23 febbraio, 2007
PROMEMORIA 23 febbraio 1998 - Osama bin Laden emette una fatwa dichiarando una jihad contro tutti gli ebrei e i crociati
Una Fatwa (in arabo فتوى, fatwà, pl. فتاوى, fatāwa) è la risposta fornita a un giudice musulmano da un giurisperito ( faqīh ) su un questito presentatogli per sapere se una data fattispecie sia regolamentata dalla Sharī‘a e quali siano le modalità per applicarne il disposto. In questo caso il faqīh viene detto Muftī.
I tribunali sciaraitici - oggi non più operanti, salvo lì dove sia stata reintrodotta la legislazione coranica - agivano in base alla sharī‘a. Vale a dire in base a ciò che è contemplato dal Corano e dalla Sunna. La non sempre facile percorribilità delle due fonti costringeva spesso il giudice (che non era mai un dotto ( ‘ālim, pl. ‘ulamā’) a ricorrere alla consulenza di un muftī, espondendogli il quesito applicando le garanzie della più assoluta astrattezza.
Questi rispondeva indicando quale fosse a suo parere la linea da perseguire, in campo civile o penale. Essendo la fatwà un'opinione personale, per quanto autorevole, non ne discende automaticamente che il responso debba essere applicato, salvo che il muftī non appartenga alla medesima scuola giuridica del giudice che gli abbia sottoposto ufficialmente il quesito.
Da qui la possibilità che i responsi siano diversi e, talvolta, contrapposti o contraddittori fra loro.
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