31 luglio, 2012

Car pooling: viaggiare insieme fa risparmiare e fa diminuire il traffico

Car pooling: viaggiare insieme fa risparmiare e fa diminuire il traffico Quotidianamente migliaia e migliaia di cittadini effettuano il medesimo percorso nella stessa fascia oraria per andare al lavoro. Migliaia di autovetture si spostano nella stessa direzione con una sola persona a bordo. Sarebbe molto meglio viaggiare in più persone: per dividere le spese e contribuire a far diminuire il traffico in città. Con questo obiettivo la Provincia di Roma ha firmato un accordo con la Società Autostrade per l’Italia, per attivare il servizio di car pooling per i dipendenti della Provincia e per i cittadini. Un servizio a costo zero che potrà giovare a Roma che è la terza città più congestionata per il traffico e le emissioni nocive alla nostra salute. Come funziona? L’iniziativa consiste nell’attivazione di un sito internet nel quale si possono cercare altre persone che fanno lo stesso tragitto allo stesso orario. Uno o più dei soggetti coinvolti mettono a disposizione il proprio veicolo, anche alternandosi nell’utilizzo, mentre gli altri contribuiscono a coprire parte delle spese sostenute dagli autisti. Il car pooling si inserisce nel piano ‘Provincia di Kyoto’, con cui l’Amministrazione provinciale ha scelto d’investire 400 milioni di euro per la sostenibilità ambientale, sviluppo delle energie alternative, raccolta differenziata, mobilità sostenibile e tutela della biodiversità. “La vera rivoluzione - afferma il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti – oggi è immaginare città dove ognuno è libero di muoversi. Città che offrono ad ogni cittadino la possibilità di scegliere il proprio modello di mobilità e smettere di essere schiavi della propria automobile. Una rivoluzione che, grazie ai nuovi strumenti della Rete, all’impegno delle istituzioni e al coinvolgimento attivo delle persone, è ormai matura per diventare un concreto impegno di governo”. Continua Zingaretti: “Bisogna cambiare, e si può cambiare, innovando e lavorando duramente: per investire sulla mobilità sostenibile, sul trasporto pubblico, sulle biciclette e sui pedoni, ma anche per cogliere nuove opportunità che esistono e che spesso non vengono valorizzate”. ”Con il nuovo progetto di Car Pooling, realizzato dalla Provincia di Roma grazie alla collaborazione con Autostrade per l’Italia – spiega il presidente Zingaretti – vogliamo cogliere una di queste opportunità. Offrire anche al nostro territorio una piccola, grande, innovazione. Un servizio, già molto diffuso in altri paesi, che può migliorare la vita quotidiana delle persone, rendendo più facili ed economici gli spostamenti. Uno strumento innovativo per costruire, insieme, città più vivibili. Città più efficienti e competitive. Città più moderne e attente alla qualità dell’ambiente. “Come Autostrade per l'Italia - dichiara Giovanni Castellucci amministratore delegato Autostrade per l'Italia – siamo stati i primi a credere in una diffusione nazionale del Car Pooling quando alla fine del 2009, da soli, abbiamo lanciato il primo progetto nell’area milanese”. “Ma per far crescere il fenomeno Car Pooling in Italia, che ad oggi resta ancora di nicchia – prosegue Castellucci – è necessario che Istituzioni Pubbliche e Aziende Private promuovano e facciano conoscere questo nuovo modo di viaggiare incentivando i propri cittadini e i propri dipendenti all’utilizzo condiviso dell’auto. Per questo motivo sono particolarmente soddisfatto di poter lanciare questa nuova iniziativa grazie ad un partner forte come la Provincia di Roma”. Per maggiori informazioni: http://roma.autostradecarpooling.it/

PROMEMORIA 31 luglio 1991 – Firmato il primo trattato START tra Stati Uniti e Unione Sovietica per limitare le armi nucleari

Firmato il primo trattato START tra Stati Uniti e Unione Sovietica per limitare le armi nucleari Gli accordi START (acronimo dell'espressione inglese Strategic Arms Reduction Treaty) sono degli accordi internazionali tesi a limitare o a diminuire gli arsenali di armi di distruzione di massa, come le armi nucleari, sapendo che il numero molto alto di tali armamenti pone un serio pericolo di distruzione completa del pianeta. Il trattato fu firmato tra gli Stati Uniti e l'URSS, e proibiva ai suoi firmatari di produrre più di 6000 testate nucleari e massimo 1600 ICBM, missili balistici lanciati da sottomarini e bombardieri. Lo START è stato il più vasto e il più complesso trattato di controllo sulle armi atomiche, e, con la sua revisione finale nel tardo 2001, ha comportato l'eliminazione dell'80% delle armi nucleari in circolazione.

29 luglio, 2012

Istruzione: dalla Provincia di Roma il "Kit Scuola" 2012-2013

Istruzione: dalla Provincia di Roma il "Kit Scuola" 2012-2013 Per dare un sostegno concreto alle famiglie nel grande sforzo affrontato all’inizio di ogni anno scolastico la Provincia di Roma propone il Kit Scuola a 19 euro e 90 centesimi per gli studenti degli istituti superiori della Capitale e degli altri Comuni del territorio. Il Kit sarà disponibile a partire da sabato 28 luglio. Il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e l’ Assessore Provinciale alle Politiche della Scuola, Paola Rita Stella, hanno raggiunto un accordo con Confcommercio - Unione di Roma ASSOCART - e Confesercenti in collaborazione con alcuni tra i più importanti gruppi commerciali di Roma, come i gruppi AUCHAN, CARREFOUR e PANORAMA; grazie alla disponibilità di Confcommercio e Confesercenti, i possessori della Family Card della Provincia di Roma potranno usufruire di uno sconto ulteriore del 10% sul prezzo del Kit Scuola, nei punti vendita in convenzione. L’elenco dei commercianti della Capitale e del territorio, che aderiscono all’iniziativa promossa dall'Amministrazione Zingaretti, è disponibile in allegato a questa notizia. Il Kit scuola comprende: un diario, 4 quaderni formato A4 (2 a righe e 2 a quadretti), 2 matite, 2 penne a sfera, 1 evidenziatore, una gomma per cancellare, una valigetta polionda e un prodotto integrativo a scelta tra 1 pen drive, una calcolatrice scientifica tascabile, 2 squadre, 1 riga da 60 cm e un compasso da 5 pezzi. “L’iniziativa - spiega il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti – rappresenta una risposta concreta contro il carovita e può aiutare tante famiglie che devono affrontare ogni giorno gli effetti della grave crisi economica che il nostro Paese sta vivendo. Il costo del Kit scuola, infatti, è rimasto invariato rispetto al 2007, ulteriore dimostrazione dell’impegno della nostra amministrazione nei confronti dei cittadini". "Il Kit Scuola - aggiunge l’ Assessore Provinciale alle Politiche della Scuola, Paola Rita Stella - è uno strumento che mettiamo a disposizione delle famiglie e anche quest’anno abbiamo optato per un kit non griffato ma di ottima qualità. La Provincia di Roma, in questo modo, intende contribuire ad attenuare i 'costi scuola' dando agli studenti anche un messaggio di educazione ad un consumo consapevole e responsabile”.

PROMEMORIA 29 luglio 2008 – Radovan Karadžić è stato estradato all'Aja per essere giudicato dal Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia (Tpi) su 11 capi d'accusa.

Karadžić è stato estradato all'Aja per essere giudicato dal Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia (Tpi) su 11 capi d'accusa. Radovan Karadžić, in lingua serba Радован Караџић (Petnjica, 19 giugno 1945), è un politico bosniaco, di origini serbe, ex presidente della Repubblica Serba. Tra i protagonisti politici delle Guerre nella ex-Jugoslavia, incriminato per crimini di guerra e genocidio dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia dell'Aja, a suo carico era stato emesso un mandato di cattura internazionale eccezionale in base all'articolo 61 del Tribunale. Il governo degli Stati Uniti aveva inoltre offerto un premio di 5 milioni di dollari per la sua cattura e per quella del generale serbo-bosniaco Ratko Mladić. Latitante per molti anni, è stato arrestato il 21 luglio 2008 dalle forze di sicurezza serbe. Ricercato e arrestato dopo 13 anni di latitanza Dal 1996 Karadžić era ricercato per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia. L'Interpol aveva emesso contro di lui un mandato per crimini contro l'umanità, la vita e la salute pubblica, genocidio, gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra del 1949, omicidio e violazioni delle norme e delle convenzioni di guerra[2]. L'incriminazione[3], secondo l'articolo 7 dello Statuto del Tribunale internazionale dell'Aja, per responsabilità individuale criminale di Karadžić comprende: due capi di accusa per genocidio (articolo 4 dello Statuto - genocidio, complicità in genocidio); cinque capi di accusa per crimini contro l'umanità (articolo 5 dello Statuto - sterminio, omicidio, persecuzioni di carattere politico, etnico e religioso, comportamenti inumani come il trasferimento forzato della popolazione); tre capi di accusa per violazione delle norme e delle convenzioni di guerra (articolo 3 dello Statuto - omicidio, creazione di un clima illegale di terrore tra i civili, presa di ostaggi); un capo di accusa per violazione delle convenzioni di Ginevra (articolo 2 dello Statuto - omicidio intenzionale) In sua difesa, i suoi sostenitori affermano che egli non ha maggiori colpe rispetto ad altri leader di Paesi in stato di guerra. La sua apparente capacità di evadere la cattura per otto anni ha fatto di lui un eroe popolare in alcuni ambienti nazionalisti serbi. Nel 2001 centinaia di suoi sostenitori hanno manifestato in sua difesa nella sua città natale. Nel marzo del 2003 la madre, Jovanka, ha invitato pubblicamente Karadžić a non arrendersi. Nel novembre del 2004 corpi militari britannici fallirono un'operazione militare organizzata per la cattura sua e di altri sospettati. Nel 2005 i leader serbo-bosniaci hanno invitato Karadžić ad arrendersi definitivamente, osservando cha la sua mancata cattura (unita a quella di Mladić) possono impedire il percorso politico ed economico di Bosnia e Serbia. Dopo un'incursione fallita il 7 maggio 2005, le truppe della NATO hanno arrestato il figlio di Karadžić, Aleksandar (Saša), ma lo hanno rilasciato dopo una decina di giorni. Il 28 giugno 2008 la moglie di Karadžić, Liljana Zelen Karadžić, lo ha invitato con forza ad arrendersi, dopo aver sentito su se stessa, secondo le sue parole, un'enorme pressione esterna. Inoltre prima della sua cattura si pensava che si nascondesse in Russia. Il 21 luglio 2008 è stato arrestato dalle locali forze di sicurezza, dopo quasi tredici anni di latitanza, mentre si trovava a bordo di un autobus a Belgrado, in Serbia, sotto la falsa identità di un militare bosniaco che in realtà era caduto in guerra, Dragan Dabić (Tuzla, 1954 – Sarajevo, 1993). Subito dopo l'arresto viene creato il sito dragandabic.com, col quale si lascia intendere che Karadžić avrebbe trascorso l'intera latitanza libero e indisturbato, travestito da santone. Benché la burla sia evidente (basta verificare la data di creazione del sito), numerosi giornali riprendono la notizia, per poi smentirla. Il 29 luglio 2008 è stato estradato all'Aja per essere giudicato dal Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia (Tpi) su 11 capi d'accusa. Il processo potrebbe durare più di un anno. Karadžić ha annunciato che intende difendersi da solo, come già in passato fece l'ex presidente serbo Slobodan Milošević, avvalendosi comunque di una squadra di consulenti. La sua dichiarazione nel primo giorno di udienza ha dato probabilmente un chiaro indizio della sua strategia difensiva, affermando che gli Stati Uniti gli hanno offerto l'immunità in cambio del suo ritiro dalla vita politica attiva. Recentemente, in un'intervista al Corriere della Sera, il nipote Dragan rilevò che, durante la latitanza, suo zio Radovan veniva spesso in Italia a visitare Venezia e a seguire le partite del Campionato italiano di calcio di Lazio ed Inter, essendo un fan dei calciatori serbi Sinisa Mihajlović e Dejan Stanković, fino a diventare tifoso interista. Durante un'udienza del processo che lo vede imputato, il 23 luglio 2009, a un anno dalla cattura, Karadžić ha definito "un'esagerazione" il numero di vittime del massacro di Srebrenica. Sempre durante la medesima sessione, l'imputato ha chiesto l'accesso ai test del Dna delle vittime "per poter stabilire la verità". Il suo processo era previsto per il 26 ottobre 2009 ma è stato rinviato ulteriormente a causa della volontà dell'imputato di non presentarsi di fronte ad una Corte che non riconosce e di ritardare la presentazione della sua difesa. Il 1 marzo del 2010 è cominciato il processo contro Karadžić, il quale ha smentito tutte le accuse rivoltegli dal tribunale internazionale; in particolar modo ha definito un mito il Massacro di Srebrenica e l'Assedio di Sarajevo,accusando direttamente i musulmani di aver orchestrato tutto per dare la colpa ai serbi di Bosnia. Anche la strage di Markale del 1994, secondo Karadžić, fu provocata dai bosgnacchi stessi.

