04 luglio, 2012
PROMEMORIA 4 luglio 1987 – In Francia, l'ex ufficiale della Gestapo Klaus Barbie (noto come il "macellaio di Lione") viene dichiarato colpevole di crimini contro l'umanità e condannato all'ergastolo
In Francia, l'ex ufficiale della Gestapo Klaus Barbie (noto come il "macellaio di Lione") viene dichiarato colpevole di crimini contro l'umanità e condannato all'ergastolo
Nikolaus Barbie detto Klaus (Bad Godesberg, 25 ottobre 1913 – Lione, 25 settembre 1991) è stato un ufficiale e criminale tedesco. Noto anche con il soprannome di "boia di Lione", fu il comandante della Gestapo nella città francese durante l'occupazione nazista della Francia.
Scampato al processo di Norimberga, dopo la seconda guerra mondiale ha partecipato ad attività di intelligence, lavorando per i servizi segreti americani e nascondendosi, dal 1955, in Bolivia, operando attivamente per i servizi boliviani sotto lo pseudonimo di Klaus Altmann, venendo infine arrestato e processato negli Anni Ottanta.
Il processo nei suoi confronti si celebrò dall'11 maggio 1987[10] al 4 luglio dello stesso anno e la corte chiese conto a Barbie, oltre all'imputazione generica di crimini contro l'umanità, dei seguenti crimini:
Il massacro di 22 ostaggi nello scantinato dell'edificio della Gestapo durante l'estate del 1943;
L'arresto e la tortura di 19 persone durante l'estate del 1943;
Il rastrellamento di 86 persone dagli uffici dell'U.G.I.F. (Union Générale des Israélites de France) il 9 febbraio 1943;
La fucilazione di 42 persone (di cui 40 erano ebree) come uccisioni di rappresaglia durante gli anni 1943 e 1944;
La cattura, la tortura e la deportazione degli operai ferroviari di S.N.C.F. il 9 agosto 1944;
La deportazione ad Auschwitz di 650 persone (50% ebrei, 50% partigiani);
la fucilazione di 70 prigionieri del carcere lionese di Montluc-à-Bron il 17 agosto 1944 ed il 20 agosto 1944, dei quali due erano sacerdoti;
L'arresto e la deportazione di 55 ebrei (52 erano bambini) da Izieu.
Barbie gestì in modo teatrale il processo sin dal primo giorno: affermò di chiamarsi Klaus Altmann (il suo pseudonimo usato in Bolivia) e formulò la richiesta di esser rilasciato dal processo e di ritornare nella prigione di St. Joseph, asserendo che l'estradizione fosse tecnicamente illegale; ciò gli fu accordato, ma venne richiamato il 26 maggio per affrontare alcuni dei suoi accusatori, davanti ai quali affermò che non aveva "nulla da dire".
L'avvocato della difesa, Jacques Vergès, aveva fama di attaccare il sistema politico francese, in particolar modo il suo impero coloniale: al processo espose i crimini di guerra commessi dalla Francia sin dal 1945. Molte delle accuse contro Barbie furono quindi ritirate, grazie alla legislazione protettiva verso persone accusate di crimini inerenti a Vichy o all'Algeria Francese. Vergès asserì inoltre che le azioni di Barbie non erano state peggiori di quelle commesse dai colonialisti di tutto il mondo, e che il processo al suo cliente era un caso di persecuzione selettiva. Durante il processo Barbie pronunciò la sua frase più celebre, ovvero: "Quando sarò dinnanzi al trono di Dio verrò giudicato innocente".
Nel pomeriggio del 4 luglio 1987 la Corte del Tribunale di Lione condannò Klaus Barbie all'ergastolo per crimini contro l'umanità. Morì quattro anni dopo, nel carcere di Lione, il 25 settembre 1991, per leucemia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento