18 luglio, 2011

PROMEMORIA 18 luglio 1968 – I Beatles registrano Helter Skelter nello studio di Abbey Road.


I Beatles registrano Helter Skelter nello studio di Abbey Road.
Abbey Road si può definire l'ultimo album in studio inciso dai Beatles; il successivo Let It Be (pubblicato nel maggio del 1970) contiene infatti brani registrati in precedenza (fra il dicembre 1968 e il gennaio 1969) ed è in gran parte una registrazione live (seppure di brani inediti e con ampie rielaborazioni in studio).
Abbey Road ha una struttura unica nella discografia beatlesiana. Il lato B, infatti, è costituito quasi interamente da un lunghissimo medley in cui ballate e brani rock and roll si susseguono senza soluzione di continuità, con temi ripresi e variazioni, fino a un imponente crescendo finale. Questa formula anticipa le suite che caratterizzeranno gran parte della produzione rock degli anni settanta. Fra i temi che si susseguono ce ne sono molti divenuti celebri, da She Came In Through the Bathroom Window a Golden Slumbers, fino al celebre finale, in cui il potente crescendo introdotto da Carry That Weight si risolve all'improvviso nella delicata melodia di The End, una canzone di una sola strofa: "and in the end the love you take is equal to the love you make".
Fra gli altri brani celebri, sul lato A spicca Come Together di Lennon (destinata a diventare uno dei suoi cavalli di battaglia nei concerti come solista) e Something, che assieme a Here Comes the Sun è la più celebre canzone di George Harrison. Octopus's Garden fu la seconda e ultima composizione di Ringo Starr nei Beatles.
È decisamente un album importante e il suo altissimo livello ha quasi del miracoloso[2]: i quattro musicisti erano allora impegnati, a parte forse McCartney, nelle loro personali avventure e disavventure soliste (pensiamo solo all'eroina per John Lennon), e partecipavano solo raramente alle registrazioni, e quasi mai tutti insieme. Poteva uscirne un album stanco, raffazzonato, slegato al suo interno (come capiterà al successivo Let It Be), e invece siamo di fronte ad una vera pietra miliare, non solo per i Beatles ma per l'intera musica pop.
I motivi di questa eccellenza sono vari: la raggiunta maturità compositiva di Harrison, l'idea assolutamente rivoluzionaria per i tempi (e forse tuttora) del medley nel secondo lato, l'incipit fulminante della lennoniana Come Together e la soave The End di McCartney nel finale, la celebre copertina, l'uso accorto del Moog che non scade mai in abuso, lo sberleffo della ghost track Her Majesty, l'evoluzione tecnica di Ringo Starr, l'eccellente ricamo compiuto dagli archi. Tutto contribuisce a dare una sensazione di armonia e compattezza che spiegano come questo resti ancora oggi uno degli album più venduti del quartetto, un autentico longseller. Per Rolling Stone è il 14° album più importante di tutti i tempi.

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