19 ottobre, 2006

Premio “Don Luigi Di Liegro per il giornalismo e la ricerca sociale”



Il presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra, il presidente del comitato scientifico della Fondazione Internazionale don Luigi Di Liegro, Giovanni B. Sgritta, e l'assessore provinciale alle Politiche Sociali, Claudio Cecchini hanno consegnato il premio "Don Luigi Di Liegro per il Giornalismo e la Ricerca sociale", promosso dalla Provincia di Roma e dalla Fondazione "Don Luigi Di Liegro".

Il tema di questa prima edizione del premio è “La città illegale”.
La cerimonia di premiazione avviene nell'ambito del convegno "L’intreccio tra circuiti legali e circuiti illegali", che è moderato dal Fernanda Contri, ex Giudice della Corte Costituzionale.
Hanno ottenuto il riconoscimento i giornalisti Sabrina Giannini, giornalista free lance autrice di diverse inchieste per la trasmissione “Report” (RaiTre); Riccardo Iacona, inviato di RaiTre per la trasmissione "W l'Italia"; Roberto Saviano, autore del discusso "Gomorra", collaboratore de "l'Espresso", “il Manifesto” e del “Corriere del Mezzogiorno” e Gian Antonio Stella, scrittore e editorialista del “Corriere della Sera”, e i ricercatori sociali Francesco Carchedi, esperto di immigrazione, tratta e sfruttamento sessuale e Nando Sigona, studioso del mondo rom e sinti e delle tematiche riguardanti i rifugiati e i richiedenti asilo.

Questo riconoscimento ha l'obiettivo di segnalare all’opinione pubblica contributi rilevanti per una migliore rappresentazione dei fenomeni illegali, in qualunque ambito siano avvenuti, per comprenderne la portata, la complessità e il crescente integrarsi con soggetti e fenomeni che, invece, appartengono prevalentemente o totalmente all’area della legalità.

Il Premio "Don Luigi Di Liegro per il Giornalismo e la Ricerca sociale" prende le mosse da due intuizioni del fondatore della Caritas romana: il ruolo decisivo dei mass media nella rappresentazione delle città e del Paese e, dunque, anche dei maggiori problemi sociali e la necessità di unire all’azione solidale una approfondita conoscenza della realtà sociale.
Coerentemente con lo spirito che animava don Luigi, il premio vuole dare un riconoscimento a giornalisti e ricercatori sociali che si segnalano per la volontà di scoprire, raccontare, studiare i nodi critici del vivere sociale, le contraddizioni e i punti di caduta del Paese, nella convinzione che troppe poche energie – anche nel mondo del giornalismo e della ricerca sociale – si impegnino oggi nel descrivere i cambiamenti che il nostro Paese sta attraversando sul territorio, nei concreti contesti sociali ed economici.

Premio don Luigi Di Liegro per il Giornalismo e la Ricerca sociale
La città illegale
Edizione 2006

Sezione “Giornalismo”
Sabrina Giannini

Giornalista free-lance, collabora alla trasmissione “Report” (RaiTre) diretta da Milena Gabanelli. Tra le varie inchieste firmate da Sabrina Giannini, la Giuria segnala in particolare, per incisività, impegno e pertinenza al tema di questa prima edizione del Premio, quella sul “Re della bistecca”, nella quale vengono documentate le frodi e le truffe messe in atto dal principale – anzi, unico – grande produttore e distributore di carne italiano a danno della salute dei consumatori dei paesi del Sud del Mondo. Conferendo il premio alla Sig.ra Sabrina Giannini, la Giuria ha inteso riconoscere certamente l’intelligenza, la professionalità e il coraggio civile con il quale la giornalista ha preso posizione nei confronti dei diffusi fenomeni di illegalità presenti nella società italiana, ma anche indirettamente una trasmissione come “Report” che è l’unica grande testata italiana dedita esclusivamente al lavoro di inchiesta giornalistica.

Riccardo Iacona

Giornalista Rai, Riccardo Iacona lavora da sempre nel campo del video-giornalismo d’inchiesta, ambito nel quale ha prodotto numerosi reportage sulle condizioni di vita delle persone svantaggiate, sui tanti episodi di illegalità, le disfunzioni e le inefficienze dell’amministrazione della cosa pubblica. In particolare, il Premio è un riconoscimento per il ciclo di inchieste che Riccardo Icona ha svolto tra la fine del 2004 e l’inizio del 2006 nella serie W l'Italia andate in onda su RaiTre ed in particolare per la puntata “W il mercato”, nella quale l’autore mostra la disparità di potere contrattuale tra i contadini e i piccoli produttori e i grandi broker che acquistano i loro prodotti per poi collocarli nei circuiti della grande distribuzione. L’inchiesta di Iacona illustra in particolare, con esemplare chiarezza e efficace capacità documentaristica, che innovano il lavoro video-giornalistico avvicinandolo alla pratica della ricerca, come la catena alimentare impoverisca i produttori e arricchisca talvolta attraverso vie e mezzi illeciti i grandi intermediari.

Roberto Saviano

Giornalista, ma anche scrittore, Roberto Saviano si è segnalato in questi ultimi due anni come uno dei più interessanti autori tra quanti in Italia si occupano della criminalità organizzata. Le sue inchieste e i suoi reportage – presentati con una qualità di scrittura e un’incisività non comune – documentano sulla base di una serrata documentazione investigativa l’evoluzione e le caratteristiche della camorra nell’area campana. I suoi articoli sono apparsi sul “Manifesto” e sulla rivista “Zazàdue”, edita dalla casa editrice napoletana “L’ancora del mediterraneo”, in un numero monografico intitolato “Napoli comincia a Scampia”, curato dallo stesso Saviano con Maurizio Bracci. Particolarmente meritevoli di segnalazione ai fini del Premio sono anche i reportage che Saviano ha scritto per il “Bollettino dell’Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità”, che esce una volta al mese insieme al “Corriere del Mezzogiorno”. Con Saviano, il Premio si estende simbolicamente anche a questa coraggiosa iniziativa del “Corriere del Mezzogiorno”. 2005
Gian Antonio Stella

Gian Antonio Stella, editorialista del “Corriere della Sera”, appartiene con pochi altri alla cerchia dei “giornalisti di razza” che con il loro lavoro, sempre basato su un’insolitamente ampia documentazione e su una prodigiosa memoria degli avvenimenti, hanno saputo analizzare con civile partecipazione e graffiante ironia le vicende della politica e il governo della cosa pubblica. Particolarmente apprezzabili, ai fini di questa edizione del Premio, le innumerevoli inchieste nelle quali Gian Antonio Stella ha portato alla luce gli sprechi, gli abusi, le sacche di fisiologica inefficienza, le contaminazioni pericolose e i vistosi filoni di clientelismo e assistenzialismo che caratterizzano, ai limiti della legalità e spesso al di là del lecito, la vita politica del Paese e l’amministrazione delle nostre città.

Sezione “Ricerca sociale”
Francesco Carchedi

Francesco Carchedi appartiene a una generazione che ha iniziato, tra gli anni Sessanta e Settanta, a conoscere la realtà sociale attraverso le lotte di quartiere per i diritti di cittadinanza. Fondatore dell’Associazione Parsec di Roma, si è dedicato soprattutto alle ricerche sull’immigrazione, la tratta, la prostituzione, oltre che sull’emigrazione degli italiani all’estero. Particolare interesse ha suscitato nella Giuria del Premio la ricerca, edita da Ediesse nel 2005, sulle “Schiavitù emergenti. La tratta e lo sfruttamento delle donne nigeriane sul litorale domitio”, condotta con Adriana Bernardotti e Benedetta Ferone. In questa indagine, Carchedi ricostruisce, con forza argomentativa e solido rigore scientifico, la genesi e lo sviluppo del fenomeno della prostituzione nigeriana nell’area del casertano, mettendone in luce i meccanismi, i legami internazionali, le pratiche e le negoziazioni. Il libro prosegue con grande coerenza un lavoro di ricerca e approfondimento sul fenomeno della prostituzione di cui Carchedi può essere a ragione considerato il massimo esperto presente oggi in Italia.

Nando Sigona

Giovane studioso, esperto di rom e sinti e di rifugiati, Nando Sigona insegna attualmente in Inghilterra, alla Oxford Brookes University. Il lavoro di ricerca che la Giuria del Premio intende premiare è, in particolare, il saggio intitolato “I confini del «problema zingari». Le politiche dei campi nomadi in Italia”, apparso nel volume “Stranieri in Italia. Migrazioni globali, integrazioni locali”, curato da Tiziana Caponio e Asher Colombo per le edizioni del Mulino di Bologna. La ricerca, partendo dall’esistenza dei campi nomadi, legali e illegali, spiega le strategie culturali attraverso le quali le istituzioni favoriscono la mancata integrazione di quelle popolazioni, come i rom e i sinti, che ci ostiniamo a chiamare “nomadi” e che consideriamo irriducibili alla legalità, e mostra come siano i diffusi pregiudizi nei loro confronti che impediscono un vero ascolto dei loro bisogni e la possibilità di un incontro positivo e alla pari. Da segnalare, nello specifico, non solo la qualità della produzione di Sigona, ma anche e soprattutto il metodo di lavoro, basato sul legame costante tra intervento pratico, elaborazione teorica e coinvolgimento attivo dei soggetti.

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