenti dell’Amministrazione provinciale e Responsabili di Porta Futuro. FORUM PA 2012 si svolge sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica; con il patrocinio di Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, ANCI e Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome; in collaborazione con FORMEZ PA. Per ulteriori informazioni www.forumpa.it

PROMEMORIA 15 maggio 1988 – Invasione sovietica dell'Afghanistan: dopo più di otto anni di combattimenti, l'Armata Rossa inizia il ritiro dall'Afghanistan.

Invasione sovietica dell'Afghanistan: dopo più di otto anni di combattimenti, l'Armata Rossa inizia il ritiro dall'Afghanistan.

14 maggio, 2012

PROMEMORIA 14 maggio 1975 – Germania: viene fondata gepa, la principale centrale di importazione del commercio equo-solidale tedesca

Germania: viene fondata gepa, la principale centrale di importazione del commercio equo-solidale tedesca Con commercio equo e solidale o semplicemente commercio equo (fair trade in inglese) si intende quella forma di attività commerciale, nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, ma principalmente la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, politiche o sociali. È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di far crescere aziende economicamente sane nei paesi più sviluppati e di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso; in questo senso si contrappone alle pratiche di commercio basate sullo sfruttamento che si ritiene spesso applicate dalle aziende multinazionali che agiscono esclusivamente in ottica della massimizzazione del profitto. Il documento che costituisce una sorta di "manifesto" del commercio equo solidale italiano è la Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale.

13 maggio, 2012

PROMEMORIA 13 maggio 1968 - Parigi: manifestazione della Sinistra che raduna 800.000 persone. È l'inizio del Maggio francese

Parigi: manifestazione della Sinistra che raduna 800.000 persone. È l'inizio del Maggio francese Il termine Maggio francese o Maggio '68 designa in maniera globale l'insieme dei movimenti di rivolta verificatisi in Francia nel maggio-giugno 1968. Questi eventi costituiscono un periodo ed una cesura significativi nella storia contemporanea francese, caratterizzati da una vasta rivolta spontanea, di natura insieme sociale, politica e anche filosofica[1], indirizzata contro la società tradizionale, il capitalismo, l'imperialismo e, in prima battuta, contro il potere gollista allora dominante. Scatenati da una rivolta della gioventù studentesca di Parigi che si estese al mondo operaio e praticamente a tutte le categorie della popolazione sull'intero territorio nazionale, gli eventi del '68 restano il più importante movimento sociale della storia di Francia del XX secolo. Nel corso degli eventi si mischiarono un movimento studentesco e un movimento operaio, entrambi di eccezionale ampiezza. Al di là delle rivendicazioni materiali o salariali, e della rimessa in questione del regime gollista dominante dal 1958, si trattò di una contestazione multiforme di tutti i tipi di autorità. Una parte del movimento degli studenti delle scuole superiori e delle università rivendicò particolarmente la «liberalizzazione dei costumi», e al di là di questo contestò la «vecchia università», la società dei consumi, il capitalismo e la maggior parte delle istituzioni e dei valori tradizionali. Il maggio francese s'iscrive d'altra parte in un più vasto insieme di avvenimenti che attraversarono i movimenti operai e studenteschi di un gran numero di paesi, in un contesto di ebollizione sociale generale sorto da una parte e dall'altra della "Cortina di ferro" - dalla Germania all'Italia agli Stati Uniti, Giappone, Messico, Brasile, fino alla Cecoslovacchia della Primavera di Praga e alla Cina della Rivoluzione culturale. In Francia queste manifestazioni acquistano un tono particolare perché a importanti manifestazioni studentesche si aggiunse il 13 maggio 1968 il più importante sciopero generale della V Repubblica, che superò quello del giugno 1936. Il movimento paralizzò completamente il paese per diverse settimane, accompagnandosi ad una generale frenesia di discussioni, dibattiti, assemblee generali e riunioni informali, che si svolgevano ovunque - in strada, all'interno di organizzazioni, imprese, amministrazioni pubbliche, e poi nelle scuole superiori e nelle università, nei teatri, nei luoghi di aggregazione giovanili e nelle case della cultura. Si trattò di un'esplosione sociale, spesso confusa e complessa, a volte anche violenta, ma ancor più spesso ludica e festosa: il maggio '68 apparve come un momento di illusione rivoluzionaria lirica, di fede ardente e utopistica nella possibilità di una trasformazione radicale della vita e del mondo. Un riflesso di questo clima fu la proliferazione di graffiti e slogan fantasiosi: «Sous les pavés, la plage» (Sotto i sampietrini c'è la spiaggia), «Il est interdit d'interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni), «Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro), «La vie est ailleurs» (La vita è altrove), eccetera. Considerato a volte una "rivoluzione mancata", e malgrado l'ampio ricorso alla retorica e ai simboli delle precedenti rivoluzioni francesi - barricate, bandiere rosse e nere - nel maggio '68 non vi fu in realtà alcuna volontà di conquista illegale del potere né di slittamento verso la guerra civile.

