23 marzo, 2013

PROMEMORIA 23 marzo 1989 – Stanley Pons e Martin Fleischmann annunciano il raggiungimento della fusione fredda all'Università dello Utah – Spedizione alla Fossa delle Marianne.

Stanley Pons e Martin Fleischmann annunciano il raggiungimento della fusione fredda all'Università dello Utah – Spedizione alla Fossa delle Marianne. La fusione nucleare fredda (comunemente fusione fredda o fusione a freddo), è un nome generico attribuito a presunte reazioni di natura nucleare, che si produrrebbero a pressioni e a temperature molto minori di quelle necessarie per ottenere la fusione nucleare "calda", per la quale sono invece necessarie temperature dell'ordine del milione di kelvin e densità del plasma molto elevate. Alcuni studiosi ritengono che il termine "fusione fredda" sia da sostituire con il termine trasmutazione LENR, in quanto tutti i fenomeni qui di seguito descritti appartengono alla famiglia delle reazioni nucleari a bassa energia. Dopo il clamore provocato nel 1989 dagli esperimenti di Martin Fleischmann e Stanley Pons[3] dell'Università di Salt Lake City nello Utah, poi ripetuti in diversi laboratori, sono seguiti degli studi teorici, tra i quali quelli di Giuliano Preparata, docente di Fisica Nucleare all'Università di Milano, che elaborò la sua "teoria coerente sulla fusione fredda". Nel maggio 2008 Yoshiaki Arata, uno dei padri della fusione nucleare calda nipponica, insieme alla collega Yue-Chang Zhang, ha mostrato pubblicamente ad Osaka un reattore funzionante con pochi grammi di palladio. Se il successo di questo esperimento sia dovuto alla fusione fredda o piuttosto ad una forma ancora non conosciuta di sviluppo di energia, è oggetto di controversie.

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