22 luglio, 2009

PROMEMORIA 22 luglio 1942 - Olocausto: Inizia la deportazione sistematica degli Ebrei dal ghetto di Varsavia


Olocausto: Inizia la deportazione sistematica degli Ebrei dal ghetto di Varsavia.
Il ghetto di Varsavia fu istituito dal regime nazista nel 1940 nella città vecchia di Varsavia, fu il più grande ghetto europeo. La zona, conosciuta come l'antico "ghetto ebraico" di Varsavia, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale era abitata, in prevalenza da ebrei, i quali costituivano la più grande comunità ebraica dopo quella di New York.
Il quartiere chiamato Nalewki era pieno di condomini e privo di spazi verdi, si parlavano l'yiddish, l'ebraico e il russo (dagli ebrei che erano fuggiti dalla Russia) e gli abitanti avevano la libertà di spostarsi e stabilirsi anche negli altri quartieri della città.
Con l'inizio della guerra, i nazisti trasformarono l'intera zona in ghetto[1] erigendo il 16 novembre 1940 un muro che la circondava completamente e iniziando un processo di distruzione e devastazione che culminò nel 1943, quando il 19 aprile l'Organizzazione ebraica di combattimento si rivoltò alla presenza tedesca con lo scopo di sfidare i nazisti e morire con dignità ed onore; il ghetto fu completamente raso al suolo.
Già precedentemente erano state uccise centinaia di migliaia di persone: all'inizio, il ghetto ospitava 450.000 ebrei, che occupavano circa il 4% della superficie totale del comune di Varsavia pur rappresentando il 30% della popolazione; questo causò immaginabili problemi di sovraffollamento e gli abitanti del ghetto furono costretti a vivere anche in dieci dentro ad una sola stanza.
Lo "Judenrat" [modifica]

Ufficialmente, esisteva un'amministrazione, il Consiglio Ebraico (Judenrat), ma si trattava solo di una copertura per eseguire ordini nazisti: sterminare gli abitanti del ghetto, creando condizioni drammatiche e adottando la strategia della paura e del terrore. Introdussero il lavoro schiavistico nelle fabbriche ebraiche, dopo essersene impadroniti e nell'estate del 1942 cominciò l'evacuazione del ghetto e il trasporto degli abitanti verso i campi di sterminio (principalmente Treblinka) dove trovarono la morte oltre 300.000 persone nelle camere a gas.
Dopo la fine della guerra, la zona fu completamente ricostruita con complessi residenziali ma vi sono stati costruiti numerosi monumenti in memoria degli orrori.

La "Via della Memoria"
La "Via della Memoria" (Trakt Męczeństwa i Walki Żydów), all'interno dell'antico ghetto, ricorda oggi le atrocità commesse in quegli anni. Si parte dal Monumento agli Eroi del Ghetto (Pomnik Bohaterów Getta), eretto nel 1948 dallo scultore Natan Rapaport e dall'architetto Marek Suzin. Il monumento rappresenta uomini, donne e bambini che lottano tra le fiamme che lentamente divorano il ghetto e una processione di ebrei condotti ai campi di concentramento dalle baionette naziste.
Il percorso della Via della Memoria è segnato da 16 blocchi di granito, con iscrizioni in polacco, yiddish ed ebraico, che commemorano i 450.000 ebrei uccisi nel ghetto e gli eroi della rivolta.
Poco lontano si trova anche il "Monumento al Bunker" (Pomnik Bunkra), un grosso masso posto su una collinetta che ricorda la posizione del bunker dal quale Mordechaj Anielewicz dette inizio alla rivolta. Alla fine, fece esplodere il bunker e si suicidò.
La Via della Memoria termina al "Monumento dell'Umschlagplatz" (Pomnik Umschlagplatz), finito nel 1988, nello stesso punto in cui circa 300.000 ebrei vennero caricati su vagoni bestiame e spediti nei campi di concentramento. La forma, infatti, ricorda proprio quella di un vagone del treno; è in blocchi di marmo nero e bianco e sulla sua superficie sono incisi i nomi di centinaia di abitanti del ghetto.
Il 7 dicembre 1970, nel corso di una visita ufficiale all'ex ghetto, il cancelliere tedesco Willy Brandt, in omaggio alle vittime e come segno di riconciliazione, s'inginocchiò spontaneamente davanti ad uno dei monumenti, sorprendendo tutto il mondo e compiendo un passo importantissimo nel disgelo tra la Germania ed i Paesi dell'Est.

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