28 luglio, 2012

A Palazzo Valentini "56 anni di Cinema - rassegna cinematografica di film vincitori dei David di Donatello"

A Palazzo Valentini "56 anni di Cinema - rassegna cinematografica di film vincitori dei David di Donatello" Presso la Sala Peppino Impastato di Palazzo Valentini è stata presentata la rassegna "56 anni di Cinema - rassegna cinematografica di film vincitori dei David di Donatello". All’appuntamento hanno partecipato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, l’assessore alle Politiche culturali Cecilia D’Elia, il presidente dell’Ente David di Donatello Gian Luigi Rondi, l’amministratore delegato di Cinecittà Luce Luciano Sovena e il presidente dell’Unione Regionale AGIS del Lazio Pietro Longhi. A seguire si è tenuta l’inaugurazione della mostra "L' immaginario del Cinema nei manifesti di Anselmo Ballester” presso la Sala Stampa di Palazzo Valentini Dal 31 luglio al 30 agosto (sabato, domenica e 15 agosto esclusi) la Corte di Palazzo Valentini dunque ospiterà - per il terzo anno consecutivo - una rassegna cinematografica ad ingresso gratuito. L’iniziativa è stata organizzata dalla Presidenza della Provincia di Roma e dall'Assessorato alle Politiche Culturali in collaborazione con Agis Lazio. La manifestazione "56 anni di Cinema – Rassegna cinematografica di film vincitori dei David di Donatello", intende rendere omaggio al cinema attraverso alcuni tra i film premiati nel corso dei 56 anni del Premio, che rappresenta uno dei riconoscimenti cinematografici più prestigiosi in ambito internazionale, conferito dall'Accademia del Cinema Italiano. Nella programmazione sono stati inseriti anche tre film di giovani registi marocchini, in linea con il gemellaggio tra la sua Scuola di Cinema della Provincia di Roma,"Gian Maria Volontè", e la "Scuola di Cinema di Casablanca". Le proiezioni inizieranno alle ore 21.00 ed i biglietti, gratuiti e numerati, saranno distribuiti da un addetto dell'Agis nell'androne di Palazzo Valentini dalle ore 19.00 fino ad esaurimento dei posti, che sono 199. Le sedie saranno numerate e, per quanto possibile, si potrà scegliere il proprio posto mediante la pianta del Cortile. In allegato il calendario dei film della rassegna. Dal 31 luglio all'11 agosto, in concomitanza con la manifestazione, gli spettatori potranno degustare prodotti tipici della provincia di Roma presso l'Enoteca Provincia Romana (Foro Traiano 82/84) al costo forfettario di € 12,00, consegnando uno dei due tagliandi di ingresso al cinema dalle ore 19.00. L’Enoteca sarà aperta dalle ore 19 alla ore 23. A corollario della rassegna è stata allestita, nella Sala Stampa, la mostra “L’immaginario del Cinema nei manifesti di Anselmo Ballester”. La mostra è stata inaugurata oggi, come accennato, subito dopo la conferenza stampa di presentazione dell’evento. L’esposizione rimarrà aperta fino al 30 agosto, dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 21.00 (eccetto il 15 di agosto) e il sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00. L’esposizione è dedicata ad Anselmo Ballester, popolare cartellonista del cinema e pittore dallo stile inconfondibile, che ha realizzato i manifesti di film destinati a rimanere nella storia del cinema. Attraverso la sua capacità di cogliere un particolare inconsueto, i suoi manifesti, molto curati nella tecnica, ma di facile ed immediata lettura, colpiscono l’attenzione dei potenziali spettatori. Uno degli obiettivi della mostra è quello di illustrare il percorso creativo finalizzato alla realizzazione del manifesto, attraverso una tecnica del tutto originale. L’artista parte da una serie di schizzi su cartoncino per arrivare ad un disegno a tempera, poi stampato sul manifesto. Per rendere più completa la mostra è stato anche allestito un totem multimediale completo di monitor, che consentirà la visione di altre opere di Ballester.

PROMEMORIA 28 luglio 1996 – L'Uomo di Kennewick, i resti di un uomo preistorico, vengono scoperti nei pressi di Kennewick (Washington)

L'Uomo di Kennewick, i resti di un uomo preistorico, vengono scoperti nei pressi di Kennewick (Washington) L'uomo di Kennewick è un ominide preistorico ritrovato nel letto del fiume Columbia vicino a Kennewick (WA, Stati Uniti) il 28 giugno 1996. I reperti furono ritrovati accidentalmente da alcuni spettatori durante una gara di idroplano. Il ritrovamento provocò una discussione sulla relazione tra i diritti religiosi dei nativi americani e l'archeologia: basandosi sulla legge statunitense sulle tombe dei Nativi Americani (Native American Graves Protection and Repatriation Act), un gruppi di nativi americani reclamò i resti come loro proprietà. Nel febbraio del 2004 la corte affermò che in assenza di una relazione culturale tra i nativi viventi e i resti ritrovati, non ci sarebbe stato alcun vincolo per lo studio scientifico. Nel luglio 2005 diversi scienziati studiarono il ritrovamento, definendolo come il cranio di un caucasoide databile tramite carbonio 14 ad oltre 9000 anni fa. I risultati dunque esclusero che si potesse trattare di un nativo americano, e si ipotizzò un'origine europea, dopo aver attraversato lo Stretto di Bering nel periodo di glaciazione.

27 luglio, 2012

Procedura aperta per la selezione di una Società di Gestione del Risparmio (SGR) per costituzione e gestione di fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, non speculativo. Proroga termine

Procedura aperta per la selezione di una Società di Gestione del Risparmio (SGR) per costituzione e gestione di fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, non speculativo. Proroga termine Si rende noto che è stato prorogato il termine per la presentazione delle offerte in relazione alla procedura aperta per la selezione di una Società di Gestione del Risparmio (SGR) per la costituzione e gestione di un fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, non speculativo, ai sensi degli artt. 12-bis e 15 del D.M. 24 maggio 1999, n. 228. Il nuovo termine di presentazione delle offerte, originariamente fissato alle ore 12 del 26 luglio 2012, è prorogato alle ore 12 del giorno 1 ottobre 2012. La seduta pubblica di preselezione sarà celebrata alle ore 10 del giorno 2 ottobre 2012. Il tutto alla luce delle incisive innovazioni apportate dalla disciplina di settore dal recentissimo D.L. 6/07/2012, n. 95 - vedi in particolare “razionalizzazione del patrimonio pubblico e riduzione dei costi delle locazioni passive (art.3) e “istituzione delle Città metropolitane” (art. 18) - nonché delle conseguenti richieste di chiarimento fatte pervenire da parte di SGR interessate, ed al fine di favorire la massima partecipazione dei possibili concorrenti oltre che il buon esito della sottostante operazione di acquisto della Sede Unica e dismissione degli immobili conferiti al Fondo. Per consultare l’elenco degli immobili e per conoscere tutte le altre informazioni utili in merito alla Procedura, nonchè le relative modifiche e rettifiche, consultare su questo portale l’area “Gare”, sezione “Servizi e Forniture” oppure clicca qui.

PROMEMORIA 27 luglio 1929 – Debutto per il primo romanzo di Alberto Moravia, Gli indifferenti

Debutto per il primo romanzo di Alberto Moravia, Gli indifferenti Gli indifferenti è il romanzo d'esordio dello scrittore romano Alberto Moravia (1907-1990). Lo scrittore iniziò a scrivere il libro a Bressanone, dove si era recato per la convalescenza dalla sua malattia alle ossa. Dal romanzo fu tratto un omonimo film nel 1964 « Essendo nato e facendo parte di una società borghese ed essendo allora borghese io stesso, ‘Gli indifferenti’ furono tutt’al più un modo per farmi rendere conto di questa mia condizione. […] Che poi sia risultato un libro antiborghese è tutta un’altra faccenda. La colpa o il merito è soprattutto della borghesia » Trama [modifica] I due fratelli Carla e Michele Ardengo sono due giovani incapaci di provare veri sentimenti e risultano essere in preda alla noia e all'indifferenza. Nel giorno del ventiquattresimo compleanno di Carla, dopo il pranzo, Leo (l'amante della madre), tenta di proposito di farla ubriacare e cerca di approfittare di lei. Il tentativo però fallisce, perché Carla, troppo ubriaca, sta male e vomita. Mariagrazia intanto, visto che l'amante la trascura, è convinta che egli abbia un'altra donna e pensa che questa sia proprio la sua amica Lisa. Lisa è invece invaghita di Michele, che come la sorella è un debole e che, pur insofferente della situazione che lo circonda, non è capace di reagire. Egli si accorge dell'attrazione che Lisa prova per lui e si lascia passivamente corteggiare senza dare segni di coinvolgimento sentimentale. Lisa intanto tenta di svegliare Michele dal suo torpore morale e lo informa della relazione fra Carla e Leo. Chiamato però in causa Michele pare deciso ad affrontare Leo per vendicare l'onore familiare e, comprata un'arma, cerca di sparargli ma ne esce umiliato e perdente perché ha dimenticato di caricarla. Nel frattempo Michele si rende conto che Leo sta approfittando della situazione per impossessarsi della villa di famiglia, di grande valore. Per evitare che la villa sia venduta, Leo, timoroso di vanificare quanto ha fatto, chiede a Carla, davanti al fratello di poterla sposare anche se ella lo disprezza e non lo ama. Carla, attirata dall'idea di una nuova vita, diversa da quella noiosa di prima, accetta con freddezza una squallida e tranquilla vita borghese che le assicuri il benessere rinunciando alla passione. Il romanzo ci lascia con un finale sospeso, con Carla e Mariagrazia che si recano ad un ballo in maschera, ma la figlia non dice alla madre del matrimonio. Analisi dell'opera Contenuto Nel romanzo Moravia riesce a rendere con perfetto realismo le meschinità e le ipocrisie di una società, come quella della borghesia, inautentica, convenzionale, sdoppiata falsamente da ciò che ciascuno pensa e da ciò che viene detto in un clima di costante menzogna. I due giovani fratelli soffrono, ma si adattano passivamente mentre Leo, personaggio immune da qualsiasi ripensamento, è solamente disposto, con ogni mezzo, a raggiungere i suoi scopi. Egli rispecchia, nella descrizione che ne fa Moravia, la sgradevolezza anche nei tratti fisici: coperto da precoce calvizie, rosso in volto, volgare e in preda spesso alla libidine. Forma e linguaggio Sul piano formale il romanzo fornisce un esempio di prosa sagace, precisa, aderente alle cose, realistica in aperto contrasto con quella dominante in quel periodo e nel precedente. Un certo alone di scandalo, per la scabrosità della vicenda non fu estraneo al successo del romanzo, ma ciò che disturbò maggiormente la classe dirigente fu la sincerità con cui Moravia era riuscito a denunciare la vacuità morale della Borghesia degli anni '20 e '30: essa, infatti, incapace di ricercare una nuova ed autonoma via morale, finì per far propri i principi del Fascismo (Dio, Patria, Famiglia), che a loro volta avevano le proprie radici nella borghesia patriottica della prima metà dell'800, con esiti, come si evince nel libro, a dir poco grotteschi. Il romanzo venne concepito da Moravia come una grottesca tragedia. Esso è diviso in sedici capitoli scritti con un linguaggio essenziale, quasi scarno, tutto proteso ad evidenziare l'ambiente entro il quale si muovono i personaggi e a rendere in modo chiaro i pensieri che attraversano loro la mente. I personaggi I personaggi, che rappresentano il dramma di una intera generazione, sono tutti inetti, incapaci di accostarsi alla vita e di provare sincere passioni e molto vicini ai personaggi sveviani e pirandelliani.

26 luglio, 2012

PROMEMORIA 26 luglio 1945 La Dichiarazione di Potsdam viene firmata a Potsdam (Germania)

La Dichiarazione di Potsdam viene firmata a Potsdam (Germania) La Dichiarazione di Potsdam o Proclamazione dei termini per la resa giapponese (da non confondere con gli Accordi di Potsdam) è stato un documento firmato il 26 luglio 1945 dal Presidente statunitense Harry S. Truman, dal Primo Ministro britannico Winston Churchill e dal Presidente del governo nazionale della Repubblica di Cina Chiang Kai-shek nel quale si esponevano le condizioni per la resa giapponese che erano state decise nella Conferenza di Potsdam. Il testo della dichiarazione iniziava dicendo che se il Giappone non si fosse arreso sarebbe andato incontro ad una "rapida e totale distruzione". Il testo Il testo della Dichiarazione di Potsdam è il seguente: « 1. Noi - il Presidente degli Stati Uniti, il Presidente del Governo Nazionale della Repubblica di Cina ed il Primo Ministro del Regno Unito - in rappresentanza delle centinaia di milioni di nostri compatrioti, ci siamo consultati e conveniamo che al Giappone sia data la possibilità di porre fine a questa guerra. 2. Le enormi forze di terra, mare e aria degli Stati Uniti, dell'Impero britannico e della Cina, ampiamente rinforzate dalle loro armate e flotte aeree provenienti dall'ovest, sono pronte a infliggere i colpi finali al Giappone. Questa potenza militare è sostenuta ed ispirata dalla determinazione di tutte le Nazioni Alleate a proseguire la guerra contro il Giappone finché esso non cessi di resistere. 3. Il risultato della vana e insensata resistenza tedesca alla potenza dei popoli liberi della terra dovrebbe essere un esempio di terribile chiarezza per il popolo del Giappone. Le forze che stanno ora convergendo sul Giappone sono incommensurabilmente maggiori di quelle che, dirette contro la resistenza nazista, hanno necessariamente sconvolto le terre, le industrie e le vite di tutto il popolo tedesco. Il pieno uso della nostra potenza militare, sospinta dalla nostra risolutezza, significherà un'inevitabile e completa distruzione delle forze armate giapponesi e inevitabilmente la totale devastazione della patria giapponese. 4. Per il Giappone è giunto il tempo di decidere se continuare ad essere controllato da quei caparbi consiglieri militaristi i cui stupidi calcoli hanno portato l'Impero del Giappone sulla soglia dell'annientamento, o se seguire la via della ragione. 5. Qui di seguito sono le nostre condizioni. Non devieremo da esse. Non ci sono alternative. Non sopporteremo ritardi. 6. Deve essere eliminata per sempre l'autorità e l'influenza di quelli che hanno ingannato e fuorviato il popolo del Giappone conducendolo alla conquista del mondo, poiché siamo certi che non sarà possibile un nuovo ordine di pace, sicurezza e giustizia finché non sarà eliminato dal mondo il militarismo irresponsabile. 7. Finché tale nuovo ordine non sarà stabilito e fino a che non ci sarà la prova che la potenza militare del Giappone è distrutta, saranno occupati dei punti nel territorio giapponese scelti dagli Alleati per assicurare il conseguimento degli obiettivi qui esposti. 8. Le condizioni della Dichiarazione del Cairo saranno rispettate e la sovranità giapponese sarà limitata alle isole di Honshu, Hokkaido, Kyushu, Shikoku ed altre isole minori come da noi determinato. 9. Le forze militari giapponesi, dopo essere state completamente disarmate, saranno libere di tornare alle proprie case con l'opportunità di trascorrere vite pacifiche e laboriose. 10. Non intendiamo che i giapponesi siano asserviti come razza o distrutti come nazione, ma sarà applicata una severa giustizia ai criminali di guerra, inclusi coloro che sono stati crudeli con i nostri prigionieri. Il governo giapponese rimuoverà tutti gli ostacoli al rifiorire e al rafforzarsi delle tendenze democratiche nel popolo giapponese. Dovranno essere assicurati libertà di parola, di religione e di pensiero, così come il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo. 11. Al Giappone sarà permesso di mantenere le industrie atte a sostenere la sua economia e gli sarà permessa la riparazione di quelle dello stesso tipo, ma non di quelle che lo renderebbero in grado di riarmarsi per la guerra. A questo fine gli sarà accordato l'accesso alle materie prime, ma non il loro controllo. Sarà consentita la futura partecipazione giapponese al commercio mondiale. 12. Le forze di occupazione degli Alleati saranno ritirate dal Giappone appena questi obbiettivi saranno stati raggiunti e si sarà stabilito in accordo con la volontà liberamente espressa del popolo giapponese un governo pacifico e responsabile. 13. Noi facciamo appello al governo del Giappone affinché proclami immediatamente la resa incondizionata di tutte le forze armate giapponesi e fornisca adeguate garanzie della loro buona fede in tale azione. L'alternativa per il Giappone è la rapida e totale distruzione. »

25 luglio, 2012

PROMEMORIA 25 luglio 1969 – Guerra del Vietnam: il presidente statunitense Richard Nixon dichiara la Dottrina Nixon, secondo la quale gli USA si aspettano che gli alleati asiatici si preoccupino della propria difesa militare. Questo fu l'inizio della "Vietnamizzazione" della guerra

Guerra del Vietnam: il presidente statunitense Richard Nixon dichiara la Dottrina Nixon, secondo la quale gli USA si aspettano che gli alleati asiatici si preoccupino della propria difesa militare. Questo fu l'inizio della "Vietnamizzazione" della guerra La
è la strategia di politica estera, in particolare riguardante la posizione degli Stati uniti nel conflitto vietnamita, elaborata dal neo presidente Richard Nixon (eletto alla Casa Bianca nel 1968) e dal suo consigliere Henry Kissinger. La dottrina prevedeva il progressivo disimpegno delle forze armate statunitensi dal conflitto vietnamita, che nel pieno dell'escalation consisteva di 500.000 uomini, a favore di un maggior impegno di forze sudvietnamite. Per questo motivo si parla a proposito della dottrina Nixon di "Vietnamizzazione" del conflitto. La strategia di Kissinger mirava a favorire i negoziati (iniziati nell'ottobre del '68) e la diplomazia sull'aiuto militare per pervenire ad una soluzione del conflitto. Il negoziato di pace venne effettivamente concluso nel marzo del 1973, anche se la guerra continuò fra le forze vietnamite e si concluse solo il 30 aprile 1975 con l'occupazione di Saigon (capitale del Vietnam del Sud) da parte delle forze comuniste Viet Cong. La scelta del disimpegno intrapresa da Nixon fu dovuta sicuramente alla crescente pressione dell'opinione pubblica e ai movimenti pacifisti che demonizzarono l'intervento americano in Vietnam, anche se inizialmente la stessa opinione pubblica si era mostrata favorevole.[4] La situazione era però sfuggita di mano agli USA dopo l'"escalation" intrapresa dal presidente Johnson, che fece cadere le forze militari americane nella "trappola" della guerriglia Viet Cong (che era finanziata dall'URSS all'interno dei giochi di politica internazionale della Guerra Fredda). Quando vennero alla luce i numeri impressionanti delle perdite umane subite dagli USA, l'opinione pubblica si schierò nettamente contro la guerra. Altro motivo che spinse Nixon al disimpegno furono i problemi economici che gli USA stavano vivendo in quegli anni, infatti il bilancio statale USA risentiva pesantemente delle ingentissime spese di guerra e il disimpegno era a quel punto una scelta economicamente obbligatoria.

