12 settembre, 2012
Presentato il settimo "Rapporto Annuale" sulla provincia di Roma
Presentato il settimo "Rapporto Annuale" sulla provincia di Roma
Oggi, mercoledì 12 settembre, alle ore 12.00, nella Sala Di Liegro di Palazzo Valentini il presidente dell'Amministrazione provinciale, Nicola Zingaretti ha presentato il settimo rapporto annuale sulla provincia di Roma.
Il documento, realizzato dall'ufficio di Statistica della Provincia di Roma, offre un quadro esaustivo delle complesse dinamiche socio economiche e demografiche che interessano il vasto territorio romano e la sua popolazione.
Il rapporto si articola in quattro capitoli e un’appendice statistica nella quale sono tracciati i profili dei 120 comuni dell’hinterland che compongono il mosaico complesso della provincia di Roma.
E dallo studio, nel complesso, emergono realtà allarmanti: nell’area romana crolla la capacità di produrre ricchezza, aumentano i cittadini che non cercano più lavoro, cresce il ricorso alla cassa integrazione.
Vediamo ora i vari segmenti del Rapporto 2012.
ANALISI DEMOGRAFICA
Dal 1971 al 2011 è rallentato il trend di crescita del capoluogo mentre è costantemente aumentato quello dei territori dell’hinterland.
Ad oggi la popolazione della Provincia di Roma pari a 4.042.676 abitanti è distribuita per il 65,9% nella capitale e il 34,1%nell'hinterland.
Nei soli comuni di “I^ Cintura”, nel 2011, è stanziato ben il 47,7% dell’intera popolazione dell’hinterland corrispondente a 657.374 abitanti. Si assiste, dunque, a una tendenza al riequilibrio fra popolazione residente nel capoluogo e popolazione residente nell’hinterland.
Guidonia Montecelio è il comune di hinterland con maggior numero di residenti (80.585 abitanti); Ardea ha incrementato la sua popolazione del 50,8% negli ultimi 10 anni. Il comune più densamente popolato, invece, è Ciampino.
Nel comune di Roma si registrata una minor presenza di giovani in età compresa fra i 15 e i 25 anni rispetto ad altri territori dell’hinterland.
Per gli over 65 invece vi è un’incidenza molto alta nel comune di Roma e in quei comuni molto distanti da Roma, afflitti da una scarsità di risorsa demografica e che presentano un rischio di spopolamento, a causa di mancanza di ricambio generazionale fra vecchie e nuove famiglie.
Al 1° gennaio 2011, tra i cittadini della provincia di Roma si contavano ben 442.818 residenti stranieri, pari al 9,6% della popolazione residente .
Roma è la città italiana che, in assoluto, conta, tra i propri cittadini, la numerosità più consistente di popolazione di origine straniera del Paese.
Nel comune di Roma, gli stranieri residenti erano, nel 2011, pari a 294.571 (dati Istat), un consistente numero e, per di più, in rapido incremento. L’aumento della numerosità di residenti stranieri, tra il 2001 e il 2011, a Roma è pari al 196% nel comune capoluogo e al 368% nell’insieme dei comuni di hinterland.
ANALISI DELLA RICCHEZZA
L’area romana, che da sola genera l’8,8% del valore aggiunto prodotto a livello nazionale, in un primo momento, ha resistito meglio di altre aree del paese agli effetti della crisi, ma ora presenta una ripresa più lenta.
Se, infatti, fino al 2007 il valore aggiunto della provincia di Roma è aumentato a un tasso sostenuto (+12% rispetto al 2000) e superiore rispetto alla media nazionale e alle altre importanti province nazionali, la ripresa del 2010 e del 2011 è stata molto contenuta (prossima alla media nazionale) e inferiore rispetto a quella sperimentata da altre importanti province come Milano.
La capacità di produrre ricchezza si è ridotta notevolmente in soli 5 anni, per il 2012 si stima (dati Prometeia 07/2012) una riduzione rispetto al 2007 del 5% del valore aggiunto complessivo e del 10% di quello pro-capite. Questo dato mette in evidenza la criticità dell’economia romana che in soli 5 anni ha perso capacità di produrre ricchezza.
