Un pool di scienziati, comprendenti l'italiano Paolo De Coppi, annuncia di aver scoperto cellule staminali nel liquido amniotico.
Il 7 gennaio 2007, a sette anni dall'inizio dello studio, compiuto insieme ad altri colleghi, De Coppi, Atala e il suo pool annunciano al mondo la scoperta che si possono estrarre cellule staminali anche dal liquido amniotico, pubblicando un articolo sulla rivista Nature Biotechnology.
I due ricercatori affermano di aver isolato per la prima volta nel liquido amniotico cellule staminali con capacità rigenerative pari a quelle dell'embrione, e apparentemente sicure come le staminali adulte, non avendo la tendenza a sviluppare tumori. Le nuove cellule sono facilmente isolabili e raddoppiano in fretta (36 ore), risultano versatili come quelle dell'embrione potendo trasformarsi in cellule adulte muscolari, nervose, ossee, sanguigne, di grasso ed epatiche, la cui funzionalità rigenerativa è stata poi testata con successo in vitro e su animali: trapiantate in topolini lobotomizzati hanno infatti riparato l'area di cervello danneggiata e nel loro fegato hanno iniziato a secernere urea.
La notizia fa subito il giro del mondo, e gli scopritori ricevono subito il plauso di chi vede in questa nuova scoperta il superamento di una parte dei problemi morali riguardanti questo tipo di ricerca.
La scoperta risaliva in realtà al 2001, quando fu annunciata a vari congressi scientifici. L'annuncio della scoperta verrà quindi rimandato per procedere ad ulteriori accertamenti, oltre che per i tempi tecnici.
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