30 maggio, 2009

Con RomaFictionFest il piccolo schermo si 'mette in mostra'


Con RomaFictionFest il piccolo schermo si 'mette in mostra'

Cinque giorni di spettacoli, circa 250 titoli in programma, 27 anteprime mondiali e tante novita' rispetto al 2008. E' la terza edizione del Roma FictionFest, l'evento dedicato all'audiovisivo, e in particolare al 'piccolo schermo', organizzato dalla neonata Fondazione Lazio per lo sviluppo dell'Audiovisivo e promosso dalla Regione Lazio.

L'evento, presentato oggi presso l'Auditorium della Conciliazione a Roma, si svolgerà dal 6 all'11 luglio nella Capitale, presso l'auditorium della Conciliazione, la multisala Adriano e la sala tesi della Lumsa. Il festival, anche quest'anno diretto da Steve Della Casa, avra' tre sezioni competitive: 'Concorso internazionale' (diviso in tv movie, miniserie, lunga serialita') e 'Concorso Internazionale Factual (per documentari e docufiction, entrambi in programmazione presso il multisala Adriano, e 'Concorso Fiction Italia Edita'.

Inoltre, vi saranno le anteprime nazionali e internazionali fuori concorso che si terranno all'Auditorium della Conciliazione. Madrina della manifestazione sarà quest'anno l'attrice Anna Valle. "Questo è un festival che si commenta da solo - ha detto il presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo - una grande vetrina per le migliaia di lavoratori del settore dell'audiovisivo del Lazio. La regione ha sempre sostenuto questo festival perché il settore dell'audiovisivo è uno dei più importanti della regione, insieme all'aerospazio e alla biotecnologie chimiche - ha aggiunto - e adesso, con le grida di allarme dei produttori, è ancora più importante farlo".

Marrazzo ha quindi rimarcato che il settore dell'audiovisivo necessita del sostegno delle istituzioni: ''Noi come regione - ha detto Marrazzo - abbiamo pubblicato un bando per le piccole e medie imprese del settore dell'audiovisivo e, nel caso, le domande dovessero esaurire queste risorse, siamo pronti a rifinanziarle. E poi abbiamo 6 milioni per la formazione nel comparto. Se la percentuale di investimenti dei produttori scende di due punti -ha rimarcato Marrazzo- abbiamo a disposizione altri 23 milioni di euro, per una 'manovra' totale da quasi 50 milioni di euro''. Il presidente della regione ha quindi annunciato che la manifestazione e la Festa del Cinema quest'anno avranno un 'traino' particolare: ''Si terra' a Roma il World Economic Forum sui media, un'occasione fondamentale per la regione e per il mercato dell'audiovisivo''. E, con un occhio al mercato internazionale, la grande novita' del festival sono i 'RomaTvScreening', una panoramica sulla migliore produzione italiana di fiction, andati in onda da settembre 2008 a maggio 2009, e che saranno visionati dai responsabili palinsesto dei principali network del mondo.

Soddisfatto il direttore artistico della rassegna, Steve Della Casa: "La nostra è una manifestazione che si rivolge al pubblico e ai professionisti. Quest'anno sono presenti tutti i network, a un evento che punta a promuovere il prodotto e a divertire il pubblico". E, per venire incontro agli spettatori disabili, la manifestazione quest'anno presenta una novità per la visione degli spettacoli: ''Quest'anno - spiega Della Casa - avremo un'intera sala, la 10 dell'Adriano, tutta dedicata alla visione per i non vedenti ed i non udenti, con tutte le tecnologie necessarie''. Ospite d'onore della serata d'apertura sarà Buzz Aldrin, l'astronauta della missione Apollo 11 entrato nella storia per aver compiuto la prima passeggiata sulla Luna il 20 luglio 1969. Infatti, in occasione del 40° anniversario dell'evento, RomaFictionFest presenta in anteprima mondiale il film per la Tv 'Moonshoot. The flight of Apollo 11'.

Un'organizzazione complessa, quella del RomaFictionFest, coordinata dalla Fondazione Lazio per lo sviluppo dell'Audiovisivo. ''Con l'istituzione della Fondazione - ha spiegato Francesco Gesuladi, presidente della Fondazione Lazio per lo sviluppo dell'Audiovisivo - abbiamo coronato un percorso iniziato quattro anni fa con la giunta Marrazzo, che ha subito dato grande importanza all'audiovisivo. Siamo felici che come primo grande atto della Fondazione ci sia questa terza edizione del RomaFictionFest". E come il settore dell'audiovisivo sia fondamentale per la regione lo ha ricordato Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente della Camera di commercio di Roma, che sostiene l'evento: ''Noi contiamo - ha detto - 2.237 imprese che operano nell'audiovisivo, con 48.000 occupati e oltre 7 miliardi di fatturato. E per questo - ha concluso - sosteniamo che questa non è un'iniziativa solo culturale, ma piuttosto 'concretissima'".

PROMEMORIA 30 maggio 1924 - Giacomo Matteotti denuncia in Parlamento le violenze dei Fascisti durante le elezioni di aprile


Giacomo Matteotti denuncia in Parlamento le violenze dei Fascisti durante le elezioni di aprile.
Nato da una famiglia benestante (proprietari terrieri) ma di modesta estrazione, Matteotti frequentò adolescente il Ginnasio di Rovigo, dove fu compagno di classe del suo futuro avversario politico cattolico Umberto Merlin.
Si laureò in giurisprudenza all'Università di Bologna nel 1907 ed entrò in contatto con i movimenti socialisti, dei quali divenne ben presto una figura di spicco. Durante la prima guerra mondiale si dimostrò un convinto sostenitore della neutralità italiana e questa sua posizione gli costò l'internamento in Sicilia. Nel 1918 nacque suo figlio Giancarlo, che seguì le orme del padre dedicandosi anche lui all'attività politica.
Matteotti fu eletto in Parlamento per la prima volta nel 1919, in rappresentanza della circoscrizione Ferrara-Rovigo. Fu rieletto nel 1921 e nel 1924.
Nel 1921 pubblicò una famosa "Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia", in cui si denunciavano, per la prima volta, le violenze degli squadristi fascisti durante la campagna elettorale delle elezioni del 1921.
Nell'ottobre del 1922 fu espulso dal Partito Socialista Italiano con la corrente riformista di Filippo Turati; Matteotti divenne dunque il segretario del nuovo Partito Socialista Unitario.
Nel 1924 venne pubblicato a Londra un suo libro: The fascisti exposed; a year of fascist domination in cui riportava meticolosamente gli atti di violenza fascista contro gli oppositori. Nella introduzione del libro esplicitamente confutava le affermazioni fasciste secondo le quali la violenza squadrista era stata usata allo scopo di riportare il paese ad una situazione di legalità e normalità col ripristino dell'autorità dello Stato, in quanto le stesse manifestazioni di violenza fascista contro gli oppositori proseguivano anche dopo un anno di governo fascista. Inoltre osservava che il miglioramento delle condizioni economiche e finanziarie del paese, che stava lentamente riprendendosi dalle devastazioni della guerra era dovuto non all'azione fascista, ma alle energie popolari, tuttavia a beneficiarne erano gli speculatori e i capitalisti, mentre il ceto medio e dei lavoratori non ne beneficiavano in proporzione al loro impegno ed avevano perduto la loro libertà.[1]
Per approfondire, vedi la voce s:Italia - 30 maggio 1924, Discorso alla Camera dei Deputati di denuncia di brogli elettorali.
Il 30 maggio 1924 Matteotti prese la parola alla camera per contestare i risultati delle elezioni tenutesi il precedente 6 aprile. Mentre dai banchi fascisti si levavano contestazioni e rumori che lo interrompevano più volte[2] Matteotti incalzava con un discorso che sarebbe rimasto famoso: «Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. L'elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni».
Matteotti continuò, denunciando una nuova serie di violenze, illegalità ed abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni. Al termine del discorso, dopo le congratulazioni dei suoi compagni, rispose loro, con una quasi profetica premonizione, dicendo: «Io il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me».
In un'altra occasione aveva pronunciato una frase che si sarebbe rivelata profetica:[3]
« Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai »
La proposta di Matteotti di far invalidare l'elezione almeno di un gruppo di deputati - secondo le sue accuse, illegittimamente eletti a causa delle violenze e dei brogli - venne respinta dalla Camera con 285 voti contro, 57 favorevoli e 42 astenuti.[4]
Il discorso di Matteotti è stato definito da Renzo De Felice "un discorso di doppia opposizione, contro il governo fascista, contro il fascismo tout court, ma anche e forse soprattutto, contro i collaborazionisti del proprio partito e della CGL".[5]

29 maggio, 2009

Protesta dei lavoratori di Eutelia s.p.a


Protesta dei lavoratori di Eutelia s.p.a
Caradonna e Medici: "piena solidarietà ai lavoratori"

Il Presidente del V Municipio Ivano Caradonna e l’Assessore al Lavoro Antonio Medici esprimono “ piena solidarietà allo lotta dei lavoratori di Eutelia
Spa, che ieri hanno pacificamente dimostrato lungo via Tiburtina ”.

“La comunicazione aziendale da parte di Eutelia di apertura della procedura per la cessione del settore It alla società Agile Srl, è gravissima e inaccettabile”. Questo il comunicato diffuso dai sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, e da quelli delle telecomunicazioni Fistel-Cisl, Slc-Cgil, Uilcom-Uil che denunciano "l’ennesimo atto di forza di un’Azienda che, pur in presenza di un confronto a livello istituzionale, decide di procedere come se nulla fosse.

Medici spiega che sono “a rischio circa 1900 posti di lavoro e questo, in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, è inammissibile. Il Governo – aggiunge l’assessore - si è apertamente schierato a favore della cessione da parte del Gruppo Eutelia del ramo d’azienda relativo al settore Information Technology, senza che l’operazione garantisca una solida base industriale per la salvaguardia dei livelli occupazionali ”.

Il Presidente e il vice Presidente si augurano “ che venga accolta la richiesta unitaria dei sindacati metalmeccanici di una immediata convocazione presso il ministero dello Sviluppo Economico dell’Unita' di crisi per dare risposte alle legittime preoccupazioni dei lavoratori.

Il Presidente Caradonna conclude, affermando che il “ V Municipio porrà in essere ogni iniziativa istituzionale di sua competenza per sostenere i lavoratori in questa battaglia ”.

"Per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino": premiati gli studenti vincitori del concorso


"Per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino": premiati gli studenti vincitori del concorso

“Nella lotta alla mafia non c'è nulla da appaltare a qualcuno, ai prefetti, alla magistratura, alle scorte, perché ognuno di noi ha un compito". Lo ha detto il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti agli studenti delle scuole vincitrici del concorso "Per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino", oggi nell'aula consiliare di Palazzo Valentini.

Presenti Maria Falcone, sorella del magistrato, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, il presidente del consiglio provinciale Giuseppina Maturani, l'assessore provinciale alla Scuola Paola Rita Stella e il presidente dell'Osservatorio della Legalità regionale Enzo Ciconte.

