22 giugno, 2013
PROMEMORIA 22 giugno 2005 – Dieci ex-ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per l'Eccidio di Sant'Anna di Stazzema
Dieci ex-ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per l'Eccidio di Sant'Anna di Stazzema
Nell'estate del 1994, Antonino Intelisano (il procuratore militare di Roma), mentre cerca documentazione su Erich Priebke e Karl Hass, avvia un procedimento che porterà alla scoperta, in uno scantinato della procura militare, di un armadio contenente 695 fascicoli «archiviati provvisoriamente», riguardanti crimini di guerra commessi da tedeschi e repubblichini. Tra questi viene trovata anche della documentazione relativa al massacro di Sant'Anna, per il quale verrà riaperta l'inchiesta che porterà ad individuare alcuni dei responsabili.
A distanza di quasi sessant'anni, il 20 aprile 2004, davanti ai giudici del Tribunale Militare di La Spezia è stato celebrato un processo per questo crimine. Poiché tra soldati ed ufficiali gli imputati sarebbero stati centinaia, fu deciso di rinunciare a processare i soldati - esecutori materiali dell'eccidio - per processare solo gli ufficiali che di quell'eccidio erano stati i veri responsabili, essendo stati loro a dare l'ordine del massacro. Il giudice delle udienze preliminari ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio per i tre ufficiali SS accusati di essere gli esecutori dell'eccidio. Tra i militari tedeschi accusati: Gerhard Sommer, 83 anni, comandante la 7. compagnia del II battaglione del 35. reggimento Grenadieren, facente parte della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS; e gli ufficiali Alfred Schonber, 83 anni, e Ludwig Sonntag, 80 anni. Per altre due SS, Werner Bruss, 84 anni, e Georg Rauch, 83 anni, ha richiesto il non luogo a procedere, mentre per Heinrich Schendel, 82 anni, il Gup ha rinviato gli atti al pubblico ministero fissando il termine massimo di 5 mesi per ulteriori indagini. Il 22 giugno 2005, dieci ex ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per il massacro, dal tribunale militare di La Spezia. Al momento della sentenza i dieci erano tutti ultraottantenni.
L'8 novembre 2007 vennero confermati dalla Corte di Cassazione gli ergastoli all'ufficiale Gerhard Sommer e ai sottufficiali nazisti Georg Rauch e Karl Gropler. La Cassazione si è espressa contro la richiesta di rifare il processo in quanto i soldati delle SS sentiti come testimoni dovevano essere considerati coimputati e quindi le loro testimonianze non valide. La sentenza rigetta questa tesi e conferma che l'eccidio è stato un atto terroristico premeditato. Su iniziativa parlamentare del deputato Carlo Carli ed altri, con Legge 15 maggio 2003, n. 107, viene istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta per indagare sulle anomale archiviazioni "provvisorie" e sull'occultamento dei 695 fascicoli (compresi quelli relativi alla strage di Sant'Anna di Stazzema) contenenti denunzie di crimini nazifascisti.
Il testo integrale della Sentenza emanata dal Tribunale Militare di La Spezia nel 2005 è consultabile e scaricabile qui.
Le deposizioni dei superstiti al Tribunale Militare nelle udienze del 2005 sono scaricabili qui.
Il 1º ottobre 2012 la Procura di Stoccarda ha archiviato l'inchiesta per la strage nazista. L’archiviazione della Procura di Stoccarda è stata decisa innanzitutto perché, secondo i magistrati, non è più possibile stabilire il numero esatto delle vittime: nella regione si trovavano anche numerosi rifugiati di guerra provenienti da altre zone. I reati di omicidio e concorso in omicidio, per l’eccidio del paesino in provincia di Lucca, non sono prescritti. Tuttavia per la Procura tedesca era necessario per l’emissione di un atto di accusa che venisse comprovata per ogni singolo imputato la sua partecipazione alla strage. E questo per gli inquirenti tedeschi non è stato possibile:
"Non è possibile, insomma, accertare con sicurezza che la strage sia stata un atto programmato ed un’azione di rappresaglia nei confronti della popolazione civile - erano normali azioni di guerra. Non solo: secondo la Procura è anche possibile che l’obiettivo perseguito dalle truppe tedesche fosse la lotta ai partigiani presenti nella zona e la cattura di uomini da deportare in Germania per compiere lavori forzati. La fucilazione dei civili avrebbe potuto essere stata decisa solo dopo la constatazione che gli obiettivi originari dell’azione militare tedesca non erano stati raggiunti"
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