12 maggio, 2012

PROMEMORIA 12 maggio 1974 - Italia: nel referendum per l'abrogazione della legge sul divorzio vincono i NO con il 59,3% (l'affluenza sfiora l'88%): la legge Fortuna-Baslini resta in vigore

Italia: nel referendum per l'abrogazione della legge sul divorzio vincono i NO con il 59,3% (l'affluenza sfiora l'88%): la legge Fortuna-Baslini resta in vigoreù Il Referendum abrogativo del 1974, meglio conosciuto come Referendum sul divorzio, si svolse nei giorni 12 e 13 maggio 1974, quando gli italiani furono chiamati a decidere se abrogare o meno la legge 1 dicembre 1970, n. 898 - "Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio" (la cosiddetta legge Fortuna-Baslini, dal nome dei due promotori Loris Fortuna e Antonio Baslini), con la quale era stato introdotto in Italia l'istituto del divorzio.

11 maggio, 2012

A Palazzo Valentini si conclude la manifestazione "La forza della Poesia"

A Palazzo Valentini si conclude la manifestazione "La forza della Poesia" Si conclude con una tappa romana a Palazzo Valentini la seconda edizione della manifestazione “La forza della Poesia”, quest’anno dedicata a Dante Alighieri. Lo scrittore Eraldo Affinati terrà oggi alle ore 18 una lezione dal titolo “Dante e i giovani. Altre riflessioni sui classici e la scuola”. Seguirà una maratona di letture dantesche condotta da attori, studiosi, insegnanti e studenti. La manifestazione “La forza della Poesia” per cinque giorni a Frascati ha visto riunito il gotha nazionale e internazionale degli studiosi danteschi, tutti intervenuti a titolo gratuito e ospitati dalla cittadinanza. Grandi protagonisti dell’iniziativa sono stati gli studenti delle scuole del territorio che hanno organizzato letture in piazza e conferenze al fianco dei ricercatori dell’università. “La Forza della Poesia” – dichiara l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia – è il frutto di buone pratiche civili e di un’idea di cultura come condivisione. Il progetto fa emergere una nuova generazione di studiose e studiosi che nonostante la loro precarietà danno un contributo fondamentale alla ricerca letteraria italiana”.

PROMEMORIA 11 maggio 1981 – Bob Marley muore di cancro all'età di 36 anni presso il Cedar of Lebanon Hospital di Miami

Bob Marley muore di cancro all'età di 36 anni presso il Cedar of Lebanon Hospital di Miami Robert Nesta Marley, detto Bob (Nine Mile, 6 febbraio 1945 – Miami, 11 maggio 1981), è stato un cantautore, chitarrista e attivista giamaicano. È generalmente identificato con il genere musicale reggae, che peraltro lo rese popolare fuori dalla Giamaica. In riconoscimento dei suoi meriti, un mese dopo la morte fu insignito del prestigioso Jamaican Order of Merit. In molte delle sue canzoni Marley denuncia l'emarginazione dei poveri da parte del potere. La sua attività ha inizio nel 1964, quando forma la band The Wailers; dopo il loro scioglimento, nel 1974, suona come Bob Marley and The Wailers. Nel 2008 è stato posizionato al 19º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone e tra le sue migliori "tracce vocali" ci sono I Shot the Sheriff, No Woman, No Cry e Redemption Song.

10 maggio, 2012

PROMEMORIA 10 maggio 1994 Nelson Mandela viene eletto presidente del Sudafrica

Nelson Mandela viene eletto presidente del Sudafrica Divenuto libero cittadino e Presidente dell'ANC (luglio 1991 - dicembre 1999) Mandela concorse contro De Klerk per la nuova carica di presidente del Sudafrica e vinse, diventando il primo capo di stato di colore. De Klerk fu nominato vice presidente. Come presidente, (maggio 1994 - giugno 1999), Mandela presiedette la transizione dal vecchio regime basato sull'apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale ed internazionale. Tale transizione fu portata avanti tramite l'istituzione, da parte dello stesso Mandela, di un tribunale speciale, la cosiddetta Commissione per la Verità e la Riconciliazione (Truth and Reconciliacion Commission, TRC). Alcuni esponenti radicali furono delusi dalle mancate conquiste sociali durante il periodo del suo governo, nonché dall'incapacità del governo di dare risposte efficaci al dilagare dell'HIV/AIDS nel Paese. Mandela stesso ammise, dopo il suo congedo, che forse aveva commesso qualche errore nel calcolare il possibile pericolo derivante dal diffondersi dell'AIDS. Mandela è stato anche criticato per la sua stretta amicizia con Fidel Castro e Mu'ammar Gheddafi, da lui chiamati "compagni in armi". Anche la decisione di impegnare le truppe sudafricane per opporsi al golpe del 1998 in Lesotho rimane una scelta controversa.