24 luglio, 2012

"VALENTINA MOVIE", in mostra l'arte del fumetto di Guido Crepax

"VALENTINA MOVIE", in mostra l'arte del fumetto di Guido Crepax Prosegue con successo la mostra "VALENTINA MOVIE", presso Palazzo Incontro, a Roma, in via dei Prefetti 22. Promossa dalla Provincia di Roma nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura e organizzata da Civita, l’esposizione resterà aperta al pubblico sino al 30 settembre. "VALENTINA MOVIE" è curata da Archivio Crepax e Vincenzo Mollica. E per la prima volta nella Capitale si tiene una mostra dedicata al popolare personaggio di Guido Crepax. Gli orari di ingresso sono i seguenti: dal martedì alla domenica, ore 10 -19; chiuso il lunedì. La mostra resterà inoltre chiusa dal 6 al 20 agosto 2012. Per informazioni e prenotazioni: tel 06 32810, www.fandangoincontro.it. Nata nel 1965 dalla penna di Guido Crepax, Valentina, la donna più complessa e sensuale del fumetto italiano si presenta in un'esposizione "anarchica" ed emozionale, costituita da sale tematiche che avvolgono il pubblico in un'atmosfera sempre in bilico tra sogno e realtà. Sagome di Valentina a grandezza naturale guidano gli spettatori lungo il percorso, raccontando il mondo di Crepax e fornendo spunti dal ricco bagaglio culturale che caratterizza le storie della saga. Il tutto, amplificato da ambientazioni e spettacolarizzazioni di grandi dimensioni tratte dai disegni, animato da installazioni e contributi video e valorizzato da 120 tavole originali scelte tra le circa 2.600 che quest'autore ha dedicato a Valentina. La mostra è accompagnata dalla pubblicazione del libro “Valentina come Louise Brooks: il libro nascosto”, edito da Fandango Libri, a cura dell'Archivio Crepax e di Vincenzo Mollica. Valentina, la bellissima fotografa milanese con il volto dell'attrice Louise Brooks, ha attraversato gli anni regalando ai lettori le emozioni che l'allestimento a Palazzo Incontro ripercorre fedelmente su due piani di sale tematiche con tavole, video, suoni, gigantografie. Fino al 30 settembre, dunque, Palazzo Incontro sarà il 'regno' dell'eroina dei fumetti. E proprio sui fumetti il presidente Zingaretti, da sempre appassionato del genere, ha detto: “Si tratta di un’importante forma di arte e di creatività che fa parte del costume del nostro Paese. I fumetti hanno accompagnato intere generazioni. Alcuni personaggi poi sono diventati grandi, e Valentina e' uno di questi. In generale, poi, i fumetti rappresentano un fenomeno culturale importante, da tutelare con attenzione". Il presidente Zingaretti, nell'inaugurare la mostra, ha poi sottolineato: “Come Amministrazione provinciale crediamo nel ruolo insostituibile della cultura. Anche in un momento di crisi come quello attuale, l’arte e la produzione culturale vanno sostenute e tutelate perché rappresentano il nostro tratto distintivo nel mondo e rappresentano un patrimonio di civiltà insostituibile”. La Mostra, ricca e particolareggiata, si articola in diverse sezioni ospitate sui diversi piani del Palazzo: - Le origini: Valentina & Louise; - L'innovazione: la struttura della tavola - Testimonianze del tempo: la moda, la fotografia e la pubblicità - Lo scenario: Valentina nelle città - L'occhio come obiettivo: zoom sui particolari - Lo studio dell'Autore: dal reale al surreale - L'inchiostro che libera la fantasia - La colonna sonora: dal jazz all'arte pop - Tuffo nell'inconscio: paure, sogni e allucinazioni - Fantascienza: dal cinema all'insolito quotidiano - Ritorno a casa: il doppio e il riflesso Il percorso si chiude ripassando per la sala di raccordo tra gli altri spazi, gli oggetti di design e la presenza sulla rete dove il pubblico è invitato a lasciare un proprio commento sul profilo Facebook dedicato.

PROMEMORIA 24 luglio 2010 - A Duisburg durante la Loveparade muoiono 19 persone, gli organizzatori hanno affermato che sarà l'ultima edizione.

A Duisburg durante la Loveparade muoiono 19 persone, gli organizzatori hanno affermato che sarà l'ultima edizione. Il disastro della LoveParade è una tragedia avvenuta il 24 luglio 2010 nel corso della diciannovesima edizione della LoveParade svoltasi a Duisburg in Germania in cui morirono 21 persone e ne rimasero ferite altre 510. Le cause del disastro sono attualmente oggetto di un'inchiesta da parte della procura di Duisburg. In seguito all'incidente gli organizzatori della LoveParade hanno annunciato che quella del 2010 sarebbe stata l'ultima edizione della manifestazione. L'entrata nella stazione iniziò alle 12:00 CEST (10:00 UTC) attraverso un tunnel di 240 metri dal lato est e da una serie di sottopassaggi dal lato ovest. Entrambi gli ingressi si riunivano poi su una rampa che era l'unico punto di ingresso e di uscita dall'area del festival. Alle 15.30, a causa del sovraffollamento eccessivo, gli organizzatori chiesero alla polizia di bloccare l'afflusso dei partecipanti. La polizia annunciò tramite altoparlanti alle persone in attesa che non era più consentito l'ingresso e chiuse l'accesso all'area del festival. La folla continuò però a entrare dall'altro lato del tunnel, ignorando l'avvertimento, e in breve tempo l'area all'uscita del tunnel divenne sovraffollata. A causa del sovraffollamento la situazione diviene presto insostenibile e nacque una calca improvvisa che causò le morti e i feriti. La maggior parte delle morti avvenne per schiacciamento della cassa toracica. Per evitare ulteriori scene di panico la manifestazione fu proseguita sino al termine, senza informare il resto della folla della tragedia appena avvenuta

23 luglio, 2012

PROMEMORIA 23 luglio 2005 – Attentato terroristico a Sharm El Sheikh. Muoiono 63 persone

Attentato terroristico a Sharm El Sheikh. Muoiono 63 persone Il 23 luglio 2005, una serie di attacchi terroristici suicidi ha sconvolto la città turistica di Sharm el-Sheikh, localizzata nell'estremità meridionale della penisola del Sinai, in Egitto. Il numero delle vittime è stato di una novantina secondo alcune fonti, mentre altri parlano di circa sessanta vittime; oltre 150 i feriti a causa di esplosioni prodotte molto probabilmente da tre autobombe, rendendo l'attacco l'azione terrorista con più vittime nella storia del Paese. L'assalto è coinciso con la ricorrenza del Giorno della rivoluzione che commemora lo spodestamento di re Faruq da parte di Nasser nel 1952. L'attacco ha avuto luogo durante la notte, in un orario in cui la maggior parte dei turisti è ancora nei locali, ristoranti o bar. La prima bomba è esplosa alle 01:15 ora locale (22:15 UTC) nel "Mercato Vecchio" di Sharm; poco dopo, un'altra esplosione ha colpito l'hotel Ghazala Gardens, un hotel 4 stelle nell'area di Naama Bay, un agglomerato di alberghi di fronte alla spiaggia a circa 6 km dal centro città. Le esplosioni sono state molto potenti e sono state avvertite anche a molti chilometri di distanza. Dopo gli attentati, l'affluenza dei turisti italiani a Sharm el-Sheikh si è praticamente azzerata per più di due mesi. A meno di un anno di distanza, il 26 aprile 2006, un nuovo attacco terroristico nella vicina Dahab ha causato la morte di 18 persone (6 turisti occidentali e 12 egiziani).

22 luglio, 2012

Presentato il numero unico 'SOS ANIMALI'

Presentato il numero unico 'SOS ANIMALI' Un call center a disposizione dei cittadini per informazioni e consigli in casi di difficoltà ed emergenza e un help desk per gli utenti specializzati. Questi i servizi offerti dal numero unico messo a disposizione dalla Provincia di Roma in collaborazione con Ne-t, società specializzata nello sviluppo e gestione di servizi telematici e di telecomunicazione, per la tutela degli animali. L’iniziativa è stata presentata giovedì alle ore 14 a Palazzo Valentini dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. In particolare il progetto prevede un call center dedicato ai cittadini con lo scopo di: realizzare un collegamento fra i diversi enti per raccogliere segnalazioni e inoltrarlo agli uffici competenti; erogare informazioni sugli animali, sulla legislazione in materia, per questioni burocratiche o legali, sui servizi presenti sul territorio; fornire consigli su come gestire un animale in difficoltà, disporre di indirizzi di veterinari specializzati, centri di recupero e strutture di accoglienza; allertare, in caso di emergenza, maltrattamenti e irregolarità gli organi competenti; effettuare ricerche per animali smarriti o trovati; realizzare un servizio di supporto al turismo che prevede animali; supportare l’organizzazione di campagne informative sul tema. L’help desk, invece, si rivolge agli utenti professionali con il compito di: ricerca dei proprietari degli animali ritrovati; attivazione di interventi sul territorio e sostegno attivo per la gestione dell’Anagrafe Canina Informatizzata; gestione del flusso di animali esotici e delle colonie feline. L’iniziativa ha anche la funzione di informare circa i compiti di ciascun organo coinvolto e rendere possibile l’interazione tra Provincia, Comuni, Forze dell’Ordine, Asl, Associazioni di volontari e cittadini. Per informazioni, dall’anagrafe canina al turismo: Tel 06.81100256 Fax 06.81100257 da lunedi a venerdi dalle 8.30 alle 17.30

PROMEMORIA 22 luglio 2011 – Norvegia: Attentati terroristici a Oslo, un'autobomba esplode nel centro città a poca distanza dagli uffici del Primo ministro provocando 8 morti, inoltre una sparatoria circa due ore dopo a Utøya, una piccola isola a 30 km dalla capitale, provoca 69 vittime

Norvegia: Attentati terroristici a Oslo, un'autobomba esplode nel centro città a poca distanza dagli uffici del Primo ministro provocando 8 morti, inoltre una sparatoria circa due ore dopo a Utøya, una piccola isola a 30 km dalla capitale, provoca 69 vittime Gli attentati del 2011 in Norvegia sono stati due attacchi terroristici coordinati attuati contro il governo, contro un campo politico estivo e contro la popolazione civile della Norvegia il 22 luglio 2011. Il primo attacco è stato realizzato con l'esplosione di una bomba al Regjeringskvartalet, il quartier generale del governo a Oslo, alle 15:26 al di fuori dell'ufficio del Primo Ministro Jens Stoltenberg e altri edifici governativi. L'esplosione ha ucciso otto persone e ne ha ferite molte altre. Il secondo attentato, il più grave, si è svolto circa due ore più tardi ad un campo di giovani organizzato dall'organizzazione giovanile (AUF) del Partito Laburista Norvegese (AP), sull'isola di Utøya a Tyrifjorden, Buskerud. Un uomo armato e vestito da poliziotto ha aperto il fuoco sui giovani, uccidendone 69. Lo stesso uomo vestito da poliziotto era stato precedentemente filmato dalle telecamere nella zona dove era esplosa l'autobomba. La polizia ha arrestato il trentaduenne norvegese Anders Behring Breivik,[9] responsabile di entrambi gli attentati. Si tratta del più grave evento terroristico mai avvenuto in Norvegia. L'Unione europea, la NATO e diverse nazioni nel mondo hanno espresso il proprio sostegno alla Norvegia ed hanno condannato gli attacchi.