Obiettivo del concorso, come ricordato dalla presidente Maturani "alla sua prima edizione e nato da un'iniziativa consiliare proposta da Federico Iadicicco e votata da tutta l'assemblea", è quello di richiamare alla memoria i tragici avvenimenti della strage di Capaci e di via D'Amelio, nel 17° anniversario.

"Quel maledetto '92, - ha ricordato Maria Falcone - si potrebbe chiamare 'la notte della Repubblica'. Mai come allora ci sembrò di aver perduto tutto e soprattutto la battaglia per la democrazia". Poi il riferimento ad una frase che pronunciava spesso Giovanni Falcone: "Non basta la repressione, serve un capovolgimento culturale, senza il quale la mafia non sarà mai sconfitta".

"Dalla scuola e dai giovani - ha detto l’assessore Paola Rita Stella - deve venire il rinnovamento culturale che serve per sconfiggere la mafia". Mafia che secondo Ciconte "esiste anche a Roma e nel Lazio, come in tutte le regioni del centro nord".

Tra le 17 scuole premiate con un buoni libro, anche l'istituto Leon Battista Alberti che ha realizzato un contributo video, "Per non dimenticare", che Zingaretti ha annunciato sarà diffuso in tutte le scuole della Provincia di Roma "per dare un contributo alla lotta alla mafia, senza paura, omertà e senza rimozioni".

Zingaretti consegna il premio '4 giugno' ai vincitori


Zingaretti consegna il premio '4 giugno' ai vincitori

In occasione dell' anniversario della Liberazione di Roma (4 giugno 1944), la Provincia di Roma ha consegnato a tre studenti dell'ultimo anno delle scuole secondarie superiori di Roma e Provincia il "Premio 4 giugno", un' iniziativa alla sua prima edizione promossa dalla Giunta Zingaretti.

La cerimonia si è svolta all'Istituto Leonardo da Vinci (a via Cavour), alla presenza del presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, dell'assessore provinciale alle Politiche della scuola, Paola Rita Stella, e del delegato alla Memoria del Presidente, Umberto Gentiloni. Ospiti della giornata due testimoni degli eventi della seconda Guerra Mondiale: Mario Fiorentini, un partigiano che contribuì alla lotta di liberazione e Harry Shindler, in quegli anni in servizio nell' esercito britannico.

Di fronte ad una platea di studenti, Zingaretti ha voluto distinguere tra "storia e memoria", mettendo in guardia i giovani dal rischio "che i grandi eventi del nostro paese diventino solo monumenti".
"Rimuovere il contenuto dei fatti è inaccettabile - ha detto Zingaretti - soprattutto per eventi come la Liberazione di Roma, che per noi significa essere qui oggi e aver conquistato la libertà e la democrazia".

"La memoria condivisa - ha continuato - è il sintomo di un paese maturo, è un grande obiettivo che dobbiamo porci e soprattutto una sfida culturale che dobbiamo togliere da una battaglia ideologica e politica".

Sono undici gli istituti di Roma e Provincia che hanno aderito al progetto della Provincia, inserito all' interno del percorso della Memoria. Tre i vincitori premiati avendo presentato elaborati video, cartacei e multimediali legati alla campagna d'Italia e alla liberazione della capitale.
Prima classificata Serena Fabrizi, di un istituto di ragioneria di Velletri; seconda Francesca Massimiano, del liceo scientifico Vian di Bracciano; terzo classificato Flavio Sciacuatori, del Calamatta di Civitavecchia.

"Ai vincitori un contributo economico pari all'iscrizione del primo anno di università - ha spiegato Stella - per tutti gli altri un attestato di partecipazione. Il premio, alla sua prima edizione, sarà replicato il prossimo anno".

PROMEMORIA 29 maggio Strage dell'Heysel


Strage dell'Heysel: A Bruxelles, Belgio, 39 persone muoiono e centinaia rimangono ferite, durante scontri scoppiati nella finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.

La strage
La designazione dello stadio Heysel da parte dell'UEFA fu criticata da entrambi i club: la struttura era fatiscente, priva di adeguate uscite di sicurezza e di corridoi di soccorso. Il campo di gioco e le tribune erano mal curati, assi di legno erano sparse per terra, i muretti divisori erano vecchi e fragili e da essi si staccavano pezzi di calcinacci, le tribune di cemento vetuste e sgretolate. Lo scarico dei servizi igienici colava dai muri, contribuendo a renderli ancora più fragili.
Ai molti tifosi italiani, buona parte dei quali proveniva da club organizzati, fu assegnata la tribuna N, nella curva opposta a quella riservata ai tifosi inglesi; molti altri tifosi organizzatisi autonomamente, anche nell'acquisto dei biglietti, si trovavano invece nella tribuna Z, separata da due inadeguate reti metalliche dalla curva dei tifosi del Liverpool, a cui si unirono anche tifosi del Chelsea, noti per la loro violenza (si facevano chiamare headhunters, "cacciatori di teste").
Circa un'ora prima della partita, i tifosi inglesi cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate, cercando il take an end ("prendi la curva") e sfondando le reti divisorie: memori degli incidenti della finale di Roma di un anno prima, si aspettavano forse una reazione altrettanto violenta da parte dei tifosi juventini, reazione che non avrebbe mai potuto esserci, dato che, come si vede dalla mappa a fianco, la tifoseria organizzata bianconera era situata nella curva opposta. Gli inglesi sostennero di aver caricato a scopo intimidatorio, ma i semplici spettatori, juventini e non, impauriti, anche dal mancato intervento delle forze dell'ordine belghe, furono costretti ad arretrare ammassandosi contro il muro opposto alla curva dei sostenitori del Liverpool. Nella grande ressa che venne a crearsi alcuni, per evitare di rimanere schiacciati si lanciarono nel vuoto, altri cercarono di scavalcare ed entrare nel settore adiacente, altri si ferirono contro le recinzioni. Il muro crollò per il troppo peso, moltissime persone vennero travolte, schiacciate e calpestate nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Dall'altra parte dello stadio i tifosi juventini del settore N e tutti gli altri sportivi accorsi allo stadio sentirono le voci dello speaker e dei capitani delle due squadre che invitavano alla calma e in pochi si resero conto di quello che stava realmente accadendo. Mobilitato, un battaglione mobile della Polizia belga, di stanza ad un chilometro dallo stadio, giunse dopo più di mezz'ora per ristabilire l'ordine, trovando per il campo e gli spalti frange inferocite di tifoseria bianconera.
La diretta televisiva dell'incontro su Rai Due si apriva con il video volontariamente oscurato con il commento costernato del commentatore Bruno Pizzul che tentava di attribuire l'imprevisto a cause tecniche mentre nel frattempo il telegiornale della prima rete riportava le immagini degli incidenti e degli spettatori che cadevano a frotte nella scalinata, così che i telespettatori in attesa poterono apprendere della tragedia in atto. Pizzul manifestò tutto il suo disappunto per la decisione di disputare comunque l'incontro promettendo al pubblico di commentarlo "nel modo più asettico possibile".
Gli scampati alla tragedia si rivolsero ai giornalisti in tribuna stampa perché telefonassero in Italia, per rassicurare i familiari. I morti furono 39, dei quali 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese. Centinaia i feriti.
Si decise di giocare ugualmente la partita, poi vinta dalla Juventus; la decisione fu presa dalle forze dell'ordine belghe e dai dirigenti UEFA, per evitare ulteriori tensioni, con i giocatori al corrente di disordini di ordine pubblico molto inferiori alla situazione reale; si propose inoltre di disputarla pro-forma senza assegnazione di alcun titolo, idea che venne però respinta con fermezza da entrambe le società, cosa che rese quanto mai di cattivo gusto la premiazione e le foto sorridenti con la coppa da parte dei giocatori juventini, criticati oltremodo al loro rientro in italia da Candido Cannavò per la festosa discesa dalla scaletta dell'aereo esibendo la coppa come se nulla fosse, quando invece tutti erano perfettamente stati informati durante il rientro in Italia della reale portata della tragedia[senza fonte].
Alcuni giocatori della Juventus, tra cui il suo leader Michel Platini, autore della rete decisiva, furono molto criticati per essersi lasciati andare ad esultanze eccessive vista la gravità degli eventi. La mattina successiva, quando i fatti erano ormai noti, lo stesso Platini, intervistato dal giornalista RAI Franco Costa con un volto scuro, affermò che i giocatori erano ignari dell'accaduto e il fatto sportivo perdeva senso di fronte ad un tale drammatico sviluppo degli eventi[senza fonte]. Il sindaco di Torino espresse a mezzo stampa il suo biasimo verso i tifosi juventini per via dei festeggiamenti in strada a fine partita,per di più fuori luogo in quanto chi aveva seguito dall'Italia l'evolversi della tragedia conosceva bene la gravità dei fatti. In una intervista Zbigniew Boniek ha dichiarato che non voleva giocare quella partita e infatti non ha mai ritirato il premio partita per quella vittoria[1], mentre solo nel 2005 Marco Tardelli si è scusato per i festeggiamenti nel corso di un'intervista televisiva[2].

28 maggio, 2009

Sabato a Viterbo Nazionale cantanti contro Regione Lazio solidarietà


Sabato a Viterbo Nazionale cantanti contro Regione Lazio solidarietà

Dopo le conferme di Raul BOVA, Pupo, Luca BARBAROSSA, Enrico RUGGERI, Neri MARCORÈ, Paolo VALLESI, MOGOL, Sal DA VINCI, del presidente Piero MARRAZZO e del sindaco Giulio MARINI, arriva anche quella del vincitore di X Factor, Matteo BECUCCI.

Si preparano così a scendere sul campo dello Stadio "Rocchi" di Viterbo le formazioni di "Regione Lazio Solidarietà" e della Nazionale Italiana Cantanti che si sfideranno sabato 30 maggio alle 16.30 per "Viterbo con Amore". La partita a scopo benefico sarà l'occasione per aiutare due importanti realtà: l'Associazione giovani diabetici di Viterbo e la Fondazione Parco della mistica.

Impegnati sul campo, oltre a tanti nomi della musica italiana i rappresentanti della Regione Lazio guidati dal Presidente Marrazzo, insieme ad ospiti di eccezione da Viterbo e provincia come il sindaco di Viterbo Giulio Marini.

La Partita "Viterbo con Amore" è stata fortemente voluta e sostenuta da Regione Lazio con Provincia di Viterbo, Comune di Viterbo e Camera di Commercio di Viterbo. Con i fondi raccolti per verrà acquistato un retinografo e un ecografo portatile per i bambini diabetici, spesso sofferenti di problemi agli occhi, e si contribuirà alla nascita del Parco della Mistica primo campus della Legalità e della Solidarietà a Roma, che sorgerà in un'area di 33 ettari in zona Prenestina.

Questi i prezzi dei biglietti:
Tribuna € 8,00
Curva Nord € 5,00
Curva Sud € 5,00

Le prevendite:
Associazione Viterbo con Amore onlus, via Cavour 97 - VT
Associazione Giovani Diabetici, via Cardinal la Fontane 89 - VT
Associazione Semi di Pace onlus, Alberata Dante Alighieri, 29 Tarquinia (VT)
Planet Pet, c/o C: Commerciale "Le Petrare", via Diaz - VT

Infoline: 0761. 220168 oppure www.viterboconamore.it

PROMEMORIA 28 maggio 1974 Strage a brescia Piazza della Loggia


Italia - Brescia, alle ore 10.00 in Piazza della Loggia, durante un comizio antifascista, nascosto in un cestino della spazzatura, esplode un chilogrammo di tritolo causando la morte di 8 persone e il ferimento di altre 103. L'atto è riconducibile alla strategia della tensione.

Le indagini e l'odissea giudiziaria
La prima istruttoria della magistratura portò alla condanna nel 1979 di alcuni esponenti dell'estrema destra bresciana. Uno di essi, Ermanno Buzzi, in carcere in attesa d'appello, fu strangolato il 13 aprile 1981 da Pierluigi Concutelli e Mario Tuti. Nel giudizio di secondo grado, nel 1982, la condanne del giudizio di primo grado vennero commutate in assoluzioni, le quali a loro volta vennero confermate nel 1985 dalla Corte di Cassazione.
Un secondo filone di indagine, sorto nel 1984 a seguito delle rivelazioni di alcuni pentiti, mise sotto accusa altri rappresentanti della destra eversiva e si protrasse fino alla fine degli anni '80; gli imputati furono assolti in primo grado nel 1987, per insufficienza di prove, e prosciolti in appello nel 1989 con formula piena. La Cassazione, qualche mese dopo, confermerà l'esito processuale di secondo grado.
Nel corso dei vari procedimenti giudiziari relativi alla strage si è costantemente fatta largo l'ipotesi del coinvolgimento di rami dei servizi segreti e di apparati dello Stato nella vicenda.[1]
Una ricostruzione siffatta appare sostenuta da una lunga serie di inquietanti circostanze: su tutte, basti pensare in primo luogo all'ordine - proveniente da ambienti istituzionali rimasti finora oscuri - impartito meno di due ore dopo la strage affinché una squadra di pompieri ripulisse con le autopompe il luogo dell'esplosione, spazzando via indizi, reperti e tracce di esplosivo prima che alcun magistrato o perito potesse effettuare alcun sopralluogo o rilievo[2]; secondariamente, la misteriosa scomparsa dell'insieme di reperti prelevati in ospedale dai corpi dei feriti e dei cadaveri, anch'essi di fondamentale importanza ai fini dell'indagine; infine, va segnalata la recente perizia antropologica ordinata dalla Procura di Brescia su una fotografia di quel giorno che comproverebbe la presenza sul luogo della strage di Maurizio Tramonte, militante di Ordine Nuovo e collaboratore del SID.[3]
Gli oscuri intralci di provenienza istituzionale manifestatisi anche durante il secondo troncone d'indagine verranno definiti dal giudice istruttore Zorzi quale ulteriore "riprova, se mai ve ne fosse bisogno, dell'esistenza e costante operatività di una rete di protezione pronta a scattare in qualunque momento e in qualunque luogo".[1]
Una terza istruttoria è tuttora pendente presso la Procura di Brescia. Il 19 maggio 2005 la Corte di Cassazione ha confermato la richiesta di arresto per Delfo Zorzi (latitante da tempo in Giappone con il nome di Hagen Roy) per il coinvolgimento nella strage di Piazza della Loggia.
Il 15 maggio 2008 sono stati rinviati a giudizio i sei imputati principali: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Pino Rauti, Francesco Delfino, Giovanni Maifredi.[4] I rinviati a giudizio Zorzi, Maggi e Tramonte erano all'epoca militanti di spicco di Ordine Nuovo, gruppo neofascista fondato nel 1956 da Pino Rauti e più volte oggetto di indagini, pur senza successive risultanze processuali, in merito all'organizzazione ed al compimento di attentati e stragi. Ordine Nuovo fu sciolto nel 1973 per disposizione del ministro dell'Interno Paolo Emilio Taviani con l'accusa di ricostituzione del Partito Fascista.
Gli altri rinviati a giudizio sono l'ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, all'epoca responsabile - con il grado di capitano - del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Brescia, e Giovanni Maifredi, ai tempi collaboratore del ministro degli Interni Paolo Emilio Taviani. [5]
La prima udienza si è tenuta il 25 novembre 2008.

27 maggio, 2009

Marrazzo: siglati impegni culturali con Governo di Israele


Marrazzo: siglati impegni culturali con Governo di Israele

Professori delle scuole superiori del Lazio che vengono in Israele per imparare a spiegare la Shoah; scambi interculturali tra gli studenti di Roma e del Lazio e gli studenti israeliani. Infine il ''riconoscimento di Giusto per il ferroviere romano, Michele Bolgia, per avere aiutato gli ebrei a fuggire dai treni della morte'', al quale si sono ispirati gli studenti del liceo Avogadro di Roma, per la loro ricerca nell'ambito del progetto "Il percorso dei giusti".
Sono questi i tre impegni discussi oggi dal presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo con il ministro dell'Educazione israeliano Gideon Saar e il direttore dello Yad Vashem, Avner Shalev, nel corso della sua visita in Israele.
Marrazzo ha annunciato di voler organizzare un grande evento nel Lazio con il ministro dell'Educazione israeliano, in accordo con il ministro italiano dell'Istruzione, Mariastella Gelmini,
in occasione del quale firmare un protocollo quadro per i progetti di collaborazione tra il Lazio ed Israele per i prossimi anni.
Marazzo, che ha ribadito che spetta al Governo fare la politica estera ma sono i territori a poter contribuire allo sviluppo di altri territori che ''il mondo ha bisogno dei Giusti del ventunesimo secolo, in futuro ci confronteremo con il tema del diverso e la paura che porta a costruire politiche di chiusura e non di inclusione".

PROMEMORIA 27 maggio 1999 Il Tribunale Internazionale dei Crimini di Guerra dell'Aia, incrimina Slobodan Milošević


Il Tribunale Internazionale dei Crimini di Guerra dell'Aia, incrimina Slobodan Milošević e altre quattro persone per crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nel Kosovo.
Slobodan Milošević (ascolta pronuncia [?]) in cirillico Слободан Милошевић, pronuncia IPA [sloˈbodan miˈloʃevitɕ] (Požarevac, 20 agosto 1941 – L'Aia, 11 marzo 2006) è stato un politico serbo.
È stato presidente della Serbia e della Repubblica Federale di Jugoslavia come leader del Partito Socialista Serbo (SPS).
Accusato di crimini contro l'umanità per le operazioni di pulizia etnica dell'esercito jugoslavo contro i musulmani in Croazia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo, contro di lui era stata mossa anche l'accusa di aver disposto l'assassinio di Ivan Stambolić, suo mentore negli anni ottanta e suo possibile avversario nelle elezioni presidenziali del 2000.

26 maggio, 2009

Marrazzo in Israele: "Dare forza al valore dei 'giusti' nel XXI secolo"


Marrazzo in Israele: "Dare forza al valore dei 'giusti' nel XXI secolo"
"Fare crescere il valore del 'Giusto' nel XXI secolo''. E' l'impegno che il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha assunto stamani a Gerusalemme davanti ai 60 studenti romani in viaggio in Israele, a conclusione della visita del 'Memoriale dei bambini', all'interno dello Yad Vashem, alla presenza anche dell'ambasciatore italiano in Israele, Luigi Mattiolo, dei rappresentanti della comunità ebraica romana, del sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Samuel Modiano.
Marrazzo, anche quest'anno giunto in Israele con gli studenti per la quarta edizione del progetto "Il percorso dei Giusti" ha reso omaggio alla memoria del milione e mezzo di bambini ebrei trucidati dai nazisti, deponendo insieme agli studenti romani una corona di fiori all'uscita del Memoriale dei Bambini.
Qui Marrazzo ha ricevuto il ''grande apprezzamento per l'opera costruttiva che compie nel far giungere, come sta accadendo negli ultimi anni, giovani e studenti del Lazio a visitare Yad Vashem'' da parte della direttrice della Scuola internazionale per lo studio della Shoah, Dorit Novak.
La direttrice, che ha inviato con una lettera il suo messaggio al presidente della Regione Lazio, ha sottolineato che ''promuovere la conoscenza e la presa di coscienza di quella che e' stata la Shoah riveste una grande importanza formativa''.
Inoltre, ha auspicato che ''i vincoli educativi con la Regione Lazio e le sue istituzioni possano intensificarsi ancor più nel futuro''.

Con il piano “Prevenzione mille” rafforzata la lotta all’emarginazione e alla criminalità


Con il piano “Prevenzione mille” rafforzata la lotta all’emarginazione e alla criminalità


"Il nostro intento è quello di rafforzare la rete dell' associazionismo contro il degrado e la solitudine. La coesione sociale è fondamentale per rendere la società solidale, che altrimenti diviene violenta". Lo ha affermato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti durante la presentazione del piano ' Prevenzione mille' che prevede uno stanziamento di un milione e 500mila euro per finanziare almeno 75 progetti rivolti alla prevenzione del disagio, dell' emarginazione e della criminalità proposti da associazioni, comitati di quartiere e enti religiosi di Roma e Provincia.

L’incontro, svoltosi giovedì 21 aprile, ha visto la partecipazione dell' assessore alle Politiche Sociali
della Provincia di Roma Claudio Cecchini, che ha spiegato: "Il bando sarà formalizzato nei primi giorni di giugno e contiamo di chiudere il deposito delle domande per il 30 luglio, per poter partire già ad ottobre con l' avvio dei finanziamenti che saranno fino ad un massimo di 20mila euro a progetto".

"Il progetto - ha spiegato il presidente Zingaretti - si rivolge alle associazioni che operano per un
miglioramento della qualità della società e delle relazioni tra i cittadini. Soltanto il conoscersi può
sconfiggere la paura dell'altro. Ai fondi stanziati quest' anno prevediamo di aggiungerne altri nei prossimi due anni fino ad arrivare a un totale di 5 milioni di euro”.
Il presidente Zingaretti ha poi aggiunto: “Verranno privilegiati i progetti che non riguardano singoli eventi, importantissimi ma per i quali già ci sono dei fondi specifici, ma dei piani volti a costruire strutture stanziali che rimangano nel tempo e che siano fonte di aggregazione”.

“Spero – ha concluso Zingaretti – che questa iniziativa abbia successo come quella di dotare le
principali piazze della provincia della rete wi-fi, che si sta rivelando un notevole spunto di socializzazione tra i ragazzi che usufruiscono della connessione".

"Percorso dei giusti": Marrazzo in Israele accompagna 60 studenti romani


"Percorso dei giusti": Marrazzo in Israele accompagna 60 studenti romani

Accompagnati dal presidente Piero Marrazzo sono arrivati a Gerusalemme, per iniziare il loro viaggio nella Memoria, in Israele, i sessanta studenti dei quattro Istituti superiori di Roma e Civitavecchia, selezionati tra le 42 scuole che hanno partecipato al progetto "Il percorso dei giusti", promosso dalla Regione Lazio.
"I ragazzi porteranno a casa l'impatto con il ricordo e con la memoria, che qui e' lungimiranza dei Giusti - ha detto Piero Marrazzo. Anche oggi c'è bisogno dei Giusti. La Shoah è la più grande testimonianza della costruzione di una barriera, per questo anche oggi c'e' bisogno di Giusti che lavorino per una politica che includa, che non consideri 'diversa' una persona di colore, di fede religiosa, politica diversa dalla sua. La sfida e' riuscire ad attualizzare quanto accaduto 70 anni fa. C'e' la necessità di venire a conoscere e tornare essendo più giusti, così da saper reagire quando qualcuno ti propone una ghettizzazione".
Ad accompagnare i ragazzi insieme al presidente Marrazzo anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, i consiglieri regionali Massimo Pineschi e Luigi Celori oltre al presidente della Comunita' ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il presidente del Museo della Shoah di Roma, Leone Paserman.
"In fondo oggi è anche più facile, i giusti di allora rischiavano la vita", ha affermato Zingaretti. "Cosa più importante e' che il viaggio si inserisce in un percorso formativo dei ragazzi, la sfida - ha aggiunto il presidente della Provincia - e' quella di evitare che la Shoah e la storia d'Europa rimangano solo fatto storico, deve essere la memoria a fare da sfondo, i valori non devono scomparire perché'non ci sia più il disprezzo nei confronti dell'altro".
Per loro le prime tappe in Terra Santa sono la Città vecchia e il Santo Sepolcro.

PROMEMORIA 26 maggio 1986 - La Comunità Europea adotta la Bandiera Europea


La Comunità Europea adotta la Bandiera Europea.
La bandiera dell'Europa raffigura dodici stelle dorate disposte in cerchio su campo blu.
Anche se la bandiera viene comunemente associata all'Unione europea[1] venne inizialmente adottata dal Consiglio d'Europa[2] ed è pensata per rappresentare l'intera Europa geografica e non una particolare organizzazione come la stessa Unione europea o il Consiglio d'Europa.
La bandiera venne formalmente adottata dal Consiglio d'Europa l'8 dicembre 1955, su disegno suggerito dall'araldo capo irlandese.
Nel 1985 la bandiera venne infine adottata da tutti i capi di Stato e di governo come emblema ufficiale della Comunità europea. Tutte le istituzioni europee utilizzano la bandiera dall'inizio del 1986.
L'Unione europea, che venne istituita con il Trattato di Maastricht nel 1992 dai medesimi membri della Comunità europea adottò contestualmente anch'essa la bandiera europea[3] con le dodici stelle dorate su campo blu.
Da allora la bandiera rappresenta congiuntamente le tre organizzazioni.

25 maggio, 2009

PROMEMORIA 25 maggio 1925 - John T. Scopes viene incriminato per aver insegnato la teoria dell'evoluzione di Darwin.


John T. Scopes viene incriminato per aver insegnato la teoria dell'evoluzione di Darwin.
John Thomas Scopes (3 agosto 1900 - 1970), insegnante statunitense.
All'età di 24 anni, il 25 maggio 1925, fu accusato e processato per violazione del Tennessee's Butler Act, che proibiva di insegnare la Teoria dell'evoluzione nelle scuole del Tennessee. Come a volte succede gli uomini coraggiosi diventano tali per caso. Il fatto contestato avvenne mentre faceva una supplenza di biologia, avendo egli in realtà un incarico da allenatore di football americano.

Il processo
Nello storico processo chiamato "Scopes Monkey Trial" (Processo delle scimmie), fu difeso da Clarence Darrow e altri dell'ACLU (American Civil Liberties Union) ed accusato da William Jennings Bryan, già due volte candidato alla presidenza degli Stati Uniti ed ex-Segretario di Stato sotto la Presidenza Wilson (Bryan addirittura morì pochi giorni dopo la chiusura del processo, per i postumi della fatica sostenuta). Il verdetto finale fu di colpevolezza e John Scopes fu multato per 100 dollari, sentenza che fu poi rivista ed annullata per un vizio di forma. Dopo il processo, Scopes fu prevalentemente impiegato nell'industria del petrolio nel suo paese e in Venezuela. Si tenne a debita distanza dalle scuole.

Le conseguenze
La lotta fra creazionisti ed evoluzionisti negli Stati Uniti continua ancora adesso con sporadici scontri. Va ricordato fra l'altro che solo nel 1957, dopo il lancio dello Sputnik sovietico, con la forte sensazione di essere in ritardo in campo scientifico, venne distribuito in parte dei distretti scolastici statunitensi, con la forte avversità dei cristiani più conservatori, un testo comprendente la teoria di Darwin. Solo nel 1968 la Corte Suprema decretò che la legge dell'Arkansas era inconciliabile con il primo emendamento della Costituzione americana, che vieta agli stati (e quindi alle scuole statali) di promuovere una particolare religione.
Nel Kansas si è votato per rimuovere dai test scolastici domande sull'evoluzionismo. In alcuni stati si richiede agli editori dei libri di testo di anteporre ai capitoli sull'evoluzione avvertenze simili alle nostre sui pacchetti di sigarette. In Alabama: "Nessuno era presente quando la vita apparve per la prima volta sulla terra". Un documento per impedire l'insegnamento dell'evoluzione fu approvato nel Kansas nel 1999, ma in seguito fu abrogato con un referendum.
Sara Capogrossi Colognesi riporta in un articolo/saggio questa conclusione: "Il risultato è che oggi negli USA, la nazione leader nel mondo politico e scientifico, circa il 47 per cento della popolazione - un quarto della quale proveniente dai college - crede che l'uomo non sia il risultato di un processo evolutivo, ma sia stato creato da Dio poche migliaia di anni fa"

24 maggio, 2009

Dalla giunta regionale 60 milioni per 330 nuove abitazioni


Dalla giunta regionale 60 milioni per 330 nuove abitazioni

La Giunta regionale ha approvato la delibera con cui si stanziano 60 milioni di euro per realizzare 330 nuove case popolari a Roma e nelle Province e per completare i lavori per altre 86. Parte dei fondi, pari a 27 milioni, sono destinati ad opere di recupero edilizio in particolare a Roma, dove scarseggiano aree edificabili per interventi pubblici. La parte restante invece e destinata alle Ater delle province per realizzare nuovi alloggi e chiudere i cantieri di altre 86 case in costruzione. Il finanziamento è relativo all'anno in corso ed al 2010.

"Si tratta di un intervento strategico - sottolinea l'assessore alla Casa, Mario Di Carlo - perché grazie allo sblocco dell'ultimo trenta per cento delle risorse, la Giunta rende finalmente possibile il completamento di tutte le opere ricomprese nella delibera".

Al piano per l'edilizia popolare delle Ater del Comune di Roma, della provincia di Roma e del Comune di Civitavecchia, la Regione Lazio ha stanziato circa 40 milioni, 20 milioni di euro per ciascuna annualità: 13,5 milioni l'anno per l'Ater del Comune di Roma, 6,3 milioni per quello della Provincia di Roma e 360mila euro per quello di Civitavecchia.

Nella Capitale gli interventi di recupero sono 6 nel 2009 e 2 nel 2010. In particolare nell'anno in corso si avvieranno i lavori di recupero al Casilino, Laurentino, Cesano, Pietralata, Vigne Nuove, mentre nuovi alloggi saranno realizzati in località Massimina. Nel 2010 invece partiranno i lavori di recupero in vari quartieri di Pietralata e Tiburtino Nord.

L'Ater della Provincia di Roma invece avrà complessivamente 12 milioni e 600 mila euro per costruire nel biennio 2009/2010 100 nuovi alloggi in 10 comuni della provincia e completare i lavori di altri 19 alloggi.

PROMEMORIA 24 maggio 1999 Dieci anni fa perdono la vita 4 giovani salernitani nel rogo di un treno.


A Salerno un vagone del treno che riporta a casa da Piacenza i tifosi della locale squadra di calcio è dato alle fiamme da ignoti mentre attraversa la galleria che conduce alla stazione. Nel rogo perdono la vita 4 giovani salernitani, tra i quali Simone Vitale, portiere della squadra di pallanuoto Rari Nantes Salerno, morto nel tentativo di portare in salvo altre persone

23 maggio, 2009

Dalla Regione 46 milioni per strade e illuminazione pubblica


Dalla Regione 46 milioni per strade e illuminazione pubblica

Dalla Giunta Regionale 46 milioni di euro per l'illuminazione pubblica e i lavori stradali per 158 enti locali del Lazio. Sono state approvate, infatti, due distinte delibere proposte dall'assessore ai Lavori Pubblici Bruno Astorre che stanziano per i prossimi tre anni rispettivamente 17 milioni di euro per la pubblica illuminazione e altri 29 per lavori alla viabilità locale.
"È un grande risultato per la nostra Regione - ha commentato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo - il 60 per cento dei comuni interessati dal provvedimento sono piccole realtà locali che non hanno una illuminazione adeguata, le strade passano per i centri abitati ed è importante investire nella sicurezza e nella migliore qualità della vita. Poi interveniamo sui lavori pubblici che costituiscono il volano dell'occupazione per le imprese laziali. Infine pensiamo alla green economy: intervenire sull'illuminazione significa ridurre lo spreco e il costo dell'energia. La Regione Lazio non si ferma; per noi il futuro oltre la crisi è questo". "Un altro tassello che si va ad inserire sulla sicurezza stradale nel mese dedicato al tema" ha commentato anche l'assessore Astorre.

Con la prima delibera la Giunta Regionale ha stanziato 17.198.833,70 euro per il triennio 2009/2011 da distribuire a vari comuni del Lazio per la costruzione, il completamento e il rifacimento degli impianti di pubblica illuminazione. Complessivamente gli interventi sono 92 (uno per Comune) e i finanziamenti sono così ripartiti: € 5.269.580 per il 2009, € 6.000.000 per l'esercizio finanziario 2010 e € 5.929.253,70 per l'esercizio 2011.
Visto il grande numero di richieste da parte degli enti locali si è ritenuto opportuno, al fine di ampliare al massimo la platea dei beneficiari, effettuare un abbattimento del 10% dell'importo richiesto, destinando, in ragione delle domande ritenute ammissibili, ai piccoli comuni il 62% circa del finanziamento.
Con il secondo provvedimento sono stati resi disponibili complessivamente € 28.742.288,10 per lavori di costruzione e di ristrutturazione di strade provinciali e comunali secondo la seguente distribuzione triennale: € 16.800.000 nell'esercizio finanziario del 2009, € 6.000.000 nell'esercizio 2010 e i restanti € 5.942.288,10 nel 2011.
Queste somme verranno destinate per il 65% al finanziamento delle domande formulate dai piccoli Comuni e per il restante 35% agli altri Enti (altri Comuni con popolazione superiore ai 4.999 abitanti e Amministrazioni Provinciali). Per consentire, poi, una maggiore partecipazione ai benefici di legge da parte dei Comuni e degli altri Enti interessati, è stato limitato il finanziamento da corrispondere al 90% rispetto a quanto richiesto, finanziando al massimo un intervento per ciascun Ente richiedente.