09 maggio, 2012

PROMEMORIA 9 maggio 1978 Roma - Viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro

Roma - Viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro Dopo una prigionia di 55 giorni nel covo di via Montalcini, il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, fu ritrovato il 9 maggio nel baule posteriore di un'automobile Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani, emblematicamente vicina sia[19] a Piazza del Gesù (dov'era la sede nazionale della Democrazia Cristiana), sia a via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano). Fu sepolto nel comune di Torrita Tiberina, piccolo paese della provincia romana ove lo statista amava soggiornare. Aveva 61 anni. Papa Paolo VI officiò una solenne commemorazione funebre pubblica per la scomparsa di Aldo Moro, amico di sempre e alleato, a cui parteciparono le personalità politiche e trasmesso in televisione. Questa cerimonia funebre venne celebrata senza il corpo dello statista per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, ritenendo che lo stato italiano poco o nulla avesse fatto per salvare la vita di Moro, rifiutando il funerale di stato e scegliendo di svolgere le esequie dello statista in forma privata.

08 maggio, 2012

PROMEMORIA 8 maggio1982 - Gilles Villeneuve muore in seguito ad un tragico incidente avvenuto durante le qualifiche per il gran premio del Belgio di formula 1

Gilles Villeneuve muore in seguito ad un tragico incidente avvenuto durante le qualifiche per il gran premio del Belgio di formula 1 Joseph Gilles Henri Villeneuve, meglio conosciuto come Gilles (IPA: /ʒil vilnœv/; Saint-Jean-sur-Richelieu, 18 gennaio 1950 – Lovanio, 8 maggio 1982), è stato un pilota automobilistico canadese. Appassionatosi di automobili durante i primi anni di vita, diede inizio alla propria carriera sportiva partecipando a gare tra motoslitte nella nativa provincia del Québec. Successivamente passò alla guida delle monoposto, e nel 1976 vinse sia il Campionato di Formula Atlantic canadese che quello statunitense. Un anno più tardi la McLaren fece esordire Villeneuve in Formula 1 al Gran Premio di Gran Bretagna 1977; nel corso della medesima annata la Scuderia Ferrari, campione in carica dei costruttori, lo ingaggiò per le ultime due gare stagionali al Mosport Park (Canada) e al Circuito del Fuji (Giappone) in sostituzione di Niki Lauda. Nel periodo in cui corse per la scuderia di Maranello (1977-1982) fece registrare sei vittorie nei Gran Premi ed una vittoria nella Race of Champions del 1979 a Brands Hatch (gara non valida per il titolo) , oltre ad un secondo posto nella classifica del Mondiale 1979 alle spalle del compagno di squadra Jody Scheckter come miglior risultato. Morì in uno schianto a 225 km/h investendo la March di Jochen Mass durante le qualifiche per il Gran Premio del Belgio 1982 a bordo della Ferrari 126 C2. Villeneuve al momento del decesso era molto popolare tra gli appassionati per il suo stile di guida unico, altamente combattivo e spettacolare, e da allora è diventato un simbolo della storia di questo sport. Le sue vittorie e svariate altre prestazioni vengono considerate capolavori assoluti nella storia della Formula 1, anche perché spesso sono state ottenute al volante di monoposto non all'altezza di quelle della concorrenza. Suo figlio Jacques sarebbe diventato nel Campionato Mondiale di Formula 1 1997 il primo – e, a tutt'oggi, unico – canadese campione del mondo dei piloti di Formula 1.

07 maggio, 2012

PROMEMORIA 7 maggio 1999 Guerra del Kosovo: In Jugoslavia, durante l'Operazione Allied Force, tre diplomatici cinesi vengono uccisi e altri 20 feriti, quando un aereo della NATO bombarda per errore l'ambasciata cinese a Belgrado.

