23 luglio, 2011
PROMEMORIA 23 luglio 1930 – Un terremoto di magnitudo 6,7 colpisce la zona del Volture nella provincia di Salerno facendo 1.425 vittime
Un terremoto di magnitudo 6,7 colpisce la zona del Volture nella provincia di Salerno facendo 1.425 vittime
La scossa colpì una vasta area dell’Italia meridionale compresa tra l’Alta Irpinia e la zona del Vulture, coinvolgendo le province di Napoli, Avellino, Benevento, Foggia, Potenza e Salerno. La zona che subì i danni più gravi fu l’Alta Irpinia ed in particolare i centri abitati di Lacedonia, Aquilonia e Villanova, in provincia di Avellino. In provincia di Potenza furono fortemente colpiti i paesi di Rapolla, Barile, Rionero, Atella, Melfi, posti ai piedi del Monte Vulture.
Il territorio interessato dall’evento era caratterizzato, come spesso si osserva nell’Italia centrale e meridionale, da piccoli paesi disseminati sui rilievi, a quote medie superiori ai 600 metri sul livello del mare, mal collegati da rare strade che seguivano tortuosi tracciati lungo le valli per risalire verso i centri abitati.
Nonostante questa regione dell’Appennino meridionale, poverissima, fosse stata ripetutamente interessata nel corso dei secoli dagli effetti di alcuni tra i più catastrofici terremoti della storia sismica italiana, nulla era stato fatto per prevenire il rischio legato ai futuri terremoti. Infatti, la causa principale dei gravi danni e delle distruzioni provocate dalla scossa del 23 luglio è da ricercarsi in parte nelle scadenti caratteristiche dei terreni sui quali erano stati edificati i centri abitati - generalmente terreni argillosi e sabbiosi con intercalate lenti di ghiaie - ma soprattutto nella fragilità e nel degrado del patrimonio abitativo, rappresentato da case tirate su sovrapponendo pietre di fiume, legate fra loro da pessima malta o addirittura da fango essiccato. Il terremoto ripropose dunque, in modo drammatico, il problema della prevenzione dalle calamità naturali.
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