15 febbraio, 2007
Un nuovo caso “Welby” "ANDREMO ALL'ESTERO A STACCARE LA SPINA"
ANSA - "Se nessuno si fa avanti, riporto mio marito a casa e poi andiamo all'estero, in Olanda o in Svizzera, dove è legale staccare la spina". Così la signora Maddalena Soro, moglie di Giovanni Nuvoli, l'ex arbitro algherese immobilizzato a letto dalla distrofia muscolare amiotrofica e tenuto in vita artificialmente. "Nella lettera-appello della settimana scorsa - ha spiegato all'ANSA la signora Nuvoli - non volevamo obbligare nessuno a fare niente. Per noi nessuno doveva andare a uccidere nessuno, abbiamo soltanto chiesto che un anestesista coraggioso e libero come si è dimostrato il dottor Riccio nel caso di Welby, andasse a compiere quel gesto che nessuno in ospedale a Sassari vuol fare. Rispettiamo il primario Vidili e la sua scelta. Aspettiamo ancora che qualcuno si faccia vivo - ha aggiunto la moglie di Nuvoli - se no riporto mio marito a casa e poi ce ne andiamo all'estero". Sulla decisione del Pubblico ministero del Tribunale di Sassari, Paolo Piras,che ieri aveva dichiarato inammissibile la loro richiesta, Maddalena Soro ha riferito che il marito ha così commentato: "Devo sopportare anche questo".
GIUDICE: "NON E' REATO IL NO A STACCARE LA SPINA"
Non commette violenza privata il medico che si rifiuta di staccare la spina del ventilatore. Lo ha stabilito il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Sassari, Maria Teresa Lupinu, che ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Paolo Piras nei confronti del Primario del reparto di Rianimazione dell'Ospedale Civile Santissima Annunziata di Sassari, Demetri Vidili. Vidili si era rifiutato di staccare la spina del ventilatore che tiene in vita da circa cinque anni, Giovanni Nuvoli, di 53 anni, di Alghero, immobilizzato a letto dalla distrofia muscolare amiotrofica e tenuto in vita artificialmente.
Il medico sassarese era stato iscritto nel registro degli indagati, con l'ipotesi di violenza privata, in seguito alla richiesta che Giovanni Nuvoli aveva inviato alla Procura della Repubblica di Sassari, alla direzione generale della Asl numero 1 di Sassari e allo stesso primario. E' stato lo stesso pubblico ministero però a chiedere al giudice l'archiviazione non ravvisando alcun reato. Ex rappresentante e arbitro, Nuvoli - che comunica con gli occhi attraverso un pannello trasparente in plexiglass su cui sono stampate le lettere dell'alfabeto - aveva chiesto che fosse consentita l'interruzione della somministrazione di aria ai polmoni, previa sedazione, come accaduto a Piergiorgio Welby.
Ieri mattina il pubblico ministero Paolo Piras, a cui l'uomo si era rivolto, ha dichiarato inammissibile la richiesta. In tre cartelle di motivazione il magistrato ha analizzato la vicenda e concluso affermando che "non si può costringere un medico, neppure indirettamente, a compiere un atto al quale la sua coscienza si ribella. Un atto al quale certamente segue l'insufficienza respiratoria acuta (iatrogena) e poi la morte. Non si può costringere a provocare l'insufficienza respiratoria colui che quotidianamente la combatte, che non a caso si chiama rianimatore". "Anche se basterebbe un semplice gesto, dopo sedato il paziente. Le dita del medico - ha scritto ieri il pubblico ministero - scorrono spesso sui tasti di quel ventilatore, come sulla tastiera di un computer. Ma premere un certo tasto, mai. E quel mai va rispettato. Per taluni è come premere un grilletto. Non ci si può ergere a giudice dell'altrui coscienza".
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