20 luglio, 2012

PROMEMORIA 20 luglio 1917 – La Dichiarazione di Corfù, che creerà il Regno di Jugoslavia dopo la fine della prima guerra mondiale, viene firmata dal comitato jugoslavo e dal Regno di Serbia

La Dichiarazione di Corfù, che creerà il Regno di Jugoslavia dopo la fine della prima guerra mondiale, viene firmata dal comitato jugoslavo e dal Regno di Serbia Con il termine dichiarazione di Corfù si indica l'accordo che rese possibile la creazione del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni.[1] Firmato in piena prima guerra mondiale sull'isola di Corfù, il 20 luglio 1917, dal così detto "comitato Jugoslavo"[2] (formato da politici dell'Impero Austro-Ungarico esuli e che rappresentavano le etnie slovena, serba e croata), con i rappresentanti del Regno di Serbia, e sponsorizzati politicamente da Gran Bretagna e Francia, sotto il principio dell'autodeterminazione dei popoli. La Dichiarazione come "primo passo verso la costituzione del nuovo stato di Jugoslavia" prefigurava una monarchia parlamentare retta dai Karađorđević, con un territorio indivisibile ed un potere unitario con tre denominazioni nazionali e gli alfabeti latino e cirillico eguali di fronte alla legge, libertà religiosa e suffragio universale. Istituì un'assemblea costituente per stabilire la Costituzione che sarebbe stata all'origine di tutti i poteri. La Dichiarazione si chiude dicendo: « Questo Stato sarà garante delle indipendenze nazionali, del progresso e della civilizzazione ed un potente baluardo contro la pressione dei Tedeschi. » I Bosniaci ed i Montenegrini non furono rappresentati tra i firmatari. I due principali artefici della Dichiarazione di Corfù furono il Primo ministro serbo Nikola Pašić e l'esule croato Ante Trumbić, che lavorarono per superare le resistenze ufficiali della Serbia. Pašić ed il suo partito erano rimasti concentrati sulla mera espansione della "Grande Serbia" per mezzo di acquisizioni territoriali unilaterali che dovevano derivare dalla sconfitta dell'Impero Austro-Ungarico. Lo scoppio improvviso della rivoluzione di febbraio in Russia aveva fatto ritirare il principale esponente del maggior partito serbo dal tavolo diplomatico. Pašić, compromesso, firmò la Dichiarazione ed iniziò a lavorare dietro le quinte per screditare il "Comitato Jugoslavo" per paura che le potenze Alleate lo considerassero il legittimo governo in esilio al momento dell'armistizio. Come conseguenza il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni venne creato il 1º dicembre 1918. Ante Trumbić fu nominato Ministro degli Esteri e Pašić si trovò momentaneamente esautorato dal potere.

17 luglio, 2012

Acquista il Parmigiano Reggiano all’Enoteca Provincia Romana

Acquista il Parmigiano Reggiano all’Enoteca Provincia Romana La Provincia di Roma e il Consorzio Parmigiano Reggiano hanno organizzato un evento di solidarietà con le aziende emiliane colpite dal recente sisma. L’iniziativa si svolgerà nei giorni 18, 19 e 20 luglio all’Enoteca Provincia Romana. Tre giorni durante i quali si potrà acquistare Parmigiano in via del Foro Traiano (di fronte all'Enoteca Provincia Romana) ed in tal modo contribuire concretamente alla ripresa di un settore commerciale gravemente danneggiato dal sisma e che rappresenta per il Paese un'importante risorsa. Acquistare Parmigiano Reggiano significa quindi non soltanto acquistare un prodotto di provata qualità, ma anche essere uniti nella solidarietà. Il 18 luglio alle ore 19.30, in occasione dell'avvio della manifestazione, saranno presenti il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, la presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, e il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai. Le giornate e gli orari dell'iniziativa sono riportati nella locandina allegata.

PROMEMORIA 17 luglio 1936 - Inizio della guerra civile spagnola

Inizio della guerra civile spagnola La guerra civile spagnola, nota in Italia anche semplicemente come guerra di Spagna, fu un conflitto combattuto dal luglio 1936 all'aprile 1939 fra i nazionalisti, autori di un tentativo di rovesciamento militare e sovversivo del governo democraticamente eletto, noti come Nacionales, ed i Republicanos composti da truppe fedeli al governo repubblicano e sostenitori della Repubblica spagnola . La guerra lacerò il paese e terminò con la sconfitta della Seconda repubblica spagnola, dando il via, grazie anche al pesante aiuto nazista e fascista alla dittatura del generale nazionalista Francisco Franco. La guerra accese, per ragioni diverse, un forte interesse nelle comunità politiche e intellettuali internazionali e presso le cancellerie europee. Il generale Francisco Franco che manifestava idee filofasciste era appoggiato apertamente dalla Germania hitleriana e dall'Italia fascista. Dalla propaganda fascista italiana fu dipinta come una "crociata anti-bolscevica" per la civiltà europea e per la civiltà cristiana contro la "barbarie dei rossi", rappresentati nelle forze repubblicane del Fronte Popolare di ispirazione marxista, la cui sconfitta rinforzò la posizione del "duce" italiano sia sul piano nazionale che internazionale. Anche se le cause fondamentali furono l'incapacità dei ceti conservatori, degli agrari e della grande maggioranza del clero di accettare il miglioramento delle condizioni di vita e le conquiste sociali e democratiche. La guerra civile fu il banco di prova dello scontro che avrebbe di lì a poco contrapposto le dittature nazi-fasciste ai paesi democratici dell'occidente e all'Unione Sovietica. Il numero delle vittime è stato a lungo dibattuto, con stime che vanno dalle 500.000 ad un milione di persone uccise dalla guerra; ma al di là delle cifre, il paese uscì profondamente segnato dal protrarsi e inasprirsi del conflitto, con effetti sulla società spagnola che influiranno per decenni. Molti artisti ed intellettuali spagnoli furono uccisi dai fascisti, come Federico Garcia Lorca, o dai repubblicani, come Ramiro de Maeztu e Ramiro Ledesma.Gran parte della Generazione spagnola del 1927 fu costretta all'esilio. Picasso, Mirò, Bunuel, Rafael Alberti e molti altri intellettuali e artisti spagnoli, sostenitori della democrazia furono costretti ad anni di esilio e perseguitati dal franchismo. L'economia spagnola richiese decenni per recuperare i danni provocati dal conflitto e dall'isolamento cui la condannò la successiva dittatura (vedi Miracolo spagnolo).

14 luglio, 2012

Enogastronomia: Zingaretti presenta "Roma&Più - La Provincia delle Meraviglie"

Enogastronomia: Zingaretti presenta "Roma&Più - La Provincia delle Meraviglie" Una due giorni di appuntamenti di degustazione, ma soprattutto una vetrina straordinaria per i prodotti e le ricchezze del territorio provinciale. Nasce con questa vocazione l’iniziativa ‘Roma&Più – La Provincia delle Meraviglie’ che si terrà a Roma in tre location (piazza Don Bosco, piazza S. Eurosia e l’enoteca provinciale in via del Foro Traiano) il 19 e 20 luglio prossimi. A presentare l’evento il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti alla presenza di Roberto Rotelli, Presidente Strada dei vini Castelli Romani, Enrico Carletti, Presidente Strada del vino Olevano Romano, Cristina Ciuffi, Presidente Strada del vino Terra etrusco-romana, Mauro De Angelis, Presidente Consorzio Frascati, Arnaldo Peroni, Responsabile Consorzio Sabina Dop, Leonardo Bernazza, Responsabile Associazione Produttori di Porchetta Igp e Roberto Battistelli, Presidente Consorzio Pane di Genzano. I prodotti del territorio provinciale rappresentano la specificitá del comparto agroalimentare che diventa settore trainante per la crescita e lo sviluppo socio economico. Una straordinaria ricchezza che ha bisogno di essere sostenuta e valorizzata. E’ prevista per l’occasione la degustazione di prodotti tipici quali pane, oli, salumi, vino e in particolare: l’olio della Sabina, il pane di Genzano e di Lariano, la porchetta e tutti gli insaccati vari del consorzio della porchetta, i formaggi caprini della Valle dell'Aniene, le Fragole di Nemi per gli aperitivi, le pesche di Colonna, i formaggi di pecora ed infine i salumi della zona dell'Etruria. Il territorio provinciale è uno scrigno che custodisce prodotti dall'elevata qualità che arricchiscono, anzi completano una inimitabile offerta turistica e culturale.

PROMEMORIA 14 luglio 1970 – La città di Reggio Calabria insorge: sorgono le prime barricate e avvengono i primi scontri. Fatti di Reggio e Cronologia dei Fatti di Reggio.

La città di Reggio Calabria insorge: sorgono le prime barricate e avvengono i primi scontri. Fatti di Reggio e Cronologia dei Fatti di Reggio. Inizialmente il malcontento popolare fu trasversale a livello politico (ad esclusione del Partito Comunista Italiano, subito dissociatosi), ma in una seconda fase i movimenti di destra, ed in particolare il Movimento Sociale Italiano, assunsero un ruolo di primo piano. Il sindacalista della CISNAL Ciccio Franco, esponente missino, rilanciò il motto «boia chi molla!» di dannunziana memoria e ne fece uno slogan per cavalcare la tigre della protesta dei reggini per opporsi alla scelta di Catanzaro come capoluogo, indirizzandola in senso antisistemico e neofascista. Il 13 luglio fu proclamato lo sciopero che ebbe scarsa adesione a seguito della improvvisa defezione della CGIL che dichiarò la propria "indisponibilità per battaglie di tipo campanilistico". Al contempo prendono le distanze dai manifestanti anche il PCI e il PSI. Il giorno seguente fu proclamato un nuovo sciopero cui partecipò circa un migliaio di persone che percorse corso Garibaldi fino a piazza Italia dove il sindaco Pietro Battaglia, affiancato dal consigliere provinciale del MSI Fortunato Aloi, tenne un comizio.[3] In serata furono occupate la stazione ferroviaria di Reggio e di Villa san Giovanni finché non furono sgombrate da un duro intervento delle forze dell'ordine che arrestarono numerosi manifestanti. Si contarono circa quaranta feriti. Il 15 luglio furono assaltate dai manifestanti le sedi del PCI e del PSI, partiti che si erano sfilati dalla protesta. Nel reprimere la protesta la polizia il 18 luglio, durante una carica, uccise il ferroviere Bruno Labate iscritto alla CGIL. Il 17 luglio ancora incidenti e lo studente diciassettenne Antonio Coppola viene ricoverato in ospedale in coma e il 18, in occasione dei funerali del ferroviere Bruno Labate la polizia presidiò il corteo imbracciando i mitra.[5] La rivolta, del resto, assunse subito caratteri violenti, collegandola addirittura il 22 luglio 1970 alla strage di Gioia Tauro dove una bomba fece deragliare il "Treno del Sole", Palermo-Torino, provocando sei morti e cinquantaquattro feriti. Il 29 luglio come reazione ad un vertice del centrosinistra, tenutosi a Roma, in cui si parla per Reggio solo di sviluppo industriale, nuovo sciopero generale.