PROMEMORIA 23 maggio 1992 - Strage di Capaci: una bomba fa saltare l'autostrada mentre transitavano le auto del giudice Giovanni Falcone e scorta


Strage di Capaci: una bomba fa saltare l'autostrada mentre transitavano le auto del giudice Giovanni Falcone e della scorta.
La Strage di Capaci (chiamato in siciliano "l'attentatuni") fu un attentato mafioso in cui il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci (ma in territorio del comune di Isola delle Femmine) e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il giudice antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anch'ella magistrato, e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro.
Nel tragico attentato sono rimasti miracolosamente illesi altri quattro componenti del gruppo al seguito del magistrato: l'autista giudiziario Giuseppe Costanza (seduto nei sedili posteriori dell'auto blindata guidata da Falcone) e gli agenti Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo.
Gli esecutori materiali del delitto furono almeno cinque uomini (tra cui Giovanni Brusca, che fu la persona che fisicamente azionò il telecomando da grande distanza al momento del passaggio dell'auto blindata del giudice, che tornava da Roma), i quali avevano riempito di tritolo un tunnel che avevano scavato sotto l'autostrada (per assicurarsi la buona riuscita del delitto, ne misero circa 500 kg, come punto di riferimento gli attentatori presero un frigorifero bianco posto ai lati della strada) nel tratto che collega l'aeroporto di Punta Raisi (oggi "Aeroporto Falcone-Borsellino") al capoluogo siciliano. A tutt'oggi sono conosciuti soltanto i nomi degli esecutori materiali della strage, poiché le indagini mirate a scoprire i mandanti ed eventuali intrecci di natura politica non hanno prodotto risultati significativi.
La strage di Capaci ha segnato una delle pagine più tragiche della lotta alla mafia ed è strettamente connessa al successivo attentato di cui rimase vittima il giudice Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone.

22 maggio, 2009

Giunta Zingaretti: il bilancio del primo anno di lavoro


Giunta Zingaretti: il bilancio del primo anno di lavoro

Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha presentato il bilancio del primo anno di amministrazione, illustrando le iniziative e i progetti promossi e realizzati e gli obiettivi ancora da raggiungere, con lo scopo di migliorare la qualità della vita dei 4 milioni di cittadini del territorio.

In questi dodici mesi sono stati già raggiunti traguardi importanti, come l'avvio della Rete Provincia Wi-Fi e l'installazione dei primi hot spot per il collegamento gratuito ad internet su tutto il territorio, gli investimenti per la messa in sicurezza delle scuole, i bandi di gara e l'apertura di decine di cantieri per la viabilità, le iniziative per il rilancio dell'economia, della creatività e dei talenti, gli interventi a sostegno degli anziani e delle famiglie numerose, il varo del Bando Prevenzione Mille per sostenere interventi di riqualificazione e integrazione sociale nei quartieri e dei comuni.

Tanti altri progetti sono stati avviati e segneranno, nella loro realizzazione, il senso del lavoro di un quinquennio.

1) Viabilità e infrastrutture: la Giunta Zingaretti ha previsto un finanziamento di oltre 90 milioni di euro per la realizzazione di decine di opere e interventi prioritari come il raddoppio della Laurentina, oltre il Gra, la Nomentana Bis, la tangenziale di Subiaco, l'ampliamento e la messa in sicurezza dell'Ardeatina, lo snodo di Ponte Lucano sulla Tiburtina. Con 31,5 milioni di euro saranno realizzati i primi 4 corridoi della mobilità per il trasporto pubblico. Distribuite 40mila metrebus-card per agevolazioni e sconti ai cittadini con un reddito inferiore a 20mila euro.

2) Nuove tecnologie: è stata attivata la Rete Provincia Wi-fi per l'accesso gratuito ad internet, per un investimento complessivo di 7 milioni di euro. Sono stati installati finora più di 70 hot spot in 57 Comuni ed entro la fine dell'anno ne saranno attivati circa 200.

3) Sviluppo Sostenibile della Provincia: approvato il Piano Territoriale Generale della Provincia di Roma e ha avviato una serie di interventi mirati a sostegno dei Comuni, dei cittadini e delle imprese rafforzando l'Ufficio Europa per garantire un migliore accesso ai fondi europei e promuovendo opportunità di sviluppo turistico nei Comuni del territorio.

4) Provincia di Kyoto: la Giunta provinciale ha messo a sistema investimenti per 400 milioni di euro per una nuova cultura di tutela della difesa dell'ambiente e del territorio, dai pannelli solari sui tetti delle scuole alla riduzione dei rifiuti e la diffusione del porta a porta. Sono stati investiti 318 milioni di euro per migliorare le reti idriche e fognarie e la raccolta differenziata oggi coinvolge 114mila abitanti a fronte dei 29mila dell'inizio del 2008.

5) Lavoro e formazione professionale: sono stati stanziati oltre 40 milioni di euro per rafforzare i percorsi di formazione professionale e di inserimento lavorativo che coinvolgono 12mila cittadini della nostra provincia. Sono stati stanziati anche 1milione e 200mila euro per la ristrutturazione dei centri provinciali per la formazione professionale. La Giunta ha poi indicato un nuovo strumento con i 'piani di azione individuale' per formazione breve e il tirocinio per mille 500 persone con un sostegno al reddito di 500 euro per sei mesi. Infine è stata costituita una task force della Polizia Provinciale impegnata nel controllo dei cantieri.

6) Una scuola moderna e di livello europeo: la Giunta di Palazzo Valentini ha approvato in un anno 124 delibere, con un investimento complessivo di 61 milioni di euro per la messa in sicurezza, l'ampliamento e la manutenzione degli istituti superiori di Roma e provincia, nonché 49 milioni per la realizzazione di cinque nuovi istituti.

7) Una Provincia solidale: la Provincia di Roma gestisce una vasta rete di servizi sociali a sostegno delle fasce di popolazione più deboli. Nel 2008 abbiamo garantito l'assistenza scolastica a oltre 3000 alunni disabili, quasi il doppio rispetto all'anno precedente. E' stato rinnovato il servizio di trasporto per disabili 'AmicoBus' ed è stato aperto infine un quarto centro antiviolenza a Guidonia per la tutela delle donne vittime di maltrattamenti.

8) Cultura e nuove idee per il territorio: l’Amministrazione provinciale ha portato a termine l'opera di restauro, recupero e apertura dei monumenti: tra questi Palazzo Rospigliosi (Zagarolo), il Castello di Santa Severa e Palazzo Ducale di Castelnuovo di Porto per un investimento complessivo di 25 milioni di euro (sono stati stanziati dalla Giunta Zingaretti 7,5 milioni di euro).
Sono stati finanziati con 600mila euro progetti di sostegno al teatro: tra questi i teatri di cintura, oltre 100 spettacoli nei comuni dell'hinterland e il circuito provinciale del teatro in sedici comuni. Tra le iniziative di maggior spicco: la mostra Exactitudes a palazzo Incontro, la mostra dedicata ad Anna Magnani e a Topolino (realizzate nei sotterranei di palazzo Valentini nell'area degli scavi romani riaperti al pubblico nel periodo natalizio) e la rassegna 'Provincia delle meraviglie', dedicata ai tesori meno conosciuti del nostro territorio.

9) Sicurezza e Prevenzione Mille: la Giunta provinciale ha stanziato 1 milione e 500mila euro per il bando Prevenzione Mille per finanziare interventi di riqualificazione urbana e di integrazione sociale delle aree di maggior degrado del nostro territorio. Sono state consegnate alle Forze dell'Ordine 46 nuove autovetture.

10) La Memoria per non Dimenticare: la Giunta Zingaretti ha organizzato il viaggio della Memoria nei lager di Auschwitz e Birkenau con 200 studenti di Roma e provincia.

11) Solidarietà e Battaglia per i diritti negati: la Provincia di Roma ha promosso alcune importanti iniziative per tutelare i diritti umani e la democrazia. Il Presidente Zingaretti ha inaugurato la nuova bottega di Libera in via dei Prefetti dove sono in vendita i prodotti agricoli coltivati nei territori confiscati alla mafia.

Diversi personaggi internazionali sono stati ricevuti a Palazzo Valentini dal presidente Zingaretti. Tra questi Ingrid Betancourt, che ha incontrato la stampa italiana per la prima volta dopo la liberazione dalla prigionia, lo scrittore David Grossman, il cantante ed ex ministro del governo brasiliano, Gilberto Gil e l'ambientalista Vandana Shiva.

Dalla Regione 46 milioni per strade e illuminazione pubblica


Dalla Regione 46 milioni per strade e illuminazione pubblica

Dalla Giunta Regionale 46 milioni di euro per l'illuminazione pubblica e i lavori stradali per 158 enti locali del Lazio. Sono state approvate, infatti, due distinte delibere proposte dall'assessore ai Lavori Pubblici Bruno Astorre che stanziano per i prossimi tre anni rispettivamente 17 milioni di euro per la pubblica illuminazione e altri 29 per lavori alla viabilità locale.
"È un grande risultato per la nostra Regione - ha commentato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo - il 60 per cento dei comuni interessati dal provvedimento sono piccole realtà locali che non hanno una illuminazione adeguata, le strade passano per i centri abitati ed è importante investire nella sicurezza e nella migliore qualità della vita. Poi interveniamo sui lavori pubblici che costituiscono il volano dell'occupazione per le imprese laziali. Infine pensiamo alla green economy: intervenire sull'illuminazione significa ridurre lo spreco e il costo dell'energia. La Regione Lazio non si ferma; per noi il futuro oltre la crisi è questo". "Un altro tassello che si va ad inserire sulla sicurezza stradale nel mese dedicato al tema" ha commentato anche l'assessore Astorre.

Con la prima delibera la Giunta Regionale ha stanziato 17.198.833,70 euro per il triennio 2009/2011 da distribuire a vari comuni del Lazio per la costruzione, il completamento e il rifacimento degli impianti di pubblica illuminazione. Complessivamente gli interventi sono 92 (uno per Comune) e i finanziamenti sono così ripartiti: € 5.269.580 per il 2009, € 6.000.000 per l'esercizio finanziario 2010 e € 5.929.253,70 per l'esercizio 2011.
Visto il grande numero di richieste da parte degli enti locali si è ritenuto opportuno, al fine di ampliare al massimo la platea dei beneficiari, effettuare un abbattimento del 10% dell'importo richiesto, destinando, in ragione delle domande ritenute ammissibili, ai piccoli comuni il 62% circa del finanziamento.
Con il secondo provvedimento sono stati resi disponibili complessivamente € 28.742.288,10 per lavori di costruzione e di ristrutturazione di strade provinciali e comunali secondo la seguente distribuzione triennale: € 16.800.000 nell'esercizio finanziario del 2009, € 6.000.000 nell'esercizio 2010 e i restanti € 5.942.288,10 nel 2011.
Queste somme verranno destinate per il 65% al finanziamento delle domande formulate dai piccoli Comuni e per il restante 35% agli altri Enti (altri Comuni con popolazione superiore ai 4.999 abitanti e Amministrazioni Provinciali). Per consentire, poi, una maggiore partecipazione ai benefici di legge da parte dei Comuni e degli altri Enti interessati, è stato limitato il finanziamento da corrispondere al 90% rispetto a quanto richiesto, finanziando al massimo un intervento per ciascun Ente richiedente.

