Nel 1996 Clinton fu rieletto diventando il quarto democratico dopo Andrew Jackson, Thomas Wilson ed Harry S. Truman, a svolgere la carica per due mandati (1993-1997 e 1997-2001). Nella politica estera strinse forti rapporti col primo ministro inglese Tony Blair.
Nel 1998, il suo rapporto con tale Monica Lewinsky creò uno scandalo, che venne ribattezzato dai giornalisti Sexgate. Pur trattandosi di un fatto privato, il suo rifiuto iniziale di riconoscerlo fu utilizzato dai suoi avversari politici per ottenere la procedura d'impeachment con le accuse di falsa dichiarazione giurata e intralcio alla giustizia. Il Senato giudicò Clinton "non colpevole" rispetto ad alcuni capi d'accusa, mentre lo costrinse a delle sanzioni economiche per altri.
Sotto la sua Amministrazione, nel 1999, la NATO, con l'appoggio degli Stati occidentali tra cui l'Italia, ma senza un mandato dell'ONU, attaccò la Serbia, in quella che viene ricordata come la Guerra del Kosovo. L'attacco fu scatenato al fine di rovesciare la dittatura comunista di Slobodan Milosevic, accusato di genocidio contro la popolazione del Kosovo, una regione dell'ex-Jugoslavia.
Terminò la presidenza nel 2000. Il suo vice-presidente Al Gore fu battuto di misura da George W. Bush al termine di un'elezione controversa (i risultati dell'elezione avvenuta nel novembre 2000 furono proclamati solo un mese più tardi).
Negli anni successivi Clinton ha continuato ad occuparsi di politica estera.
Nel luglio 2004 ha pubblicato la propria autobiografia dal titolo "My life".
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