30 giugno, 2010
PROMEMORIA 30 giugno 1934 - Germania: nella Notte dei lunghi coltelli
Germania: nella Notte dei lunghi coltelli, le SS eliminano Ernst Röhm e i principali esponenti delle squadre d'assalto.
La Notte dei lunghi coltelli (in tedesco: Nacht der langen Messer, 29-30 giugno 1934) fu l'epurazione nazista dei vertici delle Sturmabteilungen (SA) e degli oppositori politici di Adolf Hitler; si ritiene che siano state assassinate tra le 77 (dato ufficiale) e le 400 persone, ma alcuni storici portano il numero ad oltre 1.000.
Le cause
L'epurazione fu il risultato di una battaglia politica tra i capi nazisti subordinati a Hitler: da una parte Joseph Goebbels, Hermann Göring, Heinrich Himmler ed Reinhard Heydrich, dall'altra Ernst Röhm, il capo delle SA. Hitler incoraggiò la lotta interna tra i suoi subordinati, e il potere di Röhm e della sua organizzazione violenta spaventò i suoi rivali. Himmler fece falsificare delle prove per diffamare Röhm e le presentò a Hitler, alimentando il suo sospetto che Röhm intendesse usare le SA per lanciare un putsch contro di lui.
Inoltre Röhm rappresentava assieme a Gregor Strasser l'ala sinistra del partito nazional-socialista, quella di tendenze rivoluzionarie più avanzate e intenzionata a dare una sterzata anticapitalista all'economia tedesca, ipotesi che appariva quantomai realistica nella Repubblica tedesca a differenza dell'Italia dove il fascismo era frenato dal potere della monarchia. Ciò era in contrasto con gli interessi di Hitler, che era stato generosamente finanziato sia dagli industriali tedeschi sia dalla grande finanza internazionale, soprattutto americana, verso i quali aveva un irrinunciabile debito di riconoscenza. Per mantenere il potere doveva quindi venire a patti con essi, e non poteva permettersi l'esistenza di una mina vagante rappresentata da Röhm. Solo dopo l'eliminazione di Röhm il nazismo può abbracciare totalmente il capitalismo e prefigurarsi come un'ideologia prettamente di destra, abbandonando ogni ipotesi rivoluzionaria, rimanendo "socialista" solo nel nome. Se il nazional-socialismo originò dal fascismo, da quel momento il paragone tra fascismo e nazismo fu unicamente fittizio ed artificialmente mantenuto per motivi propagandistici di immagine pubblica.
Se da una parte Hitler era stato personalmente molto legato a Röhm, dall'altra si trovava sotto pressione per ridurne l'influenza. I capi militari tedeschi erano scontenti della proposta di Röhm secondo cui l'esercito doveva essere assorbito all'interno delle SA; gli industriali che supportavano Hitler erano preoccupati delle tendenze socialiste di Röhm. Altri membri del Partito nazista inoltre, vedevano Röhm e altri capi delle SA con disgusto perché erano omosessuali, tendenza considerata lesiva della riproduzione e del conseguente ampliamento della «razza padrona».
Con tutti questi gruppi schierati contro Röhm, Hitler decise di agire.
Gli eventi
Ordinò a tutti i capi delle SA di partecipare a un incontro all'Hotel Hanselbauer di Bad Wiessee, vicino a Monaco. Il 29 giugno Hitler arrivò con un nutrito gruppo di SS; era presente quando Röhm venne arrestato. Nelle ore seguenti, su ordine diretto di Hitler, unità del Landespolizeigruppe General Göring e della Leibstandarte SS Adolf Hitler, iniziarono ad arrestare altri capi delle SA e, successivamente, a giustiziarli. Apparentemente Hitler intendeva perdonare Röhm, ma decise in seguito di farlo morire. Si ritiene che a Röhm venne offerta la possibilità di suicidarsi, ma rifiutata tale possibilità, venne ucciso da Theodor Eicke, suo vecchio amico.
Il 3 luglio, il governo del Reich approvò la Legge sulle misure di autodifesa dello stato, consistente di un singolo articolo che dichiarava semplicemente che le «misure prese» erano «una legale autodifesa dello Stato».
Hitler annunciò l'epurazione il 13 luglio, sostenendo che 61 persone erano state giustiziate, a 13 fu sparato mentre resistevano all'arresto, e 3 si suicidarono. Annunciando l'epurazione Hitler dichiarò: «Se qualcuno mi rimprovera e mi chiede perché non mi sono rivolto alle regolari corti di giustizia, allora tutto ciò che posso dire è questo: in queste ore io sono responsabile del destino del popolo tedesco, e quindi sono diventato il giudice supremo (oberster Gerichtsherr) del popolo tedesco».
Come risultato dell'epurazione, Hitler si guadagnò la gratitudine e il sostegno della Reichswehr.
Il 26 luglio, le SS vennero rese indipendenti dalle SA, con Himmler in qualità di loro Reichsführer, che rispondeva solo a Hitler. Victor Lutze divenne il nuovo capo delle SA, e venne subito marginalizzato nella struttura del potere nazista.
L'episodio ha ispirato Luchino Visconti per il suo film La caduta degli dei.
L'omosessualità e la notte dei lunghi coltelli.
Storicamente, da un punto di vista simbolico, la "Notte dei lunghi coltelli" costituì per la minoranza omosessuale tedesca quello che il pogrom della Notte dei cristalli costituì per quella ebraica, sancendo in modo per così dire "ufficiale" l'inizio della campagna repressiva (che però aveva avuto inizio in modo "ufficioso" fin dal 1933).
Oltre a ciò, l'episodio sancì la definitiva scomparsa delle illusioni nutrite dall'estrema destra del movimento di liberazione omosessuale di lingua tedesca, che contava esponenti come lo scrittore Hans Blüher, l'eccentrico artista Elisar von Kupffer o il medico Karl Günter Heimsoth (l'inventore del termine omofilia), che simpatizzavano apertamente per il NSDAP. In queste cerchie l'alta posizione raggiunta da un omosessuale notorio come Ernst Röhm era citata quale esempio del fatto che il nazismo non era "in realtà" ostile agli omosessuali.
La brutale liquidazione fisica di Röhm e di altre personalità omosessuali del suo entourage (fra le quali lo stesso Heimsoth), e ancora più la giustificazione dell'intervento armato (fra gli altri motivi) come purga della cricca omosessuale annidata nel nazismo, costituì un brusco risveglio per queste persone.
L'episodio sancì la sconfitta definitiva della loro aspirazione a strumentalizzare il "cameratismo" virile, caro ai nazisti, per nobilitare l'"amore virile fra maschi" e legittimare in chiave di "iper-virilità" il comportamento omosessuale. Questa visione era sempre stata in polemica con l'ala filosocialista del movimento omosessuale, accusata d'essere portatrice di una visione effeminata dell'omosessualità, propugnata da ebrei notori come Magnus Hirschfeld.
In un discorso segreto alle SS relativo alla liquidazione degli omosessuali[3], nel 1937, Himmler avrebbe addirittura citato espressamente le idee di Hans Blüher (che peraltro fu lasciato vivere indisturbato per tutto il periodo nazista), fra quelle che rischiavano di minare il nazismo:
[Ai giovani diciamo che] "Esistono soltanto le amicizie tra ragazzi. Sono gli uomini che decidono, sulla Terra", gli diciamo. La tappa seguente è l'omosessualità. Sono le idee del signor Blüher".
Questo collegamento fra nazismo ed omosessualità fece presa in particolare fra gli oppositori antinazisti, che spesso condividevano, nei confronti degli omosessuali, gli stessi pregiudizi nutriti dai nazisti. Da qui si diffuse l'accostamento fra decadenza, omosessualità e nazismo, contro cui invano combatté un omosessuale lucidamente antinazista come Klaus Mann.
Il radicamento di tale luogo comune è dimostrato dalla testimonianza relativamente tarda del film La caduta degli dei di Luchino Visconti (che pure fu notoriamente omosessuale), nel quale degenerazione morale nazista e pratica dell'omosessualità vanno di pari passo.
Eppure, la vera motivazione della "Notte dei lunghi coltelli" non ebbe nulla a che vedere con l'omosessualità. L'eliminazione di Röhm fu resa necessaria dal fatto che egli era un uomo troppo potente, che aveva ai suoi comandi una temibile forza paramilitare, e che si attardava a concepire il nazismo come un movimento rivoluzionario, e perfino nazional-socialista, in un momento in cui esso era ormai nei fatti un regime ultraconservatore.
L'omosessualità di Röhm, che non aveva costituito un ostacolo alla sua carriera fino a quando egli era stato in sintonia con le gerarchie naziste, divenne così all'improvviso un utile pretesto per giustificarne l'eliminazione fisica e la necessità della "purga" del suo "corrotto" entourage.
29 giugno, 2010
5° edizione Provincia Solidale: un premio per gli eroi dei nostri giorni
5° edizione Provincia Solidale: un premio per gli eroi dei nostri giorni
A cinque anni dalla sua istituzione, il premio Provincia Solidale si arricchisce di nuovi elementi. Oltre a offrire un riconoscimento a coloro che si rendono protagonisti in azioni di volontariato, solidarietà e comunque nel sociale, quest’anno si intende infatti incentivare la partecipazione e la consultazione di tutto il territorio provinciale.
La Provincia di Roma compie 140 anni e in questa stessa occasione vuole essere ancora più attenta alle esigenze dei cittadini, occupandosi di tutte le persone in difficoltà e contraddistinguendosi come Provincia Utile.
Al Premio possono candidarsi tutti coloro che si distinguono in attività a favore della tutela e della salvaguardia dei diritti dei minori, degli anziani, delle persone diversamente abili e degli immigrati, nella promozione e sensibilizzazione delle coscienze sul tema della pace e del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, nel rispetto delle diversità e nella comunità di intenti per una convivenza civile.
Per essere ammessi alla selezione occorre inviare la candidatura entro il 15 luglio 2010 all’indirizzo email: provinciasolidale@provincia.roma.it.
Per maggiori informazioni scrivere a: e.maggini@provincia.roma.it; t.zevi@provincia.roma.it
PROMEMORIA 29 giugno 1944 - Eccidio di 244 civili a Civitella in Val di Chiana (AR), operato dalle truppe tedesche ivi stanziate
Eccidio di 244 civili a Civitella in Val di Chiana (AR), operato dalle truppe tedesche ivi stanziate.
L'eccidio di Civitella
La conformazione montuosa e la presenza di boschi nel territorio circostante il centro abitato di Civitella avevano contribuito, all'indomani dell'occupazione tedesca dell'Italia, alla nascita di diversi gruppi partigiani. In Civitella si era di conseguenza installato un comando tedesco, la divisione "Hermann Göring", agli ordini del generale Wilhelm Schmalz, la quale ripetutamente venne a trovarsi in scontri a fuoco con i partigiani.
Il 18 giugno 1944 quattro giovani soldati tedeschi entrarono nel circolo ricreativo di Civitella per bere un bicchiere di vino, rifocillandosi così dal caldo dell'incombente estate. Tra gli avventori del locale vi erano tuttavia alcuni partigiani che, notati i militi della Wehrmacht, imbracciarono i fucili, sparando contro di essi. Dallo scontro a fuoco che ne nacque furono i tedeschi ad avere la peggio: due soldati morirono subito, mentre un terzo spirò poche ore dopo, a causa delle gravi ferite riportate.
Immediatamente il comando tedesco impose alla popolazione locale di fare i nomi dei colpevoli. Gli occupanti lanciarono un ultimatum di 24 ore, trascorse inutilmente le quali sarebbe stata operata una rappresaglia tra i civili per vendicare i 3 soldati morti. Contemporaneamente i tedeschi avviarono perquisizioni nelle case di Civitella e delle due frazioni più vicine, Cornia e San Pancrazio (quest'ultima nel comune di Bucine), ritenute ospitanti diversi partigiani in quanto circondate dai boschi e non facilmente raggiungibili. Nessun civile osò collaborare con i tedeschi e, anzi, furono in molti a lasciare le case, temendo la rappresaglia.
Il 19 giugno l'ultimatum era scaduto, ma a sorpresa i tedeschi non fecero nulla. Il generale Schmalz assicurò che non sarebbe stata operata alcuna rappresaglia, facendo intendere che i numerosi partigiani caduti negli scontri con i tedeschi erano stati ritenuti sufficienti a vendicare i 3 militi uccisi il giorno prima. Come solo in seguito si potrà ricostruire, quella dei tedeschi era in realtà una trappola. Furono infatti lasciati trascorrere giorni tranquilli, durante i quali molti civitellini fecero ritorno nelle proprie case.
Ma il 29 giugno la tragedia si consumò. Al mattino, per la festa dei SS. Pietro e Paolo, il paese era pieno di persone. Molti non si erano recati nelle campagne o nei boschi per lavorare, restando così a casa o andando a Messa. La Chiesa di Santa Maria Assunta, a Civitella, era piena di fedeli, giunti anche dalle altre frazioni del comune.
Improvvisamente dal comando tedesco partirono 3 squadroni: uno destinato a Cornia, l'altro a San Pancrazio e un terzo, il più grande, si riversò nel centro di Civitella. I tedeschi irruppero nelle case, aprendo il fuoco sugli abitanti a prescindere dal sesso o dall'età. L'episodio più truce si consumò nella chiesa, mentre si stava celebrando la Messa. Entrati nell'edificio sacro, i tedeschi divisero i fedeli in piccoli gruppi. Quindi, indossati grembiuli mimetici in gomma per non sporcarsi di sangue, li freddarono con dei colpi alla nuca. Eroico fu il gesto del sacerdote, don Alcide Lazzeri: costui, in quanto religioso, sarebbe stato risparmiato dai tedeschi, ma scelse di condividere la sorte degli sfortunati parrocchiani.
Compiuta la strage, i tedeschi incendiarono le case di Civitella, provocando così la morte anche di coloro che avevano disperatamente tentato di salvarsi nascondendosi nelle cantine o nelle soffitte. Solo pochi abitanti riuscirono a salvarsi dal massacro. L'orrore di quel giorno fu percepito anche nelle campagne circostanti, specie nelle frazioni a valle: qui, nonostante la distanza, furono ben udite le grida disperate e ben visto il fumo delle case in fiamme.
Alla fine si contarono 244 morti: 115 a Civitella, 58 a Cornia e 71 a San Pancrazio.
Ai martiri di Civitella è stata intitolata la via principale del centro abitato. Il Comune fu insignito, nel 1963, della medaglia d'oro al valor civile.
Il gruppo de La casa del vento nel 2004 ha composto una canzone riguardo la strage di Civitella intitolata "Renzino", che è all'interno dell'album "Sessant'anni di resistenza".
Il 21 ottobre 2008 i giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione hanno condannato il governo tedesco a risarcire i danni a nove familiari delle vittime dell'eccidio, stabilendo un milione di euro come risarcimento.
28 giugno, 2010
PROMEMORIA 28 giugno 1914 - Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este e sua moglie Sofia. Inizia la prima Guerra Mondiale.
Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este e sua moglie Sofia vengono uccisi da un nazionalista serbo Gavrilo Princip, l'episodio diventa il casus belli della prima guerra mondiale.
Casus belli
Casus belli è una locuzione latina il cui significato letterale è causa della guerra. L'espressione viene spesso usata per indicare un evento addotto a motivazione ufficiale per la dichiarazione di guerra, solitamente diverso o secondario, rispetto alle motivazioni economiche, politiche e sociali che gli storici indicano essere alla base di un determinato conflitto. Tra i casus belli più celebri, nelle varie epoche, il ratto di Elena, l'assedio di Sagunto, la defenestrazione di Praga, l'imboscata di Jumonville, l'attentato di Sarajevo e l'incidente di Ual Ual.
La prima guerra mondiale
La prima guerra mondiale (per i contemporanei la Grande Guerra) fu il conflitto cominciato il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, compiuto a Sarajevo (Bosnia Erzegovina) il 28 giugno 1914. L'attentatore fu il nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip, studente affiliato alla Mano Nera. Il conflitto si concluse oltre quattro anni dopo, l'11 novembre 1918, con la resa della Germania.
La prima guerra mondiale vide inizialmente lo scontro degli Imperi centrali di Germania e Austria-Ungheria contro la Serbia ed il Montenegro, ma in poche settimane il gioco di alleanze formatosi negli ultimi decenni dell'Ottocento tra gli stati europei comportò l'entrata nel conflitto degli stati dell'Intesa e delle rispettive colonie. Negli anni successivi la guerra raggiunse una scala mondiale, con la partecipazione di molte altre nazioni, fra cui l'Impero Ottomano, l'Italia, la Romania, il Giappone e la Grecia, aprendo così altri fronti di combattimento, sia in terra sia sui mari.
Militarmente il conflitto si aprì con l'invasione austro-ungarica della Serbia, e parallelamente, con una fulminea avanzata tedesca del Belgio, del Lussemburgo e del nord della Francia.
L'esercito tedesco infranse le sue speranze di una guerra breve e vittoriosa a pochi chilometri da Parigi, bloccato dai francesi in una battaglia che verrà definita "il miracolo della Marna". A quel punto la guerra sul fronte occidentale si trasformò in una lenta e sanguinosa guerra di posizione, dove, al costo di milioni di morti, il numero degli uomini impiegati e le nuove tecnologie messe in campo dalla Triplice Intesa ebbero la meglio sulla superiore organizzazione militare della Germania.
Ma sanguinoso fu allo stesso modo l'altro fronte principale della guerra, il fronte orientale, combattuto dagli imperi centrali contro l'esercito russo. Anche in questo caso la guerra di movimento, così magistralmente attuata dall'esercito tedesco nelle battaglie di Tannenberg e dei laghi Masuri, si trasformò in una guerra di posizione in grado di mietere milioni di vite.
Determinante per l'esito finale del conflitto mondiale fu l'entrata in guerra nel 1917 degli Stati Uniti d'America, che, pur non entrando militarmente a pieno regime nel conflitto, grazie agli aiuti economici dispensati agli alleati, fece pendere l'ago della bilancia a favore degli Stati dell'Intesa.
La guerra si concluse l'11 novembre 1918, quando la Germania firmò l'armistizio con le forze dell'Intesa. Il numero totale di morti è stato stimato in oltre sedici milioni: alle vittime militari (circa 10 milioni di soldati) vanno aggiunte le vittime civili, dovute non solo agli effetti diretti delle operazioni di guerra, ma anche alla carestia e alle malattie causate dalla guerra, ad esempio in Germania, sottoposta al blocco navale degli alleati, la fame provocò migliaia di morti tra la popolazione civile.
La guerra fu nello stesso tempo l'ultimo conflitto del passato (guerra di trincea e lenta), ma anche il primo grande conflitto in cui si usarono appieno tutti i mezzi moderni, come aeroplani, mezzi corazzati, sommergibili e le armi chimiche, tra cui il gas.
27 giugno, 2010
A Villa Doria Pamphilj prende il via il Festival di teatro per ragazzi “Lucciole e Lanterne”
A Villa Doria Pamphilj prende il via il Festival di teatro per ragazzi “Lucciole e Lanterne”
A Roma, presso Villa Doria Pamphilj c’è il Festival Nazionale di Teatro Ragazzi ‘LUCCIOLE e LANTERNE - Premio Gianni Rodari per il Teatro 2010’. L’entrata è in via Aurelia Antica, angolo via di S. Pancrazio n. 10. L’ingresso è gratuito.
La manifestazione, interamente dedicata ai bambini ai ragazzi e alle loro famiglie, vede la direzione artistica di Veronica Olmi.
Dal 24 al 29 giugno, sei giorni di spettacoli, scelti dal Teatro Verde tra i più interessanti delle proposte italiane.
Sarà una giuria di bambini, presieduta dalla Signora Maria Teresa Ferretti Rodari, a scegliere lo spettacolo più bello ed interessante a cui, nella serata conclusiva di martedì 29 giugno, sarà assegnato il Premio Rodari 2010.
L’evento è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma.
PROMEMORIA 27 giugno 1980 :Strage di Ustica.Dopo 30 anni ancora non si è fatta chiarezza!
Strage di Ustica
Con strage di Ustica si indica il disastro aereo in cui persero la vita 81 persone nel cielo tra le isole di Ustica e Ponza, venerdì 27 giugno 1980, quando l'aereo di linea I-TIGI[1] Douglas DC-9 appartenente alla compagnia aerea Itavia si squarciò in volo senza preavviso e scomparve in mare.
Dopo trent'anni di inchieste, molti aspetti di questo disastro appaiono ancora poco chiari.
Ricostruzione dell'accaduto
Alle 20:08 il volo IH870 diretto da Bologna a Palermo parte, con due ore di ritardo, e si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta previsti fino all'ultimo contatto radio tra velivolo e controllore procedurale di "Roma Controllo", che avviene alle 20:58.
Alle 21:04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo IH870 non risponde. L'operatore di Roma reitera invano le chiamate; lo fa chiamare, sempre senza ottenere risposta, anche da due voli dell'Air Malta KM153, che segue sulla stessa rotta, e KM758[2]; dal radar militare di Marsala e dalla torre di controllo di Palermo. Passa senza notizie anche l'orario di arrivo a destinazione, previsto per le 21:13.
Alle 21:25 il comando del Soccorso Aereo di Martina Franca assume la direzione delle operazioni di ricerca, allerta il 15º Stormo a Ciampino, sede degli elicotteri HH-3F del Soccorso Aereo.
Alle 21:55 decolla il primo HH-3F e inizia a perlustrare l'area presunta dell'eventuale incidente. L'aereo è ormai disperso.
Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell'alba viene individuata da un elicottero HH-3F del Soccorso Aereo alcune decine di miglia a nord di Ustica, una chiazza oleosa. Poco dopo raggiunge la zona un Breguet Atlantique dell'Aeronautica e vengono avvistati i primi relitti e i primi cadaveri. È la conferma che il velivolo è precipitato in quella zona del Tirreno dove la profondità supera i tremila metri.
Per Francesco Cossiga sono stati gli aerei francesi a causare 81 morti abbattendo il Dc 9 Itavia il 27 giugno 1980, ma tanto non lo ammetteranno mai e quindi è inutile insistere…
Per la giustizia italiana, tra prescrizioni e insufficienza di prove, quella vicenda non ha colpevoli.
Coloro che hanno governato l’Italia dal 1980 ad oggi, primi fra tutti i democristiani come Cossiga, non hanno mai avuto interesse a portare alla luce i nomi dei responsabili e le cause dell’abbattimento dell’aereo, riproponendo lo stesso spettacolo di reticenze, mezze verità e ostruzionismo che abbiamo visto recitare per tutte le stragi italiane.