PROMEMORIA 22 maggio 1978 - Italia: è approvata la legge sull'interruzione volontaria della gravidanza


Italia: è approvata la legge sull'interruzione volontaria della gravidanza/legge n. 194/78) con cui l'aborto è consentito entro 90 giorni dal concepimento; in seguito è ammesso solo in caso di pericolo per la vita della madre o di gravi anomalie del nascituro.
Legislazione precedente al 1978 [modifica]
Prima del 1978, l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG), in qualsiasi sua forma, era considerata dal codice penale italiano un reato (art. 545 e segg. cod. pen., abrogati nel 1978). In particolare:
causare l'aborto di una donna non consenziente (o consenziente, ma minore di quattordici anni) era punito con la reclusione da sette a dodici anni (art. 545),
causare l'aborto di una donna consenziente era punito con la reclusione da due a cinque anni, comminati sia all'esecutore dell'aborto che alla donna stessa (art. 546),
procurarsi l'aborto era invece punito con la reclusione da uno a quattro anni (art. 547).
istigare all'aborto, o fornire i mezzi per procedere ad esso era punito con la reclusione da sei mesi a due anni (art. 548).
In caso di lesioni o morte della donna le pene erano ovviamente inasprite (art. 549 e 550), ma, nel caso "... alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 545, 546, 547, 548 549 e 550 è stato commesso per salvare l'onore proprio o quello di un prossimo congiunto, le pene ivi stabilite sono diminuite dalla metà ai due terzi." (art. 551).

21 maggio, 2009

PROMEMORIA 21 maggio 996 - Il sedicenne Ottone III viene incoronato Sacro Romano Imperatore


Il sedicenne Ottone III viene incoronato Sacro Romano Imperatore.
Ottone III di Sassonia (Kessel, 980 – Faleria, 23 gennaio 1002) fu re d'Italia e di Germania dal 983 al 1002 e imperatore del Sacro romano impero dal 996 al 1002.

L'impero
I romani gli mandarono un'ambasceria per dargli il benvenuto e lo accolsero nell'Urbe imbandierata a festa. Nel suo seguito c'era il cugino Bruno di Carinzia, che ne era anche il confessore e che, alla morte di Giovanni XV, fu nominato pontefice con il nome di Papa Gregorio V. La prima visita dell'Imperatore a Roma durò poco ma non fece in tempo a ritornare in Germania che la nobiltà romana, sotto la guida di Giovanni Crescenzio, depose papa Gregorio e ne insediò uno di suo gradimento, l'Antipapa Giovanni XVI. Ottone III fu costretto a lasciare il paese, sotto la minaccia degli eserciti slavi e nel 997 ripiombò in Italia in cui Gregorio V lo aspettava a Pavia. Arrivato a Roma, sconfisse i suoi avversari, tranne Giovanni Crescenzio che si barricò in Castel Sant'Angelo. Solo il 29 aprile 998, Giovanni Crescenzio capitolò e subito dopo venne condannato a morte.
Circa un anno dopo, Gregorio V moriva, probabilmente per un infarto, e Roma cominciava di nuovo a tumultuare. L'imperatore rientrò nella città dopo aver compiuto un pellegrinaggio al monastero di San Michele al Gargano, ed impose sul soglio pontificio Gerberto di Aurillac, uno degli uomini più colti del tempo e suo precettore in età adolescenziale (da lui posto sull'importante cattedra vescovile della città imperiale di Ravenna) che assunse il nome di Silvestro II. La scelta del nome pontificale rifletteva la politica di recupero imperiale di Ottone, essendo Silvestro I il papa che tradizionalmente aveva affiancato e battezzato Costantino ed al quale si credeva che l'imperatore avesse effettuato la famosa donazione, rivelatasi poi un falso.
Sotto il suo influsso e a causa dell'influenza bizantina sulla corte che aveva esercitato la madre Teofano, l'Imperatore cominciò a concepire l'idea di ristrutturare il vecchio e glorioso Impero Romano. Il greco e il latino vennero imposte come lingue ufficiali dell'Impero, sostituendo così il tedesco. Completamente soggiogato dai bizantinismi della sua corte e da Gerberto, Ottone III trasferì la capitale del regno a Roma, facendosi chiamare console, senatore e imperatore dei Romani.
L'insurrezione del popolo romano del 1001 a causa della mancata concessione della Villa Adriana di Tivoli, capeggiata da Gregorio I Conte di Tuscolo, lo costrinse a fuggire da Roma, insieme al papa Silvestro II, dove non poté più tornare.
Nonostante il fallimento delle sue politiche di riforma della Chiesa, esse seppero spargere i germi che presto sarebbero germogliati in una nuova azione riformatrice del papato.

20 maggio, 2009

Rivoluzione "verde": da Regione 40 milioni per energia ecologica


Rivoluzione "verde": da Regione 40 milioni per energia ecologica

Un 'new deal' ecologico per Comuni, ospedali e piccole e medie imprese del Lazio. L'ha lanciato la Regione Lazio che oggi ha presentato tre bandi, nell'ambito del Por-Fesr, con un investimento complessivo di 38.750.000, per la promozione di impianti solari, illuminazione a basso consumo e maggiore efficienza energetica in scuole, Comuni, ospedali, scuole e pmi del Lazio.
"Ormai questa è la strada non per la Regione - ha dichiarato il presidente della Regione, Piero Marrazzo, durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa - ma per i cittadini della nostra regione. Il Lazio sarà una regione 'verde' che punterà sulla green economy e quindi i fondi della regione sono orientati perché questo accada. Quello di oggi - ha aggiunto - è un grande investimento e io penso che il patto sociale, per creare più posti di lavoro, passi anche attraverso l'imprenditoria legata all'ambiente e allo sviluppo sostenibile". Marrazzo ha quindi ricordato il progetto per l'impianto fotovoltaico sul palazzo della Regione, presentato nei giorni scorsi: "L'altro giorno - ha sottolineato Marrazzo - abbiamo presentato il 'manifesto' di questa idea, che è questo palazzo, il 'manifesto' della voglia di cambiare le sorti di un territorio, sia in termini economici che in termini ambientali". Interventi che vanno sulla strada tracciata da Marrazzo di mettere più risorse possibili a disposizione di cittadini e imprese: "Avevo annunciato - ha concluso - la data del 30 giugno per la pubblicazione della maggior parte dei bandi europei, e quindi per l'ambiente siamo in anticipo".

In particolare, dei tre avvisi pubblici presentati oggi, il primo, pubblicato lo scorso 14 maggio sul Burl regionale, è indirizzato a enti locali, ospedali e aree marine protette e prevede l'erogazione di contributi per il sostegno alla realizzazione di impianti fotovoltaici e di solere termico su strutture scolastiche e sanitarie. Il bando fissa un contributo pari al 20% delle spese ammissibili. Le domande dovranno essere inviate a Sviluppo Lazio, che supporterà la Regione nei bandi, entro il 17 luglio 2009. Il secondo bando, pubblicato anch'esso lo scorso 14 maggio per un importo complessivo di 12 milioni e mezzo di euro, è destinato alle amministrazioni comunali e provinciali del Lazio per l'efficientamento delle reti di pubblica illuminazione e degli impianti semaforici. Prevista l'installazione di apparati Led nonché interventi di sostituzione degli impianti semaforici tradizionali con impianti Led o altra tecnologia a uguale o maggiore efficienza. Il terzo avviso pubblico, in via di pubblicazione, è riservato alle piccole e medie imprese del Lazio, per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche per interventi di efficienza energetica, cogenerazione e gestione energetica. Le risorse disponibili per quest'ultimo bando ammontano a 10 milioni di euro.

"Sono dei bandi importanti - ha dichiarato l'assessore regionale all'Ambiente e alla Cooperazione tra i Popoli, Filiberto Zaratti - perché consentiranno di mettere in moto un meccanismo per permettere a piccole e medie imprese di trovare nuova linfa". Zaratti ha quindi spiegato quali saranno i tempi degli interventi: "Entro novembre 2008 - ha detto - saranno erogati i contributi ed entro il 2010 dovrebbero cominciare i cantieri". I tre bandi, ha sottolineato Zaratti, continuano nella strada di quanto già fatto dalla Regione in materia di energie rinnovabili: "Nel 2005 il Lazio produceva solo 1 Megawatt tra fotovoltaico ed eolico. Oggi ne produciamo 24 con il fotovoltaico e 9 con l'eolico, e contiamo di arrivare, entro il 2009 a 150 megawatt immessi in rete e a 500 megawatt di impianti autorizzati".

PROMEMORIA 20 maggio 1999 - 10 anni fa le BR assassinavano Massimo D'Antona


Omicidio D'Antona: a Roma le BR uccidono Massimo D'Antona, docente di diritto del lavoro all'Università "La Sapienza" di Roma.

Ricostruzione giudiziaria dei fatti
Il professor Massimo D'Antona, consulente del Ministero del Lavoro e docente di diritto del lavoro all'Università degli studi di Roma "La Sapienza", amministratore delegato dell'ENAV fino al 1998, verso le 8.30 di mattina, stava recandosi al lavoro nello studio di via Salaria. I brigatisti rossi Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, in attesa dentro un furgone Nissan, scendono e lo apostrofano. Secondo la deposizione di Cinzia Banelli, fu Galesi, armato di una pistola automatica calibro 9x19 senza silenziatore, a far fuoco su D'Antona, svuotando i 9 colpi del caricatore sul professore e infliggendogli il colpo di grazia al cuore. I due si danno poi alla fuga, e poco dopo arrivano i soccorsi: il ricovero al Policlinico Umberto I è però inutile, e il medico dichiara nel certificato di morte che D'Antona si è spento alle 9.30 di mattina.
Poche ore dopo, arriva la rivendicazione, 14 pagine stampate fronte retro, con la stella a cinque punte e il gergo criptico e oscuro tipico delle Nuove brigate Rosse.[1] Rispetto a similari rivendicazioni degli anni di piombo, oltre all'appariscente differenza costituita dalla dicitura "SIM" sostituita da "Borghesia Internazionale", si rileva un netto peggioramento dello stile, una qualità letteraria più bassa, una maggior tortuosità nell'espressione.[2]

Esito processuale
L'8 luglio 2005 la Corte d'assise di Roma, presieduta da Marco D'Andria, emette il verdetto: ergastolo per Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma; Federica Saraceni assolta dall'accusa di concorso nell'omicidio, ma condannata a 4 anni e 8 mesi perché ritenuta responsabile di associazione sovversiva. Quattro assoluzioni: Alessandro Costa e Roberto Badel non sono stati ritenuti colpevoli di banda armata; i fratelli Maurizio e Fabio Viscido sono stati prosciolti dall'accusa di banda armata. Per Costa e Badel è stata disposta la scarcerazione dal presidente della Corte.

Conseguenze politiche e sociali
L'omicidio D'Antona riapre la stagione degli omicidi delle BR (Brigate Rosse), ad 11 anni da quello di Roberto Ruffilli.
Seguiranno l'omicidio Biagi, in cui è nuovamente implicata la Lioce, e la sparatoria sul treno del 2 marzo 2003 che costerà la vita a Emanuele Petri, un sovrintendente della PolFer, e del brigatista rosso Mario Galesi. L'azione, scaturita da un normale controllo presso Castiglion Fiorentino, ha portato alla cattura della Lioce. Quest'ultima farà poi trovare un covo a Roma, in un locale in affitto di proprietà di Diana Blefari Melazzi.

19 maggio, 2009

Inaugurate opere pubbliche a Passo Corese, Poggio Catino e Montopoli


Inaugurate opere pubbliche a Passo Corese, Poggio Catino e Montopoli

Il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha inaugurato la pista d'atletica realizzata all'interno del campo sportivo di Passo Corese, frazione di Fara Sabina. L'intervento, finanziato dalla Regione Lazio con 295mila euro e dal Comune di Fara Sabina con 205mila euro, ha consentito di completare il campo sportivo già esistente. Per l'occasione l'impianto e' stato intitolato ad Amerigo Di Tommaso, vecchia gloria del football reatino. I lavori per la realizzazione della pista d'atletica e le relative pedane per i salti ed i lanci sono durati circa due mesi.

"Occasioni come questa mi aiutano sempre a capire che a volte grazie al tuo ruolo istituzionale sei in grado di fare delle cose che hanno un valore profondo per le persone e ne migliorano la qualità della vita" ha detto Marrazzo. "Questa struttura - ha aggiunto - regala un luogo di incontro e da' senso di appartenenza ad un territorio. Lo sport sia qualcosa che se va bene vi farà diventare dei campioni, se va male vi avrà aiutato a crescere. Sia un pezzo ed un simbolo del vostro essere comunità". Marrazzo ha ricordato che dal 2005 la Regione ha investito oltre 7 milioni di euro per la realizzazione e manutenzione degli impianti sportivi e per la promozione dello sport nella provincia di Rieti, ai quali si aggiungono i 20 milioni di euro per il rilancio del comprensorio sciistico e turistico del Terminillo.

La visita di Marrazzo è proseguita a Poggio Catino, dove la sede comunale torna a splendere in tutta la sua bellezza. Sono stati presentati i lavori di ristrutturazione del quattrocentesco Palazzo Olgiati, sede del Comune di Poggio Catino. L'intervento e' stato realizzato attraverso un finanziamento di 227mila euro erogato dalla Regione Lazio nell'ambito di un programma diristrutturazione delle sedi comunali di pregio.
Il mini-tour nella Bassa Sabina si è concluso a Montopoli in Sabina per un sopralluogo allo stato di avanzamento di alcuni lavori compresi in un programma di interventi finanziati dalla Regione Lazio. In particolar modo sono stati illustrati i lavori di riqualificazione e pavimentazione del centro storico, finanziati con 685milaeuro. Marrazzo ha anche visitato un piccolo centro di accoglienza per 25 rifugiati politici ora impegnati in progetto per la multiculturalità.

PROMEMORIA 19 maggio 1536 - Anna Bolena viene decapitata con la falsa accusa di adulterio


Anna Bolena, la seconda moglie di Enrico VIII d'Inghilterra, viene decapitata con la falsa accusa di adulterio.
Anna Bolena, in inglese Anne Boleyn (1501 o 1507 – Torre di Londra, 19 maggio 1536), fu la seconda moglie e regina consorte di Enrico VIII, oltre che la madre della regina Elisabetta I d'Inghilterra. Il suo matrimonio con Enrico VIII fu causa di considerevoli sconvolgimenti politici e religiosi.

L'arresto e il processo
Thomas Cromwell partecipò al complotto che causò la morte di Anna Bolena.
Il 2 maggio 1536 Anna fu arrestata e portata nella Torre di Londra. Sotto tortura cinque uomini confessarono di essere stati amanti della regina. Gli uomini in questione furono: un palafreniere della Camera della Corona - Marc Smeaton; il fratello di Anna - Lord George Boleyn (George Rochford), Henry Norris, Francis Weston e William Brereton. Il 15 maggio fu processata per adulterio, incesto, stregoneria e alto tradimento e condannata a morte. Oggi è generalmente accettato che nessuna delle accuse fosse valida; anche se ciò non ha fermato il riemergere della teoria in diversi romanzi storici sensazionalistici.

L'esecuzione
Anna trovò la pace spirituale durante i suoi ultimi due giorni di vita, e disse al carceriere che confidava nella pietà di Dio e credeva che sarebbe andata in paradiso. Giurò due volte sui sacramenti che era innocente di tutte le accuse portate a suo carico. Il 19 maggio 1536 Anna venne decapitata con un solo colpo di spada alla Torre di Londra. Prima della morte scherzò dicendo che: "Ho sentito dire che il boia è molto bravo, e il mio collo è sottile". Il boia, un esperto spadaccino francese, era ritenuto un giustiziere rapido ed eccellente. Anna scelse un vestito scuro per la sua esecuzione, con una sottoveste cremisi. Sul patibolo perdonò quelli che l'avevano mandata a morte, e pregò per suo marito. Venne bendata, e mentre si stava inginocchiando la sua testa cadde con un solo colpo.
Il suo corpo e la testa recisa furono sepolti in una tomba senza nome nella cappella di St Peter ad Vincula. Sotto il regno della regina Vittoria il suo corpo fu identificato e sepolto nella cappella sotto il pavimento marmoreo. Si dice che il fantasma di Anna Bolena girovaghi per la torre di Londra con la testa sotto il braccio.

18 maggio, 2009

Marrazzo pianta l'albero della legalità alla scuola "Falcone e Borsellino" di Roma


Marrazzo pianta l'albero della legalità alla scuola "Falcone e Borsellino" di Roma

Un olivo della legalità piantato nel cortile della scuola e centinaia di palloncini in volo nel cielo di Piazza Bologna per dire "no alle mafie, sì alla legalità". È stata inaugurata così dal presidente Marrazzo la settimana per la legalità organizzata dall'Istituto comprensivo "Falcone e Borsellino" di Roma.

Assieme all'assessore Costa, alla consigliera Laurelli e alle autorità locali del III Municipio, circa un migliaio di alunni hanno partecipato con canzoni e letture alla cerimonia di apertura.

Una settimana dedicata all'educazione alla legalità, con incontri, convegni e aperture straordinarie della scuola al territorio. E sceso dal palco, rivolgendosi ai bambini che aveva tutt'attorno, il presidente Marrazzo ha detto "Chi nega la mafia a Roma e nel Lazio sbaglia. La mafia e' fatta di persone cattive. Dire 'no' alla mafia significa dire 'si'' alla vita, alla felicità".

Giunto alla scuola di via Reggio Calabria al termine della marcia della legalità partita da piazza Bologna, dove e' stata restaurata la meridiana che ricorda i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uccisi nel 1992, il presidente Marrazzo ha poi proseguito: "La mafia non ha colori, e' formata dal bianco e dal nero che a volte si tingono di rosso perché la mafia uccide". E ha chiesto un applauso per tutte le vittime di mafia e per ricordare i giudici Falcone e Borsellino.

L'incontro di questa mattina è stato anche l'occasione per annunciare l'evoluzione dei progetti della Regione Lazio a favore della legalità. "Il progetto della Casa della legalità - ha ricordato Marrazzo - sta andando avanti. Nel prossimo autunno saremo in grado di inaugurare la struttura e promuovere un programma completo di attività".

PROMEMORIA 18 maggio 1976 Si accentua il clima di terrore in Argentina


Si accentua il clima di terrore in Argentina dopo il colpo di stato; ritrovati centoventisei cadaveri crivellati da raffiche di mitra; le persone sequestrate e scomparse (desaparecidos) salgono a diverse centinaia.

17 maggio, 2009

Giunta Marrazzo; oltre 4 milioni per integrazione alunni disabili


Giunta Marrazzo; oltre 4 milioni per integrazione alunni disabili

La Giunta regionale presieduta da Piero Marrazzo ha approvato la delibera con cui vengono destinate alle Amministrazioni provinciali del Lazio le risorse necessarie e garantire il diritto allo studio e l'integrazione scolastica per i 6200 alunni disabili che frequentano gli istituti superiori della regione.

"Il finanziamento sarà assegnato alle Amministrazioni Provinciali e verrà ripartito proporzionalmente sulla base del numero degli studenti con disabilità presenti nelle Istituzioni scolastiche secondarie superiori di ciascuna Provincia" ha dichiarato l'assessore alle politiche sociali Anna Coppotelli.

Il provvedimento, molto atteso da migliaia di famiglie, potrà essere utilizzato dalla Province per finanziare i servizi di trasporto da e verso le istituzioni scolastiche e per garantire ai ragazzi l'adeguato sostegno attraverso figure professionali specialistiche. Attualmente gli alunni con disabilità presenti nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione, sono circa 20.500.

Nell'anno scolastico 2007-2008 gli alunni con disabilità iscritti per Provincia erano: Latina 2.282, Frosinone 2.015, Rieti 487, Viterbo 792, Roma 15.874 . In totale 21.450 Per i restanti 15. 250 studenti con disabilità che frequentano elementari e primarie si sta ultimando la predisposizione di una DGR per l'assegnazione di analoghe risorse.

"Una Regione di tutti perché inclusiva e attenta alle esigenze dei cittadini - ha commentato il Presidente Piero Marrazzo - Migliaia di alunni disabili delle scuole superiori vedranno garantito un loro diritto fondamentale e un loro percorso formativo adeguato, in grado di superare ogni barriera e limitazione".

"Nel 2008 abbiamo assegnato 7 milioni e 100 mila euro per l'integrazione scolastica - ha precisato l'assessore Coppotelli - i provvedimenti adottati e le risorse assegnate, rivelano la grande attenzione della Regione Lazio per la scuola come luogo di crescita e di formazione dei cittadini del futuro - ha evidenziato. "Il godimento del diritto allo studio, come quello di ogni diritto fondamentale della persona, passa necessariamente dalla messa in opera di tutte le condizioni che lo rendono attuabile e ciò significa tutelare concretamente la possibilità per tutti di costruire la propria vita indipendente, in particolare per i ragazzi con disabilità che frequentano le scuole superiori nel Lazio."

L'intervento regionale assume una importante valenza non solo perché è rivolto ad un gran numero di alunni con disabilità ma, soprattutto, perché permette l'attuazione dell'esercizio del diritto allo studio, attraverso la piena integrazione scolastica degli alunni con disabilità, che costituisce un interesse condiviso dalla Regione e da tutte le Province della Regione, oltre che obbligo di legge.

PROMEMORIA 17 maggio 1981 - Con un referendum, gli italiani confermano la legge sull'aborto del 1978


Con un referendum, gli italiani confermano la legge sull'aborto del 1978.