12 luglio, 2012

Promosso dalla Provincia di Roma “Cinema daMare” il Festival itinerante della cinematografia digitale

Promosso dalla Provincia di Roma “Cinema daMare” il Festival itinerante della cinematografia digitale È stata presentata a Palazzo Valentini la decima edizione di Cinema daMare, Festival cinematografico internazionale e itinerante della cinematografia digitale. Sono intervenuti, l’assessore provinciale alle Politiche culturali, Cecilia D’Elia; il Sindaco di Anguillara Francesco Pizzorno; Franco Rina direttore di Cinema daMare. Il grande raduno di giovani registi provenienti da tutto il mondo, giunto alla decima edizione, farà tappa ad Anguillara dal 14 Luglio al 18 Luglio 2012, con il sostegno dell’assessorato alle Politiche culturali della Provincia di Roma. Il festival itinerante oltre alla tappa laziale toccherà Puglia (Vieste), Basilicata (Guardia Perticara), Campania (Amalfi), Toscana (Stazzema), per finire a Venezia in concomitanza con la Mostra del Cinema. “Cinema da Mare mette in mostra la vitalità di una nuova generazione di filmaker che con l’aiuto anche delle nuove tecnologie cerca un rapporto forte con la realtà umana e sociale. - dichiara l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma Cecilia D’Elia - La formula di questa manifestazione è molto originale e unisce contenuti di grande valore interculturale a concrete opportunità professionali per i giovani registi.” 172 giovani registi da 35 paesi saranno ospiti del Festival. Tutti i giovani registi durante la settimana di permanenza ad Anguillara, dalla mattina fino alle 17.30, gireranno i loro film (in digitale, durata massima 10 minuti) nelle splendide location cittadine, dalle 18.00 in poi, seguiranno incontri con protagonisti del mondo del cinema, lezioni e Workshop, tutte gratuite e aperte al pubblico. La conclusione delle giornate ad Anguillara vedrà di scena i giovani filmmaker e i film da loro girati sul posto e lungo tutto il lago: dopo la proiezione, la premiazione delle loro opere più belle. Tutte le attività sia produttive sia di formazione professionale sono aperte alla partecipazione gratuita Ad accompagnare la “carovana” di artisti italiani e stranieri, grandi ospiti della cinematografia nazionale. Special guest dell’edizione 2012 ad Anguillara saranno: il 14 luglio Susanna Nicchiarelli, autrice del lungometraggio “Cosmonauta”, il 15 luglio la proiezione dell’opera rivelazione e Orso d’oro del Festival di Berlino 2012, “Cesare deve morire” dei Fratelli Taviani (la proiezione sarà introdotta da un intervento della produttrice della pellicola, Donatella Palermo e da uno degli attori del film, Fabio Cavalli); il 16 luglio sarà la volta di Aureliano Amadei con il suo film “20 sigarette”, premiato alla Mostra del Cinema di Venezia. Un’altra serata sarà dedicata alla discussione sul libro “I racconti del lago”,. sarà presente uno degli autori, Biagio Minnucci, che sarà intervistato da Giuseppe Pullaro del Corriere della Sera. A seguire proiezione di un film documentario su Sergio Leone offerto dalla Rai.

11 luglio, 2012

PROMEMORIA 11 luglio 1979 Milano: Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, dopo aver testimoniato davanti a giudici statunitensi sui traffici di Michele Sindona, viene assassinato mentre rientra a casa.

Milano: Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, dopo aver testimoniato davanti a giudici statunitensi sui traffici di Michele Sindona, viene assassinato mentre rientra a casa. Giorgio Ambrosoli (Milano, 17 ottobre 1933 – Milano, 11 luglio 1979) è stato un avvocato italiano. Fu assassinato l'11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulle cui attività Ambrosoli indagò nell'ambito dell'incarico di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana. La sera dell'11 luglio 1979, rincasando dopo una serata trascorsa con amici, Ambrosoli fu avvicinato sotto il suo portone da uno sconosciuto. Questi si scusò e gli esplose contro quattro colpi .357 Magnum. Ad ucciderlo fu William Joseph Aricò, un sicario fatto appositamente venire dagli Stati Uniti e pagato con 25 000 dollari in contanti ed un bonifico di altri 90 000 dollari su un conto bancario svizzero. Nessuna autorità pubblica presenziò ai funerali di Ambrosoli, ad eccezione di alcuni esponenti della Banca d'Italia. Nel 1981, con la scoperta delle carte di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi, si ha la conferma del ruolo della loggia massonica P2 nelle manovre per salvare Sindona. Il 18 marzo 1986 a Milano, Michele Sindona e Roberto Venetucci (un trafficante d'armi che aveva messo in contatto Sindona col killer) furono condannati all'ergastolo per l'uccisione dell'avvocato Ambrosoli.

10 luglio, 2012

PROMEMORIA 10 luglio 1976 Disastro diossina a Seveso

Disastro diossina a Seveso Con il termine disastro di Seveso si fa riferimento all'incidente avvenuto il 10 luglio 1976 nell'azienda ICMESA di Meda, che provocò la fuoriuscita di una nube di diossina del tipo TCDD, una tra le sostanze tossiche più pericolose. La nube tossica investì una vasta area di terreni nei comuni limitrofi della bassa Brianza, in particolare Seveso. Verso le 12:37 di sabato 10 luglio 1976, nello stabilimento della società ICMESA sito nel territorio del comune di Meda, al confine con quello di Seveso, il sistema di controllo di un reattore chimico destinato alla produzione di triclorofenolo, un componente di diversi diserbanti, andò in avaria e la temperatura salì oltre i limiti previsti. La causa prima fu probabilmente l'arresto volontario della lavorazione senza che fosse azionato il raffreddamento della massa, e quindi senza contrastare l'esotermicità della reazione, aggravato dal fatto che nel processo di produzione l'acidificazione del prodotto veniva fatta dopo la distillazione, e non prima. L'esplosione del reattore venne evitata dall'apertura delle valvole di sicurezza, ma l'alta temperatura raggiunta aveva causato una modifica della reazione che comportò una massiccia formazione di 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD), sostanza comunemente nota come diossina, una delle sostanze chimiche più tossiche. La TCDD fuoriuscì nell'aria in quantità non definita e venne trasportata verso sud dal vento in quel momento prevalente.[1] Si formò quindi una nube tossica, che colpì i comuni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio. Il comune maggiormente colpito fu Seveso, in quanto si trova immediatamente a sud della fabbrica. Le prime avvisaglie furono l'odore acre e le infiammazioni agli occhi. Non vi furono morti, ma circa 240 persone vennero colpite da cloracne, una dermatosi provocata dall'esposizione al cloro e ai suoi derivati, che crea lesioni e cisti sebacee. Per quanto riguarda gli effetti sulla salute generale, essi sono ancora oggi oggetto di studi. I vegetali investiti dalla nube si disseccarono e morirono a causa dell'alto potere diserbante della diossina, mentre migliaia di animali contaminati dovettero essere abbattuti. La popolazione dei comuni colpiti venne però informata della gravità dell'evento solamente 8 giorni dopo la fuoriuscita della nube. La decontaminazione Il territorio colpito fu suddiviso in tre zone a decrescente livello di contaminazione sulla base delle concentrazioni di TCDD nel suolo: zona A, B, e R. Le abitazioni comprese nella zona A, la più colpita, furono demolite e il primo strato di terreno venne rimosso; gli abitanti furono evacuati e ospitati in strutture alberghiere. La zona A venne presidiata dalle forze dell'ordine per impedire a chiunque di entrarvi. La zona B, contaminata in minor misura, e la zona R, ovvero zona di rispetto, vennero tenute sotto controllo e vi fu imposto il divieto di coltivazione e di allevamento. Successivamente vennero create due enormi vasche di contenimento, costantemente monitorate, nelle quali venne riposto tutto ciò che era presente nella zona A, il terreno rimosso e anche i macchinari utilizzati per la demolizione e gli scavi. Al di sopra di queste due vasche sorse il Parco Naturale Bosco delle Querce, oggi aperto alla popolazione. Alcune conseguenze a lungo termine Ricerche effettuate verso la fine degli anni novanta sulla popolazione femminile hanno mostrato, a venti anni di distanza, una relazione tra esposizione alla TCDD in periodo prepuberale e alcuni disturbi. Uno studio pubblicato nel 2008 ha evidenziato come ancora a 33 anni di distanza dal disastro gli effetti, misurati su un campione statisticamente ampio di popolazione[2] siano elevati. Nello studio, in sintesi, la probabilità di avere alterazioni neonatali ormonali conseguenti alla residenza in zona A delle madri è 6,6 volte maggiore che nel gruppo di controllo. Le alterazioni ormonali vertono sul TSH, la cui alterazione, largamente studiata in epidemiologia ambientale, è causa di deficit fisici ed intellettuali durante lo sviluppo. È stato rivelato inoltre che negli anni novanta sono nate molte più bambine che bambini. Ciò è stato correlato al fatto che molti dei genitori di questi neonati erano adolescenti all'epoca del disastro e quindi si presume che la diossina abbia in qualche modo alterato lo sviluppo dell'apparato riproduttivo, prevalentemente quello maschile. L'ipotesi dell'aumento di tumori riscontrati nella zona è invece controversa. All'epoca del disastro, molti scienziati avevano sollevato la possibilità di un considerevole aumento dei casi tumorali nell'area, ma ricerche scientifiche hanno evidenziato invece che il numero di morti per tumore si sia mantenuto relativamente nella media della Brianza; i risultati di tali ricerche sono però contestati da alcuni comitati civici. Seveso e la legislazione sull'aborto La diossina è una sostanza altamente teratogena, capace quindi di creare gravi malformazioni ai feti. Nonostante all'epoca del disastro in Italia l'aborto fosse praticamente vietato, fatte salve alcune deroghe concesse dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 27 del 1975, nelle quali non rientrava comunque il caso delle ipotetiche malformazioni ai feti, il 7 agosto 1976 i due esponenti democristiani l'allora Ministro della sanità Luciano Dal Falco e quello della giustizia Francesco Paolo Bonifacio, ottenuto il consenso del Presidente del consiglio Giulio Andreotti, autorizzarono aborti terapeutici per le donne della zona che ne avessero fatto richiesta. Aborti vennero praticati presso la clinica Mangiagalli di Milano e presso l'ospedale di Desio. I resti degli aborti furono inviati in Germania, a Lubecca, per gli opportuni controlli. La risposta ufficiale giunse nel 1977: pur non essendo evidenti i segni di malformazioni, non era possibile stabilire se queste si sarebbero sviluppate, dato che: «Alcune anomalie congenite, in particolari quelle minori a carico di certi organi – per esempio il cervello – non sono identificabili nelle prime fasi di sviluppo. Inoltre, le conclusioni che si possono trarre da questi studi devono tenere conto del numero limitato di casi studiati, del fatto che gli embrioni erano di diversa età e fase di sviluppo, e del fatto che nella maggior parte dei casi l'embrione non era integro». Altre donne portarono a termine le loro gravidanze senza problemi, i loro figli non mostrarono segni di malformazioni evidenti. All'epoca uniche voci importanti di dissenso furono Il Giornale di Indro Montanelli che scrisse: «Il rischio è per i bambini, non per la madre: si tratta di aborto eugenetico, e non terapeutico» e il cardinale di Milano, Giovanni Colombo, che disse: «Non uccidete i vostri figli, le famiglie cattoliche sono pronte a prendersi cura di eventuali bambini handicappati». Il dibattito sulla necessità di una regolamentazione dell'aborto attraverso leggi dello stato da anni interessava l'opinione pubblica, acquistando vigore proprio da questo evento e dal dramma che stavano vivendo le donne della zona contaminata. Si arrivò pertanto all'emanazione della Legge 194 del 22 maggio 1978, confermata poi dal referendum del 1981. Testimonianze sull'evento A questa triste vicenda si è ispirato il cantautore Antonello Venditti per scrivere Canzone per Seveso, pubblicata nell'ottobre del 1976 nell'album Ullalla, che analizza i fatti accaduti tentando di individuarne le cause profonde. Testimonianza degli avvenimenti avvenuti nel primo anno dopo la fuga si possono trovare nel libro "Visto da Seveso" di Laura Conti, consigliere regionale della Lombardia ai tempi del disastro, edito da Feltrinelli nel 1977. « ...voi, che vivete tranquilli nella vostra coscienza di uomini giusti, che sfruttate la vita per i vostri sporchi giochetti allora, allora ammazzateci tutti! » (Antonello Venditti, Canzone per Seveso) Recupero ambientale Nell'area più inquinata (Zona A), il terreno fu depositato in vasche. Fu apportato un nuovo terreno proveniente da zone non inquinate ed effettuato un rimboschimento, che ha dato origine al Parco Naturale Bosco delle Querce.

