29 giugno, 2012

PROMEMORIA 29 giugno 2009 – A Viareggio un treno merci composto da 14 cisterne di Gpl deraglia. Da una cisterna si genera una fuga di gas da cui ha luogo un'esplosione causando crolli e incendi nelle case nel raggio di 200 metri. Il bilancio è di 32 morti e 25 feriti.

A Viareggio un treno merci composto da 14 cisterne di Gpl deraglia. Da una cisterna si genera una fuga di gas da cui ha luogo un'esplosione causando crolli e incendi nelle case nel raggio di 200 metri. Il bilancio è di 32 morti e 25 feriti. L'incidente ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009 è stato un grave disastro ferroviario verificatosi in seguito al deragliamento del treno merci 50325 Trecate-Gricignano; a causa della fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL perforatasi nell'urto si è subito innescato un incendio di vastissime proporzioni che ha interessato la stazione di Viareggio, qualche centinaio di metri a sud del fabbricato viaggiatori della stessa, e le aree circostanti. Convoglio Il treno, composto da 14 carri cisterna, era trainato dalla Locomotiva E.655.175.[4] Il primo carro era immatricolato presso la compagnia ferroviaria polacca PKP ed era stato costruito nel 2004 e revisionato il 2 marzo 2009 da una società di Bozzolo (MN), la Cima Riparazioni, mentre gli altri 13 presso le ferrovie tedesche (Deutsche Bahn). I carri con il gas sono stati instradati lungo il binario del raccordo interno che collega la raffineria SARPOM a San Martino di Trecate (NO) alla rete ferroviaria convenzionale da FS Logistica, che prima avrebbe compiuto le operazioni di verifica della sicurezza dei 14 carri e alla Stazione di Novara sono stati agganciati al convoglio. Le cisterne del convoglio, tra cui quella da dove è fuoriuscito il gas che ha innescato l'incendio, appartengono alla multinazionale americana GATX (sebbene rechino l'insegna KVG, la quale è una società austriaca di proprietà di GATX Rail) e poi date in locazione a FS Logistica che ha utilizzato i carri per i servizi a Sarpom. I treni erano diretti senza alcuna sosta a Gricignano di Aversa in provincia di Caserta, destinato all'Aversana Petroli della famiglia Cosentino di Casal di Principe, sempre in provincia di Caserta. Cronologia Alle 23:48 CEST del 29 giugno 2009, il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, con il suo convoglio di quattordici carri cisterna contenenti GPL, deraglia per cause probabilmente legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascina fuori dai binari altri quattro carri. Solo dal primo carro, la cui cisterna viene perforata da un picchetto di tracciamento curva posizionato lungo la massicciata, fuoriesce il gas GPL che al contatto con l'ossigeno e alla prima possibilità d'innesco si è incendiato. I danni sono immediati e 11 persone muoiono in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; 2 altre persone sono stroncate da infarto e decine sono ferite; di esse molte rimangono gravemente ustionate, e la maggior parte muore, molti anche a distanza di diverse settimane dall'evento. I due macchinisti sono rimasti indenni: dopo aver dato frenatura al convoglio si sono messi in salvo dietro ad un muro che li ha protetti dalla fiammata del gas innescato. Il deragliamento si è verificato in corrispondenza del sovrappasso pedonale che scavalca il fascio binari sud della stazione ferroviaria, collegando via Burlamacchi con via Ponchielli. Il gas sembra essersi propagato in direzione di quest'ultima via, nella cui area si registra infatti il maggior numero di vittime, feriti e di edifici crollati o danneggiati. Alcune abitazioni sono state poi abbattute su ordinanza delle autorità comunali perché non più agibili o per costi di riparazione superiori ad una ricostruzione ex novo. Nei giorni successivi è stato inoltre abbattuto anche lo storico sovrappasso ("La Passerella") per i gravi danni strutturali riportati dallo stress termico. In totale si contano 31 morti (33 contando i due deceduti per infarto) e 25 feriti. I funerali di Stato ai quali hanno partecipato almeno 30.000 persone si sono tenuti il 7 luglio[13] allo Stadio Torquato Bresciani per 15 defunti, altri 7 hanno ricevuto le esequie con rito musulmano in Marocco. Due altri morti, avvenuti indirettamente per infarto, non sono stati messi nella lista ufficiale. Probabili cause In attesa delle conclusioni ufficiali delle commissioni di inchiesta la probabile causa dell'incidente è attribuibile al cedimento strutturale di un asse del carrello del primo carro-cisterna deragliato.