30 aprile, 2010
Percorsi nel verde: La riqualificazione del parco di Casal Monastero a Roma
Percorsi nel verde: La riqualificazione del parco di Casal Monastero a Roma
Nelle città europee il bisogno di zone verdi attrezzate e facilmente fruibili dalla popolazione è una necessità consolidata da oltre 50 anni; dalla rivoluzione industriale in poi, l’incremento dell’urbanizzazione unito a fenomeni di speculazione edilizia hanno fatto sì che il verde a volte divenisse un elemento residuale, quasi un avanzo, uno scarto lasciato da un’edificazione sviluppatasi spesso senza alcuna pianificazione. Il bisogno di migliorare la qualità urbana di zona portò nel passato alla creazione dei parchi urbani, aree verdi attrezzate racchiuse nella città, per poter permettere agli abitanti di ritrovare un giusto rapporto con la natura. I parchi urbani si sono poi sviluppati anche nei quartieri periferici o nei piccoli centri, diventando così una via di mezzo tra la campagna e il centro abitato.
Questi permettono spesso il recupero di zone agricole abbandonate o difficilmente sfruttabili, se in quartieri periferici, o di spazi verdi residuali se posizionati nei centri città. Il parco urbano o parco pubblico deve essere facilmente fruibile, dotato di percorsi interni, di attrezzature per lo sport, per lo svago o per il gioco dei più piccoli. Negli ultimi anni una nuova caratteristica è stata richiesta ai parchi cittadini: la sicurezza; luoghi verdi, con orografie complesse e non pianeggianti, scarsamente illuminati di notte e di sera da luogo di svago e relax si sono trasformati in zone pericolose. Così il parco, pur essendo un luogo necessario al quartiere e alla città, deve rivedere la sua forma e i criteri per la sua progettazione in modo che non diventi un elemento da temere o evitare. Lo studio OSA nel progettare il parco pubblico a Casal Monastero, quartiere di Roma, considera anche questa problematica.
Il progetto interviene in un’area di cinque ettari, collocata tra due grandi lotti edificati, probabilmente un verde rimasto per via del fosso che lo attraversa come una dorsale: questa, ricca di alberi autoctoni, è uno dei tre elementi caratterizzanti il progetto; gli altri sono il bordo, segnato dai piccoli alberi, che connette i diversi accessi con un percorso e i grandi spazi centrali con i caratteri del paesaggio agricolo, paesaggio che circonda il quartiere e sembra volersi insediare in esso grazie al parco. L’intervento prevede la rimodellazione del suolo, per ottenere pendenze dolci, così da garantire la fruibilità anche ai disabili: fondamentale per la modellazione è l’uguaglianza tra i volumi scavati e quelli riportati così da non dover richiedere terra dall’esterno, né doverne portare in discarica, o comunque fuori dal parco.
La rimodellazione del suolo si propone anche nuove visuali ampie, rivolte sia verso l’esterno, ma anche verso il parco in modo che non vi siano in esso zone nascoste o troppo appartate proprio per il problema della sicurezza: tutto il parco, grazie anche a piantumazione con piante arbustive alte meno di un metro, è facilmente controllabile dagli stessi fruitori; una recinzione permette poi la chiusura notturna della zona. Sul bordo del parco corre ad anello il percorso, lungo un chilometro, che ne permette la fruizione. Costruito con cemento colorato rosso, ha sezione variabile, in modo da ottenere una forma fluida dalle pendenze dolci; è fruibile dai disabili come dai pedoni e dalle biciclette, collega i vari servizi di quartiere e attrezzature sportive presenti nel parco.
Dal percorso anulare ci si può staccare e arrivare, attraversando i grandi spazi aperti, al fosso centrale: questo viene bonificato con tecniche guidate dall’ingegneria ambientale e piantumato con vegetazione dai colori mutevoli allo scorrere delle stagioni; il fosso, diviene elemento formale importante e fruibile grazie ai numerosi attraversamenti e ai nuovi argini resi pedonali. Così un parco urbano riesce a coniugare la bellezza, la ricerca di punti di vista gradevoli, la facile fruibilità da parte di tutti i cittadini con la sicurezza cercando di risolvere le nuove problematiche che la società continua a porre ai progettisti.
Testo: Francesco Paci
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