16 aprile, 2007
PROMEMORIA 15 aprile 2003 Guerra in Iraq: Massacro di Mosul
Massacro di Mosul - soldati americani aprono il fuoco su manifestanti iracheni disarmati; almeno dieci di essi rimangono uccisi.
Ancora sparatorie, e ancora morti, nel centro di Mosul, la città nel nord dell'Iraq dove ieri è finita in un massacro, con 15 morti e 60 feriti fra la popolazione, la protesta araba contro le truppe statunitensi e curde. La notizia delle nuove violenze arriva da fonti ospedaliere, secondo le quali oggi almeno quattro persone sarebbero rimaste uccise (almeno quindici i feriti) nel corso di una sparatoria nel quartiere arabo della città, nei pressi di alcuni edifici governativi.
Come per i tragici fatti di ieri, è difficile dire come siano andate esattamente le cose. E per il momento l'ipotesi più accreditata è che si sia trattato di un tragico equivoco, dovuto probabilmente alla tensione e all'incertezza che ancora regna nella città irachena. I poliziotti iracheni infatti avrebbero iniziato a sparare - non si sa se ad altezza d'uomo o in aria - contro alcuni saccheggiatori che tentavano di forzare la porta di un banca. A questo punto sono entrati in scena i marines, che avrebbero scambiato le salve di avvertimento dei poliziotti per un'attività ostile nei propri confronti. Dai tetti sui quali erano appostati i militari americani hanno aperto il fuoco, usando anche fucili mitragliatori.
E, a quanto pare, i militari non avrebbero fatto distinzioni. Un maggiore della polizia irachena, che preferisce restare anonimo, accusa i marines di avere aperto il fuoco contro i suoi uomini mentre intervenivano per disperdere la folla che stava tentando di assaltare la banca. Uno degli agenti feriti, Jounis Ahmet, 22 anni, conferma la sua versione: "Stavamo raggiungendo la banca dove ci era stato segnalato un saccheggio in corso - racconta - abbiamo sparato in aria per disperdere la folla ma dal Palazzo del Governo sulla cui terrazza erano appostati i tiratori scelti americani, hanno iniziato a sparare contro di noi". Il poliziotto è stato ferito a una spalla e a una gamba: era in polizia da sei anni ed era tornato in servizio da appena due giorni, dopo che il suo comando aveva raggiunto un accordo con i soldati americani. "L'intesa era di pattugliare insieme la città per riportare l'ordine, e per questo siamo stati anche autorizzati ad avere le armi".
Dagli americani giungono le prime ammissioni. "I miei uomini hanno solo risposto al fuoco - ha detto il colonnello Robert Waltamajar - siamo ancora in guerra e abbiamo diritto di sparare contro chiunque apra il fuoco contro di noi e ci impedisca di ristabilire la pace". Il colonnello tuttavia non esclude l'ipotesi di un incidente: "E' molto difficile, in questi casi, stabilirlo"
La tensione a Mosul, comunque siano andate le cose, è altissima. In un altro ospedale della città, lo Al Jumhuriya, ci sono altri sette feriti, tutti civili, tra cui un ragazzo di 14 anni. Hanno detto di essere stati feriti dai marines americani che hanno sparato contro l'autobus su cui viaggiavano, che in quel momento si trovava a passare nella piazza dove era in corso la sparatoria.
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