30 settembre, 2008

PROMEMORIA 30 settembre 1975 - Massacro nel Parco del Circeo a Roma


Massacro nel Parco del Circeo a Roma.
30 settembre 1975. L'estate è già un ricordo sfumato nel parco del Circeo, un'ottantina di chilometri a sud di Roma. Le belle ville si nascondono tra piante secolari, arbusti e prati. Si raggiungono percorrendo cammini non asfaltati, e strade che lambiscono il mare. Andrea Ghira é un rampollo della borghesia romana. La sua camera é tappezzata di bandiere naziste, mezzibusti di Adolf Hitler e Benito Mussolini, libri del filosofo Julius Evola. Porta sempre la pistola in tasca. Si dichiara nazional-socialista. Dietro a lui si muovono altri due giovani, Angelo Izzo e Gianni Guido. Per la polizia sono estremisti e delinquenti comuni. già condannati per rapine, violenza sessuale e maltrattamenti, sequestri di persona.

Al Circeo. la famiglia Ghira ha costruito una villa lussosa su due piani con giardino, box e taverna. Poco lontano dalla costa, con una vista mozzafiato sull'isola di Ponza. E' lì che Ghira, Izzo e Guido portano due ragazze provenienti dai quartieri popolari e periferici della Capitale. Sono Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. I tre fascisti le convincono a salire sulla loro potente macchina. "Andiamo ad una festa a Lavinio, ci divertiremo vedrete", dicono alle due ragazze. Ma a Lavinio Donatella e Rosaria non arriveranno mai perché saranno portate a Villa Moresca, nel Circeo, la villa di Ghira.

Il resto si snoda lungo 36 ore di torture morali, fisiche e sessuali. Ghira, Izzo e Guido uccidono Rosaria Lopez e colpiscono ripetutamente Donatella Colasanti. A quel punto pensano che le due ragazze siano morte. Le avvolgono in sacchi di plastica, le caricano nel bagagliaio della 127 di Guido e fanno ritorno a Roma. Parcheggiano l'auto proprio sotto l'abitazione dello stesso Guido e vanno a mangiare in pizzeria. Ma Donatella Colasanti è ancora viva. Si accorge che l'auto è stata abbandonata, la sua voce richiama l'attenzione di alcune persone che aprono il bagagliaio dell'auto.Donatella é salva, per Rosaria non c'é nulla da fare. Vengono arrestati in poche ore Gianni Guido e Angelo Izzo. Andrea Ghira riesce invece a fuggire.

Il processo si svolge nel luglio 1976. I giudici non concedono alcuna attenuante ai tre imputati che vengono condannati in primo grado all'ergastolo per omicidio pluriaggravato. Gennaio 1977. Gianni Guido e Angelo Izzo cercano di evadere dal carcere di Latina, prendono in ostaggio una guardia carceraria ma il tentativo fallisce. Al processo d'appello, il 28 ottobre 1980, i familiari di Rosaria Lopez, accettano il risarcimento offerto dalla famiglia di Gianni Guido. Il fatto induce la Corte a ridurgli la pena a 30 anni di reclusione.

Le storie di Gianni Guido e Angelo Izzo sono costellate da ripetuti tentativi di evasione dalle carceri. A volte riusciti grazie a complicità non sempre acceratte in sede penale.

Gianni Guido viene subito trasferito nel carcere di San Gimignano. Da quel penitenziario fugge nel 1981. Due anni dopo, viene arrestato a Buenos Aires: sotto falso nome, vende automobili. Ricoverato in ospedale in attesa di estradizione, il 15 aprile 1985 Guido riesce a dileguarsi. Sarà nuovamente intercettato nel giugno 1994 a Panama e trasferito definitivamente in Italia dove sta scontando il residuo di pena. Anche per Angelo Izzo la fuga resta l'unica arma per sottrarsi alla giustizia. Izzo riesce ad evadere dal carcere di Alessandria il 25 agosto 1994 per essere poi rintracciato in Francia il 15 settembre successivo.

Angelo Izzo si trasforma in uno dei più importanti pentiti della destra eversiva come spiega davanti ai giudici di Milano che lo ascoltano nell'ambito del procezzo di primo grado sulla strage di Piazza Fontana

Poi c'é Andrea Ghira, il capo della banda del Circeo, lui che si dilegua poco dopo aver assassinato Rosaria Lopez e ferito Donatella Colasanti. Angelo Izzo, diventato ormai un pentito, lo accusa di aver ucciso la giovane Giorgiana Masi durante scontri di piazza avvenuti a Roma, il 12 maggio 1977. Ghira avrebbe utilizzato le armi in dotazione al gruppo "Drago", una struttura di "uomini scelti" all'interno di Avanguardia Nazionale. L'allora parlamentare Mauro Mellini racconta così a Radio Radicale il pomeriggio in cui qualcuno sparò a Giorgiana Masi a Roma, sul Ponte Garibaldi

Quel giorno, Andrea Ghira non é ancora un ricercato. Solo nell'ottobre 1977, la magistratura spicca contro di lui un mandato di cattura per il delitto del Circeo. Lo inchiodano le dichiarazioni di Donatella Colasanti che si ricorda di quel ragazzo che si fa chiamare Jacques responsabile materiale della morte della povera Rosaria Lopez. Ghira resta a Roma almeno fino al 1978. Vive da clandestino e cambia casa di giorno in giorno. Poi si dilegua. Il Giallo e nero é in grado oggi di ricostruire la sua via di fuga.

Nel 1978, Andrea Ghira raggiunge l'Argentina grazie a documenti falsi forniti dalla rete di solidarietà dell'Internazionale nera, la stessa che in passato ha guidato la fuga di Stefano Delle Chiaie, Guido Giannettini, Carlo Digilio ed altri esponenti della destra eversiva..Ma a Buenos Aires, negli anni Ottanta, non si sente più sicuro, sente il fiato sul collo degli investigatori e fugge a Londra dove nel frattempo si é insediata una comunità di camerati: Massimo Morsello, Roberto Fiore, Vittorio Spadavecchia, Antonio D'Inzillo. La sua identità cambia di anno in anno. Diventa Mirko Elise, poi si trasforma in Sergio Balzanelli. Da Londra si sposta a Johannesburg, in Sudafrica e alla fine in Kenia dove oggi risiede. Perché lo Stato italiano si é dimenticato di Andrea Ghira? Chi ha protetto per 26 anni la sua latitanza? Sono domande che a oggi non hanno trovato alcuna risposta.

a cura di Daniele Biacchessi

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