09 luglio, 2012
PROMEMORIA 9 luglio 1993 – Il ministero degli Interni inglese dichiara ufficialmente che le ossa ritrovate nella fossa di Ekaterinburg sono appartenute allo zar Nicola II di Russia ed alla zarina Alessandra d'Assia, della famiglia dei Romanov, fucilati dai comunisti nel 1918
Il ministero degli Interni inglese dichiara ufficialmente che le ossa ritrovate nella fossa di Ekaterinburg sono appartenute allo zar Nicola II di Russia ed alla zarina Alessandra d'Assia, della famiglia dei Romanov, fucilati dai comunisti nel 1918
Nel 1990 i corpi vengono ritrovati, e identificati con l'esame del DNA. Mancano però i resti dello zarevič Aleksej e di una delle due più giovani granduchesse, Maria o Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione, come attestano le note di Jurovskij.
Il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale è inumata nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo in seguito a un funerale di Stato presenziato dal presidente Boris Eltsin.
Il 23 agosto 2007 uno dei prosecutori dell'inchiesta sui due corpi scomparsi, Sergeij Pogorelov, ha dichiarato da Ekaterinburg che «delle ossa trovate in un'area di terra bruciata presso Ekaterinburg appartengono a un ragazzo e a una ragazza all'incirca della stessa età di Aleksej e di una delle sue due più giovani sorelle». Lo scienziato locale Nikolaj Nevolin dichiarò che un test sui resti sarebbe presto stato avviato. Il 28 settembre è stato annunciato dalle autorità regionali che la probabilità che le ossa appartengano ai due figli di Nicola II «è molto alta».
Il 30 aprile 2008, in seguito alla pubblicazione dei test del DNA da parte del laboratorio USA che aveva in esame i resti ritrovati nell'estate, vengono definitivamente identificati i corpi della granduchessa Maria e dello zarevič Alekesej. Lo stesso giorno le autorità russe comunicano ufficialmente che l'intera famiglia è stata identificata
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