09 luglio, 2012

PROMEMORIA 9 luglio 1993 – Il ministero degli Interni inglese dichiara ufficialmente che le ossa ritrovate nella fossa di Ekaterinburg sono appartenute allo zar Nicola II di Russia ed alla zarina Alessandra d'Assia, della famiglia dei Romanov, fucilati dai comunisti nel 1918

Il ministero degli Interni inglese dichiara ufficialmente che le ossa ritrovate nella fossa di Ekaterinburg sono appartenute allo zar Nicola II di Russia ed alla zarina Alessandra d'Assia, della famiglia dei Romanov, fucilati dai comunisti nel 1918 Nel 1990 i corpi vengono ritrovati, e identificati con l'esame del DNA. Mancano però i resti dello zarevič Aleksej e di una delle due più giovani granduchesse, Maria o Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione, come attestano le note di Jurovskij. Il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale è inumata nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo in seguito a un funerale di Stato presenziato dal presidente Boris Eltsin. Il 23 agosto 2007 uno dei prosecutori dell'inchiesta sui due corpi scomparsi, Sergeij Pogorelov, ha dichiarato da Ekaterinburg che «delle ossa trovate in un'area di terra bruciata presso Ekaterinburg appartengono a un ragazzo e a una ragazza all'incirca della stessa età di Aleksej e di una delle sue due più giovani sorelle». Lo scienziato locale Nikolaj Nevolin dichiarò che un test sui resti sarebbe presto stato avviato. Il 28 settembre è stato annunciato dalle autorità regionali che la probabilità che le ossa appartengano ai due figli di Nicola II «è molto alta». Il 30 aprile 2008, in seguito alla pubblicazione dei test del DNA da parte del laboratorio USA che aveva in esame i resti ritrovati nell'estate, vengono definitivamente identificati i corpi della granduchessa Maria e dello zarevič Alekesej. Lo stesso giorno le autorità russe comunicano ufficialmente che l'intera famiglia è stata identificata

08 luglio, 2012

Tra le Idee: Progetti per spazi di Co-Working e per il Palazzo della Creatività di Roma

Tra le Idee: Progetti per spazi di Co-Working e per il Palazzo della Creatività di Roma È stata inaugurata il 3 luglio - nell’ambito di APRITI IED, evento di chiusura dell’anno accademico, ed in collaborazione con RomaProvinciaCreativa - la mostra “Tra le idee: progetti per spazi di Co-Working e per il Palazzo della Creatività di Roma”. La mostra è ospitata a Palazzo Valentini (Sala Stampa - via IV Novembre 119/A) e si potrà visitare fino all’11 luglio nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì ore 10 -19, sabato ore 10 – 13, domenica e festivi chiuso. Ingresso libero. Il progetto rientra nel percorso di ricerca sul tema della condivisione dello spazio che il Corso triennale di Interior Design ha condotto quest’anno, indagando in particolare le opportunità che può offrire lo space-sharing, passando dall'abitazione all'ufficio, dal co-housing al co-working. Questo itinerario di studio ha incontrato un’opportunità nell’azione a favore della creatività condotta a partire dal 2009 dal Dipartimento Innovazione e Impresa della Provincia di Roma. Il programma RomaProvinciaCreativa dell’Amministrazione provinciale è teso, infatti, alla valorizzazione della cultura come motore della rigenerazione urbana e territoriale, per supportare il potenziale ancora inespresso delle energie creative della capitale. E, in quest’ottica, attribuisce particolare rilievo sia alla questione degli spazi, sia a quella del coinvolgimento dei diversi stakeholders del territorio, tra cui anche lo IED con il quale è stato firmato nel 2010 un accordo di collaborazione. All’inaugurazione, che si terrà nella sede centrale della Provincia di Roma, prenderanno parte Laura Negrini, direttore IED Design Roma e Gian Paolo Manzella, direttore del Dipartimento Innovazione e Impresa della Provincia di Roma che illustreranno i risultati del percorso didattico e diricerca avviato su due ambiti specifici. Il corso di progettazione degli spazi collettivi ha immaginato infatti possibili strategie di riqualificazione di unedificio di proprietà dell’Amministrazione provinciale, nel quartiere del Trullo, trasformandolo in uno spazio di coworking per figure professionali legate al mondo della produzione creativa. I progetti di tesi hanno invece affrontato la progettazione di una parte degli spazi oggi assegnati all'Istituto Tecnico Galileo Galilei, all'Esquilino, che diventerà in futuro il nuovo Palazzo della Creatività di Roma. Un complesso di edifici, attualmente in disuso, la cui posizione e spazialità offrono una grande occasione progettuale per pensare ad una nuova realtà, nel cuore di Roma, dedicata a tutte quelle energie creative capaci di generare innovazione culturale e tecnologica, dove lavorare, esporre, ospitare workshop e convegni. I progetti - nati dalla collaborazione tra lo IED e la Provincia di Roma - hanno evidenziato come entrambe le strutture possano costituire un’occasione di valorizzazione e stimolo culturale per il quartiere di riferimento, attraverso spazi capaci di rimodulare il rapporto tra i luoghi dell’autonomia e i luoghi della socialità, improntati ad una grande flessibilità spaziale e semplicità di riconfigurazione. Il tema infine apre ad una riflessione su possibili scenari d'uso di strutture dismesse che costellano i nostri contesti urbani, occasioni per interpretare le odierne esigenze e le dinamiche di grandi spazi polifunzionali dedicati alla creatività di artisti, progettisti e designer di tutte le discipline. Tra le idee Palazzo Valentini - Sala stampa Via IV Novembre 119/A 4-11 luglio 2012 Lunedì-venerdì 10-19 | Sabato 10-13 | Domenica chiuso | Ingresso libero Progetti per spazi di Co-working e per il Palazzo della Creatività di Roma Inaugurazione 3 luglio 2012 | ore 18.30 Ufficio Comunicazione IED Roma Francesca Castenetto // f.castenetto@roma.ied.it // Tel. 06.7024025 // www.ied.it RomaProvinciaCreativa Cinzia Checchi // c.checchi@provincia.roma.it // Tel. 06.6766.5637 // www.romaprovinciacreativa.it

È on line il sito www.compostiamo.it , promosso da Provincia di Roma e dedicato a compostaggio rifiuti

È on line il sito www.compostiamo.it , promosso da Provincia di Roma e dedicato a compostaggio rifiuti Uno sfondo verde, per ricordare quanto questa pratica sia sostenibile dal punto di vista ambientale, ed una foglia, per mettere in risalto l’utilità del compost in natura. Sono queste le due immagini che spiccano nella home page di www.compostiamo.it, il nuovo sito dedicato, promosso dalla Provincia di Roma, in collaborazione con la Cooperativa Erica e Antares Consorzio ONLUS, e il contributo della Regione Lazio, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sul compostaggio domestico. Compostiamo.it si propone come una vera e propria “casa digitale” per i compostatori della Provincia ma anche per chi vuole saperne di più su questa pratica, tanto semplice nella sua realizzazione quanto utile per l’ambiente. Così già dalla home si scopre che lo smaltimento autonomo della frazione organica, tramite il compostaggio domestico, permette di ridurre fino al 30% il contenuto della nostra pattumiera. All’interno del sito poi sono state inserite pagine di approfondimento su cos’è il compost, come si utilizza e quali sono i trucchi per realizzarlo. Molto interessanti sono poi i focus sulla gestione dei rifiuti nei comuni aderenti al progetto promosso dalla Provincia (al momento nove: Albano Laziale, Ariccia, Frascati, Gallicano nel Lazio, Genzano di Roma, Lanuvio, Monte Compatri, Nettuno e Velletri) e sul compostaggio messo in atto in altre zone d’Italia e all’estero. Non manca un’interessante sezione dedicata ai materiali oggetto della campagna di comunicazione, le news, le domande frequenti e un forum, dove sia chi è già compostatore, sia chi vorrebbe diventarlo, potrà scambiare opinioni, piccoli trucchi ed esperienze con il resto della comunità. Tra i primi comuni ad aver aderito alla campagna c’è Genzano di Roma, dove tra settembre e ottobre si terranno alcuni incontri di formazione sul compostaggio domestico. Nei comuni, aderenti a partire dal mese di settembre 2012, verranno infatti attivate una serie di iniziative dirette a informare la cittadinanza, con punti informativi mobili di promozione, affissioni e distribuzione di materiale informativo, corsi di formazione, laboratori didattici con le scuole, formazione del personale comunale e attivazione del punto di assistenza presso l’URP comunale. Sempre da settembre prossimo sarà disponibile il numero verde 800 864 776. La Provincia di Roma, in linea con la normativa comunitaria e nazionale, ha adottato una serie di misure finalizzate a prevenire la produzione dei rifiuti e a massimizzare il recupero e il riciclaggio dei materiali. In tale direzione il compostaggio domestico rappresenta la pratica che ha il minor impatto ambientale per lo smaltimento della frazione organica e permette di trasformare direttamente un rifiuto in una risorsa. La Provincia ha quindi inserito il compostaggio domestico tra le azioni prioritarie di riduzione dei rifiuti sia nel “Documento di indirizzo per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati”, sia nella bozza di linee guida “Per un programma di misure per la prevenzione della produzione dei rifiuti nella Provincia di Roma, aggiornato sulla base degli indirizzi della Direttiva 2008/98/CE”. Ricordiamo che nel febbraio 2010 la Provincia ha avviato nei comuni di Canale Monterano, Castelmadama e Manziana un progetto pilota sul compostaggio domestico per limitare la produzione e il conferimento dei rifiuti organici e, più in generale, per sensibilizzare i cittadini alle buone pratiche sul riuso ed il riciclo dei materiali. Il progetto, realizzato da Antares Consorzio ONLUS in collaborazione con l’Osservatorio Provinciale Rifiuti, ha portato all’istituzione dei primi tre Albi comunali di compostatori domestici nella Provincia di Roma. Ottenuto un riscontro positivo da questa fase del progetto, si è deciso quindi di estendere la campagna di adesione al compostaggio domestico ad altri comuni del suo territorio, con l’ obiettivo di raggiungere l’adesione di 10mila nuovi compostatori domestici. Alle famiglie che aderiranno è garantito uno sconto sulla TARSU/TARI, la concessione in comodato d’uso gratuito di una compostiera e, naturalmente, un capillare servizio di assistenza. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Osservatorio Provinciale Rifiuti di Roma scrivendo a opr@provincia.roma.it.

PROMEMORIA 8 luglio 1988 – Italia: si conclude la prima fase del processo per la strage di Stava del 19 luglio 1985, la seconda per numero di morti dopo il Vajont

Italia: si conclude la prima fase del processo per la strage di Stava del 19 luglio 1985, la seconda per numero di morti dopo il Vajont La catastrofe della Val di Stava si verificò il 19 luglio 1985 quando i bacini di decantazione della miniera di Prestavel ruppero gli argini scaricando 160.000 m³ di fango sull'abitato di Stava, piccola frazione del comune di Tesero, provocando la morte di 268 persone. È tristemente famosa per essere stata una delle più grandi tragedie che abbia colpito il Trentino in epoca moderna. Alle ore 12:22 del 19 luglio 1985 l'argine del bacino superiore cedette e crollò sul bacino inferiore che cedette a sua volta. La massa fangosa composta da sabbia, limi e acqua scese a valle a una velocità di quasi 90 chilometri orari spazzando via persone, alberi, abitazioni e tutto quanto incontrò fino a che non raggiunse la confluenza con il torrente Avisio. Poche fra le persone investite sopravvissero. Dalla sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore del Tribunale di Trento[1] « Se a suo tempo fosse stata spesa una somma di denaro e una fatica pari anche soltanto ad un decimo di quanto si è profuso negli accertamenti peritali successivi al fatto, probabilmente ... il crollo di quasi 170 mila metri cubi di fanghi semifluidi non si sarebbe mai avverato. » I soccorsi furono immediati ed efficienti ma pochissimi furono i feriti e le persone estratte vive dalle macerie: la violenza e la velocità della colata di fango non avevano concesso scampo. 267 morirono sul colpo e solo una ragazza estratta ancora in vita dalle macerie di uno degli alberghi di Stava sopravvisse per pochi giorni. Il numero esatto dei morti del disastro di Stava fu accertato solo un anno dopo la catastrofe. Molte salme infatti non poterono essere riconosciute e fu quindi necessario ricorrere alla dichiarazione di morte presunta. Il tempo di attesa, richiesto per consentire tale dichiarazione (normalmente di 5 anni, a partire da prima dichiarazione di scomparsa) fu in questo caso ridotto con decreto legge a 1 anno[2]. Nel primo anno successivo alla catastrofe il numero delle vittime fu quindi stimato in quello delle salme riconosciute (197) più quello delle dichiarazioni di scomparsa (72), cioè 269. Un anno dopo il disastro fu possibile avere il numero esatto delle dichiarazioni di morte presunta, che risultarono essere 71. Da questo elenco venne infatti depennata la dichiarazione di scomparsa di un cittadino francese del quale non fu poi dichiarata la morte presunta.

07 luglio, 2012

"Buona la prima - tutte le forme del cinema" la rassegna organizzata dalla Scuola Volonté

"Buona la prima - tutte le forme del cinema" la rassegna organizzata dalla Scuola Volonté Il prossimo 10 luglio la Scuola d'Arte Cinematografica “Gian Maria Volonté” festeggia il suo primo anno di attività, proponendo una rassegna gratuita di cinema, dal titolo “Buona la prima!”, che dà spazio a film di finzione, documentari e cortometraggi. Cinque giorni di proiezioni e incontri con gli autori, fino al 14 luglio, che intendono creare un'occasione di confronto culturale per il quartiere Magliana in cui si trova la “Volonté” e per tutta la città. L'arena allestita nel cortile della Scuola, in via Greve 61, sarà inaugurata il 10 luglio alle 20.15 dall’Assessore al lavoro e formazione Massimiliano Smeriglio, insieme al Presidente del Municipio XV Gianni Paris, Valerio Mastandrea ed Ettore Scola del Comitato Scientifico della Scuola. Ospite della prima serata sarà il regista Paolo Sorrentino che presenterà il suo film d'esordio L'uomo in più. Alle opere prime, infatti, sono dedicate le proiezioni serali, scelta significativa per una Scuola che intende formare nuove leve per il cinema italiano. L’11 luglio Andrea Molaioli presenterà il suo La ragazza del lago; il 12, Wilma Labate interverrà per introdurre il suo Ambrogio; il 13, toccherà a Rocco Papaleo per il suo Basilicata Coast to Coast; il 14, chiuderanno la rassegna Paolo e Vittorio Taviani, che con il direttore artistico della Scuola Daniele Vicari, incontreranno il pubblico per presentare la loro opera prima, Un uomo da bruciare, nel quale Gian Maria Volonté interpreta il suo primo ruolo da protagonista. Oltre alle proiezioni serali, la rassegna propone una sezione dedicata ai documentari e ai cortometraggi, che si svolgerà nel tetro di posa della Scuola, a partire dalle ore 18. Il primo appuntamento è l'11 luglio con un omaggio a Giuseppe Bertolucci, recentemente scomparso: verrà proiettato il documentario Panni Sporchi, con l'intervento dello scrittore e sceneggiatore Mimmo Rafele. Da segnalare il 12 la proiezione di La bocca del lupo, alla presenza del regista Pietro Marcello e del montatore del suono Riccardo Spagnol; il 13, Tahrir di Stefano Savona, con l'intervento del produttore Marco Alessi; il 14, Un'ora sola ti vorrei di Alina Marazzi, presentato dalla montatrice Ilaria Fraioli. Nutrito anche il gruppo dei cortometraggi che saranno presentati, tra i quali il pluripremiato Dell'ammazzare il maiale di Simone Massi (12 luglio). L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti. BUONA LA PRIMA - TUTTE LE FORME DEL CINEMA Rassegna cinematografica organizzata dalla Scuola “Volonté” 10 luglio – 14 luglio 2012 Via Greve 61 – Roma Informazioni: e-mail: scuolacinema@provincia.roma.it Tel. 06.6766.4834 - faxserver: 06.6766.7751

PROMEMORIA 7 luglio 1991 - Gli accordi di Brioni pongono fine alla guerra dei dieci giorni, o guerra d'indipendenza slovena

Gli accordi di Brioni pongono fine alla guerra dei dieci giorni, o guerra d'indipendenza slovena Gli accordi di Brioni (sloveno: Brionska deklaracija, croato: Brijunska deklaracija) vennero firmati il 7 luglio 1991 dai rappresentanti della Slovenia, della Croazia e della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia sotto l'egida della Comunità Economica Europea e con questo documento la Jugoslavia mise fine alla Guerra dei dieci giorni, mentre Slovenia e Croazia congelarono per tre mesi la loro secessione da Belgrado. La delegazione presenti alle trattative erano così composte: per la Comunità Europea: il ministro degli affari esteri olandese Hans van den Broek, quello lussemburghese Jacques Poos e quello portoghese João de Deus Pinheiro; per la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia: il premier federale Ante Marković, il ministro federale dell'interno Petar Gračanin, quello degli affari esteri Budimir Lončar, il vice-ministro Stane Brovet, il Presidente della Presidenza collegiale jugoslava ed i suoi componenti esclusi quelli di Kosovo e Voivodina, le due regioni autonome della Serbia; per la Slovenia: il Presidente della Repubblica Milan Kučan, il Premier Lojze Peterle, il ministro degli affari asteri Dimitrij Rupel, il rappresentante sloveno nella presidenza collegiale jugoslava Janez Drnovšek e il presidente dell'assemblea nazionale France Bučar; per la Croazia: il presidente della repubblica Franjo Tuđman. Il contesto storico Fin dai primi giorni dopo le dichiarazioni d'indipendenza, i soldati di origini slovene e croate facenti parte dell'esercito nazionale tornarono nei loro luoghi di origine; conseguenza fu un considerevole aumento della proporzione di militari di origine serba rispetto alle altre nazionalità all'interno dell'esercito jugoslavo. Mentre fino ad allora, la politica iugoslava era orientata verso l'esistenza di un solo Stato di tutti gli slavi, la politica cambiò dopo le dichiarazioni d'indipendenza, trasformandosi nel tentativo della creazione di una "Grande Serbia" comprendente, oltre alla Serbia stessa, tutte le regioni in cui tale etnia era particolarmente presente. Se in Slovenia era presente solo una piccola minoranza serba, in Slavonia e nella Krajina, regioni croate, i serbi a volte erano addirittura la maggioranza. Ciò condusse in Croazia alla creazione delle tre regioni autonome che furono la Repubblica Serba di Krajina, la Slavonia occidentale e la Slavonia orientale. Il ritiro delle forze iugoslave della Slovenia si concluse definitivamente il 26 ottobre 1991. L'8 ottobre 1991 (quando le truppe federali erano ancora in Slovenia), dopo la fine del periodo di congelamento del processo indipendentistico Croazia e Slovenia ribadirono le loro dichiarazioni d'indipendenza e vennero ufficialmente riconosciute il 15 gennaio 1992.