Accesso al credito
Tra gli effetti collaterali della prolungata crisi economica c’è la difficoltà di accesso al credito e quella di restituire nei tempi i crediti ottenuti.
Mentre le famiglie hanno aumentato, anche se in misura contenuta, la domanda creditizia probabilmente ricorrendo all’indebitamento per mantenere il proprio tenore di vita, le imprese private hanno ridotto la domanda creditizia, soprattutto a partire dalla fine di novembre 2011.
Questo, se da un lato è imputabile al comportamento delle banche che concedono meno e a condizioni più stringenti, dall’altro è imputabile anche alle decisioni degli imprenditori che, valutando il periodo generale di crisi, non investono e riducono le richieste di prestiti.
La stretta creditizia è stata tale che in soli 6 mesi (tra il 30 novembre 2011 e il 31 maggio 2012) i prestiti delle imprese private si sono ridotti del 2,9% in Italia e del 3,4% a Roma.
Oltre alla difficoltà di ottenere un credito, si è verificato anche un forte incremento della difficoltà di restituire i crediti.
Le sofferenze bancarie (crediti la cui riscossione non è certa perché i debitori si trovano in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili) al 31 marzo 2012 sono state pari a oltre 11 miliardi di euro nella provincia di Roma e a quasi 105 miliardi di euro in Italia. Rispetto all’anno precedente (31 marzo 2011) sono aumentate del 57,3% a Roma e del 31,5% a livello nazionale.
Rispetto al 31 marzo 2009, quando la crisi economica era solo all’inizio, l’incremento è stato del 164,6% a Roma e del 135% a livello nazionale.
ANALISI DELL'OCCUPAZIONE
Nel 2011 il tasso di disoccupazione registrato nella provincia di Roma era pari all’8,5%, in diminuzione rispetto all’anno precedente (cfr. 9,1%). Questa diminuzione, tuttavia, non dipende dall’aumento delle persone occupate, che anzi diminuiscono, ma piuttosto dall’aumento delle persone inattive, quelle, cioè, che non cercano più lavoro. Nella fattispecie, nel 2011 si registrano più di 900 mila inattivi, circa 26 mila unità in più rispetto al 2010, ed un tasso di inattività pari a 33,2% (lo 0,7% in più rispetto all’anno precedente).
Queste persone, come i disoccupati, non hanno un’occupazione e probabilmente sono scoraggiati e demotivati nel cercarla. Infatti gli occupati che, nel 2010 erano un milione e 703 mila, nel 2011 scendono a un milione e 702 mila unità. A livello regionale invece secondo le prime stime Istat nel II trimestre 2012 è aumentato il numero dei disoccupati che passa da 159.000 a 251.000 (+71000 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) registrando un tasso di disoccupazione del 9,9% (era 7,3 nel II trimestre 2011).
È preoccupante la condizione dei giovani, decisamente i più penalizzati dalla situazione di difficoltà economica. Nel 2011, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile (persone comprese tra i 15 e i 24 anni) si attestava al 36,1%, in aumento rispetto al 2010, quando il livello di disoccupazione giovanile era del 30,5%.
Entrando nel dettaglio, nel 2011 il tasso di disoccupazione giovanile maschile (pari al 35,5%) era aumentato di circa 6 punti percentuali rispetto al 2010 (quando si registrava un tasso pari al 29,6%) mentre quello femminile era aumentato di oltre 5 punti percentuali passando dal 31,7% del 2010 al 37% del 2011.
Dal punto di vista contrattuale nel 2011 solo il 26,9% dei contratti stipulati è stato redatto sotto forma di tempo indeterminato.
Negli ultimi 3 anni sono stati registrati i record di ore autorizzate di CIG, sia nella provincia di Roma, sia a livello nazionale. Nel 2011 le ore autorizzate nell’area romana sono infatti aumentate dell’835,5% rispetto al 2008 (cfr. 327,5% in Italia).
Questo dato rende ancora più preoccupante l’ulteriore incremento registrato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nei primi 8 mesi del 2012 (+31%; cfr. Italia +9,6%). Tra gennaio e agosto 2012 sono state autorizzate 38 milioni di ore di CIG, un incremento rispetto allo stesso periodo 2008 del 1.080% (cfr. Italia +456%).
ANALISI DELL'IMPRENDITORIA
La congiuntura economica negativa non ha scoraggiato gli imprenditori. In Italia, infatti, nel 2011 il numero di imprese registrate alle Camere di Commercio è aumentato di 50.000 unità con un tasso di crescita dello stock dello 0,8%.
A Roma il tasso di crescita è stato ancora maggiore (+2,3%, il più elevato tra le province italiane) e si è confermato positivo anche nei primi due trimestri del 2012 (+0,5% nel primo e +0,8% nel secondo).
Al 30 giugno 2012 nella provincia di Roma risultavano 456.176 imprese registrate, pari al 7,5% del totale nazionale. Relativamente alla nazionalità degli stranieri con carica in impresa della provincia di Roma si evidenzia come quasi il 70% sia extracomunitario e in particolare quasi il 15,8% provenga dal Nord Africa e l’8,3% dalla Cina.
Nel 2009 le imprese attive nei settori industriale, commerciale e dei servizi alle imprese e alle famiglie dell’area romana avevano mediamente 4,92 addetti (cfr. Italia 4,04) e quasi il 96% delle imprese aveva meno di 10 addetti.
Altra caratteristica del sistema imprenditoriale romano è la forte terziarizzazione (oltre il 73% delle imprese sono attive nel terziario, contro circa il 57% registrato a livello nazionale). I settori predominanti sono quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio, delle costruzioni e dei servizi di alloggio e ristorazione.
Nel 2011 la provincia di Roma ha registrato un incremento sia delle esportazioni (+14,4%; cfr. Italia +11,4%) che delle importazioni (+17,1%; cfr. Italia +9%). Nel primo trimestre del 2012 la provincia di Roma ha registrato una riduzione delle esportazioni su base tendenziale del 3,6%. Principale mercato di destinazione dell’export provinciale è l’Unione Europea che assorbe oltre il 47% dell’export romano.
PUNTI DI FORZA
Il patrimonio culturale e il turismo: l’area è dotata di un impareggiabile patrimonio storico-artistico che nel 2011 ha attirato oltre 10 milioni di turisti stranieri che hanno speso più di 5 miliardi di euro. Inoltre tra i primi 30 musei, monumenti ed aree archeologiche statali più visitati, ben 8 sono nella provincia di Roma con introiti lordi di oltre 36 milioni di euro per il solo circuito archeologico “Colosseo, Palatino e Foro Romano”, che è il sito più visitato.
Il digital divide: la Provincia di Roma dà il suo contributo per abbattere il digital divide grazie al progetto “Provincia WiFi”. Il digital divide è il termine tecnico utilizzato in riferimento alle disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie della Società dell’Informazione e della Comunicazione (ICT).
Secondo i dati elaborati dal Ministero dello Sviluppo economico, la provincia di Roma ha il 63% dei comuni nei quali risiede l’86% della popolazione con un digital divide inferiore allo 0,5%. Il 3% della popolazione deve subire il disagio del digital divide superiore al 10%. Quattro comuni ancora non hanno alcuna copertura relativa alla banda larga sia fissa che mobile.
Un sistema imprenditoriale che può contare su oltre 450 mila imprese con eccellenze nell’aerospazio, biotecnologie, audiovisivo e terziario avanzato.
Un importante sistema di infrastrutture: l’indice generale delle infrastrutture elaborato dall’Istituto Tagliacarne è stato pari a 203 (fatto 100 il valore dell’Italia), in aumento rispetto al 194 registrato nel 2001. la provincia di Roma ha un’ottima dotazione di aeroporti
La provincia di Roma conta anche 2 porti principali che sono quello di Civitavecchia e quello di Fiumicino e 3 porti a rilevanza prettamente turistica, vale a dire il nuovo porto di Ostia, quello di Anzio e il porto turistico di Nettuno.
Roma ha anche una ottima dotazione di “infrastrutture del sapere”. La Capitale è, infatti, la sede di numerose Università, sia pubbliche che private, e dei più importanti centri di ricerca del Paese.
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