Trenta anni dopo il muro di gomma ha funzionato alla perfezione e a noi non resta che ricordare le vittime di quella strage.
26 giugno, 2010
Operazione spiagge sicure con i cani di salvataggio
Operazione spiagge sicure con i cani di salvataggio
Più sicuri in spiaggia grazie al migliore amico dell'uomo. L’assessore provinciale alle Politiche del Turismo, Patrizia Prestipino, ha presentato nella Sala della Pace di Palazzo Valentini la seconda edizione del progetto realizzato in collaborazione con la Scuola Cani di Salvataggio Tirreno e in partnership con la Capitaneria di Porto di Civitavecchia e la Società Nazionale di Salvamento sezione di Anzio e Nettuno per la sicurezza sulle spiagge della provincia di Roma.
Il progetto prevede il dislocamento, nel mese di agosto, di Unità Cinofile lungo le coste della Provincia di Roma. Le Unità Cinofile pattuglieranno le spiagge sia via terra, sia via mare, grazie alla collaborazione con la Guardia Costiera, per garantire una adeguata copertura del servizio di salvataggio in mare anche e soprattutto nei tratti non serviti da stabilimenti, dove il rischio di incidenti e la mancanza di controllo sono maggiori.
I Cani di salvataggio svolgeranno le loro attività nei week end e nei giorni di maggiore affluenza sulle spiagge. Ogni Unità Cinofila è costituita da un cane addestrato e brevettato al salvataggio nautico e da un operatore/conduttore, anch’egli brevettato come assistente bagnanti. La coppia uomo/cane, è in grado, da sola, di trainare a riva, anche da grandi distanze, fino a tre persone contemporaneamente e riceve una preparazione che gli permette di operare in qualsiasi condizione meteomarina e da qualsiasi mezzo, inclusi gli elicotteri e le motovedette della Guardia Costiera.
"Vogliamo fornire un servizio di utilità sociale per garantire maggiori standard di sicurezza anche per quei bagnanti che magari non possono permettersi di andare in uno stabilimento privato - ha spiegato Patrizia Prestipino - Sono 47 le spiagge libere del litorale del territorio provinciale che verranno presidiate a turno - ha aggiunto - siamo certi si tratti di un elemento utile per far sentire i bagnanti maggiormente a loro agio".
Alla conferenza hanno preso parte l’attore Kaspar Capparoni, Roberto Gasbarri, Presidente della SICS Società Italiana Cani Salvataggio e quattro Unità cinofile, ciascuna composta da un cane e un conduttore.
PROMEMORIA 26 giugno 1819 – Viene brevettata la bicicletta
Viene brevettata la bicicletta
La bicicletta è un veicolo a propulsione muscolare umana costituito da un telaio cui sono vincolate due ruote allineate una dietro l'altra e dotato di un sistema meccanico per la trasmissione della potenza alla ruota motrice.
Il velocipede ebbe una rinascita a Parigi verso la fine degli anni 1860. Costituito da una ruota anteriore di diametro leggermente maggiore a cui erano ora connessi pedivelle e pedali, era chiamato le velocipede bicycle da cui il termine biciclo, ma venne soprannominato anche boneshaker (scuotiossa) a causa della struttura delle ruote: in legno rivestite di ferro (non era ancora stato introdotto il copertone pneumatico) dovevano vibrare in modo spaventoso durante la corsa. L'avvento della boneshaker fu preceduto dall'improvvisa popolarità del pattinaggio a rotelle quando si iniziarono ad aprire le piste di pattinaggio. Coloro che riuscivano a cavarsela con i pattini ai piedi non avvertirono più la paura di montare su un velocipede con i piedi staccati da terra e poggiati sui pedali.
L'origine dell'idea della boneshaker è tuttora una questione aperta all'interno della ICHC, ma si è al momento d'accordo nel ritenere il 1864 come il primissimo anno della sua comparsa a Parigi. C'è chi sostiene le rivendicazioni per il modello di Ernest Michaux e dell'emigrato Pierre Lallement, che ottenne un brevetto negli USA nel 1866, chi quelle per il modello a pedalata posteriore di Alexandre Lefebvre.
I nuovi viali di Parigi pavimentati a macadam (un tipo di tecnica di costruzione stradale inventata da John L. McAdam che consisteva di alcuni strati di sassi consolidati e livellati tramite compressore e dotata di canali di scolo laterali) avevano semplificato l'andare in velocipede, sebbene, imitando la tecnologia delle carrozze per la costruzione di massicci telai d'acciaio, il peso era raddoppiato a quasi 45 chili (100 libre). Un ulteriore comodità fu portata con l'introduzione di copertoni di gomma solida e del primo cuscinetto a sfere.
Il numero delle invenzioni e dei brevetti sali rapidamente, specialmente negli USA: un ex curatore del Museo della Bicicletta d'America, Jim Hurd, riferì che all'alba del nuovo secolo, a Washington, due edifici erano dedicati a custodire qualsiasi tipo di brevetto americano. Uno di questi era stato interamente riservato solamente ai brevetti sulla bicicletta.
Necessitano una menzione anche i primi tentativi di introdurre la trazione posteriore per superare gli svantaggi di quella anteriore (la difficoltà nel mantenere la pedalata mentre si sterza e la velocità limitata), anche se dovranno passare altri 40 anni prima che questa si affermi definitivamente diventando d'uso comune. Furono pubblicati numerosi progetti tra cui quello già menzionato di A. Lefebvre. Qualcuno faceva uso di una catena, altri, come il velocipede di Thomas McCall del 1869, di aste e pedivelle. Anche a Kirkpatrick MacMillan, un fabbro scozzese, viene attribuito un progetto del 1839 di un velocipede a trazione posteriore ottenuta usando delle pedaliere fissate frontalmente che trasmettevano la potenza alla ruota posteriore tramite delle aste (una copia di questo modello è esposto al Museo delle Scienze di Londra). La similitudine tra il progetto di McCall e McMillan è stata in passato oggetto di una controversia sull'attribuzione dell'idea originale.
Le High Bicycle [modifica]
(Bicicletta Alta, ma in italiano è anche conosciuta come “Gran Bi”) fu la logica estensione del progetto della boneshaker: la ruota anteriore venne enormemente ingrandita fino al limite della misura interna della gamba del ciclista (più larga era la ruota più lontano si andava con una sola pedalata), quella posteriore fu accorciata ed il telaio reso più leggero. Eugene Meyer viene ora considerato il padre della High Bicycle dalla ICHC al posto di James Starley. Nel 1869 Meyer inventò le ruote con i raggi (riducendo sensibilmente il loro peso) e produsse un bel modello di High Bicycle fino agli anni 1880.
James Starley a Coventry aggiunse i raggi tangenti (offrono maggiore stabilità e resistenza alla ruota di quelli radiali) e lo scalino di monta alla sua famosa versione di High Bicycle chiamata Ariel o anche Ordinary (Ordinaria). Egli è giustamente considerato come il padre dell'industria ciclistica inglese, che arrivò a primeggiare in tutto il mondo, con i centri di produzione concentrati a Coventry, Birmingham e Manchester. I cuscinetti a sfere (dal 1875), i copertoni solidi e i telai di acciaio a sezione cava divennero degli standard. A seconda della lunghezza della gamba del ciclista, la ruota anteriore ora poteva raggiungere un diametro fino a 1,5 metri (60 pollici). Tanto che in Inghilterra queste Ordinarie erano chiamate anche Penny Farthing in quanto la ruota anteriore più grande era rappresentata dal grossa moneta del penny e la posteriore da quella molto più piccola del farthing. Erano perciò più veloci ma anche insicure.
Una bicicletta Ordinaria o Penny Farthing
Il ciclista si trovava con il baricentro molto distante da terra, accovacciato in modo precario sopra la ruota anteriore. Potendo ora raggiungere velocità elevate, anche una piccola asperità del terreno poteva portare come risultato ad una caduta in avanti procurandogli gravi lesioni o perfino la morte. "Cadere in avanti di testa" era un termine frequentemente usato senza accezioni umoristiche per descrivere questo abituale problema. La natura pericolosa di queste biciclette significò che il loro uso venne riservato ai giovani uomini avventurosi, rendendole poco attraenti per il grande pubblico. La bicicletta americana Star era derivata da una Ordinaria invertendo l'ordine delle due ruote: ora però c'era il pericolo di cadere all'indietro quando si correva in salita.
Le persone più anziane e le donne preferivano invece i più stabili tricicli o quadricicli, come per esempio il Salvo Quadricycle di Starley, rinominato Royal Salvo in onore della Regina Vittoria che ne usava uno.
Negli Stati Uniti fu Alexander Pope di Boston che monopolizzò la produzione delle Ordinarie dal 1876 e fu promotore del "movimento per le buone strade" (Good Roads Movement) così chiamato perché si batteva per il miglioramento delle condizioni di viabilità delle strade.
25 giugno, 2010
Centri Anziani, presto il nuovo Regolamento
Centri Anziani, presto il nuovo Regolamento.
Il Consiglio comunale approverà in via definitiva, entro il prossimo 31 luglio, il nuovo Regolamento dei Centri Anziani di Roma.
Il nuovo Regolamento prevede l'autonomia gestionale dei Centri per la manutenzione ordinaria e per le attività' ludico-ricreative, tempi certi di erogazione dei fondi dal Comune e dai Municipi, esenzione del pagamento del canone Rai, una polizza assicurativa per gli infortuni e la
possibilità' di accogliere badanti e nipoti all' interno dei Centri.
Il presidente Tredicine ha dichiarato: "I presidenti non possono essere in carica più' di due mandati.
Il documento prevede anche che ogni municipio stabilisca quante persone possono essere all' interno dei Centri'' ed ha inoltre proposto di "costituire una commissione all' interno del dipartimento per le Politiche Sociali per monitorare e verificare quali sono le esigenze, le priorità' e i bisogni di ogni centro".
Al MACRO la Giornata della creatività organizzata dalla Provincia di Roma
Al MACRO la Giornata della creatività organizzata dalla Provincia di Roma
Mercoledì 30 giugno sarà la Giornata della creatività. Il MACRO Testaccio, nello spazio della Pelanda, ospiterà incontri, dibattiti e performances per fare il punto sui risultati ottenuti dalla Provincia di Roma nei settori della creatività e dell’innovazione, rafforzare i legami con i protagonisti presenti sul territorio, continuare la riflessione su come trasformare la nostra area metropolitana in un luogo creativo ed economicamente più forte.
A partire dalle ore 15, a illustrare le iniziative messe in campo dall’Amministrazione provinciale ci sarà il direttore del dipartimento Innovazione e Impresa, Gian Paolo Manzella. Luca De Biase del "Sole 24 ore" spiegherà quindi cosa accade nella creatività italiana, mentre Carlo Alberto Pratesi di "Roma Tre" dirà la sua su come costruire un brand creativo per Roma.
Spazio poi all'esperienza di Helsinki, Capitale mondiale del design 2012, e a una tavola rotonda moderata da Gianluca Nicoletti. Seguiranno gli interventi di Charles Leadbeater, esperto di fama mondiale di creatività, e dell'assessore provinciale alle Politiche culturali, Cecilia D'Elia, che presenterà il Consiglio della creatività. In serata, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, presenzierà alla premiazione del Fondo creatività 2009 istituito proprio da Palazzo Valentini.
Nella galleria e negli Atelier della Pelanda saranno presenti:
Esposizione di imprese high tech promosse da BIC Lazio; Installazioni di: CATTID La Sapienza, ADD Festival, BCAA; allestimenti delle scuole della creatività romana: Accademia di Belle Arti, Accademia di Costume eModa, Factory Sapienza Design, IED, ISIA, Istituto Superiore di Fotografia; Stand dell’editoria romana con esposizione di: ADI, Bang Art, Busta, DIID, Drome, Fefe, Grab, Inside Art magazine, Nero, Nextexit, Progetto grafico.
Per maggiori info, www.giornatadellacreativita.com
PROMEMORIA 25 giugno 1946 - Viene insediata l'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana con Giuseppe Saragat alla presidenza
Viene insediata l'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana con Giuseppe Saragat alla presidenza.
L'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana fu l'organo preposto alla stesura di una Costituzione per la neonata Repubblica. Le sedute si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948.
Cronologia
Il 2 giugno 1946 si celebrarono libere elezioni, le prime dal 1924. Avevano diritto di voto tutti gli italiani maggiorenni (allora a 21 anni di età), maschi e, per la prima volta, femmine.
Vennero consegnate contestualmente agli elettori la scheda per la scelta fra Monarchia e Repubblica, il cosiddetto Referendum istituzionale, e quella per l'elezione dei deputati dell'Assemblea Costituente, a cui sarà affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98 del 16 marzo 1946.
Il referendum istituzionale venne vinto dalla Repubblica con circa 12 milioni e 700mila voti, contro 10 milioni e 700mila per la monarchia. Umberto II di Savoia, Re d'Italia subentrato in seguito all'abdicazione del padre Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1946, il 13 giugno 1946 lasciò il Paese con la sua famiglia diretto all'esilio.
Il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la vittoria della Repubblica.
Il meccanismo elettorale dell'assemblea Costituente era proporzionale a liste concorrenti in 32 collegi elettorali plurinominali. La legge elettorale prevedeva l'elezione di 573 deputati, ma le elezioni non si poterono svolgere nelle aree di Bolzano, Trieste e della Venezia Giulia, non ancora sotto la piena sovranità italiana. Risultarono quindi eletti, in seguito alle elezioni, 556 costituenti.
Il 25 giugno 1946 venne insediata l'Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza. Come suo primo atto, il 28 giugno elesse come Capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola. Su 504 votanti, De Nicola (PLI) ottenne 396 voti, Cipriano Facchinetti (PRI) 40, Ottavia Penna Buscemi (UQ) 32, Vittorio Emanuele Orlando (sin.storica) 12, Carlo Sforza (PRI) 2, Alcide De Gasperi (DC) 1, Alfredo Proja (DC) 1. Le schede bianche furono 14, le nulle 6.
Come previsto dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98/1946, l'Assemblea aveva innanzitutto il compito di redigere la nuova costituzione. Essa, però, aveva anche altri tre compiti: votare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e ratificare i trattati internazionali. Le funzioni legislative erano formalmente assegnate al Governo, ma in virtù delle tradizioni parlamentari prefasciste questo rimise spesso i provvedimenti legislativi più importanti all'Assemblea Costituente.
L'Assemblea nominò al suo interno una Commissione per la Costituzione, composta di 75 membri, incaricati di stendere il progetto generale della costituzione. La Commissione si suddivise a sua volta in tre sottocommissioni:
diritti e doveri dei cittadini, presieduta da Umberto Tupini (DC);
organizzazione costituzionale dello Stato, presieduta da Umberto Terracini (PCI);
rapporti economici e sociali, presieduta da Gustavo Ghidini (PSI).
Un più ristretto Comitato di redazione (o Comitato dei diciotto) si occupò di redigere la costituzione, coordinando ed armonizzando i lavori delle tre commissioni. La Commissione dei 75 terminò i suoi lavori il 12 gennaio 1947 ed il 4 marzo cominciò il dibattito in aula del testo. Il testo finale della Costituzione della Repubblica Italiana fu definitivamente approvato il 22 dicembre 1947.
L'Assemblea Costituente votò la fiducia ai Governi De Gasperi II, III e IV, approvò le leggi di bilancio per il 1947 e 1948 e ratificò i trattati di pace, firmati a Parigi il 10 febbraio 1947.
24 giugno, 2010
Pubblicati i bandi per le banche e i confidi a sostegno delle piccole e medie imprese
Pubblicati i bandi per le banche e i confidi a sostegno delle piccole e medie imprese
La Provincia di Roma interviene a favore delle piccole e medie imprese attraverso un fondo di 2 milioni di Euro finalizzato all’abbattimento dei costi sostenuti per ottenere i finanziamenti dal sistema bancario.L'intervento prevede una prima fase, a partire da oggi, in cui le banche ed i consorzi collettivi di garanzia interessati a partecipare, si accreditano via web, ed una seconda fase – a partire da lunedì 12 luglio – in cui le imprese che intendono richiedere il contributo, accreditandosi a loro volta, individuano i confidi e la banca attraverso le quali perfezionare l'iter di concessione.
L’iniziativa a sostegno delle piccole e medie imprese – promossa dall’assessorato provinciale alle Politiche finanziarie e di bilancio – comporta la copertura dei costi sostenuti per accedere ai fondi di garanzia a fronte di finanziamenti volti a consentire l’aumento del capitale, consolidare l'indebitamento, pagare tredicesime e quattordicesime mensilità ai lavoratori, realizzare investimenti in innovazione tecnologica e risparmio energetico, adeguare le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro.
L’intervento, che prende avvio da oggi, si inserisce nel più ampio pacchetto di misure anticrisi, a sostegno del sistema produttivo del territorio, che è stato illustrato lo scorso mese di marzo dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, siglando un protocollo di intesa con le associazioni degli imprenditori.
Oltre alla misura illustrata, un’altra riguarda la possibilità, per i fornitori dell’ente, di ottenere dalle banche linee di fido per lo smobilizzo di crediti vantati nei confronti dell’amministrazione.
“Pur non avendo competenze dirette in materia – sostiene il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti – abbiamo voluto assumere questo impegno concreto al fianco degli imprenditori colpiti dalla difficile congiuntura economica”.
“Nessuno più di chi vive quotidianamente la responsabilità di guidare un’impresa – sottolinea Zingaretti – sa quanto sia importante la qualità dei servizi ai quali rivolgersi per sostenere la propria azienda e quanto sia duro, quando tale qualità non si trova, affrontare difficoltà come quelle che stiamo attraversando”
Spiega ancora Zingaretti: “Bisogna essere più vicini soprattutto a chi ha meno mezzi: quelle piccole e medie imprese che rappresentano la linfa produttiva del nostro territorio e dell’intero Paese. Una risorsa da proteggere e da sostenere, soprattutto in una fase di incertezza economica, per garantire un futuro al capitale umano, alle competenze e alle energie che in esse è raccolto”.
“Per questo – conclude il presidente Zingaretti – abbiamo pensato ad una serie di strumenti per aiutare le nostre piccole e medie imprese ad attraversare la crisi e ad uscirne integre e forti. Strumenti pensati con il mercato e per il mercato, per offrire una risposta alle tante richieste che ci sono giunte in questi mesi dagli operatori e dalle associazioni di categoria”.
Questo il link per conoscere le procedure di accesso al credito https://serviziweb.provincia.roma.it/accessoalcredito
PROMEMORIA 24 giugno 1894 - Il CIO decide di tenere i Giochi olimpici ogni quattro anni
Il CIO decide di tenere i Giochi olimpici ogni quattro anni.
I Giochi Olimpici non morirono. Già nel XVII secolo un festival sportivo che prendeva il nome dalle Olimpiadi si teneva in Inghilterra. Nei secoli seguenti eventi simili vennero organizzati in Francia e in Grecia, ma si trattava di manifestazioni su piccola scala e sicuramente non internazionali. L'interesse nella rinascita dei Giochi Olimpici crebbe quando le rovine dell'antica Olimpia vennero scoperte da degli archeologi tedeschi alla metà del XIX secolo.
Contemporaneamente un barone francese, Pierre de Coubertin, cercava una spiegazione alla sconfitta francese nella guerra franco-prussiana (1870-1871). Giunse alla conclusione che i francesi non avevano ricevuto un'educazione fisica adeguata, e si impegnò per migliorarla. De Coubertin voleva anche trovare un modo di avvicinare le nazioni, di permettere ai giovani del mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra. E la rinascita dei Giochi Olimpici avrebbe permesso di raggiungere entrambi gli obiettivi.
De Coubertin presentò in pubblico le sue idee nel giugno 1894 durante un congresso presso l'università della Sorbona a Parigi. Il 23 giugno, ultimo giorno del congresso, venne deciso che i primi Giochi Olimpici dell'era moderna si sarebbero svolti nel 1896 ad Atene, in Grecia, la terra dove erano nati in antichità. Fu fondato il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per organizzare l'evento, sotto la presidenza del greco Demetrius Vikelas.
23 giugno, 2010
A Palazzo Valentini Zingaretti e S.S. Lazio: “Da Barack Obama a Dido Guerrieri: l’integrazione fa canestr
A Palazzo Valentini Zingaretti e S.S. Lazio: “Da Barack Obama a Dido Guerrieri: l’integrazione fa canestro”
È stato presentato oggi nella Sala della Pace di Palazzo Valentini 'Giovani culture e colori, l' integrazione fa canestro', un progetto portato avanti dalla S.S Lazio Basket con il sostegno della Provincia di Roma, del Comune di Roma, della Regione Lazio, di Lazio basket, Leonardo BC e della Fondazione Vodafone Italia.
La società S.S Lazio ha annunciato l'apertura di quattro nuovi centri di avviamento gratuiti alla pallacanestro in zone a rischio di emarginazione, con una significativa presenza di immigrati e ceti meno abbienti.
Sono stati presentati gli ultimi quattro centri nati a Ladispoli, Albano, Civitavecchia e Roma, che porteranno i nomi dei grandi maestri Dido Guerrieri e Giancarlo Asteo e due giocatori di basket, Andrea Bargnani ed Angelo Gigli.
Dal 2007 a oggi sono stati attivati già 9 centri, di cui uno in Mozambico, in grado di ospitare, gratuitamente e con un sostegno psicologico, 400 bambini di 27 nazionalità diverse, con 1.500 beneficiari.
La Provincia di Roma, che da sempre ha sostenuto il progetto mettendo a disposizione le strutture necessarie, ha scelto anche in questa occasione di rinnovare il proprio supporto. A fare gli onori di casa è stato infatti il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti insieme al Presidente della S.S. Lazio Basket, Simone Santi.
"La concretezza di questo progetto - ha dichiarato Zingaretti - demolisce fiumi di parole e di preconcetti che spesso si hanno sull'immigrazione. Siamo in presenza di una buona pratica che ha del rivoluzionario e per questo continueremo a seguirlo".
"Tra i ragazzi che hanno partecipato al progetto - ha reso noto il presidente della S.S Lazio Basket Simone Santi - nel 45% dei casi è aumentata la percezione delle regole e nel 52% il rispetto degli altri: sono questi i risultati che ci hanno dato la forza di aprire quattro nuovi centri".
PROMEMORIA 23 giugno 1969 - Esce il primo numero del quotidiano il Manifesto
Esce il primo numero del quotidiano il Manifesto
Il Manifesto è un quotidiano di indirizzo comunista fondato nel 1969.
Non è un quotidiano di partito, non avendo aderito a nessun partito o gruppo politico organizzato. Appartiene a una cooperativa di giornalisti e dà un notevole contributo alla riflessione politica della sinistra italiana.
Dal 6 giugno 2008 è stata rinnovata la grafica che conserva ugualmente le particolari "prime pagine", caratteristiche di questo quotidiano.
Unicità nella gestione e nel trattamento economico
Gestito da un collettivo di giornalisti si trova a non avere una proprietà davvero distinta dalla redazione, con giornalisti che sono editori di se stessi.
Tutti i lavoratori sono soci della cooperativa, compresi i tecnici addetti alla stampa, e hanno lo stesso stipendio. Per questo spesso non partecipa agli scioperi dei giornalisti contro gli editori, andando comunque in edicola, ma ospitando alcune pagine con le ragioni degli scioperanti.
Storia
Le origini
Nasce in origine come rivista politica mensile, diretta da Lucio Magri e da Rossana Rossanda. Alla redazione del primo numero, uscito il 23 giugno 1969 con una tiratura di 75.000 copie per le Edizioni Dedalo, partecipano Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina e Ninetta Zandegiacomi.
Il periodico nasce dalla componente più "a sinistra" del Partito Comunista Italiano (PCI) che con Pietro Ingrao aveva sostenuto nel corso dell'XI congresso alcune battaglie per la democrazia interna al partito e sollevato la questione del "modello di sviluppo" in contrapposizione alla componente più "moderata" del partito, capeggiata da Giorgio Amendola.
L'idea di dare vita a una pubblicazione autonoma risale all'estate del 1968, ma viene congelata in vista del XII congresso del PCI, dove, peraltro, Pintor, Natoli e Rossanda non avevano votato in comitato centrale le tesi.
La rivista assume posizioni in contrasto con la linea maggioritaria del partito (in particolar modo rispetto all'invasione Sovietica in Cecoslovacchia, con l'editoriale uscito nel secondo numero intitolato "Praga è sola") che ne chiede la sospensione delle pubblicazioni. Il Comitato centrale del PCI del 24 novembre 1969 delibera la radiazione per Rossana Rossanda, Luigi Pintor e Aldo Natoli con l'accusa di "frazionismo". Successivamente viene adottato un provvedimento amministrativo per Lucio Magri e non vengono rinnovate le iscrizioni per Massimo Caprara (dal 1944, per 20 anni, segretario personale di Togliatti), Valentino Parlato e Luciana Castellina.
La fondazione
«Il Manifesto» si costituisce, quindi, come formazione politica con una piccola rappresentanza parlamentare (Natoli, Pintor, Rossanda al quale si aggiungono Massimo Caprara e Liberato Bronzuto). Nel settembre del 1970 (la tiratura sarà di 60.000 copie) vengono proposte le tesi per il comunismo nelle quali viene avanzata una piattaforma politica per l'unità della sinistra rivoluzionaria e si caldeggia la costituzione di una forza politica. Si intensificano, inoltre, le relazioni con Potere operaio con il quale la formazione de «Il Manifesto» tiene un congresso nel febbraio 1971: si dovrebbe sancire l'unificazione tra le due forze, ma si chiude invece con una rottura.
Con la trasformazione in quotidiano (avvenuta il 28 aprile 1971), «Il Manifesto» si costituisce anche come struttura politica alle elezioni del 1972, presentando una propria lista alla Camera e invitando a votare il PCI al Senato.
Nel 1974 si unifica con il Partito di Unità Proletaria (PdUP), fondando il Partito di Unità Proletaria per il comunismo. Già nel gennaio 1977, però, la componente ex-PdUP esce dal partito, essendo gli ex-"Manifesto" più orientati verso il PCI che non verso altri progetti politici (come la costituente di Democrazia Proletaria). Coloro che provengono dal gruppo de «Il Manifesto» mantengono comunque il nome "PdUP per il comunismo", assorbendo poi la minoranza di Avanguardia Operaia e soprattutto i militanti del vecchio "Movimento Studentesco" del dopo 1968, chiamato allora Movimento Lavoratori per il Socialismo.
Nel 1983 il PdUP per il comunismo si presenta alle elezioni con il PCI, nel quale confluisce nel 1984. Anche se i principali fondatori del giornale si allontanano col tempo dalla vita politica, «Il Manifesto» resta comunque un progetto editoriale interessante, proprio per la sua contaminazione e attenzione alla politica.
La crisi, la ripresa e di nuovo la crisi
Verso la prima metà del 2006 la crisi economica che da tempo investe la testata, giunta ormai al 35° anno di pubblicazione, si fa sempre più grave e rischia di far chiudere il giornale, che attraverso il suo sito chiede ai lettori di sostenere il quotidiano tramite sottoscrizioni, e di pagare 5 euro l'edizione del giovedì; l'iniziativa consente di raccogliere oltre 1.700.000€. Da segnalare anche la donazione di Loredana Bertè, per la cifra di 20.000€ versati al giornale.
Il quotidiano negli ultimi mesi del 2008 attraversa poi un'ennesima crisi[2].
I direttori
Dal 28 aprile 1971 al 19 settembre 1975: Luigi Pintor;
Dal 19 settembre 1975 al 18 febbraio 1976: Valentino Parlato;
Dal 18 febbraio 1976 al 3 luglio 1976: Luigi Pintor, Luciana Castellina, Pino Ferraris, Vittorio Foa, Valentino Parlato e Rossana Rossanda;
Dal 3 luglio 1976 al 2 marzo 1978: Luciana Castellina, Valentino Parlato e Rossana Rossanda;
Dal 2 marzo 1978 al novembre 1985: Valentino Parlato;
Dal novembre 1985 al novembre 1986: Rina Gagliardi e Mauro Paissan;
Dal gennaio 1988 al luglio 1990: Valentino Parlato;
Dal luglio 1990 al novembre 1991: Sandro Medici;
Dal novembre 1991 a ottobre 1995: Luigi Pintor;
Dal ottobre 1995 al marzo 1998: Valentino Parlato;
Dal marzo 1998 al dicembre 2003: Riccardo Barenghi e Roberta Carlini (vicedirettore);
Dal dicembre 2003 al giugno 2009: Mariuccia Ciotta e Gabriele Polo;
Dal giugno 2009 al 4 maggio 2010: Valentino Parlato;
Dal 4 maggio 2010: Norma Rangeri[1]; Angelo Mastrandrea (vicedirettore)
22 giugno, 2010
Buoni consigli per le vacanze: un vademecum per i turisti
Buoni consigli per le vacanze: un vademecum per i turisti
Prosegue anche in occasione delle vacanze estive la campagna di educazione al consumo consapevole avviata dalla Provincia di Roma.
Partendo dal presupposto che un turista bene informato possa migliorare sostanzialmente il proprio soggiorno estivo, l’Assessore alla Tutela del Consumatore, Serena Visintin in collaborazione con Adiconsum, Adoc, Codici, Federconsumatori e Lega Consumatori, ha raccolto e diffuso, tramite un pratico Vademecum dal titolo “Buoni Consigli per Buone Vacanze”, alcune preziose indicazioni che possono mettere al riparo il consumatore da brutte sorprese nel periodo di vacanza.
L’idea nasce dalla consapevolezza che la vacanza estiva rappresenti oramai il solo periodo dell’anno in cui riposare e trascorrere alcuni giorni in serenità. Le segnalazioni alle Associazioni dei consumatori relative a ritardi, villaggi e alberghi privi di strutture segnalate nei cataloghi, scarsa pulizia e poca professionalità, sono invece, in continuo aumento.
Per questo motivo la Provincia di Roma ha scelto di affiancare i cittadini-consumatori nella scelta della vacanza attraverso un pratico vademecum che verrà distribuito durante tutto il periodo estivo sia presso gli sportelli “Consumina” della Provincia di Roma dislocati negli Outlet e nei Centri per l’impiego, sia presso tutti gli altri sportelli per la tutela dei consumatori nei Comuni della provincia.
Fornire a chi acquista un viaggio il maggior numero di informazioni per una scelta oculata, equivale a scongiurare eventuali truffe o, più semplicemente, a fronteggiare al meglio i vari inconvenienti che possono capitare a chi acquista un pacchetto “tutto compreso” presso un’Agenzia o da un Tour Operator o, ancora, prenota un biglietto aereo, o programma uno spostamento tradizionale in nave o in treno.
Sabato 3 luglio, dalle 16 alle 21, la Provincia di Roma e le Associazioni dei consumatori incontreranno direttamente i cittadini all’interno di cinque grandi centri commerciali del territorio provinciale: Porta di Roma, Roma Est, Le Palme, Parco Leonardo e Sedici Pini.
I cinque incontri, che avranno luogo in contemporanea, saranno un’occasione ulteriore per diffondere il vademecum, raccogliere segnalazioni e fornire risposte alle domande dei consumatori.
Alla presentazione del vademecum viene affiancato un focus redatto dall’Osservatorio sul turismo di Federconsumatori sui prezzi applicati negli alberghi e nei campeggi di alcune località balneari della provincia. Il documento sarà la premessa per un’indagine sull’andamento della stagione estiva 2010 e per la rilevazione della qualità dei servizi offerti.
PROMEMORIA 22 giugno 776 a.C.: si inaugura a Olimpia la prima edizione dei giochi olimpici.
776 a.C.: si inaugura a Olimpia la prima edizione dei giochi olimpici.
I Giochi olimpici antichi furono delle celebrazioni atletiche e religiose, svolte nella città della Grecia antica, Olimpia, storicamente dal 776 a.C. al 393 d.C. Nell'antichità, si tennero in tutto 292 edizioni dei Giochi olimpici.
Origine dei Giochi olimpici
L'origine degli antichi Giochi olimpici si è persa, anche se esistono molte leggende circa le loro origini. Il primo documento scritto che può riferirsi alla nascita delle Olimpiadi parla di una festa con una sola gara: lo stadion. Successivamente altri sport si aggiunsero alla corsa. Da quel momento in poi tutti i Giochi divennero sempre più importanti in tutta la Grecia antica. Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, del limpia. Il numero di gare crebbe fino a venti, e le gare duravano 5 giorni. I vincitori delle gare erano ammirati e immortalati in poemi e statue, con una corona di alloro e un pentolone di olio. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come Olimpiade. Per tutta la durata dei giochi venivano sospese le ostilità in tutta la Grecia: questa tregua era chiamata Ekecheiria. I Greci usavano le Olimpiadi come uno dei loro metodi per contare gli anni.
La partecipazione era riservata a greci liberi, maschi, che potessero vantare antenati greci.
La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportava che solo i membri delle classi più facoltose potessero prendere in considerazione di partecipare.
I Giochi persero gradualmente importanza con l'aumentare del potere romano in Grecia. Quando il Cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'Impero Romano, i Giochi olimpici vennero visti come una festa "pagana", e nel 393, l'imperatore Teodosio I, assieme al Vescovo di Milano Ambrogio, li vietò, ponendo fine a una storia durata oltre mille anni.
21 giugno, 2010
"La Musica che unisce". Il mondo delle sette note a Genazzano
"La Musica che unisce". Il mondo delle sette note a Genazzano
Mediterraneo/Europa: dalla musica popolare a Mozart. Un cartellone di grandi concerti a Genazzano, nei mesi di giugno e luglio, con il progetto “La Musica che unisce”.
“Il progetto - afferma l’assessore alle politiche culturali della Provincia di Roma Cecilia D’Elia - è un grande viaggio interculturale e mette in contatto giovani talenti del territorio con musicisti di tutto il mondo. La cultura parla, suona e recita in una lingua universale ed è una leva insostituibile di sviluppo sociale e civile su cui occorre investire per combattere la crisi, non solo economica, che investe la nostra società”.
II primo appuntamento si è svolto domenica 20 giugno, alle ore 18.30, al Castello Colonna con il Gran Concerto per pianoforte, violini, e la Schola Cantorum di Genazzano. Nel programma anche la successiva visita aperta alla Mostra Impresa Pittura.
Il prossimo concerto sarà sabato 3 luglio, in Piazza Santa Maria, nel Centro storico, con un incontro tra la Corale di Le Lude (Francia) e quella di Genazzano. Nella nottata i membri delle corali parteciperanno alla realizzazione di un quadro floreale nell'ambito della tradizionale Infiorata.
I successivi appuntamenti: sabato 17 luglio - Piazza D'Amico - ore 21,30 - prima nazionale del concerto di Julio Pereira (Portogallo), una delle figure più significative della musica portoghese nella seconda metà del XX secolo.
Domenica 18 luglio - Piazza G.E. D'Amico, ore 21.30 – " Le voix du 7 Sois", un incontro di voci, lingue e musiche del Mediterraneo. Prima nazionale. Il concerto sarà preceduto dalle prove aperte che si svolgeranno alle 11.00 al Castello Colonna nella Sala Martino V superiore.
Lunedì 19 luglio - Piazza G.E. D'Amico, ore 21.30 – la prima nazionale del concerto di Mario Lucio (Capo Verde), fondatore del gruppo musicale Simentera, che ha segnato una svolta per la musica di Capo Verde, rivendicando la cultura continentale africana come elemento dell'identità culturale del paese.
Il progetto “La Musica che unisce” è stato promosso dall’assessorato alle Politiche culturali della Provincia di Roma; dall’assessorato all’Arte, Sport e Politiche per i giovani della Regione Lazio e dal Comune di Genazzano.
PROMEMORIA 21 giugno 2002 - Italia: parte a Bologna l'hackmeeting 02
Italia: parte a Bologna l'hackmeeting 02.
L'hackmeeting è un appuntamento annuale dove si riuniscono appassionati di informatica provenienti da tutta Italia e dall'estero, in particolar modo attivisti delle libertà digitali. L'evento dura tre giorni ed è totalmente autogestito e autofinanziato. Si tiene tradizionalmente all'interno di centri autogestiti di città ogni anno diverse. La prima edizione dell'hackmeeting risale al 1998.
Ogni incontro è composto da due ambienti: i workshop e il Lanspace. All'hackmeeting vengono trattati diversi argomenti tra cui crittografia, intelligenza artificiale, digital divide, sistemi GNU/Linux e software libero in generale. A dirigere il traffico ci pensa il DHCP umano.
Gli eventi vengono organizzati e preparati attraverso una mailing list (attualmente ospitata dal progetto autistici/inventati. Non esiste quindi un comitato centrale organizzativo: tutti gli interessati possono contribuire sia alla progettazione dell'evento che alla realizzazione pratica.
L'edizione del 2009 si è tenuta a Milano, all'ex-fornace di Rho il 19-20-21 giugno 2009.
20 giugno, 2010
Il ruolo professionale del consulente familiare
Il ruolo professionale del consulente familiare
Si è tenuto questa mattina, nella Sala Di Liegro di Palazzo Valentini, il convegno dedicato al ruolo professionale del "Consulente familiare", organizzato dal Centro la Famiglia e dall'Assessorato alle Politiche Sociali e per la Famiglia della Provincia di Roma.
"Quello di oggi è un momento di grande opportunità e utilità - ha affermato l'assessore provinciale alle politiche sociali, Claudio Cecchini - per un confronto sul ruolo del 'consulente familiare', una figura ancora non disciplinata nel nostro ordinamento ma che in questi anni, anche attraverso il Centro La Famiglia di Roma attivo dal 1966, ha svolto un ruolo importante e necessario per molte famiglie. Ci auguriamo sia anche l'occasione per una feconda e concreta collaborazione con il Centro diretto da Padre Alfredo Feretti".
"In un quadro di crisi generalizzato - ha concluso l’assessore Cecchini - che ha investito ogni ambito e portato all'indebolimento dei legami sociali, anche la famiglia si trova in difficoltà nel vivere questa crisi a tutto tondo, in un Paese come il nostro dove negli ultimi quarant'anni non c'è stata nessuna vera politica pensata appositamente a sostegno della famiglia”.
“Alla luce di queste odierne difficoltà – ha concluso Cecchini – anche la figura del consulente familiare può svolgere un ruolo nuovo e fondamentale, offrendo un aiuto concreto per il superamento delle criticità".
Per informazioni sul Centro La Famiglia www.centrolafamiglia.org
PROMEMORIA 20 giugno 1990 Viene scoperto l'asteroide 5261 Eureka
Viene scoperto l'asteroide 5261 Eureka.
5261 Eureka è un asteroide areosecante. Scoperto nel 1990, presenta un'orbita caratterizzata da un semiasse maggiore pari a 1,5236381 UA e da un'eccentricità di 0,0647531, inclinata di 20,28209° rispetto all'eclittica.
È stato il primo asteroide troiano di Marte ad essere scoperto.
19 giugno, 2010
A Luglio "Le parole della politica" a Palazzo Valentini
A Luglio "Le parole della politica" a Palazzo Valentini
È stata presentata sulla Terrazza di Palazzo Valentini, martedì 8 giugno, la rassegna di incontri dal titolo "Le Parole della Politica". All’incontro sono intervenuti, oltre al presidente della Provincia Nicola Zingaretti, l'editore Giuseppe Laterza, l’assessore alle Politiche culturali Cecilia D'Elia e Vladimiro Polchi, giornalista, autore televisivo e teatrale.
A luglio, dunque, il cortile di Palazzo Valentini, ospiterà un nuovo appuntamento culturale. Con 'Le parole della politica', una rassegna di otto incontri - ad ingresso libero - distribuiti nell'arco dei quattro giovedì tra il primo e il 22 luglio, la Provincia di Roma coglie l'occasione per ragionare sul significato originario di alcuni dei termini tra i più utilizzati, quando non abusati, nella stretta attualità politica.
Due incontri per ogni giovedì, al fine di favorire momenti di dibattito in cui far uscire la politica dalle urgenze dettate dalla quotidianità e riportarla ad orizzonti di più largo respiro.
L'iniziativa, ideata dalla casa editrice Laterza, si svolgerà in collaborazione con il quotidiano La Repubblica, che filmerà gli incontri per la sua web tv.
Otto personalità di primo piano nel dibattito politico sui media analizzeranno alcuni termini di grande attualità del dizionario della politica italiana contemporanea.
L’appuntamento d’apertura è per giovedì primo luglio, presso il cortile di Palazzo Valentini, con ingresso libero sino ad esaurimento posti.
Temi della serata: analisi del binomio politica e antipolitica da parte di Carlo Galli e di quello leader e popolo svolta da Luciano Canfora.
Giovedì 8 invece spazio al tema pubblico e privato declinato da Nadia Urbinati ed a una riflessione di Ilvo Diamanti sul concetto di opinione pubblica.
Nei due incontri successivi, il 15 luglio Stefano Rodotà parlerà di vita e tecnica e Vito Mancuso di laicità, mentre il 22 la conclusione della rassegna sarà affidata alle riflessioni di Alessandro Campi sull'accoppiata nazionale e globale e quelle di Lucio Villari su unità e federalismo.
In occasione dell’odierna conferenza stampa il presidente Zingaretti ha detto: “Si tratta di una ‘sfida’ organizzata con l'intenzione di portare nel cuore di Roma una proposta culturale per quattro serate estive per stimolare il confronto".
Per Zingaretti "la velocità della comunicazione spesso ha portato a bruciare in poche settimane certe parole ed a non capirne più il senso". Correndo il rischio che "quando non si da più peso alle parole si permette alla politica di dire tutto ed il contrario di tutto”.
“Questa riflessione – concluso Zingaretti – può fare un buon servizio alla politica, aiutando ad essere più coerente, ma soprattutto a recuperare credibilità".
L'editore Giuseppe Laterza ha sottolineato invece la voglia di "rischiare" per proporre ai cittadini "una visione più ampia della politica, che le restituisca la sua dimensione di largo respiro al di là dei soli talk-show".
Per ulteriori informazioni sull’iniziativa : www.laterza.it
PROMEMORIA 19 giugno 1976 La sonda spaziale Viking I atterra su Marte, era stata lanciata 10 mesi prima da Cape Canaveral
La sonda spaziale Viking I atterra su Marte, era stata lanciata 10 mesi prima da Cape Canaveral.
La missione Viking era costituita da due sonde, la Viking 1 e la Viking 2, ognuna delle quali costituita da un modulo orbitante (orbiter) e un modulo di atterraggio (lander). Gli obiettivi primari della missione erano:
ottenere immagini ad alta risoluzione di Marte
caratterizzare la struttura e la composizione dell'atmosfera e della superficie
ricercare tracce di vita aliena.
Il Viking 1 fu lanciato il 20 agosto 1975 da Cape Canaveral e giunse su Marte circa 10 mesi più tardi, il 19 giugno 1976. Durante il primo mese di permanenza in orbita, la sonda riprese numerosissime immagini della superficie marziana, alla ricerca di un luogo adatto per l'atterraggio. Il 20 luglio il lander del Viking 1 si staccò dall'orbiter e atterrò sulla superficie di Marte, in Chryse Planitia, a 22,3° latitudine nord e 48,0° Longitudine est, un luogo vicino a quello originariamente programmato come destinazione, ma giudicato non adatto dopo lo studio effettuato sulle immagini ricevute dall'orbiter.
Il lander era stato precedentemente sterilizzato in modo accurato durante l'assemblaggio sulla Terra, allo scopo di evitare qualunque possibile forma di contaminazione del suolo marziano.
La durata prevista della missione era di 90 giorni a partire dal momento dell'atterraggio, ma sia il lander che l'orbiter continuarono ad operare ben oltre i termini previsti. L'orbiter continuò a funzionare per ben 4 anni oltre il termine previsto per la missione Viking 1, inviando, insieme alla sonda gemella Viking 2, più di 1400 immagini del pianeta, con risoluzione compresa tra 300 e 150 metri e, in alcune particolari regioni, addirittura di 8 metri per pixel.
La missione principale del progetto Viking terminò il 15 novembre 1976, 11 giorni prima della congiunzione di Marte (il suo passaggio dietro al Sole). Dopo la congiunzione, a metà dicembre del 1976, i tecnici a Terra ristabilirono i contatti di telemetria e di comando, ed ebbero inizio le operazioni relative alla missione estesa. L'orbiter rimase operativo fino al 7 agosto 1980, quando, dopo aver compiuto 1489 orbite intorno a Marte, esaurì il carburante necessario a mantenere i suoi pannelli solari orientati verso il Sole, e fu quindi spento da Terra. Le trasmissioni del lander cessarono invece l'11 novembre 1982, nonostante i ripetuti tentativi da Terra di ristabilire le comunicazioni, continuati per 6 mesi e mezzo.
La missione fu definitivamente dichiarata terminata il 21 maggio 1983, più di 6 anni e mezzo dopo la data prevista inizialmente dai progettisti.
18 giugno, 2010
Globalizzazione ed etica; giornata di studio su psiconalisi, solidarietà ed impresa sociale
Globalizzazione ed etica; giornata di studio su psiconalisi, solidarietà ed impresa sociale
Giovedì 17 giugno, dalle ore 16,00, nell'Aula Levi dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (Ex Vetrerie Sciarra – via dei Volsci 122), si discuterà di Globalizzazione e Etica. Sarà una giornata di studio su psicoanalisi, etica ed impresa sociale. L’ingresso è libero.
Interverranno all'incontro: Massimiliano Smeriglio, Assessore alle Politiche del Lavoro e Formazione della Provincia di Roma; Antonio Di Ciaccia, psicoanalista, presidente dell'Istituto Freudiano; Francesco Saverio Trincia, docente di Etica sociale e Filosofia morale, Facoltà di Filosofia - Sapienza Università di Roma. Coordinerà l'incontro il Prof. Michele Cavallo.
L’emergere di una società globale impone infatti un radicale cambiamento di paradigma nell’economia, nella cultura, nella politica.
Ecco dunque una giornata di studio - patrocinata dalla Provincia di Roma e dall’Università di Roma La Sapienza - per dialogare su nuovi modelli culturali e sociali possibili.
In questa prima giornata di studio attraverso un approccio psicoanalitico, etico e sociale, si dialogherà sul tentativo di intravedere modelli culturali in grado di orientare motivazioni e ideali sia dei singoli che delle istituzioni. Il tutto attraverso la costruzione di legami fondati sull’etica e sulla solidarietà.
Si indagherà su quegli interrogativi che lasciano sperare in nuovi sistemi di orientamento nell’agire (privato e pubblico): nella educazione, nella cultura, nell’arte, nell’intervento sociale, non solo per le istituzioni e per gli “addetti ai lavori”, ma anche per il singolo cittadino.
La giornata di studio ha lo scopo di mettere a fuoco alcune delle questioni portanti che si svilupperanno all'interno di un più ampio Convegno Internazionale, previsto per novembre 2010.
PROMEMORIA 18 giugno 1982 - Londra, sotto il Blackfriars Bridge, viene trovato il cadavere del banchiere italiano Roberto Calvi.
Londra, sotto il Blackfriars Bridge, viene trovato il cadavere del banchiere italiano Roberto Calvi. È l'epilogo della vicenda del bancarottiere Michele Sindona, dopo l'omicidio Ambrosoli.
Il giallo della morte
Il 9 giugno 1982 Calvi si allontanò da Milano, giungendo a Roma in aereo, dove incontrò Flavio Carboni, col quale organizzerà la fuga verso l'estero. L'11 giugno il banchiere si diresse a Venezia, per poi raggiungere Trieste, e successivamente la Jugoslavia. Dal paese slavo proseguirà poi per Klagenfurt.
Il 14 giugno Calvi incontrò Carboni al confine con la Svizzera, per poi partire il 15 giugno verso Londra, dall'aeroporto di Innsbruck. Il 16 giugno Carboni partì da Amsterdam per raggiungere Calvi a Londra.
Il 18 giugno venne trovato impiccato da un impiegato postale, sotto il Ponte dei Frati Neri sul Tamigi (51°30′34″N 0°06′16″W ) in circostanze molto sospette, con dei mattoni nelle tasche e 15.000 dollari addosso. Fu trovato anche un passaporto con le generalità modificate in "Gian Roberto Calvini". Nelle sue tasche venne ritrovato anche un foglio con alcuni nominativi: quello dell'industriale Filippo Fratalocchi (noto produttore di armamenti e presidente di Elettronica s.p.a.), del politico democristiano Mario Ferrari Aggradi, del piduista Giovanni Fabbri, di Cecilia Fanfani, dell'amico di Sindona ed ex consigliere del Banco di Roma Fortunato Federici, del piduista e dirigente BNL Alberto Ferrari, del piduista e dirigente del settore valute del Ministero del Commercio Estero Ruggero Firrao e del Ministro delle Finanze del PSI Rino Formica.
La magistratura inglese liquidò la morte di Calvi come suicidio, come affermato da una perizia medico-legale. Sei mesi dopo, la Corte Suprema del Regno Unito annullò la sentenza per vizi formali e sostanziali ed il giudice che l'aveva emessa venne incriminato per irregolarità; il secondo processo britannico lasciò aperta sia la porta del suicidio, sia quella dell'omicidio.
Nel 1988 iniziò in Italia una causa civile che stabilì che Roberto Calvi era stato ucciso e impose a un'assicurazione il risarcimento di 3 milioni di dollari alla famiglia. Un nuovo procedimento legale sulla morte di Calvi è stato aperto in Inghilterra nel settembre 2003.
17 giugno, 2010
Turismo: una Consulta contro il fenomeno dell'abusivismo
Turismo: una Consulta contro il fenomeno dell'abusivismo
Al via la Consulta Antiabusivismo della Provincia di Roma. Questo tavolo tecnico è stato ideato per fornire una sede di consultazione tra la Polizia Provinciale di Roma e gli operatori del settore turistico, in modo da favorire il contrasto e la repressione dei fenomeni legati all'abusivismo.
La Consulta e' stata presentata a Palazzo Valentini dal Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, assieme agli assessori provinciali al Turismo e alla Sicurezza, Patrizia Prestipino ed Ezio Paluzzi e al direttore della Polizia Provinciale Luca Odevaine.
Al tavolo di lavoro siederanno la Fiavet Lazio, associazione laziale delle imprese di viaggi e turismo, la Federalberghi Roma, il Sindacato nazionale guide turistiche, la Fisascat Cisl, Asshotel, Assoviaggi, Federagit, Federnoleggio e Cna.
"L'illegalità diffusa – ha affermato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, presentando l'accordo siglato con le associazioni di settore – è un cancro per lo sviluppo e per l'economia e va colpita con durezza”.
“Questo grave fenomeno – ha aggiunto – inizia ad essere uno dei problemi più importanti da risolvere se vogliamo accelerare la ripresa economica".
Ha detto ancora Zingaretti: "Attraverso il varo di questo tavolo di consultazione vogliamo far sentire il nostro sostegno agli imprenditori onesti. Intendiamo anche dare un segnale di tipo culturale: l'illegalità non può essere sinonimo di sviluppo".
Poi Zingaretti ha sottolineato: "I dati che presentiamo oggi ci mostrano segnali inquietanti in materia di evasione fiscale, ci dicono inoltre che l'abusivismo nel settore turistico ha raggiunto livelli inimmaginabili".
Il presidente ha dato appuntamento a settembre per la presentazione dei primi risultati delle attività che la consulta porterà avanti nel corso dell'estate.
L'organismo potrà predisporre proposte di delibere, determinazioni e leggi regionali per poi sottoporle agli organi competenti.
"Il fenomeno dell'abusivismo nel settore turistico - ha dichiarato Patrizia Prestipino - sta diventando imbarazzante per l'immagine della Capitale, anche alla luce del fatto che presenta infiltrazioni di carattere malavitoso".
Secondo Ezio Paluzzi la sottoscrizione di questo protocollo “arriva a seguito di un'intensa attività di osservazione e controlli pianificata nel corso degli ultimi anni. La firma di questo documento consentirà di ridare il presupposto di correttezza alle professioni del settore turistico".
PROMEMORIA 17 giugno 1970 Italia e Germania Ovest (4-3 dts.) passerà alla storia come la "partita del secolo"
Città del Messico: Semifinale dei campionati del mondo di calcio fra Italia e Germania Ovest (4-3 dts.) passerà alla storia come la "partita del secolo"
"Partita del secolo" (ted. Jahrhundertspiel, sp. Partido Del Siglo) è il termine con cui ci si riferisce alla semifinale della Coppa del Mondo 1970 di calcio, disputata mercoledì 17 giugno 1970 allo Stadio Azteca di Città del Messico tra Italia e style="font-weight:bold;">Germania Ovest.
Antefatto
Qualche velo di polemica era stato alzato nel corso dei mondiali messicani. In primis, gli italiani non avevano entusiasmato nel girone eliminatorio; pur finendo primi, erano riusciti a racimolare solamente una vittoria, 1-0 contro la Svezia, e due pareggi a reti inviolate, contro l'Uruguay e soprattutto contro l'esordiente Israele; in realtà in quest'ultima partita l'Italia aveva segnato con Riva due reti, giudicate regolari dai commentatori ma annullate dall'arbitro su segnalazione di un guardalinee. Questo aspetto passò però in secondo piano quando gli azzurri sconfissero i padroni di casa del Messico per 4-1 nei quarti di finale.
La polemica che più di ogni altra minava la tranquillità dei ragazzi del ct Ferruccio Valcareggi, e che esploderà dopo la finale, era però quella della famosa "staffetta" tra l'interista Sandro Mazzola e il milanista Gianni Rivera, Pallone d'Oro 1969.
La Germania Ovest si presentava all'Azteca fiduciosa: stravinto il girone eliminatorio, era riuscita nei quarti in un'impresa ottima, ribaltando nei tempi supplementari contro i campioni in carica dell'Inghilterra lo 0-2 con cui i britannici conducevano fino a venti minuti dalla fine. I teutonici scesero così in campo, il 17 giugno, da favoriti.
La partita
Valcareggi escluse ancora una volta dalla formazione iniziale Rivera preferendogli Mazzola. Il primo gol fu segnato da Roberto Boninsegna, dopo soli otto minuti dall'inizio della partita, frutto di una combinazione con Gigi Riva. Per i seguenti ottanta minuti l'Italia giocò una partita difensiva, tenendo sulle spine i tedeschi con alcuni insidiosi contropiede e il portiere italiano Enrico Albertosi, protagonista di alcuni interventi decisivi, fu probabilmente il miglior azzurro durante i tempi regolamentari. Fu però il milanista Karl-Heinz Schnellinger, al suo primo e unico gol in quarantasette partite con la nazionale, a portare la gara in parità due minuti oltre i tempi regolamentari.
Iniziarono così i tempi supplementari che, per la straordinaria densità di emozioni offerte, entrarono nella storia: al gol di Gerd Müller al 94', abile a sfruttare un errato tocco della difesa italiana dopo un debole colpo di testa di Uwe Seeler, rispose un nostro difensore, Tarcisio Burgnich (al suo secondo e ultimo gol in nazionale in sessantasei partite), su un controsvarione difensivo tedesco. L'Italia, un minuto prima della fine del primo tempo supplementare passò addirittura in vantaggio, con uno straordinario assolo di Riva in contropiede.
Beckenbauer, a seguito di un infortunio che gli causò la lussazione di una spalla, restò stoicamente in campo, giocando con un braccio fasciato lungo il corpo, fino alla fine dei supplementari. Al quinto minuto del secondo tempo supplementare, la Germania trovò il pareggio: colpo di testa di Seeler su un pallone proveniente da un calcio d'angolo, la palla sembrava indirizzata fuori, ma Müller interviene di testa, trovando uno spiraglio tra Rivera (piazzato sulla linea di porta) e il palo. Albertosi non nascose affatto il suo rincrescimento nei confronti di Rivera, conscio che quell'errore poteva rivelarsi fondamentale per le sorti della gara.
Fu un'azione corale, a riportare dopo appena sessanta secondi l'Italia in vantaggio: palla rimessa in gioco dal centro campo, undici passaggi, nessun intervento dei tedeschi e conclusione dello stesso Rivera che di piatto superò Maier. Finì 4-3; l'Italia dopo trentadue anni era in finale di Coppa Rimet e per tutta la notte, nelle piazze italiane, l'impresa fu festeggiata come la vittoria del Mondiale stesso in attesa della finale vera e propria.
Minuto Marcatore Risultato
8' Roberto Boninsegna 1-0
90'+2' Karl-Heinz Schnellinger 1-1
94' Gerd Müller 1-2
98' Tarcisio Burgnich 2-2
104' Gigi Riva 3-2
110' Gerd Müller 3-3
111' Gianni Rivera 4-3
Le critiche [modifica]
Italia - Germania Ovest può a buon diritto, sul piano dell’impatto culturale, essere considerata una delle partite più emozionanti e influenti della storia del calcio professionistico. Amata dalla gente, che rimase incollata ai televisori fino a tarda notte per seguirla, suscitò disapprovazione tra i cosiddetti “puristi” della disciplina, che assistettero all’assoluto annullamento della tattica in favore dell’agonismo più puro. Uno di essi fu il notissimo giornalista Gianni Brera, che così commentò l’incontro, a uso degli appassionati di calcio italofoni:
« I tedeschi sono battuti. Beckenbauer con braccio al collo fa tenerezza ai sentimenti. Ben sette gol sono stati segnati. Tre soli su azione degna di questo nome: Schnellinger, Riva, Rivera. Tutti gli altri, rimediati. Due autogol italiani (pensa te!). Un autogol tedesco (Burgnich). Una saetta di Bonimba ispirata da un rimpallo fortunato [...]
Come dico, la gente si è tanto commossa e divertita. Noi abbiamo rischiato l’infarto, non per ischerzo, non per posa. Il calcio giocato è stato quasi tutto confuso e scadente, se dobbiamo giudicarlo sotto l’aspetto tecnico-tattico. Sotto l’aspetto agonistico, quindi anche sentimentale, una vera squisitezza, tanto è vero che i messicani non la finiscono di laudare (in quanto di calcio poco ne san masticare, pori nan).
I tedeschi meritano l’onore delle armi. Hanno sbagliato meno di noi ma il loro prolungato errore tattico è stato fondamentale. Noi ne abbiamo commesse più di Ravetta, famoso scavezzacollo lombardo. Ci è andata bene. Siamo stati anche bravi a tentare sempre, dopo il grazioso regalo fatto a Burgnich (2-2). L’idea di impiegare i dioscuri Mazzola e Rivera è stata un po’ meno allegra che nell’amichevole con il Messico. Effettivamente Rivera va tolto dalla difesa. Io non ce l’ho affatto con il biondo e gentile Rivera, maledetti: io non posso vedere il calcio a rovescio: sono pagato per fare questo mestiere. Vi siete accorti o no del disastro che Rivera ha propiziato nel secondo tempo? »
(Gianni Brera, Il Giorno, 18 giugno 1970)
Al di là delle critiche di Brera,
« L'eco dell'avvenimento fu enorme. I tifosi messicani decisero su due piedi di murare una lapide all'esterno dello Stadio Azteca per eternare una partita che aveva esaltato il gusto latino-americano per lo spettacolo e la battaglia. Un banchiere italiano, che seguiva la partita per televisione a Montevideo, cadde fulminato da un infarto. In Italia oltre trenta milioni di appassionati (...) rimasero incollati davanti al video, sebbene fosse mezzanotte passata. Molti andarono a coricarsi, sconsolati, quando Schnellinger aprì il fuoco nei tempi supplementari, ma alla rete di Burgnich un urlo lanciato in centinaia di case (...) e l'esito finale della pugna spinsero migliaia di appassionati nelle strade e nelle piazze... »
15 giugno, 2010
Dalla Provincia di Roma dieci progetti per produrre meno rifiuti
Dalla Provincia di Roma dieci progetti per produrre meno rifiuti
Una road map in dieci punti per ridurre la produzione di rifiuti e per smaltirli meglio. In questo senso la Provincia di Roma punta ad essere il primo ente in Italia a dotarsi di un programma di prevenzione dei rifiuti, adottando la direttiva europea 98 del 2008 in corso di recepimento da parte dello Stato italiano.
Giovedì 10 giugno a Palazzo Valentini sono stati convocati i rappresentanti dei Comuni e delle forze sociali e imprenditoriali, a cui è stato sottoposto uno schema di programma in dieci punti per dare attuazione alla direttiva.
Tra le misure prioritarie indicate dalla bozza per la riduzione dei rifiuti, ci sono:
un premio annuale per le iniziativa innovative;
predisposizione di un protocollo che individui le buone tecniche di gestione dei cantieri, sia di costruzione che di demolizione;
azioni virtuose negli uffici della Provincia di Roma;
protocollo con la grande distribuzione organizzata;
riconoscimento dell’attestato di 'struttura turistica ecologica';
sostegno per il compostaggio domestico.
“L’Italia purtroppo – ha affermato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti – spesso si distingue perché non recepisce le direttive europee anche quando sono obbligatorie e prevedono penalità. Con questa operazione intendiamo anticipare i tempi ed essere all' avanguardia. Vogliamo introdurre un fattore di rivoluzione culturale secondo cui occorre non solo smaltire, ma produrre anche meno rifiuti".
PROMEMORIA 15 giugno 1099 - L'esercito crociato conquista Gerusalemme strappandola ai musulmani Fatimidi di Iftikhār al-Dawla.
L'esercito crociato conquista Gerusalemme strappandola ai musulmani Fatimidi di Iftikhār al-Dawla. Grazie ad una torre d'assedio, Goffredo di Buglione entra fra i primissimi nella città santa.
La Prima Crociata
Coi suoi fratelli Eustachio e Baldovino di Boulogne (il futuro Baldovino I di Gerusalemme) Goffredo partì dalla Lorena nell'agosto 1096 alla testa di un'armata forte di circa 12.000 uomini, seguendo la strada "di Carlo Magno" (attraverso la valle del Danubio e i Balcani), che sembra Urbano II avesse chiamato (secondo il cronista Roberto il Monaco) la "Strada di Gerusalemme". Dopo alcune difficoltà in Ungheria, dove egli non fu in grado di impedire ai suoi uomini di saccheggiare i correligionari cristiani, Goffredo giunse a Costantinopoli nel novembre. Fu il primo dei crociati ad arrivare ed entrò in conflitto quasi subito con l'Imperatore bizantino Alessio I che pretendeva da Goffredo un giuramento di fedeltà all'Impero bizantino. Goffredo alla fine giurò nel gennaio 1097, imitato da molti altri baroni, garantendo la restituzione all'Impero dei territori strappati dalle proprie truppe ai turchi. Quest'azione assicurò ai crociati l'attraversamento in sicurezza degli stretti passaggi situati dopo Costantinopoli.
All'inizio del 1099 Goffredo era una figura secondaria nella crociata, con Baldovino, Boemondo di Taranto, Raimondo IV di Tolosa e Tancredi che determinavano il corso degli eventi. Goffredo fu il primo a presentarsi all'assedio di Nicea ma il suo solo risultato significativo in questa parte della crociata fu il soccorso prestato all'esercito di Boemondo durante la Battaglia di Dorileo allorché questi s'era dovuto arrendere ai turchi selgiuchidi di Qilij Arslan I. L'esercito di Goffredo, in realtà, fu anch'esso costretto alla resa finché non giunse un altro gruppo di crociati agli ordini di Ademaro, vescovo di Le Puy che attaccò l'accampamento selgiuchide.
Nel 1099, dopo la conquista di Antiochia al termine di un lungo assedio, i Crociati si divisero su cosa avrebbero dovuto fare. Molti fanti volevano proseguire verso sud alla volta di Gerusalemme ma Raimondo, a quel tempo considerato il capo della Crociata, era esitante nel proseguire la marcia. Goffredo, che sembra fosse influenzato da motivi religiosi piuttosto che politici, convinse Raimondo a condurre l'esercito a Gerusalemme. Goffredo fu attivo nell'assedio della città e il 15 luglio fu uno dei primi ad entrare in città che vide un massacro generale di musulmani e ebrei. I cronisti riportano alcune note sul suo carattere: coraggioso e valoroso, ma anche ripiegato su sé stesso, tormentato, talvolta indeciso, forse ammalato nel fisico.
Questa sua debolezza fu forse ciò che convinse gli altri crociati a affidargli la corona gerosolimitana, non subendo il veto di alcuna compagine (a differenza per esempio dell'energico Raimondo IV di Tolosa, osteggiato dai normanni). Si cercava infatti un personaggio non di spicco e Goffredo sembrò il candidato ideale, tanto che quando venne incoronato, il 22 luglio, egli decise di prendere il titolo di "Advocatus" (cioè protettore laico) del Santo Sepolcro. Questo attributo inoltre era tipico di chi reggeva beni ecclesiastici, per cui sottintendeva che la Terra santa appartenesse alla Santa Sede.
14 giugno, 2010
Assaggia il Lazio 2010: all'Auditorium Parco della Musica l'iniziativa per promuovere le produzioni tipiche del territorio
Assaggia il Lazio 2010: all'Auditorium Parco della Musica l'iniziativa per promuovere le produzioni tipiche del territorio
Nell'ambito della manifestazione promozionale "Assaggia il Lazio" edizione 2010, sabato 19 e domenica 20 giugno 2010, presso l'Auditorium "Parco della Musica", la aziende produttrici di specialità agroalimentari del territorio provinciale di Roma potranno esporre e vendere le loro produzioni e farle degustare al pubblico.
L’ingresso al pubblico sarà possibile dalle ore 10:00 alle ore 20:00.
Si tratta di un’iniziativa promossa dall’assessorato alle Politiche dell'Agricoltura della Provincia di Roma, il quale avvalendosi dell’azione del Dipartimento V “Risorse agricole ed Ambientali”, mette a disposizione delle aziende del territorio, a titolo non oneroso, venti moduli espositivi arredati presso i quali effettuare vendita e degustazione delle specialità di propria produzione.
Per l’occasione, la Provincia di Roma si farà carico della fornitura di energia elettrica, dell’assicurazione per i servizi di sorveglianza, di hostess, interpreti e pulizia giornaliera degli spazi, nonché della dotazione base degli arredi.
Non sono invece comprese le apparecchiature frigorifere, la cui presenza eventuale dovrà essere precedentemente concordata per approntare un’idonea fornitura elettrica.
L'allestimento del proprio spazio espositivo potrà avvenire tra le ore 8:00 e le 10:00 del giorno 19 giugno.
Le domande di adesione, con il riferimento "Assaggia il Lazio 2010", dovranno pervenire al "Dipartimento Risorse Agricole e Ambientali - Ufficio di Direzione Agricoltura e Agriturismo" al fax 06/6766.5419 entro e non oltre le ore 13:00 di martedì 15 giugno 2010.
Per altre informazioni è possibile rivolgersi ai seguenti numeri di telefono: 06/6766.5427
06/6766.5422.
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