05 luglio, 2012

PROMEMORIA 5 luglio 1989 – Scandalo Iran-Contra: Oliver North viene condannato dal giudice distrettuale statunitense Gerhard A. Gesell, a tre anni con la condizionale, due di libertà vigilata, 150.000 di multa e 1.200 ore di servizio comunitario

Scandalo Iran-Contra: Oliver North viene condannato dal giudice distrettuale statunitense Gerhard A. Gesell, a tre anni con la condizionale, due di libertà vigilata, 150.000 di multa e 1.200 ore di servizio comunitario L'Iran-Contras affair (noto anche col nome di Irangate) è lo scandalo politico che nel 1985-1986 coinvolse vari alti funzionari dell'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan accusati dell'organizzazione di un traffico illegale di armi con l'Iran. I proventi di questa operazione erano serviti a finanziare l'opposizione violenta dei Contras al governo sandinista del Nicaragua. La vendita di armi all'Iran era stata pianificata puntando al rilascio di alcuni ostaggi statunitensi in quel momento nelle mani di Hezbollah in Libano, legati all'Iran. L'Iran, all'epoca impegnato nella guerra contro l'Iraq di Saddam Hussein, pur violentemente antiamericano era molto sensibile alle offerte di materiale USA, visto che la maggior parte delle sue forze armate erano equipaggiate proprio con veicoli e armi fabbricate negli Stati Uniti, acquistate dallo shah Mohammed Reza Pahlavi prima della sua cacciata. L'Iran aveva cercato di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento, rivolgendosi alla Siria (nemica dell'Iraq per la forte rivalità fra Assad e Hussein), la Libia di Gheddafi e la Cina ma ciononostante i missili anticarro TOW ed i pezzi di ricambio per le batterie antiaeree HAWK erano assolutamente necessari allo sforzo bellico. In un primo momento gli USA non trasferirono direttamente materiale, ma si limitarono a rivelare al governo di Teheran la localizzazione di magazzini segreti di pezzi di ricambio e munizioni che la paranoia dello Shah aveva fatto installare in sperdute località iraniane, curando che solo alcuni fedelissimi ufficiali (tutti fuggiti durante la rivoluzione) ne conoscessero l'ubicazione. In seguito, esauriti i 'depositi segreti', gli USA si dimostrarono disposti a fornire armi e munizioni "ex novo", ma decisero di farlo in maniera segreta e al di fuori del controllo del Congresso (che secondo le leggi deve approvare ogni aiuto militare a potenze estere) in modo da destinare i proventi di tale traffico al sostegno delle operazioni di guerriglia e terrorismo in America Centrale. Nel novembre del 1986 un giornale libanese rivelò l'esistenza del traffico clandestino. Le indagini effettuate fecero collegare la situazione con la parallela operazione segreta in Nicaragua. Nel novembre del 1987 una commissione d'inchiesta con a capo l'ex senatore John Tower emise una dura condanna all'operato del Presidente, non provando con certezza la conoscenza da parte sua dei finanziamenti illegali ai Contras. Nel 1992 il Presidente George Bush sr., vicepresidente nel momento dello scandalo e sospettato di essere coinvolto nello stesso, concesse un'amnistia a tutti gli alti ufficiali indiziati o condannati per la questione Iran-Contras.

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