[15] La prima foto pubblicata sembra confermare che l'incidente sia stato provocato dalla rottura dell'asse per fatica (cricca della boccola), dato che la sezione fratturata mostra la classica superficie "marezzata" per il 90% della sua superficie. Questa modalità di rottura è tipica degli assili ferroviari e per prevenirla sono previste stringenti procedure cicliche di controllo, che nel caso di specie non sarebbero state rispettate.[senza fonte] Commemorazione Il 29 luglio 2009, ad un mese della strage, si tenne la prima commemorazione: una marcia silenziosa di circa 15.000 persone. Il 14 luglio 2009 si è celebrata una partita in memoria della strage allo stadio dei Pini di Viareggio, il cui devoluto è andato in donazione al Comune di Viareggio. Vittime Nazionalità Morti Italiani 23 Marocchini 7 Ecuadoriani 2 Romeni 1 Totale 33 Le persone decedute a causa del disastro sono state 33. Undici sono decedute nell'esplosione e nel seguente incendio[23] e altre venti per le ustioni, nei mesi successivi. Vanno poi aggiunti due anziani deceduti per infarto presumibilmente causato dallo shock dello scoppio o dalla vista della scena del disastro[25]. Inchiesta giudiziaria A sei mesi dall'incidente ferroviario, l'indagine giudiziaria volta a individuare le responsabilità della strage non ha ancora visto alcun indagato. Il 29 dicembre 2009 si è quindi verificata un'azione dimostrativa che ha portato al blocco di un Eurostar diretto a Genova (ore 21:17) e di un InterCity diretto a Livorno (ore 21:56). Nel novembre 2009, sia la società GATX sia le Ferrovie dello Stato hanno annunciato la volontà di liquidare i danni dell'incidente, manifestando l'intento a pervenire in tempi brevi ad offerte di risarcimento congiunte con i familiari delle vittime. Solo un mese più tardi, tuttavia, la società GATX nega il risarcimento richiesto da quaranta parti lese. A questa situazione si aggiungono le dichiarazioni espresse da Moretti in occasione di un'audizione al Senato, nel febbraio 2010: l'amministratore delegato delle ferrovie declassa la sciagura ad uno a spiacevole episodio[28]. D'altro canto, però, il 22 dicembre 2009 un treno adibito al trasporto di gpl si è incendiato nei pressi di Grosseto: tra le località in cui il convoglio è transitato vi è anche Viareggio[29] e, sebbene non vi siano state conseguenze, il fatto getta un'ombra sulla sicurezza del trasporto di materiale pericoloso su ferrovia. Il 29 marzo 2010, dopo nove mesi dall'incidente e nessun indagato, i familiari, gli amici e alcuni concittadini delle vittime si recano davanti alla procura di Lucca al fine di sollecitare le istituzioni a fare luce sulle responsabilità dell'incidente.[30]. I Comitati sorti all'indomani della tragedia hanno dato vita ad un sit-in che si è protratto per trentadue ore, trentadue come il numero delle vittime che l'incidente ha causato. Inoltre i Comitati hanno dato inizio ad una raccolta di firme per chiedere le dimissioni dell'AD di Trenitalia Moretti. La svolta arriva il 21 aprile, allorché la Procura di Lucca rende noto che vi sono sette indagati. Non si conoscono tuttavia i nomi dei presunti responsabili. Il 21 giugno 2010 la Procura di Lucca rende noto che l'inchiesta ha iscritto 18 persone nel registro degli indagati, sottolineando che "L'individuazione dei soggetti da sottoporre a indagine non può ritenersi allo stato conclusa" e che "il numero degli indagati potrebbe crescere "in rapporto ai vari profili di colpa identificati".[32] Di questi - riferiscono i quotidiani Corriere della Sera e Il Tirreno - si conoscono i nomi di quattro persone: i tedeschi Joachim Lehamann 42 anni, Andreas Schroter 44 anni, Uwe Kriebal 46 anni dell’officina Jungenthal di Hannover (dove fu controllato l'assile che rompendosi causò il deragliamento)[33] ed il mantovano Paolo Pizzadini, 44 anni, della Cima riparazioni di Bozzolo (MN).[34] Viene invece mantenuto il riserbo degli inquirenti sui nomi degli altri indagati. Lo stesso giorno, l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti dichiara: "Non escludo che io stesso sia coinvolto. Ogni qualvolta nella storia ci sono state cose di questo genere tutti quanti sono stati compresi negli avvisi di garanzia." Il 16 dicembre 2010 la procura di Lucca ha emesso 38 avvisi di garanzia

Nessun commento: