21 marzo, 2008

Lavoro a Roma, la 'fotografia' dell'Ufficio Statistica


Roma sonnolenta e ministeriale, addio. Da anni indagini e ricerche segnalano che la capitale ha cambiato pelle e oggi è una metropoli che cammina su nuove gambe (terziario e industria) e guarda, per il proprio sviluppo, ad una ricetta a base di tecnologie, innovazione, cultura e turismo. L'ultima conferma viene dal primo "Rapporto sul mercato del lavoro a Roma 2007", redatto dall'Ufficio Statistica del Comune. Lo studio è la parte 'romana' dell'indagine Istat sulle forze lavoro 2006, integrata con dati Isfol, Unioncamere, ex Miur e Inail. Vediamo gli elementi principali:

occupazione in crescita, più specializzazione nel terziario, forte richiesta di professionalità; e la prevalenza, nell'ambito degli impieghi 'non standard', dei contratti a tempo determinato – quelli, però, più 'virtuosi', che offrono maggiori garanzie previdenziali e di durata –. Questo l'identikit del lavoro a Roma . Le cifre: nel 2006 sono nati 23 mila posti di lavoro in più rispetto al 2005 (+1,5%), per un totale di 1.588.000 occupati. Il trend di crescita è in realtà costante da anni: tra 2000 e 2006 l'aumento è stato di 207 mila unità (+15%).

Nel 2006 gli uomini che lavorano passano dal 70,1% al 72,5%; le donne si attestano sul 51%, valore più alto della media laziale (47,9%) e nazionale (46,3%). Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni sale dal 60,5% al 61,4%, superiore al dato regionale (59,3%) e nazionale (58,4%); quello di disoccupazione scende dal 7,3% al 7,2%.

I lavoratori romani sono soprattutto dipendenti (75,1%); a seguire gli autonomi (20,9%); collaborazioni indipendenti e consulenze si fermano a quota 3,9% e riguardano soprattutto giovani sotto i 24 anni. Interessante il dato sugli immigrati: il 62% degli stranieri a Roma lavora e non pochi sono imprenditori; segno di migliore integrazione – un'integrazione 'di qualità', caratterizzata non più solo da ruoli gregari e di sostegno –.

I settori trainanti: la crescita maggiore la registra l'industria (+4,5% rispetto al 2005), ma il terziario resta il nocciolo duro del lavoro a Roma, con l'82% sul totale degli occupati (media italiana 65,6%). E in questo ambito il pubblico impiego rappresenta il 10,8% sul totale occupati (171 mila addetti), superato ormai dai servizi alle imprese (e altre attività professionali) che raggiunge il 15% con 240 mila addetti. In crescita anche i servizi alla persona (sanità e istruzione): 13,6% sul totale occupati, 216 mila addetti. Comparti con maggiore tasso di sviluppo: intermediazione finanziaria (+ 14,8% rispetto al 2005, 10.500 in più), alberghi e ristoranti (+9,9%), commercio (+2,8%).

In questo contesto non è difficile inquadrare i dati sulla diffusione dei contratti d'ingresso e del lavoro 'atipico': collaborazioni, impieghi a tempo determinato e contratti interinali costituiscono nel 2006 il 13,3% del totale dei rapporti di lavoro. L'incidenza supera la media nazionale dell'11,8%, ma la capitale si caratterizza per maggiore tendenza al passaggio da flessibile a stabile: il 56% dei contratti a tempo determinato si è trasformato in contratti a tempo indeterminato; e il 41,2% di co.co.co. e co.co.pro. ha trovato un lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Per saperne di più, www.romastatistica.it e, in particolare, la sezione delle ricerche sul mercato del lavoro (in "studi e ricerche" dal menù di navigazione).

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