20 aprile, 2010

Mie sensazioni dopo un viaggio nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenaudi


Viaggio della Memoria 2010
Dal 15 al 18 aprile un gruppo di circa 40 persone si è recato a visitare i campi di sterminio dei Auschwitz e Birkenau ritenendo che la lettura di un notevole numero di libri e la visione della quasi totalità dei film e dei documentari prodotti non erano sufficienti a esaurire la conoscenza di questa lunga pagina drammatica della storia dell’umanità. Con grande soddisfazione abbiamo potuto constatare la presenza dei giovani molto attenta ad approfondire questa drammatica stagione per l’umanità consci che saranno loro i tenutari della memoria. Il viaggio ci ha portato a conoscere anche i luoghi in cui vivevano gli ebrei a Cracovia. E’ drammatico pensare che gli ebrei residenti in questa città prima dei Hitler fossero tra i 60 e gli 80 mila. Al compimento di quella che doveva essere la “soluzione finale” i rimasti in vita erano poche centinaia. Ma l’importanza di questo viaggio è dato dalle sensazioni personali; dalle percezioni che ognuno di noi ha avuto in questa full immersion del dolore. Personalmente ho provato drammaticamente sulla mia pelle delle presenze : in questo campo oltre un milione di persone sono “passate per il camino” ma io le ho sentite li e le ho viste scrutare ogni nostro passo quando inconsciamente calpestavamo le loro ceneri, quello dei loro cari e quelle dei loro amici. Ho sentito questa presenza anche nelle due sinagoghe di Cracovia ed in modo particolare nel piccolo cimitero al centro del ghetto nella zona di Kazimierz.
L’eco dei racconti fatti dalle nostre guide e dalle guide del luogo sono la drammatica storia e cronaca della nefandezza del genere umano. Abbiamo iniziato la visita al campo di sterminio di Auschwitz in una mattinata di pioggia. Tra le varie frasi e i vari paragoni fatti dalle guide una mi ha colpito in modo particolare: “Auschwitz rispetto a Birkenau è una sorta di hoter a 5 stelle”. Una affermazione mi è parsa eccessiva fino a che non ho visitato Birkenau.
Dalle strutture in muratura di Auschwitz che doveva ospitare non più di 10 mila persone e che ne conteneva il doppio e Birkenau che doveva contenere 200 mila persone in strutture in legno in cui l’unica presenza “umana” erano i topi che infestavano la struttura e rendevano ancora più atrioci le sofferenze dei reclusi.
Non siamo riusciti a vedere il confine di questo campo tanto è grande. Due cose in antitesi tra loro hanno colpito tutti noi. Le villette vecchie e nuove che costeggiano in campi o poche decine di metri che fanno pensare a come qualcuno passa vivere a ridosso di luoghi tanto segnati da questo dramma umano, e per contro i daini che popolano i boschi di betulle. E’ come se la natura abbia voluto riportare alla “normalità” un luogo compromesso per sempre.
Questo viaggio, e la suggestione che ha evocato, rischia però "sciogliersi" nella nostra quotidianità purtroppo ancora fatta di diffidenza, di antisemitismo e di razzismo nei confronti non solo degli ebrei ma anche di molte (troppe) persone considerate "diverse".
Questo viaggio nel ricordo dell'Olocausto, chiede perciò di non essere solo un percorso evocativo, bensì un cammino di crescita nella consapevolezza che anche oggi, in Italia ed all'estero, molte sono le persone che rischiano di essere messe su nuovi (ed ugualmente crudeli) "carri bestiame",che passano sotto silenzio in mezzo alle nostre città, senza che nessuno se ne accorga o - ancora peggio - che faccia finta di niente.

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