Nei quartieri di nuova costruzione, il timore dei prenotatari di un alloggio è quello di trovare, nel momento in cui si effettuano gli scavi, dei reperti archeologici che in questa circostanza vengono visti solo come un ritardo ed un aumento dei costi di costruzione. Superata questo periodo, i reperti archeologici vengono dimenticati o ricordati soltanto come uno ostacolo. Il mio obiettivo è quello invece di valorizzare i tesori ritrovati e renderli fruibili dagli abitanti. Da pochi mesi, per esempio, l’assessore alle politiche educative della provincia di Roma Daniela Monteforte ha fatto impiantare una nuova copertura nel perimetro dell’ I.T.I.S. Von Neumann, dove si trovano i resti di una splendida villa romana, individuata nel 1983, all’atto della costruzione dell’istituto. Dalla piantina pubblicata in questa pagina, si può vedere la pianta della villa. Gli archeologi affermano quanto segue:
Al primo impianto, databile alla prima metà del I sec. d.C., sono relativi alcuni ambienti che occupano il settore occidentale della villa con muri in opera reticolata di tufo e ammorsature in blocchetti e pavimenti in mosaico a piccole tessere bianche e nere o a lithostrotum. La decorazione parietale, conservata in minima parte, è in intonaco bianco con sottili partiture di vari colori. A questi ambienti, la cui situazione originaria fu in parte modificata sempre nell’ambito del I secolo, si addossò, probabilmente nella prima metà del II secolo, un complesso termale di cui sono stati messi in luce alcuni vani in opera laterizia con resti di mosaici pavimentali, a motivi geometrici, e del sistema di riscaldamento. A NE (Nord-Est) alcuni ambienti, di cui resta solo parte della pavimentazione in opus spicatum, sono probabilmente riferibili alla pars rustica della villa, andata quasi completamente distrutta. Una vasca, rivestita da lastre marmoree rettangolari, e alcuni muri di opera mista si inserirono, forse nella seconda metà del II secolo, nei vani occidentali, modificandone in parte l’assetto. Ulteriori trasformazioni (chiusure grossolane di alcuni vani, parziale smantellamento dell’impianto di riscaldamento) e il materiale ceramico rinvenuto durante lo scavo indicano una continuità di vita del complesso fino al IV secolo cui seguì un parziale abbandono. Un pozzo rettangolare, in opera mista molto irregolare di laterizio e reticolato, con due reticoli, si conserva all’interno dell’istituto mentre a sud della villa sono stati individuati due tratti di un muro di contenimento in opera reticolata con ancoraggi ammorsati nel banco di tufo e, più a est, un cunicolo con volta a ogiva scavato nel terreno vergine. (tratto da Roma oltre le mura. Lineamenti storico topografici del territorio della V circoscrizione a cura di Carmelo Calci)
Inoltre un reperto di minore pregio, ma ugualmente interessante, si trova all’interno del perimetro dell’asilo nido di Torraccia. Nell’immagine accanto, si possono notare due sarcofagi che sono ubicati all’interno di una struttura sostanzialmente mai aperta al pubblico. Nei due casi, il coordinamento delle associazione del Quartiere 30 AQ30, è intenzionati, almeno una domenica al mese, per un paio di ore la mattina, di rendere visitabili questi siti agli abitanti interessati. Tale proposta, girata già al Presidente del V Municipio Ivano Caradonna, se accettata, no comporterà oneri per l’amministrazione e per i visitatori.
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