Legislazione precedente al 1978
Prima del 1978, l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG), in qualsiasi sua forma, era considerata dal codice penale italiano un reato (art. 545 e segg. cod. pen., abrogati nel 1978). In particolare:
causare l'aborto di una donna non consenziente (o consenziente, ma minore di quattordici anni) era punito con la reclusione da sette a dodici anni (art. 545),
causare l'aborto di una donna consenziente era punito con la reclusione da due a cinque anni, comminati sia all'esecutore dell'aborto che alla donna stessa (art. 546),
procurarsi l'aborto era invece punito con la reclusione da uno a quattro anni (art. 547).
istigare all'aborto, o fornire i mezzi per procedere ad esso era punito con la reclusione da sei mesi a due anni (art. 548).
In caso di lesioni o morte della donna le pene erano ovviamente inasprite (art. 549 e 550), ma, nel caso "... alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 545, 546, 547, 548 549 e 550 è stato commesso per salvare l'onore proprio o quello di un prossimo congiunto, le pene ivi stabilite sono diminuite dalla metà ai due terzi." (art. 551).
La regolamentazione dell'IVG del 1978 [modifica]
Nel 1975 il tema della regolamentazione dell'aborto riceveva l'attenzione dei mezzi di comunicazione, in particolare dopo l'arresto del segretario del Partito Radicale Gianfranco Spadaccia, della segretaria del Centro Informazioni Sterilizzazione Aborto (CISA) Adele Faccio e della militante radicale Emma Bonino, per aver praticato aborti, dopo essersi autodenunciati alle autorità di polizia (azione nonviolenta dei radicali).
Il CISA era un organismo fondato da Adele Faccio che con molte altre donne si proponeva di combattere la piaga dell'aborto clandestino, creando i primi consultori in Italia e organizzando dei «viaggi della speranza» verso le cliniche inglesi e olandesi, dove grazie a voli charter e a convenzioni contrattate dal CISA, era possibile per le donne avere interventi medici a prezzi contenuti e con i mezzi tecnologicamente più evoluti. Nel 1975 dopo un incontro prima con Marco Pannella e poi con Gianfranco Spadaccia il CISA si federava con il Partito radicale, e in poche settimane entrava in funzione l'ambulatorio di Firenze presso la sede del partito.
Il 5 febbraio una delegazione comprendente Marco Pannella e Livio Zanetti, direttore de L’Espresso, presentava alla Corte di Cassazione la richiesta di un referendum abrogativo degli articoli nn. 546, 547, 548, 549 2° Comma, 550, 551, 552, 553, 554, 555 del codice penale, riguardanti i reati d'aborto su donna consenziente, di istigazione all’aborto, di atti abortivi su donna ritenuta incinta, di sterilizzazione, di incitamento a pratiche contro la procreazione, di contagio da sifilide o da blenorragia.
Cominciava in questo modo la raccolta firme. Il referendum era patrocinato dalla Lega XIII Maggio e da L’Espresso, che lo promossero unitamente al Partito Radicale e al Movimento di liberazione della donna. Tra le forze aderenti figuravano Lotta continua, Avanguardia operaia e PdUP-Manifesto.
Dopo aver raccolto oltre 700.000 firme, il 15 aprile del 1976 con un Decreto del Presidente della Repubblica veniva fissato il giorno per la consultazione referendaria, ma lo stesso Presidente Leone il primo maggio fu costretto a ricorrere per la seconda volta allo scioglimento delle Camere. Erano forti i timori dei partiti per le divisioni che poteva provocare una nuova consultazione popolare dopo l’esperienza del referendum sul divorzio dell'anno precedente.
Il bisogno di adeguare la normativa si è presentato al legislatore anche in seguito alla sentenza n.27 del 18 febbraio 1975 della Corte Costituzionale. Con questa sentenza la Suprema Corte, pur ritendendo che la tutela del concepito ha fondamento costituzionale, consentiva il ricorso alla IVG per motivi molto gravi.
La legge italiana sulla IVG è la Legge n.194 del 22 maggio 1978 (detta anche più semplicemente "la 194") con la quale sono venuti a cadere i reati previsti dal titolo X del libro II del codice penale con l'abrogazione degli articoli dal 545 al 555, oltre alle norme di cui alle lettere b) ed f) dell'articolo 103 del T.U. delle leggi sanitarie.
La 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge (vedi sotto), di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica.
Il prologo della legge (art. 1), recita:
Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.
L'art. 2 tratta dei consultori e della loro funzione in relazione alla materia della legge, indicando il dovere che hanno della donna in stato di gravidanza:
informarla sui diritti garantitigli dalla legge e sui servizi di cui può usufruire;
informarla sui diritti delle gestanti in materia laborale;
suggerire agli enti locali soluzioni a maternità che creino problemi;
contribuire a far superare le cause che possono portare all'interruzione della gravidanza.
Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso alla IVG è permesso alla donna quando
circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4).
Come risulta dalle amplissime formule usate dalla legge, le possibilità di accedere alla IVG nei primi novanta giorni sono praticamente illimitate e comunque la decisione finale spetta soltanto alla donna.
La IVG è permessa dalla legge anche dopo i primi novanta giorni di gravidanza (art. 6):
quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
Le minori e le donne interdette devono ricevere l'autorizzazione del tutore o del tribunale dei minori per poter effettuare la IVG. Ma, al fine di tutelare situazioni particolarmente delicate, la legge 194 prevede che (art.12)
...nei primi novanta giorni, quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela, oppure queste, interpellate, rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi, il consultorio o la struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, espleta i compiti e le procedure di cui all'articolo 5 e rimette entro sette giorni dalla richiesta una relazione, corredata del proprio parere, al giudice tutelare del luogo in cui esso opera. Il giudice tutelare, entro cinque giorni, sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli, può autorizzare la donna, con atto non soggetto a reclamo, a decidere la interruzione della gravidanza.
La legge stabilisce che le generalità della donna rimangano anonime.
La legge prevede inoltre che "il medico che esegue l'interruzione della gravidanza è tenuto a fornire alla donna le informazioni e le indicazioni sulla regolazione delle nascite" (art. 14).
Il ginecologo può esercitare l'obiezione di coscienza. Se al monento dell'intervento non sono disponibili medici non obiettori, il medico di turno è tenuto a praticare l'aborto alla donna richiedente.
La donna ha anche il diritto a lasciare il bambino in affido all'ospedale per una successiva adozione, e a restare anonima.
Questa legge è stata confermata dagli elettori con una consultazione referendaria il 17 maggio 1981.

16 maggio, 2009

PROMEMORIA 16 maggio 1943 Olocausto: termina la rivolta nel Ghetto di Varsavia


Olocausto: termina la rivolta nel Ghetto di Varsavia.
Il ghetto di Varsavia fu istituito dal regime nazista nel 1940 nella città vecchia di Varsavia, fu il più grande ghetto europeo. La zona, conosciuta come l'antico "ghetto ebraico" di Varsavia, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale era abitata, in prevalenza da ebrei, i quali costituivano la più grande comunità ebraica dopo quella di New York.
Il quartiere chiamato Nalewki era pieno di condomini e privo di spazi verdi, si parlavano l'yiddish, l'ebraico e il russo (dagli ebrei che erano fuggiti dalla Russia) e gli abitanti avevano la libertà di spostarsi e stabilirsi anche negli altri quartieri della città.

IL MURO
Con l'inizio della guerra, i nazisti trasformarono l'intera zona in ghetto[1] erigendo il 16 novembre 1940 un muro che la circondava completamente e iniziando un processo di distruzione e devastazione che culminò nel 1943, quando il 19 aprile l'Organizzazione ebraica di combattimento si rivoltò alla presenza tedesca con lo scopo di sfidare i nazisti e morire con dignità ed onore; il ghetto fu completamente raso al suolo.
Già precedentemente erano state uccise centinaia di migliaia di persone: all'inizio, il ghetto ospitava 450.000 ebrei, che occupavano circa il 4% della superficie totale del comune di Varsavia pur rappresentando il 30% della popolazione; questo causò immaginabili problemi di sovraffollamento e gli abitanti del ghetto furono costretti a vivere anche in dieci dentro ad una sola stanza.

Lo "Judenrat"
Ufficialmente, esisteva un'amministrazione, il Consiglio Ebraico (Judenrat), ma si trattava solo di una copertura per eseguire ordini nazisti: sterminare gli abitanti del ghetto, creando condizioni drammatiche e adottando la strategia della paura e del terrore. Introdussero il lavoro schiavistico nelle fabbriche ebraiche, dopo essersene impadroniti e nell'estate del 1942 cominciò l'evacuazione del ghetto e il trasporto degli abitanti verso i campi di sterminio (principalmente Treblinka) dove trovarono la morte oltre 300.000 persone nelle camere a gas.
Dopo la fine della guerra, la zona fu completamente ricostruita con complessi residenziali ma vi sono stati costruiti numerosi monumenti in memoria degli orrori.

La "Via della Memoria"
La "Via della Memoria" (Trakt Męczeństwa i Walki Żydów), all'interno dell'antico ghetto, ricorda oggi le atrocità commesse in quegli anni. Si parte dal Monumento agli Eroi del Ghetto (Pomnik Bohaterów Getta), eretto nel 1948 dallo scultore Natan Rapaport e dall'architetto Marek Suzin. Il monumento rappresenta uomini, donne e bambini che lottano tra le fiamme che lentamente divorano il ghetto e una processione di ebrei condotti ai campi di concentramento dalle baionette naziste.
Il percorso della Via della Memoria è segnato da 16 blocchi di granito, con iscrizioni in polacco, yiddish ed ebraico, che commemorano i 450.000 ebrei uccisi nel ghetto e gli eroi della rivolta.
Poco lontano si trova anche il "Monumento al Bunker" (Pomnik Bunkra), un grosso masso posto su una collinetta che ricorda la posizione del bunker dal quale Mordechaj Anielewicz dette inizio alla rivolta. Alla fine, fece esplodere il bunker e si suicidò.
La Via della Memoria termina al "Monumento dell'Umschlagplatz" (Pomnik Umschlagplatz), finito nel 1988, nello stesso punto in cui circa 300.000 ebrei vennero caricati su vagoni bestiame e spediti nei campi di concentramento. La forma, infatti, ricorda proprio quella di un vagone del treno; è in blocchi di marmo nero e bianco e sulla sua superficie sono incisi i nomi di centinaia di abitanti del ghetto.
Il 7 dicembre 1970, nel corso di una visita ufficiale all'ex ghetto, il cancelliere tedesco Willy Brandt, in omaggio alle vittime e come segno di riconciliazione, s'inginocchiò spontaneamente davanti ad uno dei monumenti, sorprendendo tutto il mondo e compiendo un passo importantissimo nel disgelo tra la Germania ed i Paesi dell'Est.
Il ghetto di Varsavia nel cinema e in letteratura

Sul ghetto di Varsavia, o su vicende ambientate nel ghetto ebraico della città polacca, sono stati girati numerosi film. Fra essi si ricorda qui la pellicola del 2002 di Roman Polanski premiata con il Premio Oscar Il pianista, interpretata da Adrien Brody.
La vita nel ghetto di Varsavia è descritta nel romanzo del 1979 di Gerald Green Olocausto da cui è stata tratta una miniserie televisiva.