25 maggio, 2012
La Challah di Valentina
La Challah di Valentina
La challah è il tipico pane dello shabbat, cioè il venerdì sera, che è un momento della settimana molto speciale per gli ebrei.
All’inizio di shabbat, subito dopo il tramonto del sole, gli ebrei recitano una preghiera, ilkiddush, in cui si rende grazie a Dio di aver creato il mondo e di essersi riposato nel settimo giorno; durante il kiddush si benedicono il vino e il pane, la challà appunto.
La challah è un pane molto simile al pain brioche, ma è un po’ meno dolce e più compatto.
Per fare due grandi trecce di pane (challot) servono:
• 1 kg di farina (tutta manitoba o 1/2 manitoba e 1/2 farina 00)
• 50 g di lievito di birra o 2 bustine di lievito secco per pane
• 500 ml di acqua
• 80 ml di olio extravergine d’oliva
• 2 uova grandi (volendo anche 1 sola)
• 5 cucchiai abbondanti di zucchero
• 1 cucchiaino di sale
• poco tuorlo d’uovo
• semi di sesamo o semi di papavero, se piacciono
Sciogliete in una ciotola capiente il lievito con l’acqua tiepida (non calda!) e quando è ben sciolto aggiungete a poco a poco la farina. Mettendo poca farina per volta, versate anche le uova, l’olio, il sale e lo zucchero.
Mescolate bene e impastate con forza per almeno un quarto d’ora: inutile dire che chi ha l’impastatrice, tipo il Kitchen Aid, in questi casi è molto avvantaggiato.
Quando l’impasto è uniforme e soprattutto non si attacca più alle mani (qualora succedesse, aggiungete un po’ di farina), formate una palla, copritela e lasciatela lievitare per 1 ora.
Trascorsa l’ora, dividete l’impasto in 6 parti per ottenere due challot a treccia, oppure in 10 parti per intrecci più complessi: la treccia semplice di tre rotoli è facilmente realizzabile e di sicuro effetto, mentre per le trecce complicate rimando all’efficacissimo tutorial di Belinda su YouTube, 5 strands challah bread.
Tirate le sei parti di impasto in sei rotoli, come dicevo, intrecciando i quali dobbiamo ottenere due trecce lunghe circa 30 cm.
Le trecce devono riposare coperte finchè non raddoppiano di misura, cioè per almeno 1 ora.
A lievitazione ultimata, spennellate le challot con tuorlo diluito in un po’ d’acqua, si cospargono di semi di sesamo (sempre che non si sia nevrotici come la sottoscritta, che non li sopporta: in tal caso provate il papavero) e si infornano le trecce a 200°.
Il tempo di cottura dipende dal forno (circa 25 minuti, di solito), ma si nota subito se la challah è cotta: essa acquista in superficie un bel colore, tra il marrone e il dorato, sprigionando un profumino che richiamerebbe anche la più sbadata delle cuoche…
Tradizionalmente, la challah si copre durante il kiddush e la benedizione con un panno finemente ricamato; quando la benedizione finisce, il capofamiglia spezza una delle challot in piccole parti, vi sparge sopra un po’ di sale e ne offre ai commensali. Tuttavia, la challah è un pane adatto a ogni occasione, sia ai pasti che per colazione e merenda.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento