05 febbraio, 2008

Quattro scelte coraggiose per una svolta


Un alto numero di dipendenti (3.322), per un elevato indice di spesa per il personale in rapporto alla popolazione, unite ad una elevata anzianità di servizio (18,3 anni nel 2006), a un alto costo pro capite dei dipendenti di ruolo (49.096 euro annui nel 2006) e a un’elevata retribuzione dei dirigenti (54.600 euro annui) che risultano ''troppi'' (509). Sono alcuni dei numeri indicano le difficoltà della Regione Lazio nella gestione del personale. La situazione è stata fotografata da uno studio commissionato dalla Presidenza della Regione Lazio all'Università di Milano e all'esperto Pietro Ichino, e presentato oggi dal Presidente Marrazzo e dall'assessore al Personale Marco Di Stefano.

''Trasparenza e difesa dei lavoratori e dei diritti dei cittadini'' sono le direttrici sulle quali si muoveranno gli interventi scaturiti dallo studio 'Quattro scelte coraggiose per una svolta'. Lo ha sottolineato dal presidente Marrazzo: ''Abbiamo voluto affrontare il problema strutturale della Regione attraverso uno studio serio realizzato dal professor Ichino con la sua equipe. Da questa operazione potremmo cominciare a premiare anche chi lavora di più''.

Riferendosi al rapporto con i cittadini, Marrazzo ha aggiunto: ''La forza della Regione sta soprattutto nella fiducia che i cittadini hanno nei confronti dell'istituzione. La situazione è da migliorare, ma di strada ne è stata fatta tanta. Vedrete – ha concluso il Presidente della Regione Lazio - che tutti ritroveremo una Regione dalla parte dei cittadini e questo sarà merito dei lavoratori''.

''Non ho trovato un Regione di fannulloni – ha commentato l'assessore al Personale della Regione Lazio Marco Di Stefano – e attraverso le misure attuate dal mio assessorato, in sintonia con il presidente Piero Marrazzo, la situazione è nettamente migliorata. Di questo bisogna ringraziare i sindacati e i lavoratori della Regione Lazio''.

Il Piano presentato dal professor Ichino prevede quattro passaggi fondamentali: la trasparenza totale, con la disponibilità di tutti i dati (retribuzioni, orari di lavoro, dati su promozioni e trasferimenti, incentivi di produttività) su Internet, la correzione dell’ipertrofia degli organici dirigenziali e delle sovrapposizioni funzionali tra aree, la riduzione del tasso di assenze dal lavoro e la valorizzazione del giudizio degli utenti sulla qualità del servizio ricevuto.

Entro la fine di febbraio arriverà in giunta una memoria che consentirà l'applicazione del piano formulato dall'Università di Milano.

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