Guerra del Kosovo: In Jugoslavia, durante l'Operazione Allied Force, tre diplomatici cinesi vengono uccisi e altri 20 feriti, quando un aereo della NATO bombarda per errore l'ambasciata cinese a Belgrado. La guerra del Kosovo fu un conflitto armato riguardante lo status della provincia autonoma serba del Kosovo, allora compresa nella disciolta Repubblica Federale di Jugoslavia. Il Kosovo, popolato in maggioranza da cittadini di etnia albanese, era entrato in tensione con la Serbia e contribuì al disfacimento della federazione iugoslava, già avviato con la fuoriuscita prima della Slovenia, poi della Croazia ed infine della Bosnia-Erzegovina, nel quadro di nazionalismi contrapposti che ha segnato e segna le vicende balcaniche a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Con la morte di Tito e con il rinascere e crescere dei vari nazionalismi, l'insofferenza etnica verso la federazione aveva cominciato a sfumare, in alcune frange, dalle rivendicazione autonomiste a quelle indipendentiste. Già dopo la concessione dello status di autonomia alla provincia cossovara gli appartenenti all'etnia albanese dimostrarono all'inizio degli anni ottanta che con questa autonomia non si sarebbero accontentati. A quell'epoca l'unica repubblica dell'allora Jugoslavia ad aver concesso una forma di autonomia alle proprie minoranze era appunto la Serbia; di preciso si trattava della Vojvodina al nord e del Kosovo e Metochia al sud. Nonostante questo lo slogan Kosovo republika cominciò a farsi sentire sempre di più nelle manifestazioni di piazza a Pristina e in altre parti del Kosovo. Gli albanesi, infatti, chiedevano che il Kosovo diventasse la settima repubblica della Iugoslavia socialista e, quindi, che si distaccasse dalla Serbia. Così facendo il Kosovo avrebbe potuto fare come la Slovenia e la Croazia, cioè al momento opportuno dichiarare l'indipendenza senza dover fare i conti con Belgrado. Il conflitto precipitò alla fine degli anni ottanta: nel marzo del 1989 l'autonomia della provincia risalente alla costituzione della Repubblica jugoslava di Tito (che era una repubblica federativa con diritto di secessione unilaterale delle varie repubbliche federate ma non anche delle province autonome) venne revocata su pressione del governo serbo guidato da Slobodan Milošević. Fu, tra l'altro, revocato lo status paritario goduto dalla lingua albanese-cossovara (fino ad allora lingua co-ufficiale nel Kosovo accanto al serbo-croato), chiuse le scuole autonome, rimpiazzati funzionari amministrativi e insegnanti con serbi o persone fedeli (o ritenute tali) alla Serbia. Dal 1989 al 1995 la maggioranza della popolazione d'etnia albanese del Kosovo mise in atto una campagna di resistenza non violenta sotto la guida del partito LDK e del suo leader Ibrahim Rugova. Dopo la fine della guerra in Bosnia-Erzegovina, tra i kosovari (in maggioranza di religione musulmana) nacquero e si rafforzarono in breve tempo formazioni armate guidate da veterani di quella guerra con dichiarati intenti indipendentisti. La guerra del Kosovo si può dividere in due fasi distinte: 1. 1996 - 1999: furono i separatisti albanesi dell'UÇK (Ushtria Çlirimtare e Kosovës o KLA, Kosovo Liberation Army, "Esercito di liberazione del Kosovo") contro le postazioni militari e contro le entità statali. Successivamente ci fu una repressione sempre più dura da parte della polizia e, più tardi, da parte di forze paramilitari ispirate da estremisti serbi. 2. 1999: intervento NATO contro la Serbia. Per tutto il 1998, mentre la guerriglia sul terreno si espandeva e la repressione delle forze di sicurezza serbe si faceva via via più pesante e sanguinosa, la NATO adottò una politica di dissuasione e minaccia contro il governo della Repubblica federale iugoslava guidato da Slobodan Milošević. Esercitando forti pressioni, l'Alleanza atlantica ottenne l'avvio dei negoziati di Rambouillet, che si conclusero positivamente nonostante la resistenza dei rappresentanti dell'UÇK a firmare un documento nel quale era formalmente garantita l'autonomia del Kosovo, ma non la sua piena indipendenza. Tale resistenza fu superata grazie alle pressioni degli USA, che godevano di grande prestigio presso l'UÇK e la delegazione Cossovara grazie alla loro politica di sostegno. Alla ripresa di Parigi, di lì a pochi giorni dalla conclusione di Rambouillet - una sessione non politica che avrebbe dovuto occuparsi degli aspetti attuativi e organizzativi dell'accordo - la delegazione serba abbandonò sin dall'inizio la seduta rimettendo in discussione gli esiti politici di tutta la trattativa, dichiarando che non accettava più quella che considerava una indipendenza di fatto mascherata da autonomia. I serbi si sentirono presi in giro e provocati.

06 maggio, 2012

PROMEMORIA 6 maggio 1937 – Lo zeppelin tedesco LZ 129 Hindenburg, prende fuoco e viene distrutto nel giro di un minuto, mentre tentava di atterrare a Lakehurst (New Jersey), uccidendo oltre 30 persone.

Lo zeppelin tedesco LZ 129 Hindenburg, prende fuoco e viene distrutto nel giro di un minuto, mentre tentava di atterrare a Lakehurst (New Jersey), uccidendo oltre 30 persone. L'LZ 129 Hindenburg è stato il più grande oggetto volante mai costruito. Era uno zeppelin tedesco e portava il nome del Presidente della Germania, Paul von Hindenburg. Aveva una struttura innovativa, interamente in alluminio: 245 m di lunghezza (24 m in meno del Titanic) e 46,8 m di diametro, conteneva 211.890 m³ di gas divisi in 16 scomparti, con una spinta utile di 112 tonnellate, ed era spinto da quattro motori da 1200 CV (890 kW), che gli consentivano una velocità massima di 135 km/h. Poteva portare 72 passeggeri (50 nei voli transatlantici) ed aveva un equipaggio di 61 uomini. Per motivi aerodinamici, i passeggeri erano alloggiati all'interno del corpo del dirigibile, piuttosto che nelle gondole. Il rivestimento era in cotone, impregnato con ossido di ferro e acetato butirrato di cellulosa, miscelati con polvere d'alluminio. Costruito dalla Luftschiffbau Zeppelin GmbH nel 1935 al costo di 500.000£, fece il suo primo volo nel marzo del 1936 e completò una doppia traversata atlantica nel tempo record di 5 giorni, 19 ore e 51 minuti, nel luglio dello stesso anno. L'Hindenburg era stato pensato per essere riempito con elio, ma un embargo militare statunitense su questa sostanza, costrinse i tedeschi ad utilizzare l'altamente infiammabile idrogeno. Conoscendo i rischi che l'idrogeno comportava, gli ingegneri impiegarono diverse misure di sicurezza per evitare che l'idrogeno causasse incendi in caso di perdite, e realizzarono il rivestimento dell'aeronave in modo da prevenire le scintille elettriche che potessero causare il fuoco. Il 6 maggio 1937 alle 19:25 l'Hindenburg prende fuoco e viene completamente distrutto, nel giro di circa mezzo minuto, mentre cerca di attraccare al pilone di ormeggio della Stazione Aeronavale di Lakehurst nel New Jersey. Anche se il disastro è famoso, delle 97 persone a bordo, solo 35 morirono (13 passeggeri e 22 membri dell'equipaggio, mentre la trentaseiesima vittima fu un membro dell'equipaggio di terra). 16 membri dell'equipaggio[6] e 10 passeggeri[7] morirono nello schianto o nell'incendio (la maggior parte delle vittime morì carbonizzata, mentre alcune trovarono la morte saltando dal dirigibile ad altezza eccessiva, oppure in conseguenza dell'inalazione del fumo o della caduta di rottami)[8], mentre altri 6 membri dell'equipaggio[9], 3 passeggeri[10] ed un membro dell'equipaggio di terra[11] morirono nei giorni seguenti, principalmente a causa delle ustioni riportate[12]. Il disastro è ricordato a causa della sua straordinaria copertura da parte di cinegiornali, fotografi e della testimonianza radiotrasmessa dal campo d'atterraggio dell'annunciatore Herbert Morrison. Le parole di Morrison non vennero trasmesse se non il giorno dopo, ma rimasero celebri le parole pronunciate al momento dell'impatto: "Oh, the humanity!". Parti del suo racconto vennero in seguito sovrapposte alle sequenze del cinegiornale (dando la scorretta impressione, ad alcuni spettatori moderni abituati alla televisione dal vivo, che le parole e le immagini siano sempre state assieme). C'erano stati diversi incidenti con altre aeronavi (nessuna delle quali della ditta Zeppelin), prima dell'incendio dell'Hindenburg, principalmente a causa del cattivo tempo. Comunque, gli Zeppelin avevano accumulato un record impressionante in fatto di sicurezza. Ad esempio, il Graf Zeppelin aveva volato tranquillamente per più di un milione e mezzo di chilometri, comprendenti la prima circumnavigazione completa del globo. La Luftschiffbau Zeppelin era molto orgogliosa del fatto che nessun passeggero si fosse mai fatto un graffio sulle sue aeronavi. L'incidente dell'Hindenburg tuttavia cambiò tutto. La fiducia del pubblico nelle aeronavi venne mandata completamente in frantumi dalle spettacolari sequenze cinematografiche e dalle registrazioni sonore della scena. A causa del clamore sollevato da questa vicenda, i trasporti con gli Zeppelin giunsero al capolinea immediatamente. L'evento segnò la fine dell'epoca del trasporto passeggeri su gigantesche aeronavi rigide. Teorie sulle cause del disastro Questioni e controversie circondano l'incidente ancor oggi. Ci sono due punti principali di contesa: Come scoppiò l'incendio; Perché il fuoco si diffuse così rapidamente. All'epoca, il sabotaggio veniva spesso avanzato come causa dell'incendio, in particolare da Hugo Eckener, ex capo della Luftschiffbau Zeppelin e "grande vecchio" delle aeronavi tedesche. Gli Zeppelin erano largamente visti come simboli della Germania e del potere Nazista. Come tali, erano un bersaglio invitante per gli oppositori del regime. Comunque, nessuna prova evidente a supporto di questa teoria venne mai prodotta alle audizioni formali su questa questione. Anche se le prove non sono affatto conclusive, si può dare un certo sostegno alla teoria alternativa che l'incendio scoppiò a causa di una scintilla causata dall'accumulo di elettricità statica. I sostenitori della "scintilla statica" fanno il seguente ragionamento: L'involucro dell'aeronave non era costruito in modo da permettere alla sua carica di distribuirsi uniformemente, ed era separato dall'intelaiatura in alluminio da funi isolanti in ramiè, una fibra vegetale. Il dirigibile passò attraverso un fronte di aria umida. Il pilone di approdo era bagnato e quindi conduttivo. Quando l'aeronave si mosse attraverso l'aria umida, l'involucro si caricò. Quando il pilone bagnato si connesse alla struttura di alluminio lo mise a terra. La messa a terra della struttura provocò una scarica elettrica che andò dall'involucro all'intelaiatura in alluminio. I testimoni riportarono di aver visto un bagliore simile a un fuoco di Sant'Elmo. Il momento dell'esplosione La controversia sul rapido diffondersi delle fiamme cerca per lo più di capire se incolpare principalmente l'uso dell'idrogeno o la copertura infiammabile usata per la parte esterna del tessuto che costituiva l'involucro. I sostenitori della teoria del "tessuto infiammabile" asseriscono che la copertura estremamente infiammabile in ossido di ferro e acetato butirrato di cellulosa impregnato di alluminio può aver preso fuoco a causa della statica atmosferica, producendo una falla attraverso la quale l'idrogeno sarebbe fuoriuscito. Dopo il disastro gli ingegneri della compagnia degli Zeppelin determinarono che questo tipo di materiale, usato solo sull'Hindenburg, era più infiammabile di quello usato per l'involucro delle aeronavi precedenti. L'acetato butirrato di cellulosa è ovviamente infiammabile, ma l'ossido di ferro incrementa l'infiammabilità della polvere di alluminio. Infatti l'ossido di ferro e l'alluminio possono essere usati come componenti per il carburante solido dei razzi. L'idrogeno brucia senza fiamma (emettendo luce nello spettro ultravioletto) quindi le fiamme visibili (vedi foto a lato) non possono essere state causate da quest'ultimo. Inoltre, le riprese cinematografiche mostrano l'incendio che si propaga verso il basso. L'idrogeno, essendo meno denso dell'aria, brucia verso l'alto. Alcuni hanno speculato sul fatto che il governo tedesco diede la colpa all'idrogeno, allo scopo di mettere in cattiva luce l'embargo statunitense sull'elio, di cui gli Stati Uniti erano l'unico produttore. In aggiunta, l'idrogeno, normalmente inodore, sull'Hindenburg era "aromatizzato" con l'essenza di aglio, in modo da poter individuare eventuali perdite, e nessuno riportò alcun odore di aglio durante il volo, o durante la fase di atterraggio precedente al disastro. Gli oppositori alla teoria del "tessuto infiammabile" sostengono che questa è un'analisi sviluppata di recente allo scopo di deviare la preoccupazione dell'opinione pubblica sulla sicurezza dell'idrogeno. Secondo loro, la teoria del "tessuto infiammabile" non riesce a rendere conto di molti fatti importanti di questo caso. Negli ultimi anni è stata pubblicata un'altra teoria riguardo al disastro: l'Hindenburg viaggiava con diverse ore di ritardo e quando arrivò a destinazione il tempo atmosferico non era dei migliori; questi due fattori fecero si che il capitano ormai esausto ordinò un'improvvisa virata prima a destra poi a sinistra per permettere l'allineamento del dirigibile col vento e favorirne l'attracco, senza aspettare che le condizioni meteorologiche migliorassero. Queste due violente virate provocarono la rottura di uno dei tanti cavi elettrici che passavano all'interno dell'Hindenburg andando a frustare le cisterne dell'idrogeno permettendo la fuoriuscita del gas che a contatto con l'elettricità cominciò a bruciare senza fiamma (tipico dell'idrogeno). Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto pochi secondi prima dell'incendio una luce sulla parte posteriore del mezzo (idrogeno che cominciava a bruciare) e successivamente le fiamme causate dal contatto del gas con il rivestimento esterno del dirigibile. Coloro che formularono questa ipotesi andranno a scoprire poco dopo che l'Hindenburg non era stato progettato per effettuare virate strette e che si raccomandasse all'equipaggio di guida di effettuare manovre piuttosto ampie in fase d'attracco e di volo.

