10 novembre, 2010
PROMEMORIA 10 novembre 1989 In Bulgaria il Partito Comunista cambia nome in Partito Socialista Bulgaro
Dopo 35 anni di governo comunista in Bulgaria, Il capo del Partito Comunista Bulgaro, Todor Zhivkov, viene sostituito dall'ex Primo Ministro Petre Mladenov che cambia il nome del partito in Partito Socialista Bulgaro
Il Partito Socialista Bulgaro (Bălgarska Socialističeska Partija, BSP; in bulgaro: Българска Социалистическа Партия) è un partito politico bulgaro.
Il BSP è stato fondato nel 1990 quale erede del Partito Comunista Bulgaro. È membro dell'Internazionale Socialista ed è guidato da Sergej Stanišev.
Alle elezioni del 1990, il BSP ancora forte del potere gestito fino a quel momento, conseguì il 47,2% dei voti ed elesse 211 deputati su 400, la maggioranza assoluta. Unica sostanziale alternativa fu rappresentata dall'Unione delle Forze Democratiche (SDS), che raccolse il 36,2% dei voti. Alle elezioni dell'anno successivo, però, il BSP scese al 33,1% dei voti ed elesse 106 deputati, venendo superato dalla SDS, che ottenne il 34,4% e 106 seggi. La SDS formò il nuovo governo, che durò, però, in carica un solo anno, sostituito da Ljuben Berov del BSP, alleato con il Movimento per i Diritti e le Libertà (DPS), liberali turcofoni.
Alle elezioni del 1994, il BPS incrementò i suoi consensi al 43,5%, eleggendo 125 deputati e rimanendo al governo. Alle politiche del 1997, però, la SDS, in una lista insieme all'Unione del Popolo Nazionale Bulgaro, ottenne il 52,3% dei voti, mentre il BSP crollò al 22%, dimezzando i propri deputati (58). Alle elezioni del 2001, sia il BSP che la SDS vennero battutti dal Movimento Nazionale Simeone II (NDSV), fondato dall'ex re Simeone II. Il nuovo partito ottenne il 42,7% dei consensi, conquistando la metà dei seggi del Parlamento (120). Il BPS scese ulteriormente al 17,1% dei voti, elesse 48 deputati e fu nuovamente escluso dal governo.
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