18 aprile, 2013
PROMEMORIA 18 aprile 1974 – Italia: il magistrato Mario Sossi viene rapito dalle Brigate Rosse
Italia: il magistrato Mario Sossi viene rapito dalle Brigate Rosse
Mario Sossi era un magistrato della Procura della Repubblica di Genova. Nato ad Imperia nel 1932, Sossi viene chiamato alle armi nel 1953 e fino al 1954 presta servizio nel corpo militare degli alpini a cui resterà sempre legatissimo. Durante l'università milita nella FUAN, un'associazione studentesca missina. Sossi entra in magistratura nel 1957 e si associa all'UMI, l'associazione dei magistrati politicamente più a destra, da cui comunque si dissocerà in seguito per il mancato sostegno in suo favore dell'associazione durante il sequestro. Nel merito politico divenne famoso per l'inchiesta sugli scioperi negli ospedali psichiatrici di Quarto e Cogoleto, per l'arresto di alcuni edicolanti che avevano esposto al pubblico riviste pornografiche e infine per l'arresto dell'avvocato Giambattista Lazagna sospettato di aver rubato armi ed esplosivi; quest'ultimo verrà prosciolto in istruttoria.
Al momento del rapimento ad opera delle Brigate Rosse sosteneva l'accusa contro gruppi terroristici. Un gruppo di venti terroristi, con sette auto ed un furgoncino lo sequestrò la sera del 18 aprile 1974 al suo rientro a casa in Via Forte San Giuliano a Genova, appena sceso dall'autobus della linea 42. Sossi fu colpito e caricato su un'Autobianchi A112 guidata da Alberto Franceschini, seguito da Mara Cagol su una Fiat 128. Superato un posto di blocco, per un equivoco, Franceschini sparò una raffica di mitra contro l'auto guidata da Mara Cagol, che rimase illesa. Nell'intervista rilasciata a Giovanni Minoli per il programma "La storia siamo noi", Sossi ha dichiarato che a seguito della sparatoria, l'auto su cui si trovava, incatenato dentro ad un sacco, andò a sbattere contro un albero. Fu in quell'occasione che si procurò l'ecchimosi che è evidente nelle prime foto diffuse dalle BR. Sossi fu sottoposto ad interrogatorio da Alberto Franceschini, coadiuvato da Pietro Bertolazzi. La direzione strategica delle Brigate Rosse si riunì ed vi furono divergenze.
A quel punto il rapimento fu gestito da Alberto Franceschini, Mara Cagol e Piero Bertolazzi, Sossi fu sottoposto ad un processo, al termine del quale i brigatisti decisero di ucciderlo ("Sossi, fascista, sei il primo della lista!"). Le Brigate Rosse chiesero per la sua liberazione come contropartita la liberazione dei terroristi del Gruppo XXII Ottobre e il loro trasporto in un paese amico, ma i paesi considerati potenziali benevoli ospitanti declinarono tutti l'asilo politico, prima Cuba, poi Algeria e Corea del Nord. Sossi venne liberato a Milano il 23 maggio 1974. Subito dopo la sua liberazione non cercò di avvisare nessuno, tornò solitario a Genova in treno e infine si presentò alla Guardia di Finanza della sua città. Successivamente, prestò servizio anche alla Procura generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Genova e in Corte di Cassazione.
Il rapimento di Mario Sossi costituì uno dei primi salti di qualità nell'azione di lotta delle Brigate Rosse, mostrando all'opinione pubblica italiana che ormai erano in grado di compiere azioni ben più complesse, rispetto a quelle mordi e fuggi in cui erano ormai note, come quella di rapire un magistrato e tenerlo impunemente in loro prigionia per più di un mese e negoziarne la sua liberazione con lo Stato italiano.
A liberazione avvenuta il procuratore della Repubblica di Genova Francesco Coco verrà assassinato a Genova l'8 giugno 1976, insieme a due uomini della scorta, dalle BR, come "rappresaglia" perché si era rifiutato di acconsentire alla scarcerazione di alcuni terroristi in cambio di Sossi. Il sequestro fu denominato dai Brigatisti Operazione Girasole, parteciparono all'operazione tra gli altri Alberto Franceschini, Mara Cagol e Pietro Bertolazzi (secondo altre fonti Piero Bertolazzi).
All'epoca, durante il periodo del sequestro, nell'ambito brigatista, si fecero delle strofe sull'"impresa", musicandole sul tema di una vecchia canzone della resistenza: 'Era il 18 aprile, le otto suonate / Passarono all'azione le Rosse Brigate / A catturare Sossi il giudice fascista / Che per i comunisti era il primo della lista. / Aveva condannato compagni proletari / della 22 ottobre, rivoluzionari. / Ora cari borghesi se rivolete Sossi / Tirate fuori subito il compagno Rossi. / Della 22 ottobre vogliamo i comunisti / che sono stati i primi, i primi brigatisti. / Forza Brigate Rosse, in alto il fucile / che ogni giorno sia un 18 aprile.'. Sulle vicende di quel rapimento lo stesso Mario Sossi scrisse un libro intitolato "Nella prigione delle BR".
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