21 settembre, 2006

Un’incontro a nel 120° circolo a San Basilio con il Ministro dell’Istruzione Fioroni.

Cronaca di un’incontro
Oggi il Ministro Fioroni ha incontrato, presso la scuola elementare Gandhi a San Basilio, i bambini , i docenti e i genitori confermando le linee di indirizzo del governo Prodi.
A questo incontro erano presenti l’Assessore alle politiche educative del Comune di Roma Maria Coscia ed il presidente del Municipio Roma V Ivano Caradonna.
Il Ministro viene accolto dalla banda dei bambini della scuola Federico Fellini al suono dell’inno italiano.
Alle ore 11 ha preso la parola il direttore didattico prof. Mirabelli che ha regalato il cappellino giallo che è il simbolo dell’amicizia della scuola nei confronti del Ministro. Gli viene regalato inoltre un cacciavite, rigorosamente giallorosso, in quanto il ministro ha affermato a più riprese che “la politica da fare è quella del cacciavite che deve gradualmente smontare quanto di sbagliato c’è nella riforma Moratti”.
Il direttore riconosce come positiva la politica dell’ascolto del Ministro. La scuola si deve rinnovare con strumenti compresi da tutti non soltanto da chi governa.
No più tagli alla scuola pubblica in quanto ormai gli è stato tagliato tutto. Insieme a Caradonna abbiamo risolto il problema delle aule del plesso di Torraccia proprio con un lavoro sinergico con le istituzioni.
Prende la parola l’Assessore Coscia. Porta i saluti del Sindaco Veltroni e conferma la centralità della scuola per tutta la società italiana. Evidenzia anche tutto il lavoro fatto negli anni precedenti anche in presenza di normative nazionali non condivise e che finalmente stanno per essere rimosse. Anche per il Comune di Roma è centrale la capacità d’ascolto nei confronti della scuola fonte di integrazione con il territorio.
A preso poi la parola il Presidente del Municipio Roma V Ivano Caradonna che ha portato il saluto del municipio. Evidenzia le potenzialità del territorio di San Basilio ed ha ricordato il lavoro fatto in questi anni per la scuola e nel progetto in corso per la costruzione qui in un liceo classico.
I bambini hanno letto e consegnato al ministro un documento redatto dal consiglio dei bambini
Alcune insegnanti ha avanzato al ministro una serie di richieste tra le quali :
maggiori risorse finanziarie;
maggiore sostegno alle famiglie;
certezze sull’organico;
accesso più semplice per i docenti per i corsi di aggiornamento
risolvere il problema dei precari nella scuola.
Questo territorio non deve produrre soltanto calciatori di successo.
Ha chiuso l’incontro il Ministro Fioroni ribadendo la centralità della scuola non soltanto a parole. “La scuola non è un’azienda, è una comunità in cammino, libera e plurale nell’autonomia. In questa vostra scuola vedo buone pratiche di valorizzazione delle risorse umane che hanno dato e continuano a dare buoni risultati perché la riforma è vissuta e partecipata. In quel quotidiano fare che è la regola che io auspico diventi, nella scuola italiana, buona abitudine, Perché questo auguro alla scuola italiana e per questo ci stiamo impegnando: assicurare serenità e tranquillità, contro quel virus da riformite acuta che da troppi anni pervade il nostro sistema scolastico”. “Credo in un scuola di quotidiane garanzie e certezze – ha aggiunto il ministro Fioroni – e per questo non intendo certo promettere l’ennesima riforma. Abbiamo alcuni obiettivi importanti: innalzare l’obbligo scolastico a 16 anni, mantenere scuole di qualità anche nelle zone disagiate e di montagna, per impedire che ci siano studenti di serie A e di serie B; avviare un impegno concreto contro la piaga del lavoro minorile. Ci strappiamo le vesti per le ingiustizie nel mondo e ci dimentichiamo che in Italia 150 mila bambini lavorano per una manciata di euro al giorno. Consapevolezza e opportunità: queste le linee direttrici attorno alle quali la scuola deve far tornare protagonisti i docenti e gli studenti. Per cinque anni ci hanno raccontato della liberalizzazione dentro la scuola: peccato che con quel termine, nei fatti, si intendesse la centralità del profitto e non dello studente. Credo invece in una scuola all’insegna della sussidiarietà, capace di attenzione verso i deboli e i diversamente abili, senza per questo rinunciare a valorizzare le eccellenze. Tutto il contrario di quell’appiattimento che l’opposizione cerca di disegnare attorno al nostro impegno. Credo in una scuola dove i docenti non sono meri esecutori ma si assumono il rischio e la sicurezza dell’educazione ”.

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