05 maggio, 2012

A Palazzo Valentini "L'Arte fa vibrare il cuore...Premio Giorgio Castelli"

A Palazzo Valentini "L'Arte fa vibrare il cuore...Premio Giorgio Castelli" Ventitrè artisti in mostra a Palazzo Valentini di Roma, sede della Provincia, in una mostra organizzata - in collaborazione con la Provincia di Roma e l'Associazione Culturale AIDAC -, dalla Fondazione Giorgio Castelli Onlus, che da sempre è impegnata nella diffusione della cultura dell'emergenza e del primo soccorso nell'arresto cardiaco. Il tema sul quale si esprimono i quadri in esposizione illustra quei valori dell'impegno e della solidarietà di cui la Fondazione Castelli vuole essere strumento di diffusione capillare sul territorio e nella coscienza di ciascuno. La mostra sarà inaugurata sabato 5 maggio 2012 alle ore 10.00 nella Sala Egon Von Fürstenberg a Palazzo Valentini, e si concluderà sabato 12 maggio con un simposio dal titolo Emozioni dal cuore, al termine del quale saranno proclamati i tre vincitori. Ogni artista esporrà tre opere di dimensioni diverse della sua produzione: ogni opera è in vendita, e sono in vendita anche le litografie tratte dalle opere stesse. Il ricavato della vendita delle litografie e una percentuale del ricavato delle opere servirà a finanziare le attività della Fondazione. Le opere esposte sono in concorso: nella giornata conclusiva saranno proclamati tre diversi vincitori, quello scelto dalla giuria tecnica, quello scelto dalla giuria popolare formata da tutti i visitatori della mostra – che al termine della visita potranno consegnare la loro scheda di votazione con l'opera prescelta -, quello scelto dalla Fondazione Castelli. Un defibrillatore semiautomatico verrà posizionato nella sala espositiva, a cardioprotezione di tutti i visitatori. La mostra rimarrà aperta dal 7 al 12 maggio 2012, lunedì-venerdì ore 10-19, sabato ore 10-13. Domenica chiuso. Ingresso libero. Info: Fondazione Giorgio Castelli onlus Via F. Paciotti 21 , 00176 Roma tel. 06.24301496 – fax 06.24402037 www.gc6.org info@gc6.org Posta certificata : castelli.v@postecert.it Premio Giorgio Castelli “ L'arte fa vibrare il cuore… “ Palazzo Valentini Sala Von Furstenberg Via IV Novembre, 119/a – Roma 5 – 12 maggio 2012

PROMEMORIA 5 maggio 1998 – La Campania, dopo giorni di piogge intense, è travolta da numerose frane tra le province di Avellino e Salerno: i comuni di Bracigliano, Siano, Sarno e Quindici i più colpiti, per un totale di oltre 160 morti

La Campania, dopo giorni di piogge intense, è travolta da numerose frane tra le province di Avellino e Salerno: i comuni di Bracigliano, Siano, Sarno e Quindici i più colpiti, per un totale di oltre 160 morti

04 maggio, 2012

Challah – Pane del Sabato

Challah – Pane del Sabato
La challah è il tipico pane dello shabbat, cioè il venerdì sera, che è un momento della settimana molto speciale per gli ebrei. All’inizio di shabbat, subito dopo il tramonto del sole, gli ebrei recitano una preghiera, il kiddush, in cui si rende grazie a Dio di aver creato il mondo e di essersi riposato nel settimo giorno; durante il kiddush si benedicono il vino e il pane, la challà appunto.

PROMEMORIA 4 maggio 1945 – Chiusura del campo di concentramento di Neuengamme, vicino ad Amburgo, da parte dell'esercito britannico.

