08 febbraio, 2007

Nasce nel Lazio la Consulta dello Sport


Si è insediata questa mattina, presso la sede di Giunta della Regione Lazio, la Consulta dello sport. Si tratta di un organo che avrà il compito di definire il ruolo delle istituzioni locali, degli enti di promozione sportiva e del Coni nell’ambito della riforma complessiva dello sport che, a partire dalla revisione del Titolo V della Costituzione, ha riconosciuto alle regioni la potestà legislativa concorrente in materia.
“Quella offerta dalla Consulta dello sport – ha commentato il Presidente della Regione, Piero Marrazzo – è una grande opportunità per tutti. I recenti fatti di cronaca hanno confermato quale importanza possa assumere il ruolo delle istituzioni, comprese quelle locali. Se queste rappresentano e garantiscono i cittadini, lo possono e lo devono fare anche attraverso lo sport, che tanta influenza ha, in particolare nell’educazione dei giovani. Educare allo sport quindi ma anche educare con lo sport. Sono infatti i valori condivisi che qualificano come civile quella società di cui tutti, cittadini e istituzioni, facciamo parte”.

La Giunta ha recentemente approvato l’istituzione della Consulta, con apposita delibera, ponendosi all’avanguardia nelle politiche di settore. Questo importante organismo riunirà allo stesso tavolo, per la prima volta, assessori regionali, provinciali e comunali, consiglieri regionali, rappresentanti di associazioni ed enti di promozione sportiva, sindacati, nonché il Coni.

“Questo tavolo permanente sarà un organo di consultazione che coinvolgerà il mondo dello sport nel suo complesso”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura, Spettacolo e Sport, Giulia Rodano, che ha presieduto la seduta d’insediamento della consulta. “I recenti, drammatici avvenimenti che hanno sconvolto il nostro calcio”, ha proseguito l’assessore “dimostrano che esiste l’esigenza di aprire una riflessione sul mondo dello sport che coinvolga politici e addetti ai lavori. Quanto accaduto a Catania colpisce l’immaginario collettivo di tutti i cittadini: se i morti fanno parte del gioco, come ha detto qualcuno, forse non è più il caso che si giochi. Io penso che sia invece nostro dovere fare sì che il calcio, così come tutto lo sport, torni ad essere un veicolo di promozione sociale. Siamo infatti convinti”, ha detto in conclusione l’assessore, “che tutte le discipline inerenti l’attività fisica siano altrettante agenzie educative del nostro Paese: vogliamo dunque chiederci cosa lo sport possa dare alla nostra vita civile, e puntarci sopra, con convinzione, dialogando con le associazioni attive nella nostra regione, con chi si occupa dell’impiantistica, e con tutti gli altri enti coinvolti”.

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