09 ottobre, 2009

PROMEMORIA 9 ottobre 1963 Strage del Vajont


Strage del Vajont: nell'Italia nord-orientale, oltre 2.000 persone vengono uccise quando una frana caduta nel bacino della diga del Vajont produce una gigantesca onda che supera la diga e si riversa a valle.
Il disastro del Vajont fu causato da una frana staccatasi dal versante settentrionale del monte Toc - situato sul confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto - il 9 ottobre 1963. Alle ore 22.39 di quel giorno, circa 270 milioni di m3 di roccia scivolarono, alla velocità di 30 m/s, nel bacino artificiale sottostante (che conteneva circa 115 milioni di m3 d'acqua al momento del disastro) creato dalla diga del Vajont, provocando un'onda di piena che superò di 250 m in altezza il coronamento della diga e che, in parte, risalì il versante opposto distruggendo gli abitati di Erto e Casso, e in parte (circa 30 milioni di m3) scavalcò il manufatto (che rimase intatto) riversandosi a valle e distruggendo il paese di Longarone e altri abitati limitrofi. 1917le vittime di cui1450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni; vennero inoltre danneggiati dall'inondazione gli abitati di Pirago, Faè e Rivalta e le frazioni di Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino.

Nel febbraio 2008, nel corso della presentazione dell'Anno internazionale del pianeta Terra (International Year of Planet Earth) dichiarato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il 2008, il disastro del Vajont fu citato - assieme ad altri quattro - come un caso esemplare di "disastro evitabile" causato dalla scarsa comprensione delle scienze della terra e - nel caso specifico - dal «fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere la natura del problema che stavano cercando di affrontare»

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