18 dicembre, 2011

PROMEMORIA 18 dicembre 2007 – L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la moratoria universale della pena di morte

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la moratoria universale della pena di morte con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti.
La campagna per una moratoria universale della pena di morte[1] è una proposta di sospendere l'applicazione della pena di morte in tutti i paesi appartenenti all'Organizzazione delle Nazioni Unite. È stata ratificata dall'Assemblea generale con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti il 18 dicembre 2007.
Moratoria e abolizione

La differenza fra moratoria ed abolizione è che nel primo caso gli stati sospendono l'applicazione della pena di morte, pur mantenendola nei propri istituti giuridici (potendo pertanto tornare ad applicarla in futuro senza modifiche legislative), mentre nel secondo caso tale pena verrebbe totalmente depennata dalle legislazioni nazionali.
Nonostante i promotori della moratoria vogliano arrivare all'abolizione, la via della moratoria (meno limitante per la sovranità dei singoli stati) è stata scelta per convincere anche i paesi indecisi.
Storia
I principali promotori della moratoria sono l'associazione Nessuno Tocchi Caino e il Partito Radicale Transnazionale e, in misura minore, Amnesty International, e la Comunità di Sant'Egidio.
La prima proposta di risoluzione per una moratoria fu presentata, su iniziativa di Nessuno Tocchi Caino, all'Assemblea Generale dell'ONU dall'Italia, nel 1994, durante il primo governo Berlusconi[2]. Tale proposta non venne accolta per otto voti.
Dal 1997 su iniziativa italiana la Commissione dell'ONU per i Diritti Umani ha approvato ogni anno una risoluzione che chiede "una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di morte". Tali decisioni della commissione non sono mai però state confermate dall'assemblea generale.
Nel 1999 tutta l'Unione Europea si unì alla posizione italiana, e in quello stesso anno Amnesty International aggiunse gli Stati Uniti d'America alla propria lista di paesi in violazione dei diritti umani. Gli Stati Uniti rifiutarono le accuse, citando la Cina come un violatore ancora maggiore.
Il 12 dicembre 1999, con l'inizio del Giubileo del 2000, anche Papa Giovanni Paolo II ribadì il proprio appoggio alla moratoria. Per tutto il periodo del giubileo le luci del Colosseo rimasero accese.
Il 17 dicembre 2000 Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio, ha presentato all'allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan una petizione firmata da 3,2 milioni di persone. I firmatari, provenienti da 145 nazioni diverse, includevano personalità come Elie Wiesel, il Dalai Lama, il reverendo George Carey (all'epoca Arcivescovo di Canterbury), Vaclav Havel (allora presidente della Repubblica Ceca), Abdurrahman Wahid (all'epoca presidente dell'Indonesia), ed alti esponenti del Vaticano. Alla raccolta di firme aveva partecipato anche Amnesty International e la campagna "Moratorium 2000", guidata da suor Helen Prejean, l'autrice di Condannato a morte.
Nel 2007 il Governo Prodi II ha riproposto la mozione, dopo che il Parlamento Europeo l'aveva nuovamente sostenuta.
Il 15 novembre 2007 la Terza commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato con 99 voti favorevoli, 52 contrari e 33 astenuti la risoluzione per la moratoria universale sulla pena di morte, proposta dall'Italia.
Il 18 dicembre 2007 l'Assemblea Generale delle Nazioni unite ha ratificato, 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti, la moratoria approvata dalla commissione.

Nessun commento: