14 giugno, 2010

PROMEMORIA 14 giugno 1940 Seconda guerra mondiale: i tedeschi entrano a Parigi.


Seconda guerra mondiale: i tedeschi entrano a Parigi.

Il 10 maggio 1940, sempre impiegando la tattica militare della guerra lampo o Blitzkrieg, le truppe tedesche attaccarono i Paesi Bassi e il Belgio e da qui, passando per la Foresta delle Ardenne e aggirando completamente la linea Maginot, entrarono in Francia dando il via alla Campagna di Francia (in codice Fall Gelb, 'Caso Giallo'). Fu una straordinaria dimostrazione di potenza militare: il formidabile cuneo corazzato raggruppato nella regione delle Ardenne (composto da oltre 2.500 carri armati divisi in 7 Panzerdivision), al comando del generale von Kleist, penetrò fulmineamente in Belgio spazzando via le deboli difese franco-belghe nella foresta (considerata dagli alleati impenetrabile per le forze corazzate); la notte del 12 maggio la 7a Panzerdivision del generale Rommel sbucò sulla Mosa a Dinant. Il giorno dopo il grosso del cuneo corazzato raggiunse in forze la Mosa, dove erano schierate le principali forze francesi, e passò subito all'attacco per attraversare il fiume.
In soli tre giorni i panzer tedeschi formarono profonde teste di ponte ad ovest della Mosa (a Dinant, a Monthermè e soprattutto a Sedan, dove i carri armati del generale Heinz Guderian svolsero un ruolo decisivo) e sbaragliarono le deboli resistenze francesi. Dopo aver respinto alcuni sconnessi tentativi di contrattacco delle scarse riserve corazzate francesi ancora disponibili, dal 16 maggio i panzer ebbero via libera ad ovest del fiume (dopo il crollo definitivo della 9a Armata francese): vi fu una scorribanda di mezzi corazzati tedeschi attraverso la pianura franco-belga in direzione delle coste della Manica. La situazione degli Alleati si rivelò drammatica (come confermato dai tempestosi colloqui tra Churchill, Reynaud, Daladier e i generali inglesi e francesi): il raggruppamento franco-inglese, penetrato in Belgio, rischiò di essere tagliato fuori e completamente distrutto.
Tutti i tentativi di contrattacco alleati a nord del corridoio tedesco (contrattacco inglese di Arras il 21 maggio) o a sud (a partire dalle precarie posizioni francesi sulla Somme) fallirono. I panzer ebbero via libera e fin dal 20 maggio i primi reparti corazzati raggiunsero le coste della Manica ad Abbeville. La trappola si era chiusa: quasi 600.000 soldati franco-inglesi furono accerchiati con le spalle al mare con l'unica speranza di reimbarcarsi via mare con l'aiuto delle flotte inglesi e francesi e sotto gli attacchi della Luftwaffe. La situazione peggiorò ulteriormente per l'improvvisa resa dell'esercito belga il 28 maggio, che lasciò scoperte le difese alleate nella sacca. L'Olanda, attaccata fin dal 10 maggio da altre forze corazzate e da un lancio di paracadutisti tedeschi sull'Aja e i ponti sulle numerose vie d'acqua dei Paesi Bassi (in parte fallito), aveva già abbandonato la lotta fin dal 15 maggio, anche in seguito al bombardamento aereo di Rotterdam; la regina Guglielmina si rifugiò in Inghilterra, a differenza del re Leopoldo del Belgio che decise di rimanere sul territorio occupato dai tedeschi.
Il 26 maggio Churchill autorizzò il corpo di spedizione inglese a ripiegare senza indugio verso la costa e il porto di Dunkerque dove nel frattempo si radunò una numerosa flotta di navi militari, mercantili e di naviglio privato civile radunato per l'evacuzione dei soldati. I francesi, dopo molta confusione e divergenze a livello politico e di comando, ripiegarono a loro volta verso la costa, abbandonando una parte delle loro forze, ormai circondate a Lilla (caduta il 29 maggio).

La situazione apparve compromessa: le colonne corazzate tedesche giunte fino al mare avevano progredito lungo la costa verso nord in direzione di Boulogne, Calais (occupate il 25 e il 26 maggio) e Dunkerque, ma un improvviso ordine di Hitler del 24 maggio impose di fermare l'avanzata dei panzer e di proseguire solo con la fanteria. La decisione del Führer derivò apparentemente dal desiderio di risparmiare le sue forze migliori in vista delle future campagne e di consentire a Goering di mostrare la potenza della sua Luftwaffe (a cui sarebbe stato lasciato il compito di impedire l'evacuazione), ma forse anche dalla segreta intenzione del dittatore di risparmiare una umiliante disfatta agli inglesi anche per favorire future trattative di pace anglo-tedesche.
Dal 26 maggio al 4 giugno le forze anglo-francesi riuscirono in gran parte a trarsi in salvo (Operazione Dinamo) grazie all'abnegazione delle flotte (bersagliate dalla Luftwaffe), alla resistenza dei reparti di retroguardia e all'efficace intervento della RAF (a partenza dalle basi in Inghilterra). I tedeschi si lasciarono sfuggire, anche per loro errori, una grossa parte delle truppe alleate accerchiate. Durante il cosiddetto miracolo di Dunkerque furono evacuati, dopo aver abbandonato tutte le armi e l'equipaggiamento, circa 338.000 soldati alleati, di cui circa 110.000 francesi; altri 40.000 soldati (principalmente francesi) rimasero nella sacca e quindi vennero catturati. I circa 220.000 inglesi scampati, al momento privi di armi, avrebbero costituito un nucleo di truppe addestrate ed esperte su cui ricostruire l'esercito inglese per il proseguimento della guerra.
Il bilancio finale della prima fase della Campagna di Francia, nonostante questa delusione, fu comunque trionfale per la Germania e per Hitler: circa 75 divisioni alleate distrutte (tra cui le migliori divisioni francesi e inglesi), 1.200.000 prigionieri totali e un enorme quantitativo di armi e equipaggiamenti catturati, il Belgio e l'Olanda costretti alla resa, l'esercito inglese cacciato dal continente, la Francia ormai sola, ridotta in grave inferiorità numerica e di armamenti; tutto questo al costo di soli 10.000 morti e 50.000 feriti e dispersi. Credendo che la guerra volgesse oramai al termine, il 10 giugno, anche Mussolini dichiarò, a sua volta, guerra agli Alleati.

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