16 febbraio, 2010

Il primo aprile riapre la stazione di Salone


Riapre la stazione di Salone

Per migliaia di utenti delle strade, nuova vita: la stazione di Salone finalmente riaprirà i cancelli. A beneficiarne direttamente sarà tutto il settore orientale della Capitale con tutti i lavoratori stanziali ed occasionali della Tiburtina Valley, con i cittadini residenti nei quartieri di Settecamini, Setteville, Case Rosse, i pendolari della Ferrovia Avezzano-Tivoli-Roma e tutti coloro che, provenienti da ogni parte d’Italia, sono costretti a percorrere l’importante arteria tiburtina. Le Ferrovie dello Stato hanno annunciato con un Comunicato Stampa che lo scalo sarà pienamente fruibile e con questo l’unico mezzo di trasporto su ferro capace di costituire pure un’importante valvola di sfogo al traffico della via Tiburtina. Soprattutto ora che è compromesso a causa dei lavori per il suo raddoppio.

Dal 1 di aprile, a seguito dell’accordo Regione Lazio/Trenitalia, già a suo tempo definito nelle forme innovative previste dal nuovo Contratto di Servizio, la stazione che è funzionale alla linea FR2 (Roma –Tivoli) sarà aperta al pubblico e alcuni treni cominceranno ad effettuare la fermata.

A partire dal 14 giugno, data del cambio orario, per Salone sarà realizzato un servizio strutturato che assicuri la regolarità e la puntualità prevista sulla linea.

L’orario delle nuove fermate sarà comunicato nei prossimi giorni appena ultimati gli approfondimenti tecnici necessari.

La nuova stazione è stata realizzata secondo le caratteristiche del servizio metropolitano con marciapiedi lunghi 250 metri e alti 55 cm per facilitare l’entrata e l’uscita dei passeggeri, nuove pensiline e grande sottopassaggio a collegare i binari, telecamere che sorvegliano l’area 24 ore su 24.

Un po’ di storia: la Stazione fu chiusa nel lontano 2002 per motivi di ordine pubblico perché il vicino ed omonimo campo “nomadi” (tanto per dire), era la base da cui si scatenavano orde di individui che non solo borseggiavano, sbeffeggiavano e talvolta terrorizzavano i passeggeri, ma depredavano lo scalo ferroviario di tutto, mettendo a repentaglio la sicurezza stessa della linea. Rebus sic stantibus, quattro anni dopo, nel 2006 Trenitalia pensò addirittura di abolirla. Furono i potenziali utenti che si opposero rivelando quale eventuale spreco di denaro pubblico si sarebbe perpetrato, essendo state già realizzate opere costose come il sottopasso dei binari.

Nel novembre del 2007, in occasione di un’assemblea pubblica a Case Rosse causata da problemi di mobilità, il Consigliere regionale Carapella, e l’Assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Calamante, s’impegnarono con i Comitati e i cittadini a ristrutturare ed aprire al più presto la Stazione di Salone, promessa da anni come unico mezzo di trasporto su ferro del territorio. Nel marzo del 2008 infatti iniziarono i lavori e in pochi mesi, il 15 dicembre, la Stazione fu completata e consegnata alle Ferrovie il 23 febbraio 2009, per essere aperta da lì a poco.

Arrivò invece l’opposizione all’apertura da parte del Prefetto, sempre per il vicino campo nomadi e i problemi di ordine pubblico. Seguirono nei mesi successivi le proteste dei Comitati e dei Cittadini con ampio risalto dei mezzi di comunicazione, fino a quando, nello scorso dicembre migliaia di Cittadini non ripresero a tempestare di fax e mail l’Assessore alla mobilità della Regione Lazio, il Prefetto Pecoraro e il Sindaco Alemanno. Nei Fax si chiedeva all’Assessore Dalia ed al Prefetto l’apertura della Stazione e al Sindaco Alemanno, la predisposizione di bus Navetta e telepass gratuito per il casello di Settecamini sull’A24.

Ora a breve la stazione sarà fruibile e, grazie all’Assessore alla mobilità Marchi, sarà operante anche un bus navetta che tuttavia non è ancora ritenuta sufficiente perché non servirebbe il quartiere di Case Rosse. Nei prossimi giorni i Comitati presenteranno al Comune di Roma un documento con le richieste, compresa la definizione di due parcheggi, uno che si affaccia su via di Salone ed un altro, molto più grande, che trova accesso dalla Via Collatina all’altezza del quartiere di Ponte di Nona.

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