Chiusura del campo di concentramento di Neuengamme, vicino ad Amburgo, da parte dell'esercito britannico. Il campo di concentramento (Konzentrationslager in tedesco, abbreviato in KZ) di Neuengamme fu organizzato il 13 dicembre 1938 e fu operativo fino al 4 maggio 1945, a sud-est di Amburgo sul fiume Elba, inizialmente come dipendenza del campo di Sachsenhausen poi trasformato nel 1940 in campo di lavoro indipendente (213 000 m3) con più di 90 campi esterni annessi [1]. I prigionieri erano destinati a produrre mattoni estraendo l'argilla da una cava che si trovava nel campo, e in seguito vennero impiegati nell'industria dell'armamento e della costruzione delle installazioni militari (Friesenwall). Fino al 1945, 106 000 persone dei Paesi occupati dalla Germania, di 28 nazionalità diverse, sono state deportate e internate in questo KZ in condizioni di vita e di lavoro inumane e ne sono morte circa 55 000. Ciò corrispondeva allo slogan di questo campo: «sfinimento per lavoro». Inoltre, i primi tentativi d'uccisione dei deportati con il gas Zyklon B sono stati compiuti nel campo di Neuengamme poi proseguiti nel KZ d'Auschwitz consacrato allo sterminio di massa. In questo campo di concentramento, imperversava il dottor delle SS Kurt Heißmeyer che effettuò degli esperimenti sui deportati con il bacillo della tubercolosi. Nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1945, qualche giorno prima della fine della guerra, nella cantina della scuola di Bullenhuser Damm, un fabbricato che serviva da campo esterno dall'ottobre 1944, 20 bimbi ebrei, di età inferiore ai dodici anni, con i loro infermieri e 24 deportati sovietici, furono impiccati. Con questa azione vollero camuffare questi esperimenti sugli esseri umani prima dell'arrivo delle truppe inglesi. L'11 aprile 1945, dopo la liberazione dei prigionieri del KZ Buchenwald ad opera dell'armata americana, le SS iniziarono il 18 aprile 1945 l'evacuazione del campo di Neuengamme per sfuggire alla resa e impedire il trasferimento dei deportati agli Alleati. Con questa Marcia della morte alla fine della guerra, migliaia di prigionieri completamente stremati sono stati uccisi dalle SS. L'insieme dei campi di lavoro esterni che dipendevano dal campo centrale di Neuengamme fu liberato dall'avanzata anglo-americana all'inizio di maggio del 1945, l'armata russa si trovava ancora a 10 km. Neuengamme è stato così l'ultimo campo di concentramento a essere liberato dal giogo nazista. L'armistizio fu firmato dai nazisti con i russi il 7 maggio 1945, e con le truppe alleate occidentali l'8 maggio 1945.

03 maggio, 2012

PROMEMORIA 3 maggio 1982 Guerra delle Falkland: Il cacciatorpediniere Type 42 HMS Sheffield viene colpito e affondato da un missile Exocet

Guerra delle Falkland: Il cacciatorpediniere Type 42 HMS Sheffield viene colpito e affondato da un missile Exocet La guerra delle Falkland (in inglese: Falklands War, in spagnolo: guerra de las Malvinas) fu un conflitto combattuto dal marzo al giugno 1982 tra l'Argentina ed il Regno Unito per il controllo ed il possesso delle isole Falkland (conosciute anche con il nome spagnolo di islas Malvinas e in italiano isole Malvine) e della Georgia del Sud e delle isole Sandwich meridionali. L'arcipelago delle Falkland comprende due isole maggiori e molte minori nell'oceano Atlantico meridionale ad est della costa meridionale Argentina e la sua sovranità è contesa. Alla vigilia della guerra l'Argentina si trovava nel pieno di una devastante crisi economica e di una contestazione civile su larga scala contro la Giunta militare che governava il Paese[1]. Il governo, guidato dal generale Leopoldo Galtieri, l'allora presidente, decise di giocare la carta del sentimento nazionalistico lanciando quella che considerava una guerra facile e veloce per reclamare le isole Malvine. La tensione col Regno Unito crebbe verso un punto di non ritorno a partire da quando, il 19 marzo, cinquanta argentini sbarcarono sulla dipendenza britannica della Georgia del Sud e piantarono la bandiera argentina, un atto che viene considerato la prima azione offensiva della guerra. Il 2 aprile Galtieri ordinò l'invasione delle Malvine. Nonostante fosse stato colto di sorpresa dall'attacco argentino sulle isole dell'Atlantico meridionale, il Regno Unito organizzò una task force navale per scacciare le forze argentine che avevano occupato gli arcipelaghi, e riconquistò le isole con un assalto anfibio. Dopo pesanti combattimenti, i britannici prevalsero e le isole rimasero sotto controllo del Regno Unito. A tutt'oggi l'Argentina reclama la sovranità sulle isole Falkland. Le conseguenze politiche della guerra furono profonde. In Argentina crebbero dissenso e proteste contro il governo militare, avviandolo verso la caduta definitiva, mentre un'ondata di patriottismo si diffuse per il Regno Unito, ridando forza[2] al governo del primo ministro Margaret Thatcher. Il vittorioso conflitto diede fiato alle ambizioni britanniche di potenza post imperiale[3] (dopo la grave delusione seguita alla decolonizzazione e alla sconfitta nel conflitto di Suez), dimostrando che il Regno Unito aveva ancora la capacità di proiettare con successo la propria potenza militare anche in una guerra ad enorme distanza dalla madrepatria.