12 ottobre, 2009

PROMEMORIA 12 ottobre 1492 - Cristoforo Colombo scopre l' America


Cristoforo Colombo scopre l'America.
Cristoforo Colombo (in latino: Christophorus Columbus, in spagnolo: Cristóbal Colón; Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) è stato un esploratore e navigatore genovese[1].
È stato uno dei cinque principali navigatori italiani che presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo.
Deve la sua fama mondiale alla riscoperta del continente americano, avvenuta il 12 ottobre del 1492, giorno celebrato in Spagna e nelle Americhe.

Primo viaggio per le Americhe
La partenza avvenne il 3 agosto 1492 da Palos de la Frontera con un equipaggio complessivo di 120 uomini. Dopo uno scalo di circa un mese nelle Isole Canarie, a La Gomera, per rifornimenti e modifiche alla velatura[3], le tre navi ripresero il largo il 6 settembre. Spinte dagli alisei - i cui effetti Colombo dimostrò di intuire straordinariamente, uniformando al loro alitare la propria rotta - le caravelle navigarono per un mese senza che i marinai riuscissero a scorgere alcuna terra.
Gli uomini dell'equipaggio avevano iniziato a preoccuparsi già pochi giorni dopo la partenza, temendo che il soffiare incessante dei venti verso ovest avrebbe reso impossibile il ritorno.[3] Il 16 settembre le caravelle entrarono nel Mar dei Sargassi, e Colombo approfittò della evidenza di alghe affioranti sul pelo dell'acqua - un fenomeno caratteristico di questo mare - per sostenere che tali vegetali erano sicuramente indizi dell'esistenza di terre vicine (cosa in realtà non vera), e quindi tranquillizzare temporaneamente i suoi uomini.[3]
Col trascorrere dei giorni la tensione a bordo delle caravelle cresceva. Il 7 ottobre Colombo decise di virare verso sud-ovest, avendo visto alcuni uccelli dirigersi verso quella direzione. Ma il 10 ottobre scoppiò un ammutinamento: l'equipaggio intimò al comandante di virare immediatamente verso est, e tornare indietro. Colombo, forte delle sue conoscenze nautiche e dello studio della rotta che aveva compiuto nel corso del viaggio, ottenne un accordo: se entro tre giorni le vedette non avessero scorto alcuna terra, le caravelle sarebbero tornate indietro.[3]
L'11 ottobre un marinaio pescò in mare un fiore fresco;[3] oramai si scorgevano di frequente ramoscelli e vegetali e soltanto la vicinanza di una terra emersa poteva giustificare questi ritrovamenti. La notte dell'11 ottobre - come poi riportò sul libro di bordo - Colombo si disse convinto d'avere intravisto nel buio, in lontananza, una luce, «como una candelilla que se levava y se adelantaba» (come una piccola candela che si levava e si agitava). Finalmente, alle due di notte del venerdì, 12 ottobre 1492, Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, avvistò la terra. Colombo decise di attendere il giorno; in questo modo le caravelle riuscirono a trovare un varco nella barriera corallina e a gettare l'ancora senza incidenti. All'alba Colombo sbarcò su un'isola, chiamata Guanahani dagli indigeni, che egli battezzò San Salvador.

Colombo e la sua ciurma furono accolti con grande cortesia e condiscendenza dai Taino[5], la tribù abitante dell'isola. Egli stesso, nella sua relazione, sottolinea più volte la gentilezza e lo spirito pacifico dei suoi ospiti:
« gli abitanti di essa (...) mancano di armi, che sono a loro quasi ignote, né a queste son adatti, non per la deformità del corpo, essendo anzi molto ben formati, ma perché timidi e paurosi (...) Del resto, quando si vedono sicuri, deposto ogni timore, sono molto semplici e di buona fede, e liberalissimi di tutto quel che posseggono: a chi ne lo richieggia nessuno nega ciò che ha, ché anzi essi stessi ci invitano a chiedere »
(Cristoforo Colombo, Prima relazione sul viaggio nel Nuovo Mondo, 14 marzo 1493 [6])
L'esplorazione dell'isola non diede i risultati sperati, in quanto Colombo non trovò le ricchezze descritte da Marco Polo. Ripreso il mare, la sua spedizione esplorò la costa nord-orientale di Cuba.
La sera del 27 ottobre 1492, le caravelle di Colombo arrivano alla fonda di Cayo Bariay a Cuba, nell'attuale provincia di Holguín, il giorno successivo inviò il suo ammiraglio ad esplorare la terraferma. Nel diario di bordo di domenica 28 ottobre 1492 troviamo scritto: "Es la isla mas hermosa que ojos humanos hayan visto" ("È l'isola più bella che occhio umano abbia mai visto").
Successivamente esplorò quella settentrionale di Haiti, raggiunta il 5 dicembre e la chiamò Hispaniola. Qui la Santa Maria urtò uno scoglio e dovette essere abbandonata. Colombo fece costruire un forte, La Navidad, dove lasciò parte dell'equipaggio.
Il 2 gennaio 1493 Colombo riprese la rotta verso l'Europa. Dopo che una tempesta lo costrinse ad attraccare alle Azzorre, sull'isola di Santa Maria, dove i governatori locali cercarono inizialmente di trattenerlo con la forza. Riuscito a ripartire, Colombo arrivò a Restelo, nei pressi di Lisbona il 4 marzo.
Rui de Pina, umanista portoghese alla corte di Giovanni II, scrisse del suo arrivo in Portogallo:
« Il 6 marzo 1493 è arrivato dalle Antille di Castiglia Cristoforo Colombo, italiano... »
L'8 marzo Colombo venne invitato dal re alla corte portoghese, durante il viaggio si fermò per ordine della regina sua moglie, Leonora per visitarla ed informarla, l'11 marzo, al Convento de Santo António dos Capuchos, vicino di Nossa Senhora da Conceição dos Povos a Vila Franca de Xira.
Dopo essere stato ricevuto dal re Giovanni II del Portogallo a Vale do Paraíso, vicino Azambuja, il 10 marzo, Colombo discese il fiume Tago per far visita ai suoi vecchi amici di Santarém.
Successivamente, il 15 marzo 1493, giunse via mare a Palos, in Castiglia. Qui Colombo, che aveva portato con sé un po' di oro, tabacco e alcuni pappagalli da offrire ai sovrani quali segni tangibili delle potenzialità delle "isole dell'India oltre il Gange", condusse anche dieci indiani Taino che aveva rapito proprio fra quei suoi gentili ospiti che "professavano grande amore verso tutti".
Così l'ammiraglio annotava nella sua relazione, consegnata al tesoriere del Re il 30 aprile 1493:
« Porto meco uomini di quest'isola e delle altre da me visitate i quali faranno testimonianza di ciò che dissi. (...) Io prometto: che a' nostri invittissimi Re, sol che m'accordino un po' d'aiuto, io sarò per dare tant'oro quanto sarà lor necessario (...) e tanti servi idolatri, quanti ne vogliano le loro Maestà (...) esulti Cristo in terra come in cielo, perché volle che fossero salvate le anime di tanti popoli prima perdute. »

Uno dei nativi americani morì poco dopo l'arrivo.[7]
Colombo fu accolto come un eroe dai sovrani, che lo sollecitarono ad intraprendere un altro viaggio: la regina di Castiglia ed il re di Aragona credevano che egli fosse stato in Giappone.

Nessun commento: