26 aprile, 2008

PROMEMORIA 26 Aprile 1986 - Disastro di Chernobyl: A Chernobyl, in Unione Sovietica, l'esplosione in una centrale nucleare provoca trentuno vittime.


Il disastro di Černobyl' (in ucraino: Чорнобильська катастрофа, Čornobyl's'ka katastrofa, in russo: Чернобыльская авария, Černobyl'skaja avarija) è il più grave incidente mai occorso a un impianto nucleare civile. Avvenne il 26 aprile 1986 con l'esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Černobyl' ( [mostra la località su una carta interattiva] 51°23′21.73″N 30°5′59.89″E / 51.3893694, 30.0999694), in Ucraina (allora parte dell'Unione Sovietica), vicino al confine con la Bielorussia.

Va sottolineato che le esplosioni non furono in nessun caso di tipo nucleare (reazione a catena incontrollata) bensì chimica, cioè causate da reazioni fra sostanze chimiche innescate dalle elevatissime temperature raggiunte. In seguito alle esplosioni, dalla centrale si sollevarono delle nubi di materiali radioattivi che raggiunsero l'Europa orientale e la Scandinavia oltre alla parte occidentale dell'URSS; la contaminazione raggiunse l'Europa occidentale. Vaste aree vicine alla centrale furono pesantemente contaminate rendendo necessaria l'evacuazione e il reinsediamento in altre zone di circa 336.000 persone. Le repubbliche, adesso separate, di Ucraina, Bielorussia e Russia sono ancora oggi gravate dagli ingenti costi di decontaminazione.

L'ultimo rapporto ufficiale[1] del Chernobyl Forum, al quale partecipano fra gli altri la IAEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica), l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l'UNSCEAR (Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sull'Effetto delle Radiazioni Ionizzanti) stila un bilancio di: 2 lavoratori della centrale morti sul colpo in seguito all'esplosione. 1 per trombosi coronarica. Fra i lavoratori della centrale, pompieri e liquidatori esposti durante le prime ore, 134 lavoratori hanno contratto la Sindrome Acuta da Radiazione, 28 morirono nel 1986 per tale sindrome e altri 19 morirono fra il 1987 e il 2004, ma per cause diverse non correlate all'esposizione alla radiazione. Fra la popolazione all'epoca in età 0-18 anni, alla data del 2002 sono stati registrati 4000 casi di tumore della tiroide direttamente imputabili all'esposizione allo iodio 131, e di questi il 99% è guarito mentre 15 individui sono deceduti. L'azione di sorveglianza sanitaria condotta sui circa 6 milioni di persone della regione a lungo raggio intorno Černobyl' dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dagli istituti superiori di sanità di Ucraina, Russia e Bielorussia non ha evidenziato un andamento epidemiologico dei decessi dovuti a tumori e leucemie superiore al normale. Tuttavia sempre il Chernobyl Forum stima come possibilmente imputabili al disastro di Černobyl' ulteriori 4 000 decessi per tumori e leucemie sull'arco di 80 anni, decessi che non è stato e non sarà possibile osservare e distinguere statisticamente rispetto agli 1.5 milioni di persone che comunque morirà per malattie oncologiche non legate all'incidente (malattie che normalmente incidono per il 25% fra le cause umane di decesso). Il bilancio ufficale del Chernobyl Forum è stato contestato da Greenpeace, che invece stima in più di 200 000[2] decessi per tumori, leucemie o altre patologie come direttamente imputabili alla catastrofe di Černobyl'.

Il 26 aprile 1986 alle ore 01:23:58 locali, nel corso di una prova, definita di sicurezza, in cui si voleva verificare se la turbina potesse continuare a produrre energia per inerzia anche quando il circuito di raffreddamento fosse stato incapace di produrre vapore, vennero disabilitati alcuni circuiti di emergenza, l'impianto di raffreddamento secondario e poi quello principale.

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