07 luglio, 2011

PROMEMORIA 7 luglio 1456 - Giovanna d'Arco viene assolta (nel 1431 era già stata giustiziata)


Giovanna d'Arco viene assolta (nel 1431 era già stata giustiziata)
La riabilitazione e la canonizzazione

Nel 1449 Rouen capitolò dinanzi all'esercito francese, agli ordini del Bastardo d'Orléans, dopo decenni di dominazione inglese (in cui la popolazione era passata da 15.000 a 6.000 abitanti). Scorgendo le avanguardie dell'armata reale, gli abitanti della città tentarono di aprir loro la porta di Sant'Ilario, ma furono giustiziati dalla guarnigione inglese. Tuttavia, la ribellione nella "seconda capitale del regno" era evidentemente ormai prossima. Il governatore, Somerset, ottenne un salvacondotto per sé ed i suoi, ed un'amnistia generale per coloro che avevano collaborato con gli inglesi nel periodo di occupazione; in cambio, lasciò sia Rouen sia altre città minori come Honfleur e, sano e salvo, si ritirò a Caen. Quando Carlo VII entrò nella città fu accolto da trionfatore, e di lì a breve ordinò al suo consigliere Guillame Bouillé un'inchiesta sul processo subito da Giovanna diciotto anni prima[5].
Nel frattempo, molte cose erano cambiate o stavano cambiando: con la vittoria francese di Castillon del 1453 la guerra dei cent'anni ebbe fine, pur in assenza di un trattato di pace; gli inglesi mantenevano solo il porto di Calais; lo scisma che travagliava la Chiesa era cessato con l'abdicazione dell'ultimo antipapa, Felice V, il Duca Amedeo VIII di Savoia; tra i negoziatori che giunsero a persuarderlo a sottomettersi all'autorità della Chiesa, lo stesso Bastardo d'Orléans, ormai braccio destro del re sul campo di battaglia, suo consigliere e suo rappresentante in tutte le questioni diplomatiche rilevanti; quell'anno, di ritorno da Londra, era riuscito a strappare, a Rennes, l'appoggio del Duca di Bretagna.
Nel 1452, il legato pontificio Guillame d'Estouteville e l'Inquisitore di Francia, Jean Bréhal, aprirono anch'essi un procedimento ecclesiastico che portò ad un rescritto a firma del Pontefice Callisto III con cui si autorizzava una revisione del processo del 1431, che durò dal 7 novembre 1455 al 7 luglio 1456. Dopo aver ascoltato centoquindici testimoni, il precedente processo fu dichiarato nullo e Giovanna fu, a posteriori, riabilitata e riconosciuta innocente.
Il suo antico compagno d'armi, il Bastardo d'Orléans, ormai divenuto Conte di Dunois, fece erigere in ricordo di Giovanna una croce nel bosco di Saint-Germain, la "Croix-Pucelle", ancora oggi visibile.

Quattro secoli dopo, nel 1869, il vescovo d'Orléans presentò una petizione per la canonizzazione della fanciulla. Papa Leone XIII diede inizio al suo processo di beatificazione.
Giovanna venne beatificata il 18 aprile 1909 da papa Pio X e proclamata santa da papa Benedetto XV il 16 maggio 1920, dopo che le era stato riconosciuto il potere intercessorio per i miracoli prescritti (guarigione di due suore da ulcere incurabili e di una suora da una osteo-periostite cronica tubercolare, per quanto concerne la beatificazione, e la guarigione "istantanea e perfetta" di altre due donne, l'una affetta da una malattia perforante la pianta del piede, l'altra da "tubercolosi peritoneale e polmonare e da lesione organica dell'orifizio mitralico", per quanto concerne la canonizzazione). Il governo francese, lo stesso anno, dichiarò festa nazionale l'8 maggio, giorno della battaglia di Orléans.
Giovanna fu dichiarata patrona di Francia, della telegrafia e della radiofonia.
È venerata anche come protettrice dei martiri e dei perseguitati religiosi, delle forze armate e di polizia. La sua memoria liturgica è celebrata il 30 maggio.
Giovanna d'Arco viene richiamata esplicitamente nel Catechismo della Chiesa cattolica quale una delle più belle dimostrazioni d'un animo aperto alla Grazia salvatrice.
L'incredibile e breve vita, la passione e la drammatica morte di Giovanna d'Arco sono state raccontate innumerevoli volte in saggi, romanzi, biografie, drammi per il teatro; anche il cinema e l'opera lirica si sono occupati di questa figura.
Oggi è la Santa francese più venerata.

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